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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Supernatural
Titolo Fanfic: CARE OF MY HEART
Genere: Romantico, Autobiografico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/06/2013 17:58:33

" Vorrei poter fare qualcosa, per alleggerire il peso che Dean ha nel cuore. Darei tutto ciò che ho per restituirgli quella felicità, che ha perduto
 
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I DO NOT WANT TO LOSE YOU. DO NOT LOSE ME.
- Capitolo 1° -

Mi inginocchio e da sotto il letto tiro fuori la mia sacca da viaggio.
La apro e inizio a rovistare al suo interno, tirando fuori tutto quello che mi capita fra le mani.
Magliette.
Alcuni paia di jeans.
Della biancheria intima.
Calzini.

Finalmente, trovo quello che stavo cercando.
Una bustina di plastica turchese, in cui di solito conservo tutto il necessario per le piccole medicazioni.
In altre parole, un kit del pronto soccorso.
Non perdo altro tempo.
Rimetto tutto a posto e faccio scivolare nuovamente la sacca sotto al letto.

Con la bustina sotto al braccio, vado nel bagno.
Sono ferita.
Una caccia in un nido di vampiri.
Sono stata morsa sul collo da uno di quei schifosi succhia sangue.
Devo cambiare la medicazione e disinfettare la ferita, se non voglio che quest'ultima si infetti.

Per fortuna che non ero sola.
C'era Selvaggia insieme a me. Abbiamo cacciato insieme.
Quando quel vampiro si è avventato sul mio collo, lei lo ha atterrato prendendolo alle spalle.
Poi lo ha decapitato.
Un solo colpo.
Netto.
Preciso.
Letale.

Devo ammettere, che quella ragazza rende pienamente giustizia al nome che porta.
Non è la prima volta che io e Selvaggia cacciamo insieme.
Suo padre Arthur ci ha chiesto se volevamo occuparci di un nido di vampiri.
E noi abbiamo accettato.

A dire il vero, siamo uscite un po' malconce da questa caccia.
Qualche graffio.
Un paio di lividi.
Io con un morso sul collo.
Lei con una caviglia slogata.
Poteva finire molto peggio.
Ma alla fine, ce l'abbiamo fatta.
Tutti i vampiri sono stati uccisi.
E noi, siamo ancora vive.

Sorrido.
Mi avvicino a Dean, che seduto ad un piccolo tavolo posto al centro di quell'ennesima e anonima stanza di motel in cui alloggiamo.
Lo guardo, sfogliare una dopo l'altra le pagine del diario di suo padre John, in cerca di qualcosa.
Forse risposte.

Ha appena seppellito suo nonno paterno.
Quel poveretto aveva viaggiato fino ad ora nel tempo, per sfuggire a un demone antico di nome Abandon.
Doveva proteggere qualcosa, un'oggetto particolare.
Ovvero una scatoletta di legno a cui interno c'era una chiave.
E per questo motivo, non aveva più potuto fare ritorno a casa da suo figlio John.
Non deve essere stato facile per Dean.
Vedere l'ennesimo membro della sua famigliare, morire.
Ed io lo posso capire, più di chiunque altro.

Il silenzio avvolge la stanza.
L'unico rumore è dato dalla televisione accesa, che sta trasmettendo un noiosissimo dibattito politico.
Che assurdità!

Raggiungo Dean, mettendomi al suo fianco.
Appoggio la mia mano destra sulla sua spalla.
Un gesto affettuoso e intimo che mi viene spontaneo fare.
Dean ha un leggero sobbalzo, per via del mio gesto improvviso.
Poi però vedo le sue labbra piegarsi in un sorriso.
La sua mano cerca la mia.
La stringe dolcemente.
Le nostre dita si intrecciano.
Distoglie lo sguardo dal diario di suo padre, per guardarmi negli occhi.

Lo amo.
Non potrebbe essere diversamente.
Anzi, a volte mi domando perché ci ho messo così tanto tempo per capirlo.
Dean è sempre stato innamorato di me. Praticamente da sempre.
A me c'è voluto del tempo per ricambiare il suo amore.
Ma alla fine è successo.

Sorrido.
Prima che Dean possa dire o fare qualcosa, mi chino su di lui e lo bacio.
Un bacio dolce ma allo stesso tempo appassionato.
Allungo una mano per accarezzargli teneramente una guancia.
Le nostre labbra si sfiorano le une con le altre, ed a ogni contatto sento un piacevole brivido corrermi lungo la schiena.

