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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L'ISOLA DEL MISTERO
Genere: Giallo
Rating: Per Tutte le età
Autore: crazydavide galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/11/2013 18:20:13 (ultimo inserimento: 02/11/13)


 
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INVITO ALLA FESTA
- Capitolo 1° -

New York, Martedi 8 gennaio, 9 del mattino.
La grande Mela è già illuminata dal sole da diverse ore, le persone che ci vivono sono già sveglie da un po’ anche se questa città viene definitiva come “la città che non dorme mai”, perché New York è sempre sveglia, c’è sempre attività in questa enorme città americana, anche durante le ore della notte.
Comunque adesso sono le 9 del mattino e anche chi è andato a dormire la sera precedente, ormai dovrebbe già essere in piedi da un pezzo per cominciare le attività giornaliere, come andare al lavoro per gli adulti e a scuola per i ragazzi.
Tutti apparentemente sono già svegli e pronti all’attività oppure hanno già iniziato il lavoro.
Le strade della città sono intasate da un numero infinito di macchine.
La gente sembra già su di giri di prima mattina, il traffico dà fastidio a tutti, specie se si è in ritardo.
Gente che urla, clacson che suonano, vigili che cercano di riportare l’ordine nelle strade..
New York è già dunque nel pieno del suo movimento giornaliero.
Non tutti però sono svegli a quell’ora del mattino:
Il signor Roger Smith, un ricco borghese sta ancora dormendo, nella sua bella villa a due piani, con un piccolo giardino e una piscina sul retro della casa.
All’interno l’appartamento è piuttosto grande, ci sono 3 camere da letto, 2 bagni, l’antibagno, le varie anticamere, la cucina, la sala da pranzo, il salotto, il ripostiglio e una porta chiusa con un lucchetto, ma non si sa cosa vi è all’interno di essa.
Il signor Smith è ancora sotto le coperte, con le lenzuola che gli coprono quasi interamente il viso e sta dormendo girato su di un lato.
Qualcuno entra di soppiatto all’interno della camera da letto, ma non sembra aver intenzioni ostili, probabilmente vuole solo evitare di svegliare il ricco borghese facendo troppo casino.
L’uomo che è entrato nella camera da letto, è alto all’incirca 1,75 centimetri, con dei baffi folti ma senza alcuna barba, indossa una camicia bianca, con sopra uno smoking nero e in più una cravatta del medesimo colore; sembra un tipico maggiordomo.
L’uomo entra nella stanza reggendo tra le mani un vassoio con sopra alcune pietanze:
Sul vassoio c’è una tazza di tè caldo, probabilmente appena preparato, con alcune brioche e delle uova al tegamino, anche quelle calde, così calde che si vede ancora il fumo alzarsi dalle uova.
Appoggia il vassoio sul tavolo, poi mette una mano in una delle sue tasche ed estrae una lettera appoggiandola delicatamente sopra il vassoio, accanto alle uova.
L’uomo parrebbe uscire dalla stanza, invece si dirige verso la finestra; prende tra le mani una maniglia e la gira in senso orario.
Facendo questo movimento, le tapparelle della stanza si sollevano leggermente.
L’uomo continua a girare la maniglia fino a quando le tapparelle non sono completamente sollevate e la luce del sole mattutino entra nella stanza, illuminandola completamente e illuminando anche il letto dove sta dormendo il ricco borghese.
Probabilmente disturbato dalla luce del sole, Smith apre gli occhi e si guarda intorno.
Vede subito l’uomo vestito in maniera elegante e non sembra per niente sorpreso di vederlo, anzì assume un espressione quasi come se ormai fosse diventata un’abitudine.

-Smith: “Coleman..che ore sono?”

Chiede il ricco borghese fissando con aria stordita l’uomo, sfregandosi anche gli occhi per tentare di svegliarsi meglio e soprattutto di vederci un tantino meglio, ma ora abbiamo scoperto il nome dell’uomo misterioso: si chiama Coleman, resta solo da scoprire chi sia in realtà quest’uomo.


-Coleman: “Sono le 9 signore.
Le ho portato la colazione.”

L’uomo mascherato, che abbiamo capito chiamarsi Coleman, ha chiamato il ricco borghese Smith signore, quindi pare chiaro che sia il suo maggiordomo o comunque qualcuno alle sue dipendenze.

-Smith: “Ti ringrazio..
Ci sono novità Coleman?”

-Coleman: “In effetti si, signore.
E’ arrivata poco fa una lettera per lei, non sappiamo chi l’abbia inviata dato che non c’è il nome del mittente.
L’ho lasciata li sul comodino, di fianco alle uova.”

-Smith: “Grazie Coleman, puoi andare adesso.
Se ho ancora bisogno di te ti chiamerò,”

Il maggiordomo non se lo lascia ripetere due volte e si avvia lentamente verso la porta della stanza, la apre, esce dalla stanza e richiude la porta dietro di se.
Il maggiordomo prende l’intero vassoio e lo posa sulle proprie ginocchia, facendo attenzione a non scottarsi perché è ancora tutto piuttosto caldo.
Prima però di mettersi a mangiare le uova e bersi il tè, prende in mano la lettera:
Apparentemente una lettera come tante altri, con una busta bianca però sopra, come detto dallo stesso Coleman in precedenza, non c’è scritto alcun mittente ma solo il destinatario, ossia il signor Smith.
Il ricco borghese apre con delicatezza la busta, come se avesse paura che al suo interno ci sia una bomba o qualsiasi altra cosa che possa creare un serio pericolo all’incolumità fisica dell’uomo.
Una volta estratta la lettera, poggia sul vassoio la busta e si accinge a leggere il contenuto di tale lettera:

Signor Smith, io mi chiamo Anthony Warrick.
Non sto li a raccontarle di preciso chi sono, ma voglio invitarla ad una festa che farò.
Questa festa si svolgerà tra 7 giorni su un isola a 10 miglia da New Orleans.
A questa festa parteciperanno molti degli uomini più ricchi e potenti del mondo e sarei felice se potesse partecipare anche lei.
All’interno della busta troverà una mappa con tutte le indicazioni necessarie per raggiungere l’isola.



