Manga e Anime
creata dalla serie "TRANSFORMERS":
"L'unico che resterà"
una fanfiction di:

Generi:
Fantascienza - Introspettivo
Avvisi:
OOC - AU - What if? (E se...) - One Shot
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Breve spaccato della vita di Spectrus quando ancora andava a scuola.

Conclusa: Sì

Fanfiction pubblicata il 27/08/2013 15:44:03
 
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Non so perchè mi sia venuto in mente di scrivere questa cosa qui. Ho solo pensato "chissà com'era Spectrus ai tempi di scuola, come si comportava, la realtà in cui viveva".
Sul "come si comportava" non c'erano molti dubbi: simile ad ora. Nonostante ciò però non era ancora lo stesso mech che ha tentato di uccidere sua sorella, come vedrete qui.
Ho voluto anche mostrare com'era il compianto Spector Specter, per darvi un'idea dell'esempio che Spectrus ha avuto.
Anche se è breve, spero che lo apprezziate.





<hr>




- Che c’è? Si, mi sono fatto la tua ragazza, e allora? Non è colpa mia se lei c’è stata. Non l’ho esattamente costretta… - fece un sogghigno - Anzi, direi che le sia piaciuto. Probabilmente te la prenderò in prestito un’altra volta.

- TU, MALEDETTO BAST -

Il ragazzo non riuscì a finire la frase che l’altro, tra le risate dei suoi degni compari, gli tirò un pugno in piena faccia facendolo crollare a terra. Il colpo era stato tanto violento da rompergli le giunture della mascella.

Ma d’altra parte tutti quanti a scuola sapevano che Spectrus Specter non era uno che ci andava leggero se si trattava di fare a botte, quindi aver avuto solo quella rottura della mascella come conseguenza per averlo affrontato a viso aperto significava già averla scampata.

Erano in molti in quella scuo a detestare Spectrus e non c’era da stupirsi, visto che aveva quel carattere arrogante da figlio di papà nato con la camicia.
Era figlio di Spector Specter, vice capo del Gran Consiglio di Cybertron, rampollo di nobilissima famiglia; era ricco sfondato, abituato a fare quel che voleva e per di più la natura gli aveva fatto dono di un gran bell’aspetto e, a detta di molte ragazze, un fascino assolutamente irresistibile.

La scuola era come “divisa a metà” se si trattava di lui. Da una parte coloro che lo odiavano cordialmente (ma anche no), dall’altra una massa di piaggiatori e ammiratrici che gli ronzavano sempre attorno con l’intento di ottenere quanti più benefici possibile, cosa che immancabilmente accadeva. Che fosse una festa stratosferica in una delle sue ville, o fosse il permesso di partecipare alle ammucchiate che spesso organizzava con quel mucchio di ragazze conniventi, che si trattasse di trovare già un lavoro o qualche altro tipo di favore, a seguire Spectrus effettivamente di benefici ce n’erano molti.

Mentre si rialzava, il giovane mech picchiato pensò con disprezzo che se quello lì non fosse stato uno Specter nessuno l’avrebbe calcolato.

Stava quasi per dirglielo quando il ragazzo alla destra di Spectrus scattò e gli diede una ginocchiata allo stomaco da farlo piegare in due, per poi procedere a un sistematico pestaggio.

- Non ridurlo troppo male, Killerbeam - lo avvisò Specter - Quello è solo un povero idiota che non ha ancora capito quale è il suo posto. Non c’è ragione di ridurlo ad un rottame.

- SCHIFOSO FIGLIO DI CAGNA! - gridò il mech, cercando di liberarsi di Killerbeam - Te la farò pagare prima o poi!!!

- Come non detto. Fanne quel che vuoi - Spectrus si voltò - Quando hai finito mi trovi in sala ricreativa. Non ho la minima voglia di seguire la lezione di scienze sociali.

- Ok boss - grugnì Killerbeam, continuando a pestare il ragazzo fino a fargli perdere energon.

- Non chiamarmi “boss”. Non siamo un clan mafioso - lo redarguì Spectrus, andandosene via seguito dal resto del suo “gruppo d’élite”, che comprendeva i figli di altri esponenti delle famiglie nobili di Cybertron e qualche grosso scimmione pestatore dei bassifondi come Killerbeam.