Ho capito di amare Dean, quando il patto era scaduto.
A volte capisci di amare una persona, quando ormai l'hai perduta per sempre.
Dean era all'inferno.
Io invece, ero ancora viva.
Poteva esistere al mondo, dolore più grande del mio?

Quando Dean era stato riportato indietro dall'inferno, ho capito che non potevo più aspettare.
Sono andata da lui.
L'ho raggiunto al motel in cui alloggiava con Sam, dopo l'ennesima caccia conclusa.
Ho pregato Sam di lasciarci da soli. Dovevo parlare con suo fratello.
Non ho lasciato a Dean, il tempo di dire una sola parole. Tanto meno salutarmi.
Mi sono avvicinata a lui, e l'ho baciato.
Dopo un primo istante di smarrimento, anche Dean ricambiò il mio bacio.
Inutile dire, come si concluse la cosa.

Non ci fu bisogno di parole.
Di sussurrarci inutili e sdolcinati "ti amo".
Io amavo Dean.
Lui amava me.

Stiamo insieme da allora.
Abbiamo anche noi i nostri alti e bassi, come una qualsiasi coppia normale.
A volte litighiamo.
Due ore dopo, siamo sdraiati su di un letto a strapparci i vestiti di dosso.

Lentamente, mi allontano da Dean mettendo fine al nostro bacio.
Sorrido.
Vedo gli occhi di Dean aprirsi, e al loro interno vi leggo non solo amore ma anche paura.
Quando mi ha visto tornare dalla caccia al vampiro, con le braccia graffiate e il collo ferito, ho visto la paura aleggiare nei suoi occhi.
Mi ha attirato a se, e mi ha abbracciato talmente forte, che ho sentito il respiro morirmi in gola.

Dean aveva paura, di perdere anche me.
Che lo lasciassi solo.
Come sua madre.
Suo padre.
Bobby.
Tutte le persone a cui voleva bene, erano morte.
C'eravamo rimasti, soltanto io e Sam.
La sua paura, quindi, era più che mai giustificata.

- Wow! A cosa devo, questo onore? - Dean scosta un poco la sedia, mi prende delicatamente per un braccio facendomi sedere sulle sue ginocchia. Mentre mi pone quella semplice quanto all'apparenza innocente domanda, mi bacia sul collo dalla parte non coperta dalla fasciatura ed io al solo contatto delle sue labbra con la mia pelle rabbrividisco di piacere -

- Mmmm! Non lo so. Forse al fatto, che sei incredibilmente sexi, anche quando vuoi fare l'intellettuale? - Sorrido maliziosa, mentre alle provocazion di Dean rispondo, mordicchiandogli languidamente il contorno della mascella. Ovviamente, senza fargli alcun male -

- Sono l'erede dei letterati. Ce l'ho nel sangue.- Trattengo a stento una risata, quando Dean mi allontana da se rivolgendomi un sorriso orgoglioso che si allarga da un lato all'altro della sua faccia. Questa cosa dei letterati gli ha dato letteralmente di volta al cervello. Mi auguro solo di non vederlo mai uscire dal bagno, con addosso vestaglie di seta e fez rossi -

- A me piacevi lo stesso anche prima, che questa cosa dei letterati venisse fuori. Vado un secondo in bagno, devo disinfettare la ferita e cambiare la medicazione altrimenti si infetta. Qualche secondo e poi sarò tutta tua, collo mezzo vampirizzato a parte, ovviamente. - Faccio per alzarmi, ma Dean mi trattiene facendomi rimanere comodamente seduta sulle sue ginocchia. Gli circondo teneramente il collo con le braccia, e poso un bacio a stampo sulla sua bocca, sorridendo -

- Vuoi una mano Ellen? - Di nuovo un brivido piacevole mi sale lungo la schiena, quando Dean ricomincia a baciarmi dolcemente sul collo e una sua mano si posa sul mio fianco coperto dal tessuto leggero della camicetta. Dio quanto vorrei rimanere con lui, ma devo medicare questa accidenti di ferita. Odio fare questo genere di scelta -

- Grazie, sei gentile. ma la faccio da sola, non preoccuparti. - Un sospiro di apprezzamento sfugge dalle mie labbra, mentre Dean con sguardo trionfante si allontana da me. E' gentile ad offrirmi il suo aiuto, e il saperlo così preoccupato per me, mi fa sciogliere il cuore -

