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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: IL MIO DESTINO È QUI CON TE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: atrebor85 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/08/2003 18:17:53 (ultimo inserimento: 19/09/04)

cosa accadrebbe se una ragazzina frequentasse il famoso trio? e se il suo destino è quello di non separarsi mai dal famoso mago?
 
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DALLA SPIAGGIA AL BINARIO 9 E 3/4 -PARTE PRIMA-
- Capitolo 1° -

IL MIO DESTINO E’ QUI CON TE

Dalla finestra le luci notturne di Londra splendevano, illuminando il viso di una donna. Calde lacrime le scendevano dagli occhi castani, e mentre si lasciava trasportare dalla lieve brezza di fine estate, si immerse nei ricordi… ricordi lontani… ricordi tristi e felici… ricordi di una vita legata ad un destino…

CAPITOLO 1
DALLA SPIAGGIA AL BINARIO 9 E 3/4

PARTE PRIMA

Il sole risplendeva con i suoi raggi su una spiaggia della Cornovaglia. L’estate era ormai al culmine, e il caldo era insopportabile, perciò la famiglia Holmes, aveva deciso di trascorrere l’ennesima giornata al mare. La loro abitazione, si trovava nella periferia della cittadina di Penwith, un piccolo centro abitato, dove la gente viveva tranquilla. Gli Holmes conoscevano un luogo un po’ isolato, nascosto da alti scogli, dove la frenesia e il caos delle spiagge in piena stagione, erano irraggiungibili. La piccola baia, era diventata da qualche tempo il nascondiglio della loro figlia più grande, Ryta. Ryta aveva undici anni, e come tutti i bambini di quell’età, nel mese di settembre, avrebbe dovuto iniziare a frequentare, gli studi delle medie inferiori, ma in quel periodo, non voleva pensare alla scuola, perché innanzitutto era estate e non voleva rovinarla con pensieri tristi, e poi perché a scuola non aveva una vita semplice…
Ora si trovava in acqua, cullando il corpo magro e slanciato tra le onde, e lasciando che la sua lunga chioma castana galleggiasse ondeggiando, e specchiando dei particolari riflessi rossicci. Ryta amava il mare, e trascorreva gran parte della giornata in acqua, e usciva soltanto quando la sua pelle non resisteva più, o sua madre non le urlava dalla riva di venire fuori. Scrutava il cielo con i suoi occhi di un castano scuro, con curiosità, nella speranza di vedere qualche uccello particolare, o di scorgere una forma strana di nuvola, nonostante le immagini fossero sfocate per via dell’ assenza degli occhiali che nascondevano sempre i suoi occhi; poco dopo infatti, notò proprio sopra la sua testa, un gufo che volteggiava. Era strano trovarlo da quelle parti, soprattutto in pieno giorno, e la cosa la colpì molto. Ma la colpì ancora di più, quando il gufo la seguì, mentre lei usciva dall’acqua, per far notare anche alla madre quella cosa insolita.
- Mamma, guarda in cielo, c’è un gufo!!!- disse la ragazzina verso sua madre intenta a leggere tranquillamente una rivista. La signora Holmes alzò lo sguardo, e vide anche lei l’uccello.
- Che strano… non è normale che si aggirino da queste parti!- rispose la donna piuttosto sorpresa. Il gufo sorprendendo sempre di più, non solo Ryta e sua madre, ma adesso anche il signor Holmes e Josh, il piccolo della famiglia, dopo alcuni volteggi, si avvicinò sempre più ai quattro, e alla fine si appollaiò sul bracciolo di una poltroncina da mare proprio davanti a Ryta. La ragazzina notò che aveva una lettera nel becco, era piuttosto grossa, e la carta pergamena, doveva essere molto pesante per l’uccello. Questo la lasciò cadere nelle mani di Ryta non appena lei gliele avvicinò. Poi, emettendo un grido acuto, volò via. Ryta osservò la strana creatura scomparire all’orizzonte, poi però la curiosità prevalse, e senza attende oltre esaminò la lettera che oltre ad essere pesante, era piuttosto strana. Da un lato c’era il suo indirizzo scritto in eleganti caratteri verdi, dall’altra un sigillo a forma di H, contornato da quattro animali che a prima vista sembravano un leone, un tasso, un serpente e un corvo. La aprì con cautela e dopo aver estratto un foglio anch’esso di pergamena giallastra, lo lesse.

