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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Supernatural
Titolo Fanfic: I MISSED YOU. SO DO YOU.
Genere: Romantico, Autobiografico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/06/2013 18:11:56

" Ma in quel momento, di fronte alla disperazione dell'uomo che amavo, ho dovuto fare una scelta. Ed io ho scelto Sam e la sua felicità."
 
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I MISSED YOU. SO DO YOU.
- Capitolo 1° -

Parcheggio l'auto davanti all'entrata del motel.
Giro la chiave.
Spengo il motore.

Vedo l'impala e l'auto di Ellen parcheggiate poco più in la.
Non hanno ancora lasciato il motel.
Per fortuna, sono arrivata in tempo.

Mi lascio andare contro il sedile.
Sono a pezzi. Nel vero senso della parola.
Ho passato tre giorni e tre notti a dare la caccia a dei mutaforma in Colorado.

Non da sola.

Era stato mio padre a propormi di lavorare insieme a questo caso.
Io ho accettato.
Così, una volta messo al sicuro Kevin e sua madre, sono salita sulla mia auto e l'ho raggiunto.
A dire il vero, non ero entusiasta all'idea di partire.
Mi dispiaceva lasciare Dean, Ellen ma soprattutto Sam anche se solo, per un paio di giorni.

Sam mi ha convinto ad andare.
Non so come, lui riesce sempre a convincermi, quando sono nel dubbio.
In fin dei conti era da un sacco di tempo, che io e mio padre non passavamo del tempo insieme.
Cacciare sarebbe stato un modo, per recuperare un pò del tempo perduto.
Ero la sua unica figlia, quindi era normale che sentisse la mia mancanza.

Queste erano le motivazioni su cui ha fatto leva Sam, per convincermi ad andare.
Io non avevo argomentazioni valide, con cui ribattere.
Quindi non ho potuto fare altro, che raccogliere le mie cose, salire in macchina e partire.
Nel cuore della notte.
Perché un cacciatore non conosce orari.

Sospiro.
Non so che ore siano.
Probabilmente mancano due o tre ore all'alba.
Anche se prima di mettermi in viaggio per tornare da Sam, Dean e Ellen ho dormito due ore, sono a pezzi.
Dare la caccia a quei bastardi mutaforma, mi ha distrutto.

Per fortuna, che non ero sola.

Sollevo in alto le braccia e allungo le gambe, stiracchiandomi.
Non vedo l'ora di mettermi a letto.
Sam mi avrà aspettata alzato. Nonostante gli abbia detto un sacco di volte di non farlo, perché non è necessario.
Non voglio che sprechi ore di sonno preziose, per me.
Per noi cacciatori di demoni il sonno è un lusso.
Ultimamente dormire quattro ore filate, è un vero e proprio miraggio.

Ad ogni modo, la caccia ai mutaforma è andata bene.
Stanarli non è stato per niente facile.
Alcuni si erano nascosti nelle fogne, altri in superficie tra la gente comune.
Uno di loro, addirittura, aveva preso le sembianze di ragazzino di appena undici anni.
Eliminare quel mutaforma, non è stato facile.
Ma alla fine, ho stretto i denti, mi sono fatta coraggio e l'ho ucciso trapassandolo con il mio coltello d'argento.

Sorrido.
Io e mio padre questa volta, non eravamo da soli a cacciare i mutaforma.
Al gruppo si era unita una cacciatrice.
Si chiamava Kora Thompson, ed era una nostra vecchia conoscenza.
Lei e mio padre lavoravano insieme, già da diverso tempo.

Entrambi erano vedovi.
Il marito di Kora era morto, ucciso da un vampiro.
Mio padre, era solo da molti anni, dopo che mia madre era morta, stroncata da un'attacco di cuore.
Kora mi piace.
E' sempre gentile e disponibile, ma è anche una cacciatrice in gamba.
Per assicurarmi, che fosse davvero "umana" si è sottoposta di sua spontanea volontà, ad ogni test soprannaturale esistente.
Tutto questo davanti ai miei occhi. Perché voleva, mi fidassi di lei al 100%.