- Se hai bisogno di aiuto, io sono qua. - A quelle parole, Dean mi bacia dolcemente sulla fronte e poi su una tempia, mentre io gli accarezzo una guancia con le dita sentendo sotto di essa la morbidezza della sua pelle -

- Lo so. - Non del tutto convinto, Dean molla la presa intorno ai miei fianchi, in modo che io possa alzarmi, ed io poso un secondo bacio a stampo sulle sue labbra, prima di andare -

Mi alzo.
Tolgo la mia mano dalla spalla di Dean.
Anche se con una leggera riluttanza.
Una volta raggiunto il bagno, entro dentro lasciando la porta aperta.
Appoggio la bustina sul lavandino.

Osservo la mia immagine riflessa nello specchio.
A parte un piccolo taglio sul sopracciglio sinistro, un paio di lividi sulle braccia e la ferita sul collo sto bene.
Con la punta delle dita, afferro un lembo di cerotto e inizio a tirarlo per toglierlo via.
Brucia, ma non emetto nessun verso o gemito di dolore.
Sono una cacciatrice, e un cerotto è niente in confronto dolori ben peggiori.
Io purtroppo, lo so bene.

Getto il cerotto sporco nel lavandino.
Osservo la ferita che mi deturpa il collo.
Nulla di grave.
E niente che un foulard è un po' di fondotinta non possano nascondere.

Selvaggia è stata brava a cucirmi la ferita.
Non potevamo certo andare in ospedale.
Quella ragazza mi piace, ha carattere.
E' una brava ragazza, ma anche una cacciatrice in gamba.
Abbiamo cacciato diverse volte insieme, ed a lungo andare siamo diventate amiche.
Non amiche del cuore, questo è certo.
Però abbiamo un sacco di cose in comune.

Prima di procedere con la medicazione della ferita, mi soffermo un'istante ad osservare l'anello che ho al indice della mano destra.
A Selvaggia piace lavorare il legno.
E' stata lei a regalarmi questo anello, facendomelo scegliere tra alcuni dei suoi lavori.
Lo ha dipinto di nero. Il mio colore preferito.

A Dean, non piace molto questo suo hobby.
Perché è anti-igenico, visto che l'auto di Selvaggia è sempre piena di segatura e truccioli di legno.
A me, la cosa non da per niente fastidio.
Noi cacciatori viviamo una vita del cavolo.
Non abbiamo una casa.
Una famiglia.
Ne tanto meno una vita normale.
Se riusciamo a ritagliarci del tempo, per qualche hobby...che male c'è?

Apro la bustina e tiro fuori, il necessario per poter fare la medicazione.
Garza.
Cerotto adesivo.
Pomata antibiotica.
Disinfettante.

Sto per aprire una bustina con dentro una garza, quando Dean sopraggiunge alle mie spalle.
Non riesco a trattenere un sorrisetto divertito.
A quanto pare, la "febbre da letterato" è finita.
Meglio così!
Almeno posso avere Dean, tutto quanto per me.
E dal suo sguardo malizioso e allo stesso tempo divertito, anche lui sembra pensarla allo stesso modo.

- Dai qua, faccio io. - Faccio un passo indietro, in modo tale che Dean possa raggiungermi davanti allo specchio. Lo vedo osservare per un momento la ferita che mi deturpa il collo, prima di mettersi al lavoro. Sono quasi sicura, che se il vampiro che mi ha morso fosse ancora vivo, Dean lo avrebbe cercato, stanato e ucciso con le sue stesse mani tra le più atroci sofferenze -

Mi toglie di mano la garza, poi inizia a trafficare con la bottiglia del disinfettante.
La cosa un po' mi stupisce ed allo stesso tempo lusinga.
Mi piacciono le sue premure.
Anzi, le adoro.

Con tocchi delicati, Dean inizia a pulirmi la ferita.
I nostri corpi sono vicinissimi, basta un niente perché si sfiorino.
Rabbrividisco.
Non certo, per il freddo.

Al primo contatto, con il disinfettante emetto un sibilo di dolore.
Il taglio è fresco.
La ferita ci metterà un po' a guarire, nonostante i punti.