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista,
Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)

Cara signorina Holmes,
siamo lieti di informarLa che lei ha diritto di frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre. Attenda l’arrivo dell’ incaricato che il 31 luglio la accompagnerà a Diagon Alley per comprare l’attrezzatura.
Con ossequi,
Minerva McGranitt
Vicedirettrice


Ryta lesse il contenuto più e più volte, ma ogni volta ci capiva sempre meno. Dette la lettera a sua madre, che la lesse ad alta voce, senza tralasciare esclamazioni di stupore, e cambiamenti di voce ad ogni parola.
- Ma… allora questo significa che…- Ryta in un primo momento si era quasi spaventata, ma dopo qualche minuto per raccogliere i pensieri e per arrivare ad una conclusione, si rese conto di quello che realmente voleva dire quella lettera.
- Sono… una maga!!!- la reazione entusiasta non piacque alla madre, la quale fece una smorfia di rabbia e lasciò cadere sulla sabbia la lettera.
- Questo scherzo è proprio di cattivo gusto!!!- il signor Holmes concordò con la moglie e così chiusero l’argomento. Ryta invece, sembrava non volersi arrendere. Raccolse la lettera, la ripulì dalla sabbia e la tenne stretta a sé.
- Ma mamma, aspetta a parlare!!! E se non fosse uno scherzo? E se fosse tutto vero? Se io veramente fossi una maga?-
- Non dire stupidaggini Ryta, i maghi non esistono!!! Non penserai che vengano proprio a te a dirti che hai dei poteri magici…- rispose la donna in tono ironico.
- E allora come lo spieghi il fatto che tutti i miei compagni di classe mi prendano in giro perché secondo loro sono strana? Ragiona, ti sei dimenticata di tutte le volte che mi è capitato qualcosa di insolito, che nessuno è riuscito a spiegare? Quando sono caduta dallo scoglio alto cinque metri, e non mi sono fatta niente, anzi, tutti mi hanno visto rallentare mentre cadevo! L’hai scordato? E quella volta che stava per arrivarmi la mazza da crichet in faccia, e si è fermata magicamente! Sono tutti fatti che si spiegherebbero se questa lettera fosse vera!!!- urlò Ryta mentre fissava con insistenza il volto della madre che si rendeva sempre più ragionevole - Io… io non so se posso fidarmi, ma se fosse tutto vero, sono sicura che potrei essere più felice! Pensaci un attimo, mamma! Frequento una scuola dove tutti mi prendono in giro e mi fanno soffrire, e molti mi evitano proprio perché mi credono “strana”. Io non ne posso più di vivere così…- continuò Ryta con voce rotta da alcuni impercettibili singhiozzi, mentre alcune lacrime le scesero dal viso. La madre, vedendola così determinata, si raddolcì e le posò una mano sulla spalla.
- E va bene! Qui c’è scritto che un mago incaricato ti verrà a prendere tra quindici giorni, per farti visitare questa…- disse la donna prendendo la lettera e leggendo il nome che non ricordava - … Diagon Alley. Noi lo attenderemo: se entro il trentuno Luglio, non sarà qui, allora piccola mia, dovrai rinunciare a questo sogno, ma… se dovesse venire… beh, allora ci penseremo. Ora goditi questi giorni, e non essere impaziente. Io sinceramente non ci credo molto, perciò ti consiglio di non illuderti troppo; ne potresti soffrire…- la signora Holmes fu abbracciata dalla figlia che non si seppe trattenere per la gioia. Si sentiva ancora confusa, ma il pensiero che forse una nuova vita l’avrebbe attesa, sembrava cancellarle ogni dubbio; e con il cuore in gola e una grande speranza, si preparò ad attendere due lunghissime settimane.

