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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: EVERYBODY HERE WANTS YOU
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: acidrain galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/08/2003 10:07:39

leggete, leggete ,leggete!
 
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AUTOCONCLUSIVO
- Capitolo 1° -

//
Ti prego… non mi abbandonare …
Rimani affianco a me anche adesso.
Sono così vicino a realizzare il mio
sogno . Ho paura che tutto si possa
infrangere .Ho bisogno che tu mi
tenga per mano.
Vieni con me in America .Ti supplico.
Ti aspetto all’aeroporto alle 19:00.
Ti amo
Akira
//

Avevo finito di leggere il bigliettino che Akira aveva lasciato sulla scrivania della mia cameretta e sapevo già cosa avrei fatto . Non posso lasciarti solo , non proprio adesso , hai ragione . La tua grafia appare incerta e le tue parole esprimono tutto il timore che ti ha tormentato in questo periodo. Chissà quante volte avrai riscritto questa lettera per riuscire finalmente a dichiararmi tutti i tuoi sentimenti. Mi hai concesso di starti accanto. Ne sono felice . Indossavi sempre quella maschera sorridente . Ti avvolgi in un’ aura di tranquillità. Vuoi apparire sereno e distaccato. Non vuoi che gli altri si preoccupino per te . Tieni dentro di te ogni dubbio , paura o qualsiasi pessimismo e non condividi i tuoi tormenti con nessuno. Il basket era l’unica valvola di sfogo . Fino ad adesso .Mi ha sempre fatto andare in bestia questo tuo modo di comportarti, anche perché so di essere come te . Odio questa parte del mio carattere . Ho capito sin dall’ inizio che anche tu eri così. Da principio non te ne volli parlare : volevo tenere tutto dentro e fare finta che non me ne fregasse niente . Niente di più falso . So quanto si soffre .
Akira , devi ammettere che stavolta ho vinto io! Mi sono aperta con te per prima.
Ora , sul taxi che mi sta portando da te , non faccio altro che leggere il foglietto che ho tra le mani. Mi viene da piangere , ma forse è meglio evitare .
Quanto abbiamo bisticciato in queste ultime settimane ? Per il tuo comportamento o per la questione “U.S.A.”.
Ora è tutto finito. Tu mi sei venuto incontro, aprendomi la tua anima e io ti seguirò nel tuo sogno. Siamo pari, Akira.


…Ti aspetto all’ aeroporto alle 19:00.
Sono le 18:50 e tu , che di solito arrivi in anticipo di almeno venti minuti, non ti sei fatta ancora viva .Potresti veramente abbandonarmi?
Ti ho lasciato il biglietto sulla scrivania . Non l’hai letto ? Come sempre mi sono arrampicato sull’albero per poter entrare , all’insaputa di tutti , nella tua cameretta .Me l’hai insegnato tu . Quando è stato? Otto mesi fa ,circa . Da quando ti avevo conosciuta ? Poco più di un mese.
Mi ricorderò sempre il primo giorno in cui ci rivolgemmo la parola .
Era una mattina di giugno . Ci avevano appena comunicato i risultati degli esami di fine trimestre. Tu avevi di nuovo preso il punteggio più alto della scuola . Eravamo in classe assieme e sentii la professoressa di letteratura , nonché responsabile del nostro corso che , dopo averti fatto i complimenti , ti invitò a fermarti a parlare con lei durante la pausa pranzo . Quando questa iniziò la classe si svuotò. Rimanemmo lì solo la professoressa , tu , io e Koshino ; finalmente quell’anno io e il mio migliore amico eravamo capitati nella stessa sezione . Ultimamente rimanevamo sempre in classe , era il luogo più tranquillo.Fuori ci aspettava invece un’ orda di adolescenti in adorazione . Tu ti avvicinasti subito alla cattedra . Sei rimasta in silenzio e aspettavi che la professoressa Nomura cominciasse il suo discorso:
-Mishima, grazie ai tuoi voti credo che potrai entrare senza problemi in qualsiasi università del paese. Tu hai qualche preferenza ?
Una leggera brezza entrava dalla finestra spalancata per il caldo . I tuoi lunghi capelli lisci neri giocavano con il vento . Non avrei mai immaginato che la tua chioma potesse essere così morbida;già da quel giorno nacque in me il desiderio di accarezzarla .
Rimasi seria e apatica , come sempre :
-Io vorrei trasferirmi in Inghilterra .Avrei il desiderio di studiare a Oxford .
A Koshino , nel sentire quelle parole , andò di traverso metà pranzo. Avevi un sogno ambizioso. Quanto il mio . Stava ascoltando tutta la conversazione , come me . Al mio migliore amico eri sempre piaciuta . Non ti conosceva per niente , pur essendo stato sempre , per qualche strano caso , in classe con te . Quando io gli chiesi , una volta , cosa ci trovasse in te , mi sembravi così scostante e chiusa ,mi fissò per un po’ e poi mi rispose:
<<Mi sembra una dea . La carnagione così chiara , gli occhi color grigio fumo . Non ti sembra fatta di etere?>>
Voi non badaste al mio tentativo di salvare Kosh da una terribile morte per soffocamento e continuaste:
-Anche se i tuoi voti sono ottimi , Mishima , non credo che bastino per farti accedere a un così prestigioso istituto.
-Lei dice?
Per la prima volta notai in te un cambiamento . Le tue parole erano velate di delusione e le tue guance si colorarono un po’ di rosa.
-Se non sbaglio non hai mai fatto attività extrascolastiche .
-Infatti .
-Peccato . Quelle attività , qualora tu non lo sapessi , sarebbero servite a migliorare il tuo curriculum.
Cominciasti , in segno di rabbia , a stringerti fra i denti il labbro inferiore . La tua bocca si fece più rossa .
-Però ,forse , possiamo rimediare .
Vidi un lampo di speranza balenare nei tuoi occhi . Ormai non riuscivo più a disinteressarmi alla conversazione .Era strano , eccezionale direi , vedere te , solitamente così posata e fredda , cambiare nel giro di pochi minuti , umore più volte .
La Nomura proseguì :
-Purtroppo tutti i club sono pieni e non hanno bisogno di nuovi iscritti.La scuola è già cominciata da qualche mese ma… so che Taoka , l’allenatore della squadra di basket , sta cercando una manager . A Kosh andò di traverso l’altra metà del pranzo.
-Eh? Ma io non conosco quasi per niente il basket!
-Magari potrai riuscire ad aggiudicarti anche una borsa di studio.
Rimasi con lo sguardo fisso a terra a pensare. Eri bellissima , così assorta , in quel momento.