Kora e mio padre erano solo amici.
Almeno, questo era quello che diceva mio padre
Kora invece aveva un debole per mio padre, ma non ha mai preteso nulla da lui.
Sapeva quanto ancora, lui fosse legato al ricordo di mia madre.
E rispettava la sua scelta, di non legarsi più a nessun'altra donna.

Mio padre era solo da molto tempo.
Se tra lui e Kora fosse sbocciato l'amore, io sarei stata la prima ad esserne felice.
Anche mia madre, se fosse ancora viva, non avrebbe mai voluto, vedere mio padre da solo.
Ovvio, nessuna donna potrà mai prendere il posto di mia madre.
Però non mi dispiacerebbe, avere una matrigna come Kora.

Quindi, ho consigliato a Kora di non perdere la speranza e di buttarsi.
Lei è fedele alla "vecchia scuola" in cui è l'uomo a fare il primo passo.
Mai il contrario.
Io invece ho preferito seguire il mio istinto ed il cuore.
E' ne è valsa la pena.

Tiro via le chiavi dal cruscotto e me le infilo nella tasca dei jeans.
Afferro la mia borsa, sul sedile del passeggero. Con lei un sacchetto di carta, piuttosto voluminoso.
Sono ciambelle. Me le ha date Kora, prima della mia partenza.
Avrebbe voluto cucinarmi un dolce, ma nel motel in cui alloggiavamo, purtroppo la cucina non c'era.
Ne aveva comprate abbastanza, per noi quattro.
E' stato un gesto molto carino, da parte sua.

Non mi fido di lei ancora del tutto.
Però è sulla buona strada.
Kora è una brava donna.
Vedere il modo in cui su prende cura di mio padre, è ammirevole oltre che commovente.
Spero solo che mio padre, non se la lasci scappare. Sarebbe un vero peccato.

Apro la portiera della macchina e scendo.
Una volta chiusa l'auto, con la borsa in spalla e il sacchetto con le ciambelle nella mano sinistra, mi avvio verso il motel.
Entro.
Visto l'ora tarda, non c'è nessuno alla reception.
O forse, il tizio che si occupa del turno di notte, starà dormendo, nascosto in qualche sgabuzzino.
Per fortuna, che ho un passepartout.

Uno dopo l'altro, salgo i gradini che portano al piano superiore.
Mi muovo il più silenziosamente possibile, onde evitare di svegliare gli altri ospiti.
Passo davanti alla stanza di Ellen e Dean.
A giudicare dal silenzio, direi che entrambi sono caduti tra le braccia di Morfeo già da un paio d'ore.
Come li invidio!

Il corridoio è avvolto nella penombra.
A fatica riesco a leggere i numeri, sulle porte delle stanze.
Potrei usare la torcia, ma non voglio rischiare di svegliare nessuno.
Sono troppo stanca, per mettermi a discutere.
Tutto ciò che voglio in questo momento, è raggiungere Sam a letto e dormire, abbracciata a lui fino al giorno successivo.

In questi tre giorni, Sam mi è mancato da impazzire.
Ovviamente, ci siamo tenuti in contatto tramite email o telefono.
Ma non è certo la stessa cosa.
Svegliarmi al mattino e non trovarlo al mio fianco, dall'altra parte del letto è stata la cosa peggiore.
E non solo.

Mi è mancato il suo sorriso.
Il suo modo di abbracciarmi, forte ma allo stesso tempo delicato.
I suoi baci.
Il suo corpo.
Insomma, ogni singola cosa.

Ora però sono qui, sono tornata.
Non vedo l'ora di aprire la porta e vedere Sam, addormentato con la testa appoggiata alla tastiera del computer.
E' così bello.
Il suo viso, così dolce.
Non mi importa, se non mi da ascolto, quando gli dico che non deve rimanere sveglio ad aspettarmi.
Io amo Sam così come è.
Semplicemente meraviglioso.

Arrivo in fondo al corridoio.
L'ultima stanza in fondo a destra è la nostra.
Appoggio la borsa a terra ed infilo la mano, nella tasca destra dei miei jeans.
Tiro fuori il passepartout, poi con estrema delicatezza lo infilo nella toppa e lo faccio girare due volte.
Quando la serratura scatta, prendo la mia borsa ed entro dentro.