- Sono estremamente noiosi quelli come quel tizio lì che è venuto a seccarti, eh Spectrus? I disgraziati devono stare al loro posto hai detto bene, Spectrus. Non sarebbe nemmeno degno di baciare dove cammini, Spectrus! A gente del genere non dovrebbe nemmeno essere data un’istruzione vero Spectrus? Tanto a contare sono i nobili come noi giusto Spectrus?

Spectrus Specter però, a volte, non sapeva se fossero peggio gli scimmioni come Killerbeam o tipi come Blastwind Blossom, tanto nobile per quanto completamente imbecille.
E purtroppo anche chiacchierone.
Probabilmente ripeteva la parola “Spectrus” almeno trecento volte al giorno.

- Mi pare di avertelo sempre ripetuto Blastwind, sì, a contare è solo ed esclusivamente la nostra casta e coloro che la appoggiano fedelmente. Come il nostro Killerbeam, per esempio.

- Killerbeam a te deve tutto, no Spectrus? Senza di te lui e suo padre non avrebbero trovato quel lavoro nei magazzini, perché glielo avete fornito tu e tuo padre, no Spectrus?

- Esattamente. Killerbeam e la sua famiglia ci sono molto grati - confermò Spectrus - Vedi Blastwind, se fa comodo è bene essere generosi con la gente inferiore.

- Solo se fa comodo. Altrimenti non c’è motivo di sprecare tempo, denaro ed energia con della feccia del genere - commentò un mech nero come la pece che fino a quel momento non aveva detto una parola.

- Mi hai tolto le parole di bocca, Hunter.

Hunter Troublemaster. Era ancor più insofferente di Spectrus quando c’era da trattare con gli “inferiori”.

- Stillfire, non dici nulla?

Una ed una sola ragazza faceva parte di quel gruppo d’élite. Si chiamava Stillfire Shadowhidden, e se Spectrus Specter non se l’era portata a letto troppe volte era semplicemente perché lei di solito preferiva le donne.
Non si considerava propriamente omosessuale ma di fatto lui era l’unico uomo con cui era stata e con cui ogni tanto continuava a connettersi.

- A me quel poveraccio ha quasi fatto pena. Quasi.

- Stillfire, a volte sei deludente - sbottò Hunter.

- Ho detto “quasi”, sei sordo Troublemaster? Specter, so che tuo padre sta parlando col preside per quando hai ridotto un rottame quel tipo la penultima volta. Come si chiamava?

- E chi si ricorda? Non interessa a nessuno vero Spectrus? Era un poveraccio, vero Spectrus? Inferiore - disse Blastwind - Come tutti gli altri.

Spectrus lo ignorò. - Non preoccuparti Stillfire, mio padre farà insabbiare tutto, come al solito. Piuttosto mi domandavo se volessi partecipare alla festa di stasera.

- Dipende dove la fai, non posso sprecare energon per arrivare all’altro capo del pianeta.

- Nella mia villa affacciata sul mare d’olio. Casa mia per le feste ormai è off limits - alzò gli occhi al cielo - Sapete che mia madre è incinta, il che la rende particolarmente isterica.

- Considerando che ti ha cacciato di casa già cinque v… nulla, nulla - si interruppe velocemente Hunter.

Il pensiero di Spectrus cacciato di casa da sua madre Sparkleriver per lui era assai divertente, ma era meglio non farglielo capire.

- Si sa già se sarà un maschio o una femmina?

- Sarà una femmina - annunciò Spectrus. Curiosamente, lo si vide sorridere - Spero che venga fuori bella e in salute.

Spectrus era contento di quella sorella in arrivo.
Già pensava a come le avrebbe insegnato tutto quel che c’era da insegnarle, specialmente sul gestire le masse e la gente inferiore in genere, e già pensava ai successi scolastici che avrebbe avuto, alla carriera che avrebbe fatto e, quando fosse stata abbastanza grande e conosciuta, al suo matrimonio.

