- Capitolo 1° -
Indossava quel vestito bianco, con le rose blu. Blu, blu notte, blu mare, quel blu insomma, quello di quel vestito, che contrastava con il biondo chiaro dei lunghi capelli lisci e sottili, sciolti ad accarezzare le spalle mossi dalla brezza di mezzogiorno, che di poco alleviava la calura, asciugando le perle di sudore che le appiccicavano la stoffa leggera addosso, in quel modo così semplice, quotidiano e sensuale. Quel blu, con quei capelli e con quegli occhi, grandi e intensi. Era proprio la fine del mondo. Se ne stava lì, appoggiata languidamente al davanzale, con la finestra aperta e la fronte corrugata, gli occhi un po’ strizzati per il sole accecante, la testa posata distrattamente sul palmo della mano e le dita ripiegate sul mento, appena sotto le labbra. Quelle labbra sottili, rosse come il fuoco, ardenti. E quel vestito bianco e blu. Affacciata alla finestra chissà cosa guardava, dove correvano i suoi pensieri, se volavano con i gabbiani sulla scogliera o se esploravano i fondali con i pesci. Di certo non era lì, se non per l’arsura che le appesantiva le palpebre, spingendola ancora più lontano. L’incavo del collo era una curva seducente, con la catenina d’oro che portava sempre sul petto; la carne chiara e morbida, le arterie pulsanti appena sotto la pelle diafana. La potevo disegnare con un dito, immaginando di sfiorarla, tanto era impressa vividamente nel mio pensiero, con quella ciocca che le ricadeva ribelle sulla fronte e non voleva saperne di stare al suo posto, cullata da un refolo di venticello fresco.
La osservo, seduta sulla sedia a piedi scalzi e con una mano abbandonata in grembo, stando appoggiato allo stipite della porta. Si volta, riscuotendosi dal suo viaggio, ma sono già sparito in silenzio. Si aggiusta i capelli e la magia è rotta.
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