-Ragazzi lei è Ruri Mishima, del terzo anno , sarà la nostra manager.
Eri affianco a Taoka .Portavi i capelli legati in una treccia bassa. Indossavi pantaloncini neri , maglietta bianca e scarpe da tennis nere . Eri stupenda .Si notava che ti vergognavi e che quello sarebbe stato l’ultimo luogo in cui saresti voluta essere . Ma dimostravi anche fierezza e una forte volontà di realizzare il tuo sogno.
-Piacere d conoscervi.
-Dovrete obbedire a lei come obbedireste a me .
-Si.
-Mishima lui è Akira Sendoh , il capitano della squadra – Disse indicandomi- lui è l’unico che non mi da retta , spero che almeno tu riesca a farti rispettare .
-Allenatore , non sono così cattivo! Oggi per esempio mi sto comportando bene!
-Ma se sei arrivato in ritardo. Tutti i tuoi compagni sono già pronti e tu hai ancora la divisa scolastica addosso !
-Ah già ! Visto che ci sono ne approfitto per chiederle di poter andare a prepararmi mentre gli altri si presentano.
-Vai!
Mi viene sempre da ridere quando ripenso a tutto ciò che ho fatto passare a Taoka .Che cattivo . Tu , per tutto l’allenamento non facesti altro che guardarmi con rimprovero. All’epoca non potevo ancora capire la ragione di quello sguardo . Figurati che credevo ce l’avessi con me perché non rispettavo sufficientemente il mio allenatore.