Raggiunsero la sala ricreativa e si misero a decidere chi invitare e chi no quella sera. Nel mentre, Stillfire se ne uscì con una domanda che per Spectrus forse risultava un po’scomoda.

- Gira voce che ultimamente tuo padre si incontri spesso con quel gladiatore di Kaon, Megatronus. Come mai?

- Immagino avrete sentito dire che quel tipo ha delle idee sulla politica a dir poco assurde… - replicò Spectrus - Vuole tenerlo sotto controllo. Sapete, una rivolta non sarebbe buona cosa.

Spectrus pensava davvero quel che diceva sui nobili, sulla casta, sulle classi inferiori alla propria.

Ma non diceva mai al suo gruppo che probabilmente tra poco loro, e le loro famiglie, sarebbero stati sterminati tutti in massa.

Solo la loro famiglia, quella degli Specter, si sarebbe salvata dal massacro. Spector Specter aveva offerto aiuti economici e non solo a Megatronus per permettergli di finanziare la sua rivolta, quando aveva sentito quel che il gladiatore aveva intenzione di fare; tutto per mantenere la propria posizione, garantire anche a Spectrus un posto di comando e salvare il proprio clan.

Spector non era stupido, aveva capito da un pezzo che purtroppo per i nobili tirava una brutta aria, e che di conseguenza era meglio schierarsi dove conveniva, ossia con quegli “inferiori” che per tanto tempo i nobili come lui avevano disprezzato.

- Decisamente no - osservò Hunter.

- Spectrus?

L’intero gruppo si voltò. “Gente trista, nominata e vista” diceva il proverbio, ed ecco qui Spector Specter in persona, reduce dal colloquio col preside - anche se sarebbe stato più corretto dire che era il preside ad essere il “reduce”.

Spector, una goccia d’acqua col figlio solo visibilmente più adulto, era il classico “uomo importante che è perfettamente consapevole del proprio potere e dell’impressione che dà ”.

Non era piccolo di statura, come non lo era Spectrus, ma aveva un carisma ed una durezza di fondo che sembravano renderlo ancor più mastodontico. Un uomo a cui non si poteva non obbedire.

Guardando padre e figlio, tutti pensavano di vedere lo Spector giovane e lo Spectrus “vecchio”.

- Hunter Troublemaster, Stillfire Shadowhidden e Blastwind Blossom - a sentirsi nominare I suddetti lo salutarono con un rispettoso cenno del capo - gradirei parlare con mio figlio da solo.

- Sissignore - rispose immediatamente Hunter, uscendo rapidamente con gli altri.

- Pensi che si beccherà una predica? - disse poi.

- Macché - lo disilluse Stillfire - O se anche se la beccasse non gliene fregherebbe niente.

Nessuno commentò oltre, pensando solo che se fossero stati loro ad essere rimproverati da Spector non avrebbero osato più fare una mossa sbagliata che fosse una.
- Per cos’era stavolta? Oltretutto non ho fatto in tempo ad uscire dall’ufficio del preside che ho visto Killerbeam ridurre un ragazzo in rottami. Sinceramente dubito che lo abbia fatto perché era lui a volerlo fare - fece una pausa - Non dirmi che è sempre per una questione di femmes.

Spectrus li per lì non rispose, per poi uscirsene con un arrogante “e se fosse?”, che gli valse un bello schiaffo dall’aristocratico padre.

- Spectrus, siamo in una fase delicata e tu lo sai bene. Se devo rimediare alle tue cretinate da ragazzino non posso occuparmi degli affari che contano veramente! Controllati, dannazione!

- Quando avevi la mia età facevi esattamente lo stesso con le femmes - ribatté Spectrus, massaggiandosi la guancia.

Se fosse stato un altro a dargli quello schiaffo Spectrus l’avrebbe fatto a pezzi, ma non avrebbe mai osato alzare le mani su suo padre.

- Le condizioni erano diverse. Non c’era una futura rivolta da gestire - sibilò Spector - E non mi sporcavo le mani con quella gente. Tuo nonno per cose come questa mi avrebbe fatto assaggiare la frusta. Uno Specter, un rampollo della più nobile dinastia di Cybertron, che si mette a fare a botte come un teppista dei bassifondi! - lo rimproverò duramente - Macchi la reputazione della nostra dinastia agendo in questo modo.