La mattina del trentuno Luglio, la piccola Ryta si svegliò all’alba, nel caso chi fosse venuto a prenderla, non avesse trovato nessuno in piedi. Dormivano ancora tutti infatti, quando lei già in cucina, preparava la colazione. La sua precauzione fu inutile, comunque perché non si fece vedere nessuno. Non stava più nella pelle, e nonostante la madre le avesse detto di non illudersi, lei era convintissima che quel giorno qualcuno sarebbe andato da lei per darle la conferma. Ryta attendeva impaziente in salotto davanti alla porta, ed ogni tanto spiava da fuori dalla finestra gemendo ogni volta che vedeva il vialetto vuoto.
Il giorno avanzava sempre di più, e il sole si fece sempre più caldo. Ryta avrebbe voluto essere in acqua in quel momento, ma la ragione e il cuore erano entrambi concordi nell’attendere. La madre si affaccendava per mettere ordine in casa, e ogni tanto spiava la figlia che fremeva sempre di più. Erano le dieci quando il carattere della ragazza prese il sopravvento, e spazientita aprì la porta..
- BASTA, MI SONO STANCATA!!! QUANDO ARRIVERA’ QUALCUNO, SI PUÒ SAPERE!?!- urlò tanto forte da far spaventare tutti coloro che si trovavano nelle vicinanze. Sembrava che lo avesse chiamato, perché non appena ebbe chiuso la porta sbattendo, il camino iniziò a tremare. Subito tutti si avvicinarono, compresa Ryta. In un secondo dal focolare uscì una nube enorme di cenere e poi sbucò fuori una persona, completamente sporca dalla testa ai piedi!
- Cof… cof… scusate, non è stata..cof… una buona entrata!- disse l’uomo tossendo per la fuliggine che aveva aspirato. Dopo aver ripreso fiato, questi si alzò sorridendo a tre persone totalmente incredule, che a bocca aperta non emettevano segni di vita. Ryta invece, era entusiasta e non sembrava per niente sorpresa! Anzi, dopo essersi guardata intorno e aver notato la confusione che aveva creato nel salotto lo strano individuo, gli porse la mano allegramente.
- Era ora che arrivasse! Piacere, io sono Ryta Holmes!- l’uomo la guardò, e dopo averle sorriso, tossì per l’ennesima volta, e cercò qualcosa nella manica della tunica sgargiante che indossava.
- Molto piacere Ryta, ma adesso se vuoi scusarmi devo rimediare al caos che ho combinato e devo anche darmi una ripulita…- le disse tirando fuori dalla manica una bacchetta, che fece quasi urlare dalla gioia Ryta. Il mago la agitò pronunciando un incantesimo, e in un attimo la cenere sparì ovunque e la casa e lui ritornarono puliti. Adesso che non era più coperto di cenere, la ragazzina notò che era un uomo magro e alto, con i capelli rossi là dove non era stempiato ed un’espressione bonaria in volto.