E' buio.
I miei occhi faticano un po', ad adattarsi all'oscurità.
Molto delicatamente appoggio sul tavolo nel centro della stanza, la borsa e il sacchetto con le ciambelle.
Poi mi chino e mi tolgo gli stivali abbassando la cerniera.
Li sistemo accanto alla porta, restando in calzini.

Sam non mi ha aspettato alzata.
Vedo la sua schiena coperta dal tessuto di una maglietta grigia, spuntare dalle lenzuola stropicciate.
E' veramente esausto.
Come dargli torto?
Trovare Kevin, salvarlo dalle grinfie di Crowley è stato estenuante.
Ora però quel ragazzo è al sicuro da qualche parte. Il suo compito è decifrare la tavoletta dei demoni, e chiamarci non appena ci saranno delle novità.
Al solo pensarci un brivido, mi sale lungo la schiena.
Ho una brutta sensazione.

Prendo di nuovo la mia borsa in mano.
In silenzio vado in bagno.
Entro, chiudo la porta e accendo la luce.
Appoggio la borsa su un mobile accanto al lavandino e la apro.
Mi spoglio rimanendo con addosso solamente un paio di coulotte bianche con dei fiorellini rossi.
Dalla borsa, tiro fuori il mio pigiama. La maglia è bianca, a maniche corte con due grosse stelle blu disegnate sul davanti. I pantaloni invece sono blu, lunghi fino al ginocchio con tante piccole stelline bianche.
Lo indosso.

Sciolgo i capelli, che per comodità ho raccolto in una treccia morbida.
Prendo la spazzola dalla borsa e comincio a pettinarmi.
Osservo per un'istante la mia immagine riflessa nello specchio.
Sono esausta.
In questi tre giorni, avrò dormito si e no due ore per notte.
Ho il collo ancora un po' arrossato.
Dopo aver inseguito i mutaforma nelle fogne, ho passato due ore successive nella doccia.
L'odore che emanavo, era qualcosa di agghiacciante.

Sospiro.

Tra una settimana, è l'anniversario della morte di mia madre.
Io e mio padre andremo a Los Angeles, in una piccola baia che lei adorava.
Una volta li, faremo campeggio e andremo a pesca.
E 'questo il nostro modo di ricordarla.
Non abbiamo un corpo su cui piangere, perché lo abbiamo bruciato secondo la tradizione dei cacciatori.
Per cui ogni anno, andiamo a ricordarla in uno dei suoi posti preferiti.
Ci andavamo ogni volta, tutti e tre insieme quando la caccia ci dava un po' di respiro.
Era meraviglioso.

Mia madre era una persona stupenda.
Dolce.
Gentile.
Sempre pronta ad aiutare il prossimo.
E' stata lei a convincere mio padre a tenermi con loro, quando mi hanno trovato davanti all'entrata di quel motel.
Non avevano figli.
Io sono stata il loro " dono meraviglioso ", mi ripeteva spesso.
Mi manca così tanto.

Mio padre invece, è il mio eroe.
La mia roccia.
Su di lui, posso sempre fare affidamento.
E' stato lui a trovarmi ed inizialmente, voleva portarmi alla polizia in modo che potessero prendersi cura di me in maniera adeguata.
Mia madre però si era opposta con tutte le sue forze.
E lui, non ha avuto la forza di contraddirla. Ne di abbandonare me una seconda volta.

Mi ha cresciuto, dandomi tutto il suo amore.
Ero la sua unica figlia. La luce dei suoi occhi.
Mi ha insegnato lui a cacciare.
Mi ha insegnato come proteggermi, anche quando lui e mia madre non erano presenti.
Ed io non l'ho mai deluso.

Sono sempre stata orgogliosa di lui, e lo sarò sempre.
Ancora di più, da quando mia madre è morta.
Non si è mai lasciato sopraffare dal dolore.
Ha continuato a prendersi cura di me, senza mai perdere il controllo.

Quando ho detto a mio padre, di me e di Sam, ricordo che ne fu entusiasta.
Non fece nessuna patetica scenata di gelosia paterna.
A mio padre, Sam piaceva.
Era molto felice di sapere, che avevo al mio fianco un'uomo come lui.
Perché sapeva non mi avrebbe mai delusa.
Mi avrebbe protetta.
E si sarebbe preso cura di me, come aveva fatto lui fino a quel momento.
Quindi ha dato subito la sua approvazione.