- E un tradimento al Gran Consiglio non la macchia? Progettare lo sterminio di persone con cui lavori tutto il giorno e delle loro famiglie, comprese quelle di Hunter, Stillfire e Blastwind non è un tradimento?

Spectrus pensò che avrebbe ricevuto un altro schiaffo.

Così non fu.

- Qui si tratta della sopravvivenza del nostro clan. È diverso. Sai che per la nostra casta i tempi stanno diventando pericolosi ed è bene agire di conseguenza, tanto più che tua madre è in dolce attesa. Se per mettere al sicuro la nostra famiglia dobbiamo tradire gli altri, che sia… - diede una lunga occhiata al figlio - Non ti staranno venendo dei dubbi? Non vorrai spifferare tutto?

- No.

Spectrus pensò che in fondo perdere Blastwind non sarebbe stato così grave, come non lo sarebbe stato perdere Hunter. Per Stillfire un po’gli dispiaceva, principalmente perché era un’ottima amante. Quanto a Killerbeam, se lui e i suoi avevano almeno un transistor funzionante, sarebbero riusciti a salvarsi non essendo nobili.

- Bene. Te lo ripeto un’ultima volta Spectrus: guai a te se vengo a sapere che ti sei rimesso ad attaccare briga con la gentaglia. Ti avviso, figliolo, te ne pentiresti amaramente.

Detto ciò Spector Specter se ne andò senza nemmeno salutare suo figlio, che lo fissò finché non attraversò la porta e scomparve. I suoi “amici” rientrarono un paio di minuti dopo.

- Ehi Specter, ti ha mangiato vivo? - lo apostrofò scherzosamente Stillfire.

- Mi ha solo ricordato che è bene che persone del nostro rango non facciano a botte come teppisti di strada - ribatté Spectrus - Vorrà dire che le prossime volte lascerò fare tutto a Killerbeam ed a un paio di altri gorilla.

- Allora, questa festa…

Si rimisero a fare la lista degli invitati.

Spectrus evitò di dire loro che quella sarebbe stata una festa piena di gente che di lì a poco sarebbe morta, loro tre inclusi.

Ben presto Spectrus a quelle feste avrebbe dovuto dire addio, perché per un bel pezzo non avrebbe avuto gente con cui farne. Se non altro era una consolazione non dover dire addio ai propri privilegi.

Mentre parlavano li guardava, tutti loro, il suo gruppo da quando aveva cominciato a frequentare la scuola. Hunter, poi, lo conosceva da quando era una protoforma che non sapeva ancora parlare bene.

Ricordava tutte le volte che era venuto a casa sua, ricordava tutte le volte che si era messo a spiare sua madre e la madre di Hunter che chiacchieravano delle loro faccende, che si scambiavano ricette.

Ricordò le volte che lui, Hunter, e pochi anni dopo Blastwind, rubavano i biscotti di energon che faceva Sparkleriver. E lei, dopo averli rimproverati, ne preparava un sacco tutti per loro.

Le volte in cui Blastwind Blossom era finito nel lago che faceva parte delle sue proprietà, poi, erano indimenticabili. Evidentemente non aveva capito che doveva tirare i pesci fuori dall’acqua, e non finirci lui stesso…

- Eeeh…sei qui capo? Ho finito - Killerbeam, con le mani ammaccate, sopraggiunse nella sala ricreativa.

- Quante volte te l’ho detto di non chiamarmi capo?

Spectrus ribatteva sempre così ma in realtà ci godeva ad essere considerato il capo del suo gruppo.

- Che fate?

- Stiliamo la lista degli invitati per la festa di stasera, no Spectrus?

- Sì Blastwind.

- E io ci sono, vero? - domandò Killerbeam, con quell’aria idiota che si ritrovava sul volto grossolano.

- Certo. Ci sarai.

“E qui, oltre a me, sei l’unico che tra qualche mese sarà ancora vivo. L’unico che resterà”.




FINE
 
 
 
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