La signora Holmes era a dir poco allibita, ma si riprese velocemente quando la figlia le strattonò la manica della camicia per richiamare la sua attenzione.
- Hai visto mamma? Esistono davvero!!!- Ryta non si tratteneva più per la gioia, e adesso fremeva ancora di più.
- Scusate per l’improvvisata, ma credo mi stiate aspettando… mi presento, il mio nome è Arthur Weasley, sono il Direttore dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani e lavoro al Ministero della Magia, ma oggi sono stato incaricato di accompagnare la signorina Ryta Holmes nel mondo di cui presto farà parte! Lo so che forse troverete tutto così strano, ma spesso famiglie che non hanno poteri come voi, generano maghi e streghe e noi abbiamo il compito di far conoscere loro il mondo a cui appartengono per metà. Signore e signora Holmes, non so se abbiate capito molto di quello che vi ho detto, però sappiate che dovete essere fieri perché vostra figlia è destinata a diventare un’ottima strega, perché è stata scelta dalla più prestigiosa scuola di magia, che è Hogwarts. I corsi inizieranno il primo settembre, ma prima di allora tutti gli studenti devono avere l’attrezzatura necessaria per affrontare un anno scolastico, dall’uniforme ai calderoni per le pozioni. Io oggi, devo portare vostra figlia a Diagon Alley perché è lì che tutti maghi si riforniscono. Devo avere però, il permesso da parte vostra, sia per oggi che per l’anno che dovrà frequentare, che per gli altri sei…- disse il signor Weasley in tono molto sciolto. In effetti, sia il signore che la signora Holmes compresero ben poco di tutti i termini che quel signore così stravagante aveva utilizzato ma un concetto però fu ben chiaro fin dall’inizio.
- A-aspetti un momento… in pratica Ryta andrà in quella scuola per sette anni?- domandò il signor Holmes confuso.
- Sì, e poi sarà pronta per vivere come un vero mago, e integrarsi nella società!- esclamò deciso il signor Weasley, mentre osservava con aria curiosa il televisore nel salotto. I signori Holmes ci pensarono un attimo, poi guardarono la figlia e notarono che aveva un’espressione a dir poco entusiasta. Con una profondo sospiro e con una miriade di preoccupazioni e di dubbi, acconsentirono. Ryta si lasciò andare agli urli di gioia e abbracciò entrambi i genitori e il fratello Josh, che non aveva ancora capito nulla. Perciò Ryta salutò i genitori ancora increduli, e si preparò a trascorrere una fantastica ed interessante giornata…