Per questo sarebbe bello, se mio padre concedesse una possibilità a Kora.
Lui ha fatto così tanto per me.
Mi ha cresciuta.
Mi ha amata.
Mi ha protetto.
Anche lui aveva o no diritto, ad un po' di felicità?
Per lo meno così, avrei la certezza che mio padre non è da solo, ma c'è qualcuno che si prende cura di lui.
Sarebbe fantastico, se tra mio padre e Kora le cose funzionassero.

Rimetto la spazzola dentro la borsa.
Ci infilo dentro, anche il resto dei miei vestiti.
Esco dal bagno, dopo aver spento la luce e chiuso la porta.
Sistemo la borsa in un angolo della stanza, in modo che non sia d'intralcio.
Poi camminando a piedi nudi e raggiungo silenziosamente il letto.

Faccio un mezzo giro, raggiungendo la parte libera.
Mi siedo sul bordo del letto con delicatezza, e mi soffermo per un'istante a guardare Sam dormire.
E' bellissimo.
Gli occhi chiusi.
La fronte leggermente aggrottata.
Un braccio nascosto sotto ai cuscini tutti storti.
L'altro teso in avanti, dalla parte del letto ora occupata da me.
Le labbra appena dischiuse.
Il torace che si alza e abbassa regolare ad ogni respiro.
Le lenzuola tutte stropicciate, che avvolgono il suo corpo.

Sorrido.
A volte mi domando, cosa ho fatto per meritare una persona tanto meravigliosa.
Ho capito di amare Sam, quando era partito per Stanford.
Vederlo andare via, era stato molto doloroso per me.
Ma era giusto, che lui seguisse i propri sogni.
Io ero una cacciatrice, anche volendo non avrei mai potuto dargli ciò che lui desiderava.
Che stupida sono stata a quel tempo.
E' stata dura, lo ammetto, ma alla fine anche io e Sam abbiamo avuto la nostra occasione.

Ora siamo qui, insieme.
Io amo Sam.
Lui ama me.
Non occorre, ripetercelo a vicenda ogni singolo giorno.

Lentamente scosto il lenzuolo e piano piano, scivolo al fianco di Sam sotto le coperte.
Mi giro su un fianco, nella sua direzione.
Appoggio la testa sul cuscino e lo guardo.
Nel mentre, sfioro dolcemente il suo braccio, quello teso verso di me.
E' un rischio lo so.
Sam potrebbe aver nascosto un coltello oppure una pistola sotto al cuscino.
Le "precauzioni di ogni buon cacciatore", come ama definirle "amabilmente" mio padre.
Dovrei svegliarlo lo so, ma non voglio farlo.
E' così bello.

Nella penombra della stanza, allungo una mano e accarezzo teneramente il viso di Sam.
Con una punta delle dita, sfioro la fronte.
Le tempie.
Il naso.
Gli zigomi.
La mascella.
Il mento.
La bocca.
Infine la curva della spalla destra.

Non c'è malizia o passione in questi miei gesti.
Ma solo tenerezza.
Se fosse possibile, rimarrei a guardarlo e coccolarlo in questo modo, per tutta la notte.
Ogni giorno.
Per sempre.

- Selvaggia, ma quando...- All'improvviso Sam apre gli occhi e si solleva sul materasso, facendo perno su un braccio. Mi guarda, sul viso ha un'espressione tra il sorpreso ed il confuso. I suoi occhi, faticano un poco ad adattarsi all'oscurità. La sua voce è poco più, che un roco sussurro nella penombra in cui la stanza è avvolta -

- Shhhh!- Mi avvicino a Sam con un rapido movimento. I nostri corpi si sfiorano appena, coperti dal tessuto leggero dei vestiti che entrambi indossiamo. Prima che Sam possa finire la frase, io lo interrompo. Lo zittisco ponendo il mio dito indice sulla sua bocca dolcemente. Rimango ferma ed immobile in questo modo, i miei occhi scuri fissi in quelli chiari di Sam. Trattengo il respiro, per l'emozione e la gioia di essere finalmente qui, con l'uomo che amo -

Zittisco Sam, prima che possa aggiungere altro.
I nostri sguardi rimangono incatenati l'uno all'altro, per un lungo momento.
Poi lentamente allontano il dito dalla bocca di Sam, e lo sostituisco con le mie labbra.
Non serve dire nulla.
Le parole in questo momento, sono inutili.