Stiamo percorrendo a passo spedito la strada che porta all’aeroporto . Ho paura di arrivare in ritardo ; mi aspetterai?
Di solito sei tu il ritardatario. Me ne sono accorta dal primo allenamento . Sei arrivato con ben dieci minuti di ritardo e gli altri festeggiarono l’avvenimento come un miracolo . E anche alla fine dell’ allenamento! Taoka mi aveva dato le chiavi della palestra . Mi aveva affidato il compito di chiuderla . Io avevo finito di cambiarmi e mettere in ordine tutto da molto. Ti stavo aspettando seduta per terra , con la schiena appoggiata alla parete . Ogni cinque minuti mi ripetevo :
-Se quell’idiota non esce subito me ne vado e gli lascio questa incombenza .
Ma poi rimanevo seduta ad attenderti . Mentii a me stessa dicendomi che lo facevo per semplice senso del dovere .
Volevo parlarti . Volevo capire se anche tu ti eri accorto quanto fossimo simili.Volevo vedere se anche a me avresti rivolto il tuo solito sguardo felice e falso . Quando uscisti dagli spogliatoi ti avvicinasti a me.
-Ti ringrazio di avermi aspettato .
E poi mi hai fatto quel sorriso che odiavo.
-La prossima volta vedi di darti una mossa ! Non posso rimanere a perdere tempo con te. Sono molto impegnata , io!
Lo dissi in modo veramente sgradevole .Ti vidi sorpreso , poi triste e rammaricato.
Non ti trattai così male per il tuo ritardo.Ero furiosa perché avevi recitato anche con me ; non ti eri reso conto che noi due eravamo così maledettamente simili. Io avevo subito sentito la tua anima così vicino ala mia ed avevo pensato “ Forse con Sendoh non è il caso di mentire “.Ma tu non te ne eri accorto .
Chiusi la palestra e mi avviai verso la fermata.
Solo quando mi sedetti nel tram mi accorsi che c’eri anche tu .
Questo era pieno .L’unico posto ancora libero era quello affianco al mio . Ti misi lì e né mi parlasti né mi guardasti .
E intanto io presi una decisione che mi cambiò la vita.
Avevo intenzione di strapparti di dosso quella maschera da Buddah!
Mi girai verso di te e ti guardai con decisione .
-Senti- cominciai.Tu ti girasti subito con quell’irritante sorriso.Non ci feci caso e proseguii-Piantala di comportarti così!
-Come scusa?
-Io l’ ho capito subito che tu non fai altro che recitare. Nascondi tutte le tue sensazioni dietro la tua falsa serenità. E ciò mi irrita.
All’inizio non sapevi cosa dire. Poi vidi nel tuo volto una nuova espressione. Eri seccato e lo dimostravi .
-Non sono affari tuoi.
-E allora?-ora il tono della mia voce , inconsapevolmente , si addolcì- Vorrei che almeno con me ti comportasti in modo onesto.
-Perché dovrei?
-Perché siamo simili. Portiamo una maschera per proteggerci da qualcosa .Mi sento tradita quando ti comporti in questo modo.
-Non ti capisco moltissimo , ma se ti da così fastidio … vedrò di non ingannarti.
Il nostro rapporto cominciò così. Te lo ricordi?


E’ ora e tu non sei ancora qui . Possibile? Non puoi avermi abbandonato . Ho lasciato cadere tutte le mie difese per te e ora sono anch’io vulnerabile di fronte alle delusioni . Non mi lasciare , Mi faresti morire!
--I passeggeri del volo E 519 per Chicago sono pregati di salire a bordo, grazie.
Hai sentito? Mi dirigo verso il corridoio che mi porterà al mio aereo .Cammino lentamente .Spero di sentirmi tirare per la manica e , girandomi , di vedere il tuo viso sorridente leggermente arrossato per la corsa.
Oggi deve essere la giornata dei ricordi. Ora mi viene in mente la sera in cui ci siamo messi assieme,sei mesi fa . Non ci vedevamo da un po’. Infatti ero stato convocato per le nazionali. Ormai eravamo diventati ottimi amici e per tutto il ritiro ci spedimmo quasi una lettera al giorno . Non vederti per ben due settimane mi ha fatto stare così male .Mi ero innamorato di te . Ci eravamo promessi di dirci sempre tutto. Ed ero fermamente intenzionato a dirti anche questo .Rimasi in palestra per allenarmi un’ altra ora.Tu eri lì a farmi compagnia e ,se non c’era da faticare troppo , ad aiutarmi.
Mi stavo esercitando nei tiri da tre punti. Ne avevo fatto già dieci ed erano andati tutti a segno .L’undicesimo però sbatté contro l’anello e rimbalzò verso di te .
-Me la passi , per favore?
Ti alzasti dal luogo in cui ti eri accovacciata e ti avvicinasti. Eravamo a circa trenta centimetri di distanza. Mi porsi la palla dicendo:
-Guarda che puzzi straordinariamente di sudore !
Mi guardavi sorridendo e non resistetti oltre. Ti presi le mani e azzerai lo spazio tra noi .Mi abbassai per poterti sussurrare all’ orecchio :
-Mi sei mancata .
Eri così timida.Al suono delle mie parole ti sei subito irrigidita. Questo mi divertì e aggiunsi:
-Sei riuscita a farmi innamorare.
Non aspettai una tua risposta.Ti feci alzare dolcemente il viso e ti baciai.Non mi rifiutasti e ti aggrappasti alla mia maglietta .
Dopo qualche minuto le nostre bocche si separarono ma continuasti a tenerti stretta a me appoggiando il tuo viso nel mio petto .
-Ho capito, anche tu mi ami.
Dopo aver riso dolcemente mi fissasti felice e imbarazzata e mi dicesti:
-Sembrerebbe di si.
Ricominciammo a baciarci , fermandoci qualche istante per sussurraci qualcosa , ridere o semplicemente per scoprire , guardandoci negli occhi, quanto fossimo pazzamente innamorati uno dell’altro .Decidemmo di andare via solo quando stavamo rischiando di perdere l’ultimo tram.