**************

Quel giorno… lo ricordava come se fosse stato ieri! Eppure erano trascorsi anni ormai… Visitare Diagon Alley era stata la sua prima esperienza nel mondo dei maghi, e poi ne erano seguite tante altre… ma quella fu anche la prima volta che…

**************

Ryta viaggiò attraverso il suo camino. Il signor Weasley le spiegò che aveva aperto la rete anche con il suo, almeno per quella giornata, e le indicò anche cosa doveva fare, per non uscire dal camino sbagliato. Il viaggio, fu un po’ scomodo e violento, ma in pochi secondi, furono a Diagon Alley. Quando uscirono dal pub “Il Paiolo Magico”, Ryta si trovò davanti ad una lunga via, molto movimentata: maghi e streghe di ogni età e di ogni tipo, camminavano, chi più lentamente, chi correndo da un negozio ad un altro, altri parlavano o urlavano. Insomma c’era una tale confusione, che Ryta, in un primo momento, non capì dove si trovava, poi focalizzò meglio, e le sembrò tutto straordinario.
- Allora Ryta, per prima cosa dobbiamo andare alla banca dei Maghi Gringott, dove cambieremo i soldi babbani che hai con quelli dei maghi, e poi…- disse il signor Weasley, distrattamente prima di essere interrotto da Ryta.
- Eh? “babbache”?- fece la ragazzina sconvolta.
- Babbani Ryta! Noi maghi chiamiamo gli esseri umani che non posseggono poteri Babbani!- Ryta ci pensò un attimo con un’espressione contrariata.
- Mhm… mi sembra quasi una parolaccia…- disse poi mentre il signor Weasley rideva, e la accompagnava verso la Gringott. Durante il tragitto, sorpassarono negozi molto strani, che vendevano oggetti sconosciuti e misteriosi, ma che fecero fremere ancora di più la piccola Ryta per la curiosità. Riuscì a frenare l’impulso di fiondarsi sulla vetrina dove erano esposti dei manici di scopa, se non si rese conto di essere giunta a destinazione.
Furono accolti da due folletti piccoli e brutti, che Ryta osservò con meraviglia, mentre entravano. Il signor Weasley, le spiegò che la banca era gestita dai folletti, e lei si rese conto, che quelle creature dovevano essere molto furbe, se gestivano l’unica banca dei maghi. All’entrata, Ryta fu subito colpita dalla sfarzosità e dalla grandezza misteriosa del luogo. Anche dietro ai banconi, c’erano i folletti, che con aria furba, parlavano o osservavano i loro clienti. Il signor Weasley, si avvicinò ad un bancone, e dopo averne salutato uno, prese i soldi che gli Holmes avevano dato a lui in custodia, per la figlia, e li cambiò in monete di bronzo, d’argento e qualcuna anche d’oro, che più tardi Ryta conoscerà come Zellini, Falci e Galeoni. Si diressero verso l’uscita, quando incrociarono un gigante, che fece sbigottire Ryta; aveva il volto ricoperto da una barba nera e cespugliosa, come i suoi capelli, e si notavano a malapena dei grossi, ma dolci occhi neri, e la linea della bocca, che celava un sorriso. Il gigante accompagnava un ragazzino forse della sua stessa età, molto magro, con i capelli nerissimi tutti spettinati, e con gli occhiali che nascondevano gli occhi di un verde intenso.
- Oh ciao Arthur, anche tu a lavoro?- la voce era perfetta per la sua stazza, ma anche se era enorme, non sembrava affatto cattivo, anzi destò molto interesse nella ragazza.
- Ciao Hagrid… sì, come vedi anch’io sto accompagnando un nuovo studente, ma ora dobbiamo andare, abbiamo ancora tanto da fare!!!- disse il signore Weasley sorridendo, mentre Ryta, intanto, osservava il ragazzino, che aveva la sua stessa espressione, quando era entrata nella banca, e rise bonariamente per la sua espressione buffa.
- Ho capito, beh, allora ciao!- i due si salutarono.
- Bene Ryta, io direi di incominciare dalla bacchetta!- la ragazzina controllò la lunga lista restando sbigottita per la grande quantità di oggetti che dovevano comperare.

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA
DI HOGWARTS

Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
Un mantello invernale (nero con alamari d’argento)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli Incantesimi, volume primo, di Miranda Garrula
Storia della Magia, di Bathilda Bath
Teoria della Magia, di Adalbert Incant
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scafandro
Le Forze Oscure: guida all’autoprotezione, di Dante Tremante
Altri accessori
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro, misura standart 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d’ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo, OPPURE un gatto, OPPURE un rospo.
SI RICORDA AI GENITORI CHE AGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO NON E’ CONSENTITO L’USO DI MANICI DI SCOPA PERSONALI.