Un bacio dolce.
Sam mi attira dolcemente contro di se, circondandomi i fianchi con un braccio.
L'altra sua mano invece, mi accarezza teneramente una guancia per poi affondare piano tra i miei capelli.
I nostri respiri, si mescolano l'uno con l'altro nel buio in cui è avvolta la stanza.
Le nostre bocche non smettono un solo istante di cercarsi e lambirsi.
Circondo il collo di Sam con entrambe le braccia, approfondendo maggiormente, il contatto tra noi.
Lui fa la stessa cosa con me, quasi a volermi inglobare dentro di lui.
I nostri due corpi, sono un'incastro perfetto. Come se fossero nati, solo per questo.

Dio, quanto mi era mancato tutto questo!

Purtroppo respirare, diventa una necessità impellente per entrambi.
Tutti e due, mettiamo fine a questo nostro bacio, anche se con una certa riluttanza.
Apro gli occhi.
Sam si mette a pancia in su sul materasso.
Io mi accoccolo al suo fianco, la testa appoggiata contro la sua spalla.
Lui mi circonda le spalle con un braccio, attirandomi maggiormente contro di se.
Io faccio la stessa cosa, con i suoi fianchi.

- Quando sei arrivata? - Sam interrompe quel languido silenzio che si era venuto a creare tra di noi. La sua domanda risuona come un leggero sussurro contro il mio orecchio. Mi accarezza teneramente i capelli con una mano. Le lenzuola stropicciate avvolgono adesso i nostri due corpi. Io sospiro deliziata, abbandonandomi completamente a quelle sue carezze tra i miei capelli -

- Poco fa. Ho guidato più veloce che ho potuto, credevo foste già partiti. - Con la testa appoggiata contro il petto di Sam ascolto i battiti regolare del suo cuore. Mentre rispondo, con un dito mi diverto a disegnare invisibili arabeschi sul torace di Sam coperto dal tessuto della maglia. Mi rannicchio maggiormente sotto le coperte, quando uno spiffero, proveniente da chissà quale angolo della stanza, mi raggiunge facendomi rabbrividire-

- Come è andata la caccia? Hai ucciso tutti quei mutaforma da sola o ne hai lasciato qualcuno, anche per tuo padre? - Colgo una sottile ironia nella voce di Sam, quando mi fa quella domanda. Sollevo un poco la testa e nella penombra, lo vedo sorridere. Sam si diverte un mondo a punzecchiarmi, per il mio modo di cacciare. Sono un irreprensibile. Non mi fermo fino a quando tutti i demoni, vampiri, spettri o qualsiasi altra creatura soprannaturale non sono stati eliminati -

- Mi credi davvero così guerrafondaia, Sam Winchester?! Si ad ogni modo, la caccia è andata bene. Siamo dovuti scendere nelle fogne, per scovare un paio di quei muta forma. Ma tutto si è risolto nel migliore dei modi. A proposito, mio padre ti saluta e non solo lui. - Fingendomi offesa mi sciolgo dall'abbraccio di Sam e mi metto seduta sul letto, incrociando le braccia sotto al seno. Il mio "finto" broncio però ha breve durata, in quanto viene sostituito, praticamente subito da un sorrisetto malizioso che rivolgo a Sam -

- Che vuoi dire? - L'espressione che va a delinearsi sul viso di Sam è tra lo scettico e il leggermente timoroso. Il mio sorriso non promette nulla di buono. Potrei benissimo saltargli addosso da un momento all'altro, oppure macchinare qualche "nuovo assalto" ai suoi danni. Ma non farò nulla di tutto questo. Almeno questa sera. Semplicemente resto seduta sul letto, mentre Sam rimane sdraiato ed allunga una mano con cui inizia ad accarezzarmi la schiena con lenti movimenti -