- Cristo, Dean! Brucia come l'inferno! - Stringo forte i pugni, mentre quell'imprecazione mi sfugge dalle labbra, prima che io posso fare qualcosa per evitarlo. Non credo in Dio, ma odio il turpiloquio. -

- Grazie per il complimento Ellen. Ne sono lusingato. - Ignorando la mia imprecazione di poco prima, Dean continua a tamponarmi la ferita rimuovendo il sangue raffermo intorno ai punti. Sorride ironico, in quanto lui all'inferno c'è stato veramente e sa, provando sofferenze tremende e il mio paragone è alquanto azzeccato -

- Aha aha aha, molto divertente! Piuttosto dimmi, cosa ne vuoi fare di quella chiave? - Mano a mano che il sangue viene rimosso dalla ferita il bruciore diminuisce, ed io ne approfitto per cambiare argomento. Solleva un poco la testa, per permettere a Dean di operare al meglio -

- Non lo so. A dire il vero, mi chiedo se esista davvero un posto sulla terra in grado di inghiottire quell'affare. - Dean getta la garza sporca nel lavandino e ne prende una seconda, bagnandola con il disinfettante e pulendo con attenzione l'area intorno alla ferita. Il suo tono di voce è neutro, anzi sembra piuttosto scettico riguardo la chiave e il luogo in cui deve essere portata per essere distrutta -

- Mi dispiace per tuo nonno. Se non fosse stato per quel Abaddon, forse tuo padre non avrebbe passato tutta la sua vita a odiarlo ingiustamente. - Forse con le mie parole ho dato voce anche ai pensieri di Dean, perché lo vedo sollevare lo sguardo su di me, un'istante prima di tornare a dedicarsi di nuovo alla mia ferita -

- Già. Forse.- Vedo un profondo sconforto aleggiare negli occhi di Dean, vedo le sue spalle alzarsi e abbassarsi in un sospiro rassegnato. Ed io lascio cadere li la cosa. Spargere sale sulle ferite aperte, non è mai una scelta saggia -

Sospiro.
Avverto una chiara nota di tristezza, amarezza e risentimento nelle ultime parole che Dean ha pronunciato.
Purtroppo anche io, ho perso quasi tutta la mia famiglia.
Mia madre è morta uccisa da un demone.
Mio padre ha passato tutta la sua vita, rinchiuso in una clinica psichiatrica.
La morte di sua moglie, lo ha portato alla follia.
E' morto da qualche mese ormai.
Nel sonno, nella maniera più normale e giusta possibile.
Siamo rimaste solo io e mia sorella, Layla.

Vorrei poter fare qualcosa, per alleggerire il peso che Dean ha nel cuore.
Darei tutto ciò che ho per restituirgli quella felicità, che ha perduto all'età di quattro anni.
Quella maledetta notte, tutto il suo mondo è andato in pezzi.
Certe cose, non si dimenticano mai.
Ti segnano per tutta la vita.

Dean finisce di pulirmi la ferita.
La cosparge con un velo leggero di crema antibiotica.
Il suo tocco è delicato, lo sento appena sulla pelle.
Ricopre la ferita con una garza pulita e del cerotto.
Io prendo e getto tutto quanto nella pattumiera sotto al lavandino.

Kevin Tran il profeta è nascosto, e sta cercando di decifrare la tavoletta dei demoni.
A quanto pare, esiste un modo per chiudere i cancelli dell'inferno e cancellare i demoni della faccia della terra.
Quel ragazzo ha molto coraggio.
Purtroppo ha avuto la sfortuna di trovarsi immischiato in un gioco più grande di lui.
Vorrei andare a parlargli, ma dubito servirebbe a qualcosa.

Dunque, io, Dean, Sam e Selvaggia siamo in attesa.
Aspettiamo una chiamata di Kevin, che sembra non arrivare mai.
Nel frattempo andiamo a caccia.
Viviamo la vita, come abbiamo fatto fino ad ora.
Cerchiamo di arrivare vivi al giorno successivo.

Sto per ritornare in camera da letto, quando Dean all'improvviso mi attira a se e mi abbraccia.
Io subito ricambio, appoggiando la testa contro il suo petto.
Chiudo gli occhi.
Avverto il respiro di Dean tra i miei capelli e la fronte.
Gli accarezzo piano le spalle, coperte dal tessuto della maglia che indossa.
Dean ha temuto di perdermi.
Ecco il perché di questo gesto, istintivo.