Ryta fu accompagnata verso un negozio, con un’insegna molto vecchia, dove con caratteri che forse una volta dovevano essere dorati, c’era inciso: “Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.”. Ryta fu accolta da un uomo piuttosto avanti con gli anni, il quale le spiegò che ogni bacchetta sceglieva il suo mago, e non il contrario, perciò, dopo averle preso le misure non solo del braccio, ma un po’ di tutto il corpo, le fece provare diverse bacchette, prima di trovare quella giusta. Dopo una ricerca snervante, alla fine, Ryta fu scelta da una bacchetta di legno di betulla, lunga dieci pollici e mezzo, flessibile, e con una piuma di fenice all’interno. La ragazzina uscì trionfante dal negozio, dopo aver sentito il signor Olivander, che proclamava che con quella bacchetta, avrebbe fatto grandi cose, e questo Ryta lo sperava: essere all’altezza di quella nuova vita non sarebbe stato facile, ma lei non si sarebbe arresa tanto facilmente.
Dopo essere andata, assieme al signor Weasley, al Ghirigoro, il negozio dei libri, e poi per altri negozi dove comperarono vari ingredienti per le lezioni di pozioni, un telescopio e un baule per contenere tutto quello che aveva comprato. Era pomeriggio inoltrato, quando si diressero all’Emporio del Gufo.
- Allora Ryta, puoi scegliere tra un gufo, un topo, un pipistrello, o un gatto, da portare con te ad Hogwarts!- disse il signor Weasley mentre mostrava la vetrina del negozio alla ragazzina.
- Mhmm… sinceramente odio i topi e i pipistrelli, e avere un gatto, non è che mi piacerebbe molto! Perciò, non mi rimane che un gufo. Da quanto ho capito, porta anche la posta, vero?- rispose Ryta. Il signor Weasley annuì, e insieme entrarono nel negozio. Ryta notò subito che da un lato dell’emporio, si trovavano diversi gufi e civette. Alcuni erano davvero strani, e dai colori più particolari; ce ne era uno addirittura bianchissimo. Ma tutti quanti, diventarono ordinari agli occhi di Ryta, non appena questa posò il suo sguardo, su di un bellissimo gufo: aveva il piumaggio molto particolare, con dei colori che andavano dal beige al marrone, al blu elettrico; ma la cosa che colpì maggiormente la ragazzina, era il suo sguardo: aveva un portamento fiero, ma sembrava triste e solo. Ryta stava per avvicinarsi, incantata dallo splendore di quell’uccello, quando il signor Weasley, la riportò alla realtà.
- No Ryta, non avvicinarti a quel gufo!!! Ti farà del male!!!- le urlò. Ryta si voltò verso la sua guida con aria interrogativa.
- Vedi, è qui già da un po’ di mesi, ma nessuno osa più avvicinarsi, perché becca tutti quelli che provano a toccarlo!- le spiegò il signor Weasley, il quale credendo che la ragazza avesse compreso, riprese a parlare con il gestore del negozio; Ryta, intanto, nonostante il monito del suo accompagnatore, continuava a guardare il gufo incriminato. Lo sguardo triste che aveva, non faceva altro che invogliarla ad avvicinarsi. Iniziò a fissarlo coraggiosamente negli occhi, e l’uccello, fece lo stesso. Si fissavano entrambi come ipnotizzati, e intanto Ryta avanza lentamente, ma con sicurezza, alzando delicatamente il braccio, per potergli accarezzare il petto piumato. Dopo alcuni secondi, finalmente Ryta riuscì a toccarlo, e cosa sorprendente, il gufo si lasciava accarezzare da lei. Il signor Weasley fu distratto dalle risate di Ryta, e voltandosi, con sua grande sorpresa, vide lei che accarezzava dolcemente il gufo che era sempre stato restio alla gente, tranquillamente appollaiato sul braccio della ragazzina.
- Non… non ci posso credere!!! Ma come hai fatto!?!- chiese il signor Weasley, sbalordito. Ryta si voltò, sorridendo.
- Oh, non è magia, non sono ancora pratica per certe cose!!! E’ solo che… questo gufo aveva bisogno di qualcuno che gli infondesse coraggio, e non paura come tutti!!! Bene!- disse Ryta, e dopo aver letto il cartellino con le caratteristiche dell’animale, si rivolse a lui – se sei una femmina allora… sì, ti chiamerò Luna. Ormai ho deciso, porterò Luna con me ad Hogwarts!!!- il signor Weasley, era ancora confuso, quando uscirono dal negozio di animali, per dirigersi verso la boutique di abbigliamento di Madama McClan: abiti per tutte le occasioni, per comprare l’uniforme scolastica.