Il signor Smith poggia sul vassoio la lettera e riprende in mano la busta, infilandoci la mano al suo interno.
Effettivamente c’era un altro foglio al suo interno, probabilmente era sotto la lettera e quindi prima non è stato notato da Smith.
Apre il foglio e vede la mappa che raffigura tutta la carta degli Stati Uniti, un cerchio rosso è segnato in mezzo al mare.
Guardando più a fondo si può notare che proprio in mezzo a quel cerchio rosso, c’è segnata sulla mappa una piccola isola che sulla carta si fa quasi fatica a vederla talmente è piccola.


-Smith: “Una festa? Per sola gente ricca?
Potrebbe anche essere interessante..”

Si cambia completamente luogo ora, sempre negli Stati Uniti ma siamo ora ad Atlanta, in Georgia.

Sono le ore 11 del medesimo giorno, molti ragazzi sono chiusi nelle mura scolastiche a fare lezioni, anche se alcuni sembrano siano usciti prima, probabilmente per la mancanza di alcuni professori e così festanti e gioiosi corrono, saltano e urlano nella piazza principale della città.
In giro, a parte questi ragazzi pare non esserci nessun altro, tutti gli adulti sono ancora al lavoro.
In realtà non proprio tutti sono al lavoro, infatti c’è qualcuno che può anche evitare di andarci perché ricco sfondato.
E’ il caso di un ricco miliardario texano che vive da anni ormai in Georgia, una persona eccentrica a cui piace mostrarsi in pubblico.
Tanto è vero che ha fatto costruire la sua imponente villa proprio al centro della piazza principale della città.
I ragazzini giocano e corrono davanti a quella casa, mentre questo signore sulla quarantina se ne sta tranquillamente sdraiato su una poltrona, nel giardino di casa a prendere il sole.
L’uomo è vestito con classici abiti texani: indossa degli stivali con gli speroni, neanche stesse per andare a cavallo, indossa dei jeans stretti di colore azzurro, con qualche stellina sopra di esse, come quelle che avevano gli sceriffi nel West, indossa un abito piuttosto antiquato, uno di quei vecchi vestiti che veniva utilizzato in tempi antichi dai cowboy e dai pistoleri e poi indossa un classico cappelli da cowboy, con una corda attaccata che gli consente di portarlo dietro alla testa senza evitare che quest’ultimo cada: infatti la corda è situata all’altezza del collo dell’uomo, ma non c’è alcun pericolo che soffochi o che si strozzi, infatti la corda è talmente sottile e leggera che quasi non riesce a percepirla con il tatto, ma solo con la vista; e infine indossa degli occhiali da sole neri, per ripararsi dai raggi solari.

Tutto è tranquillo, niente pare succedere all’orizzonte a parte quei bambini che giocano, non c’è assolutamente niente da segnalare.
Ad un tratto però, il postino in bicicletta si ferma davanti alla casa del ricco texano e poggia la lettera nella sua cassetta della posta.
Una cassetta alquanto strana e anomala: infatti non ha la forma di una comune cassetta per le lettere, ma bensì pare abbia la forma di un cowboy a cavallo, che sta prendendo al lazo un toro inferocito; anche da questi piccoli dettagli si può capire, quanto eccentrico e pieno di se è il miliardario texano, ma soprattutto..chissà quanto è costata fare una casella della posta con una scultura simile.

Il ricco texano sente un rumore provenire dalla sua cassetta delle lettere e abbassa lo sguardo, guardando dal basso verso l’alto riesce a scorgere la figura del postino che sale nuovamente in sella alla sua bici e se ne va.

L’uomo si alza dalla poltrona in cui vi era praticamente sdraiato e si incammina verso la cassetta delle lettere.
C’era un silenzio, quasi irreale: i bambini erano tornati tutti nelle loro case, perché tra poco sarebbe stata ora di pranzo, gli adulti lavorano e quindi non c’era nessuno in giro.
Il silenzio viene però rotto soltanto dagli speroni attaccati agli stivali del texano, mentre raggiunge la sua cassetta delle lettere.

L’uomo apre delicatamente la cassetta delle lettere ed estrae la busta che ha messo prima il postino.
Nessun mittente, solo il nome del destinatario: ossia Richard Anderson, si presume che si tratti del miliardario texano.

“Caro signor Richard, la invitiamo a partecipare ad una festa che si terrà tra 7 giorni esatti in un isola a 10 miglia da New Orleans.
Quando raggiunge la città parli con il marinaio di porto che abita in una baita, vicina al faro e chieda del signor Wallace e digli che ti manda Anthony Warrick, una nave la porterà direttamente sull’isola.”




L’uomo ripone delicatamente la lettera nella busta, nella quale vi era inserita e mette la busta nella tasca destra dei suoi pantaloni.
Richard si solleva, un po’ a fatica, dalla poltrona su cui era seduto e si appresta ad entrare all’interno della sua casa.

 
Continua nel capitolo:


 
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