-Sono già le diciannove –dico al tassista con gli occhi lucidi e la voce tremante – Faccia più in fretta , per favore.
Mi sono spostata nel sedile centrale per poter vedere meglio la strada che devo ancora percorrere.
Akira sto correndo da te .Aspettami.


Ormai mi sto sedendo nel posto assegnatomi. Non sei venuta . Guardo fuori per vedere se arrivi . Per un attimo vedo il tuo riflesso nel finestrino . Mi volto ma non ci sei . Mi sento cogliere dalla disperazione per averti persa . Per sempre. Che cosa significa questa angoscia che mi opprime improvvisamente il cuore ? La testa comincia a girarmi.Davanti ai miei occhi scorrono vorticosamente tue immagini . Mi alzo e percorro il corridoio. Non riesco a vedere niente e spesso urto qualcosa .Non riesco a parlare per dire <<permesso>> o <<scusi>>. Sento dentro di me crescere un forte senso di nausea . Finalmente raggiungo il bagno . Mi chiudo dentro e vomito. Però non mi libero da quella strana angoscia.


Riesco a vedere il mio taxi. E’ distrutto . Vedo anche il tassista ancora dentro la vettura . Ha il sopracciglio sanguinante.Ma sembra che stia bene, per fortuna. E io dove sono? Vedo il mio corpo .E’ stato sbalzato fuori dal veicolo e ho rotto il vetro . Non ci credo . Sono ricoperta di sangue . Non riesco a muovermi .Ma io devo raggiungere Akira.
Non partire.
Sento le lacrime che cominciano a cadere e le mie ferite bruciano a contatto con queste .
Aspettami Akira!
Mi fa male dappertutto , Akira.


Mi risciacquo la faccia e , dopo aver cercato inutilmente di calmarmi , esco dal bagno . Ormai dovremmo partire da un momento all’altro.
Mi risiedo al mio posto . Affianco a me è seduta una bambina. I suoi occhioni neri mi guardano con preoccupazione . Si sporge un po’ verso di me e i capelli castani le ricadono sul viso . Sembra triste:
-Stai male ?
-Si.
-Perché hai paura di volare?
-No, non credo.
Mi guarda perplessa . Perché sto così male ? La madre , che siede dietro di noi , le dice di rimettersi a posto e di non disturbare le persone. Lei mi fissa ancora qualche secondo un po’ mestamente e poi le dà retta .
L’aereo tarda a partire .
Una hostess si avvicina velocemente al mio posto e mi dice:
-Lei è Akira Sendoh?
-Si
-Può seguirmi ?
Non so cosa voglia , ma la seguo senza aprire bocca . Usciamo fuori dall’aereo e mi accompagna al bancone dove mi avevano controllato il biglietto. Mi porge la cornetta del telefono. Io la prendo titubante dalle sue mani e la porto all’ orecchio .
-Pronto? – Chiedo flebilmente.
-Sendoh sei tu?
-La signora Mishima?-aveva uno strano tono , ma l’ho riconosciuta .
Sento dall’altro capo del telefono la signora scoppiare in lacrime.
-Che succede?
-Mia figlia…è morta .
Ecco che muoio anch’io.
Mi hai veramente lasciato per sempre?
La cornetta mi cade dalle mani . Non vedo niente . Il mio corpo reagisce alla notizia tremando.
Sai una cosa Ruri? Non avevo mai pensato ad un abbandono così drastico e definitivo . L’ hostess mi guarda allo stesso modo della bambina di poco fa . Ora sento dalla cornetta , che pende dal bancone , la voce del padre di Ruri.Sta raccontando come è morta sua figlia .Il mio cervello è concentrato solo su Ruri , così non riesce a seguire tutto il discorso. Con le poche le parole che mi arrivano riesco comunque a comprendere cosa sia successo.
Sento tutta la mia vita scivolarmi via.
Eri tu la mia vita .

 
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