- Mio padre non caccia più da solo. Lo fa con una cacciatrice di nome Kora, sono amici di "vecchia" data.- Senza girarci troppi intorno, sgancio quella notizia al pari di una bomba anti-demone. Sam continua a sfiorarmi la schiena con la punta delle dita, ed io per un'istante socchiudo gli occhi. Se fossi un gatto, mi sarei già messa a fare le fusa -

- Pensi che tra loro, ci sia qualcosa? - Alla domanda di Sam, io torno a distendermi al suo fianco, cingendogli nuovamente i fianchi con un braccio. Le mie gambe si intrecciano con le sue dolcemente sotto le lenzuola. Sono in trappola. Una dolce e piacevole trappola -

- Conoscendo mio padre no. Però sai come è, mio padre è solo da molto tempo e anche Kora lo è. Suo marito è stato ucciso da un vampiro. Quindi, perché no scusa?! - Mi accorgo che Sam sta sorridendo, di fronte alla mia intraprendenza quando si tratta della felicità della mia famiglia. E' ovvio, che non posso costringere mio padre ad innamorarsi se lui non lo desidera. Non sono così egoista. Però se tra lui e Kora nascesse qualcosa, io ne sarei felice -

- Ti fidi a tal punto di quella donna, da lasciarla sola con tuo padre? - Sam mi riporta con i piedi per terra, distogliendomi per un'istante dalle mie fantasie romantiche. E' stupito. Io che do la mia fiducia al primo venuto, non è una cosa che si vede tutti i giorni. Anzi ha quasi dell'incredibile -

- Ovviamente no. Però è a posto. Ha fatto tutti i test davanti ai miei occhi. Non è un demone, ne un mutaforma e neppure un leviatano. E poi mio padre non è uno stupido, sa difendersi benissimo da solo. - Con un sospiro torno ad accoccolarmi meglio tra le braccia di Sam, e subito avverto un suo braccio circondarmi le spalle e un'altro appoggiarsi lieve sui miei fianchi. Non sono preoccupata. Mio padre è un cacciatore in gamba, se scoprisse che Kora sta tramando qualcosa, la smaschererebbe all'istante ne sono sicura -

- Lo so, io non volevo dire questo. Però tu non dovresti intrometterti, nella vita privata di tuo padre. Lo sai come la pensa, non vuole un'altra donna. - Mi scosto un po' più in la, per permettere a Sam di girarsi su un fianco, dalla mia parte. Ora siamo faccia a faccia. I suoi occhi, nei miei. Sam mi accarezza con tenerezza una guancia, ed io al suo "rimprovero" circa il non intromettermi nella vita di mio padre, sorrido e mormoro qualcosa che assomiglia a "guastafeste" per poi sorridere -

- Lo so. Infatti, io non farò proprio un bel niente. Il ruolo del paraninfo non mi si addice per niente. - Mi metto supina contro il materasso e per un'istante guardo il soffitto, prima di portare la mia attenzione su Sam. Il suo braccio permane ancora intorno ai miei fianchi, ed io ne approfitto per accocolarmi ancora di più contro di lui, sorridendo. E' vero non sono per niente brava ad unire le coppie. Ellen è l'esperta di cuori infranti. Quindi non farò niente per mio padre e Kora. Lascerò che le cose, seguano il loro corso. Come è giusto che sia -

- Non è vero. Per noi due ha funzionato. - Nel dire questo, Sam mi scosta delicatamente una ciocca di capelli dagli occhi. Io sorrido nel ricordare il modo in cui, la nostra storia era cominciata. In modo alquanto rocambolesco, ma dolce allo stesso tempo -

- Ma che c'entra! La nostra, era una situazione completamente diversa e poi... - Rido mentre assesto a Sam un leggero pugno, con fare giocoso. Sto per dire a Sam, quanto la nostra situazione fosse diversa da quella di mio padre e Kora, ma Sam me lo impedisce all'improvviso -

Non riesco a finire la frase.
Con un leggero colpo di reni, Sam inverte le nostre posizioni.
Ora sono io quella distesa sul materasso, e lui sopra di me.
Le sue braccia ai lati della mia testa, per non gravarmi ulteriormente addosso.
Mi piace, quando è Sam a prendere l'iniziativa.
Perché emerge un lato del suo carattere, sconosciuto a molti.
E la cosa, mi intriga non poco.