Ryta fu accompagnata subito dalla signora McClan, nel camerino delle donne, perché prendessero le misure per l’uniforme. Mentre una signorina le appuntava gli spilli dove il tessuto era troppo lungo, per caso ascoltò la conversazione, che due ragazzi, facevano nel camerino adiacente al suo, quello degli uomini. Non potè fare a meno di notare, quanto uno dei due esprimesse superbia e arroganza, e quanto l’altro tentasse di non dargli troppa confidenza, anche perché Ryta credette che quel ragazzo non sapesse minimamente di quello che l’altro gli stava parlando e, di questo ne era sicura, nemmeno lei.
Il ragazzo che si esprimeva con un tono di voce annoiato e arrogante, iniziò a parlare di Hagrid, che Ryta riconobbe come il gigante che aveva incontrato in banca, di case e di Quidditch, cose di cui era completamente all’oscuro, e di qualcosa, che fece irritare Ryta ancora di più.
-Io non penso che dovrebbero permettere agli altri di frequentare, non trovi? Loro non sono come noi, non sono capaci di fare quello che facciamo noi. Pensa che alcuni, quando hanno ricevuto la lettera, non avevano mai neanche sentito parlare di Hogwarts. Secondo me, dovrebbero limitare la frequenza alle più antiche famiglie di stregoni - disse il ragazzo con voce strascicata.
Ryta non ce la faceva più, la rabbia le aveva arrossato il volto, e presto sarebbe esplosa urlando. Come poteva permettersi quel ragazzo, di dire quelle cose? Era inconcepibile!!! Non appena uscì dal camerino, si fiondò verso quel mago, e comprendendo subito quale dei due fosse, per lo sguardo altezzoso, gli venne incontro urlando.
- MA SI PUO’ SAPERE CHI TI CREDI DI ESSERE?- gli gridò contro rossa in volto. Lo sguardo sorpreso di tutti i presenti, fece sì che Ryta si calmasse un po’, per poi riprendere con tono acido.
- Come puoi dire che solo i figli dei maghi hanno il diritto di frequentare una scuola di magia! Non credi di esserti montato un po’ la testa?- di fronte alle accuse di Ryta, il ragazzo si spazientì, e con tono ancora più arrogante, si rivolse a lei.
- Ma come ti permetti di rivolgermi in questo modo la parola, e di dirmi certe cose, guarda che…- Ryta, però non gli dette il tempo di concludere le sue minacce.
- No, come ti permetti tu, a dire certe cose!!! Se ai figli di Bab- o come cavolo li chiamate, arriva la lettera di convocazione, allora tu non puoi dire niente, e ti devi stare zitto!!! Se proprio vuoi prendere in giro qualcuno, fallo a chi si comporta come te, oppure mettiti davanti allo specchio, così è uguale!!!- ribatté acida. Dopo questa risposta, al signor Weasley, scappò un risolino, il che fece intendere a Ryta che anche a lui quel ragazzo doveva essere antipatico. Il piccolo mago non riusciva più a dire niente: era stato messo a tacere dalla parole di Ryta, perciò mentre l’altro ragazzo la guardava divertito e più sollevato, lei si diresse verso la cassa, e salutando la commessa, uscì dal negozio.
Il signor Weasley, ebbe appena il tempo di pagare la commessa, e poi raggiunse la ragazzina recuperando il voluminoso baule che aveva lasciato all’ingresso.
- Complimenti Ryta, ti sai difendere veramente bene!!! Gliene hai cantate davvero quattro!!! Pensa che quel ragazzo è il figlio di uno dei maghi più famosi e più presuntuosi. Davvero complimenti!!!- le disse allegro. Ryta si rasserenò vedendo lo sguardo compiaciuto del suo accompagnatore. Poco dopo si rese conto che il tramonto aveva già lasciato il posto alla sera, e la prospettiva che sarebbe dovuta già tornare a casa, la intristì un po’.

Continua…

Allora che ne pensate? Per la seconda parte attendo i commenti... cvome avrete potuto notare si alternano il presente e il passato creato dai ricordi... perchè Ryta è così triste? Mah, chissà...
Ciaooooo
atrebor85
 
Continua nel capitolo:


 
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