- Quando ti ho visto tornare da me ferita, ho avuto paura Ellen. - Dean quasi mi sussurra in un'orecchio queste parole, stingendomi contro di se in un'abbraccio spasmodico. Quasi avesse paura, che da un momento all'altro, io possa andare via -

- Lo so. Mi dispiace di averti fatto preoccupare Dean. Lo so che avrei dovuto chiedere aiuto ma, tu e Sam dovevate occuparvi di vostro nonno e di quel demone. - Ammetto senza tanti preamboli il mio sbaglio, la caccia è stata più difficile del previsto, avevamo bisogno di aiuto e invece abbiamo preferito sbrigarcela da sole. Quasi ci hanno ammazzato -

- Molte persone della mia famiglia sono morte. Non voglio perdere anche te Ellen, non lo sopporterei.- Con un gesto deciso, ma delicato allo stesso tempo Dean mi allontana da se. Non piange, ma nei suoi occhi vedo un'angoscia senza fine mentre mi guarda -

- Non mi perderai. Io sarò sempre al tuo fianco, qualunque cosa accada. - La mia voce è ferma e sicura, mentre pronuncio quelle parole. Guardo Dean negli occhi sicura di me, come non lo sono mai stata. Non l'avrei abbandonato per niente al mondo, se proprio dovevamo morire saremo morti insieme e combattendo fino all'ultimo -

- Non voglio perderti Ellen. - Dean da nuovamente voce alla sua paura pìù grande, poi mi accarezza il viso dolcemente prima di chinarsi su di me e baciarmi -

- Non succederà. - Chiudo gli occhi e lascio che Dean mi baci, ma prima che lui lo faccia, sussurro sulla sua bocca quel semplice giuramento, che è soltanto nostro -

E' un bacio dolce, ma allo stesso tempo carico di passione, disperazione ma anche paura.
Dean mi stringe più forte a se.
Sento il respiro quasi mancare, ma non mi interessa.
Gli circondo il collo con le braccia, e lentamente spingo Dean verso la parete del bagno più vicina, senza mai allontanare un solo istante, le mie labbra dalle sue.
Moriremo entrambi, per mancanza di ossigeno.
Chi se ne frega!

Siamo di nuovo insieme, è questa l'unica cosa che conta.

Per Dean è molto difficile riuscire a confidarsi con qualcuno, quando c'è qualcosa lo affligge e lo tormenta.
Con Sam bene o male ci riesce. E' suo fratello.Lui più di chiunque altro, è in grado di capirlo.
A volte con me. Anche se spesso preferisce non farlo, perché non vuole farmi preoccupare.
Lo conosco.

Ma sono felice, che questa sera lo abbia fatto.

Il bacio finisce, così come è cominciato.
Nei nostri occhi, vi sono impresse le stesse identiche cose.
Amore.
Dolcezza.
Passione.
E anche desiderio.

Sorrido maliziosamente, poi mi avvicino e mordicchio il labbro inferiore di Dean con i denti senza fargli male.
Lui di rimando, comincia a sbottonarmi i primi bottoni della camicetta.
Mi vuole.
Come io voglio lui.

- Che cosa ne dici, se andiamo di la e sfatiamo una volta per tutte, il mito che gli eredi i letterati non erano soltanto dei noiosi topi di biblioteca? -Sussurro quelle parole in un sussurro sulla bocca di Dean, mentre le nostre labbra continuano a sfiorarsi maliziosamente. Per rendere ancor più esplicite le mie intenzioni, insinuo una mano sotto la sua camicia di Dean lambendo il suo torace e sentendo la pelle fremere piacevolmente sotto le dita -

- Speravo me lo chiedessi! - Con impeto Dean mi attira contro di se, facendomi intendere chiaramente da quanto aspettava una richiesta simile da parte mia. Le sue labbra scendono nuovamente a baciarmi sensualmente il collo, mentre con le mani continua ad armeggiare con i bottoni della camicetta fino a slacciarli tutti quanti -

- Ti aspetto di la, allora. - Sussurro con voce suadente, mentre avverto il leggero tessuto della camicetta scivolarmi lungo le spalle e finire a terra, lasciandomi con solo addosso un reggiseno di pizzo nero -

Regalo a Dean un ultimo bacio.
Poi mi allontano da lui ed esco dal bagno.
Inutile dire, che Dean mi raggiunge un secondo più tardi.

La passione tra noi divampa all'istante.

E' vero.
Molte persone delle nostre rispettive famiglie sono morti.
Però fino a quando, io e Dean saremo insieme, potremmo sempre contare l'uno sull'altra.
Dean non è da solo.
Non lo sarà mai.
Almeno, finché al suo fianco ci sarò io.
Questo è certo.
 
Continua nel capitolo:


 
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