Con una mano, Sam mi accarezza dolcemente una guancia.
Io lo guardo, facendo la stessa identica cosa.
Sento un leggero strato di barba solleticarmi i polpastrelli.
Poi si china su di me, e mi bacia.
Io chiudo gli occhi, abbandonandomi completamente tra le sue braccia.

Mi lascio baciare.
Le mie mani salgono ad accarezzare con lenti movimenti la schiena di Sam.
Le nostre bocche si cercano, teneramente.
Sam all'improvviso mi attira contro di se, approfondendo il nostro bacio.
I nostri corpi si sfiorano appena, coperti dai vestiti, facendo rabbrividire entrambi piacevolmente.
Io mi aggrappo alle sue spalle.
Le mie mani affondano dolcemente tra i suoi capelli.
E' tutto meraviglioso.

Accidenti!
Quanto mi era mancato tutto questo?
I nostri baci.
Le nostre coccole.
Ed anche le nostre chiacchierate al buio, stretti l'uno tra le braccia dell'altra.
Anche se sono stanchissima, non rinuncerei mai a tutto questo.

Così come è iniziato, anche quest'altro bacio finisce.
Purtroppo.
Sam allontana lentamente, le proprie labbra dalle mie.
Io socchiudo gli occhi, abbandonandomi subito dopo tra le sue braccia.

Mi rannicchio contro il suo corpo.
Avverto il suo respiro tra i miei capelli.
Sotto il mio orecchio, il suo cuore che lentamente riprende a battere regolarmente.
La mia mano cerca la sua, sotto le lenzuola.
Le nostre dita si intrecciano dolcemente le une con le altre.
Vorrei che questa notte, non finisse mai.

All'alba ci rimetteremo di nuovo in viaggio.
Un nuovo caso su cui lavorare.
In attesa che Kevin riesca a decifrare la parte della tavoletta in suo possesso.
Mi auguro che Garth sia in grado di tenerlo al sicuro.

Purtroppo però, c'è dell'altro.
Dean non riesce ancora a perdonare me e Sam per non averlo cercato durante l'anno, che lui ha passato in Purgatorio.
Abbiamo smesso di cacciare.
Abbiamo spento i nostro telefoni.
Abbiamo ricominciato da capo, una nuova vita insieme.
Mentre lui rischiava la sua, ogni giorno, aggrappandosi alla speranza di riuscire a tornare.

Dean mi detesta.
Perchè a detta sua, avrei dovuto convincere Sam a continuare a cacciare, invece di appoggiarlo, quando ha voluto smettere.
Avremmo dovuto cercarlo, come ha fatto Ellen.
Invece no.
Abbiamo gettato la spugna. Non abbiamo fatto nulla.

Io non ce l'ho fatta, ad incoraggiare Sam a continuare con la caccia.
La scomparsa di suo fratello, l'aveva letteralmente distrutto.
I suoi occhi erano pieni di un dolore, che pareva infinito.
Non me la sono sentita, di aggiungere dolore ad altro dolore.
Ho sbagliato, lo so.
Ma in quel momento, di fronte alla disperazione dell'uomo che amavo, ho dovuto fare una scelta.
Ed io ho scelto Sam e la sua felicità.

Dean potrà anche odiarmi fino alla fine dei suoi giorni, per come ho agito.
Ma non ne sono affatto pentita.
Ne tanto meno, rinnego l'anno meraviglioso che ho passato con Sam.
Ci vorrà del tempo.
Ma alla fine tutto si sistemerà, ne sono sicura.

