Karai ha una figlia, che per salvarla la abbandona a un destino ignoto. Anni dopo, ella ritornerà in cerca di risposte, incontrando...
Conclusa: No
Fanfiction pubblicata il 07/08/2013 18:01:44
ABCABCABCABC
SALPARE
<i><center>MIYU</center></i>
3 del mattino. Buio. Silenzio.
Qualità improbabili per una città in perenne attività come New York. Eppure al porto non si udiva alcun suono. La guardia notturna giaceva addormentata al posto di blocco, braccia conserte e boccale di birra abbandonato sul davanzale. I lampioni che dovevano illuminare il molo 15 erano spenti. Attraccata in quel punto, una nave cargo attendeva di salpare alle 5 del mattino, scossa solo dal lieve ondeggiare dell’acqua. Le onde scintillavano alla luce di una luna straordinariamente limpida e splendente.
Karai camminò silenziosamente verso il molo, i sensi all’erta per captare qualsiasi rumore. In braccio, appoggiato al petto, uno strano dolce carico sonnecchiava in pace, cullato dal battito del suo cuore. I suoi passi, grazie alle capacità Bushido, erano così leggeri da non produrre il minimo suono. La giovane guerriera balzò sulla nave, e vide che sul ponte non c’era altro che merce da esportazione. Si avvicinò a una grande cassa e, con l’aiuto di un coltello da combattimento, ruppe l’apertura e sollevò il coperchio. Pesce fresco in scatola. Non sarebbe durato per tutto il viaggio. Con delicatezza, staccò il neonato dal petto e, tenendolo fra le mani come un tesoro prezioso, lo ammirò alla luce della luna, sapendo che sarebbe stata l’ultima volta. La sua bambina. La sua unica figlia. Il tesoro più prezioso che avesse mai posseduto. Eppure, quel piccolo seme non sarebbe fiorito nella polvere dei combattimenti e di quella sporca città. Meritava un futuro migliore.
Una lacrima scivolò sul viso scarno di Karai, e un singhiozzo le scosse le spalle quando strinse la piccola per l’ultima volta, svegliandola. La cullò per tranquillizzarla e per farla assopire di nuovo e, dopo averla avvolta meglio nella coperta, la depositò fra le casse nel modo più comodo possibile. Accanto, pose un sacchetto e un’altra coperta, nonchè una boccetta d’acqua. Guardò la figlia ancora un momento e chiuse la cassa. Rapida e silenziosa, si allontanò dal porto in tutta fretta, mentre le lacrime calde e salate le facevano rabbrividire le guance. Appostato su un tetto, avvolto nella ombra, una figura la osservava...