- Hey, nessuna notizia da Kevin? - Faccio quella domanda, interrompendo io questa volta, il silenzio che era calato su di noi all'improvviso. Le mie spalle si alzano e poi abbassano, quando mi lascio andare ad un triste sospiro, nel pensare quel ragazzo da solo, nascosto chissà dove a decifrare quella tavoletta che spiegava come chiudere i cancelli dell'inferno una volta per tutte -

- No, però Garth mi ha dato la sua parola che terrà al sicuro lui e sua madre. Non appena Kevin avrà decrifato la tavoletta, ci chiamerà. - La mia voce risuona stranamente triste e malinconica. Sam questo, sembra intuirlo. Perché mi stringe più forte contro di se, ed io appoggio la testa contro il suo petto, chiudendo gli occhi -
- Quel povero ragazzo è stato ficcato a forza, dentro un gioco più grande di lui. Per sua madre, non deve essere facile, sapere il proprio figlio nel mirino di Crowley e dei suoi demoni. - Ripenso a tutto quello che la madre di Kevin ha fatto per proteggere il figlio. Addirittura aveva contattato una strega per avere tutti gli ingredienti necessari per fabbricare una bomba annienta demoni. Non era una cacciatrice, ma ha dimostrato più forza e coraggio di noi quattro messi insieme. -

- Già. Però non devi preoccuparti Selvaggia, la madre di Kevin è una donna forte e lo ha già dimostrato più volte.- Mi sollevo un poco sul materasso puntellandomi su un gomito, per poter guardare Sam negli occhi. Lui cerca in ogni modo di tranquillizzarmi, come fa sempre, quando c'è qualcosa che mi preoccupa in modo particolare. Avvicina la sua fronte alla mia sfiorandola dolcemente, ed io ricambio questo gesto affettuoso mentre l'ombra di un sorriso, affiora sul mio viso-

- Lo so, però sono ugualmente molto preoccupata. Tu e Dean siete riusciti a parlare? - Decido di affrontare un'altro argomento, che purtroppo è rimasto in sospeso, visto che sono dovuta partire per raggiungere mio padre a Denver. Questa continua incomprensione tra Sam e Dean rischia di logorare il loro rapporto. Ed io non voglio, che succeda -

- No. Lo sai come è fatto Dean, confidarsi non è certo il suo forte. - Alla mia domanda, Sam torna a distendersi sul materasso, ed io mio sistemo al suo fianco. Sospira mentre i suoi occhi osservano il soffitto sopra le nostre teste. Lo conosco. So bene quanto questa situazione con suo fratello lo stia facendo penare. -

- Riuscirete a chiarirvi, ne sono sicura. Dean potrà anche disprezzarmi per il resto della vita, ma io non rinnego un solo giorno di questo anno, passato insieme a te. - Cerco di incoraggiare Sam a non mollare, lui e Dean dovevano risolvere le loro divergenze il prima possibile. A Dean non sarebbe servito a nulla portare rancore e Sam non meritava di soffrire in questo modo -

- Nemmeno io. Mi sei mancata, Selvaggia. - La voce di Sam è poco più che un sussurro sulle mie labbra, ed il mio cuore salta un paio di battiti per l'emozione di sentirgli dire quelle parole. Poi lentamente, Sam si china su di me e mi bacia teneramente -

- Anche tu Sam. - Sorrido, nel mentre sollevo una mano ed accarezzo una guancia di Sam con dolcezza. Quando la mia bocca sfiora la sua, tutto intorno a me scompare, perdendo ogni significato. Ci sono soltanto io, Sam e il nostro amore. Nient'altro. -

Anche quest'ultimo bacio termina, così come è magicamente iniziato.
Io mi accoccolo contro il corpo di Sam.
Appoggio la testa sul suo petto.
Lui mi abbraccia, stringendomi forte a se.
Chiudo gli occhi.
Nel giro di pochi istanti, mi addormento. E Sam con me.
Sono davvero esausta.
Ma allo stesso tempo felice.

Tra qualche ora, incomincerà un nuovo giorno.
Noi quattro riprenderemo a cacciare, in attesa di una chiamata di Kevin.
Forse, uno di questi giorni Sam e Dean riusciranno a parlare e mettere da parte tutte le loro divergenze.
Dean potrà anche portarmi rancore, per il resto della sua vita.
Ma non mi importa.

Io amo Sam.
Lo amo più della mia stessa vita.
E non sono affatto pentita della scelta che ho fatto l'anno scorso.

Ora sono felice.
Sono con Sam, tra le sue braccia.
Potrebbe esserci posto migliore, in cui vorrei essere?
Non credo.

Sono di nuovo a casa.
Finalmente.


 
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