torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: BURN
Genere: Erotico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Lemon, Yaoi
Autore: nel-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/04/2013 17:54:10

Fu dolcemente gradita la mia sorpresa nel vedere che, afferrandolo per i fianchi, non tentò di ribellarsi...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   

- Capitolo 1° -

COPPIE: ROY/ED/PERSONAGGIO A SORPRESA
RAITING: ARANCIONE



Dove c’è il desiderio ci sarà una fiamma
Dove c’è una fiamma
Qualcuno è destinato a bruciarsi
Ma solo perché brucia,
Non vuol dire che morirai…



Where there is desire there is gonna be flame
Where there is a flame
Someone’s bound to get burned
But just becouse it burns
Doesn’t mean you’re gonna die







Lo vidi non appena varcò la grande porta in legno del mio ufficio. Un ragazzino dai lunghi capelli biondi, raccolti in una stretta treccia mi fissava impavido. Pareva avesse il sole negli occhi da quanto brillavano di luce propria. Certo, devo ammetterlo, mi stuzzicava l’idea di riuscire a domare questa magica e nuova creatura. E cosi, senza proferire parola alcuna, gli lanciai la mia sfida.
Seduto sulla mia comoda poltrona in pelle, barricato dietro a mille documenti, lo vedevo avanzare.
Oh Edward, quante volte hai oltrepassato la mia porta e mai ti sei soffermato il più del dovuto.
Era una crudeltà nei miei riguardi. Io che mi sono sempre preoccupato, in silenzio, di lui.
- Allora, ci sono novità? Lo sa che sto facendo ricerche per conto mio…-
Mi disse contemplando la stanza, facendo in modo di non incrociare i miei occhi che ostinatamente lo fissavano. Mi accomodai puntando il gomito sulla scrivania, mentre il pugno, appoggiato alla guancia, mi sorreggeva la testa.
- Oh FullMetal, lo so benissimo, non è certo per lavoro che ti ho mandato a chiamare…-
Non mi sono mai considerato una persona dalle gentili maniere, anzi. Sono uno che ama ottenere ciò che vuole, e in quel caso, stavo diventando goloso di Edward.
- E allora che vuole da me?-
Non lo immagini? Pensai mentre mi alzavo sbattendo le mani sulla scrivania.
Indietreggiò spaventandosi, la mia preda.
- Che le prende adesso! E’ forse impazzito?!-
Si. Ero pazzo di quel corpo, di quegli occhi e di quello sguardo.
Con un movimento maldestro della mano, gettai a terra tutti quei fogli inutili ed ingombranti che non lasciavano spazio alcuno per il gioco che mi stavo apprestando a fare.
Mi guardava in cagnesco, pronto alla lotta. Sorrisi. Effettivamente era una scena abbastanza ironica.
Pensateci un attimo. Una persona normale sarebbe per lo meno corsa via. Lui no . Se ne stava immobile al centro dello studio, fissandomi.
Fu dolcemente gradita la mia sorpresa nel vedere che, afferrandolo per i fianchi, non tentò di ribellarsi.
- Che ti prende ragazzino, pensavo che la tua etica morale prendesse il sopravvento!-
Fu allora che mi diede un pugno. Ben assestato, lo ammetto, ma non sufficientemente forte da farmi crollare.
Anzi…fu grazie a quel pugno che il mio desiderio si intensificò. Cieco di passione afferrai quel corpo minuto per le cosce, facendolo alzare da terra. Mi guardava con sfida e sorrise. Un sorriso dannatamente falso, dannatamente crudele.
Affondò le unghie nelle mie guance, ed io iniziai a baciarlo.
Che sensazione liberatoria! Dico davvero. Era come bere acqua fresca in un giorno arido.
Feci qualche passo alla mia destra, intrappolandolo così tra il mio corpo, modestamente già bollente, e il bianco muro di cemento, freddo e spoglio.
Le nostre lingue combattevano, si rincorrevano, e solo allora capii che era ciò che anche lui desiderava. Gli strinsi i polsi, sbattendoli con non curanza contro la parete. Decise di giocare pesante, arpionando saldamente le gambe attorno alla mia vita, mordendo poi il mio collo. Gli liberai i polsi solo per permettergli di togliere la maglietta.
Quella pelle candida, immacolata, reclamava attenzioni. Leccai il confine tra la pelle e l’automail. Ero a conoscenza della sensibilità delle cicatrici ed ora, ne era a conoscenza anche lui. Gemeva e mordeva il mio collo, mentre il pallore della sua epidermide iniziava a colorarsi di rosa.
Lo staccai da quel muro, girandomi. Lo feci sdraiare sulla scrivania, calpestando i documenti, in precedenza fatti cadere apposta per quel momento.
Mi guardava come se già sapeva. Il mio essere rude lo eccitava e lo spaventava allo stesso tempo, ma, a me, non importava. Sorrisi, perché era completamente mio. Mi tolsi la giacca, quello scomodo indumento bloccava i miei movimenti. Poi mi dedicai a lui, ai suoi pantaloni ancora addosso.
Lo svestii completamente, lasciandolo nudo ed inerme d’innanzi a me.
Sospirai esaminando quel corpo da quindicenne che se ne stava immobile.
-Avanti, prendimi…-
Udii quelle dolci parole, senza timore ne vergogna, uscire dalla sua bocca nel mentre che mi slacciava la cintura, lasciandola cadere a terra. Come potevo rifiutare quell’invito? Feci di conseguenza. Mi abbassai pantaloni e biancheria, accarezzando il suo corpo, gustandone ogni singola parte. Le sue mani stringevano i miei capelli, obbligandomi a scendere, a violare quell’intimità nascosta a tutti, tranne che a me.
Che privilegio Edward! Prostrarsi così a me, tuo superiore sia di anni che di gradi.
Sentii le sue mani vagare in cerca di chissà cosa, sotto la mia camicia.
Lo violai con due dita, non per fretta, ma per il sol gusto di sentirlo urlare. Ma, accompagnato all’urlo, la mia piccola, dolce creatura, pensò bene di perforare la pelle della mia schiena con le sue unghie, obbligando i miei occhi a stringersi per la dolorante sorpresa inaspettata.
Non nascondo che quel suo gesto azzardato mi fece infuriare. In più mi guardava con aria di sfida.
- Non sai con chi stai giocando ragazzino…-
- Nemmeno lei…Colonnello…lo sa…-
Gli divaricai le gambe con poca grazia, non se la meritava la cortesia.
Iniziai ad insinuarmi in lui lentamente, forse troppo, viste le sue espressioni doloranti.
Eppure era cosi che veramente lo volevo. Collassante, implorante, sotto di me.
Aumentai la velocità e i miei colpi si fecero più impetuosi. Si aggrappò al mio collo, costringendomi ad abbassarmi. Cosi appoggiai la fronte contro il suo petto, sudato, dai movimenti incontrollati.
La sensazione di possedere qualcuno è troppo difficile da descrivere. Mi limiterò solo a dire che è appagante vedere qualcuno che implora di più sotto i tuoi colpi incessanti.
Eravamo un fuoco solo, desiderio allo stato puro, le sue gambe intorno al mio collo mi supplicavano a continuare il mio operato.
Mi riversai in lui con un gemito strozzato, stringendo i suoi fianchi per non farlo scivolare via da me, non ancora.
Ma Edward aveva altri piani per la testa. Mi diede uno schiaffo in pieno volto, staccandosi da me.
Francamente rimasi sbigottito da quel suo gesto, ma solo successivamente ne capii la natura selvaggia.
Scivolò verso di me con il volto aggrottato. Appoggiò i piedi per terra, girandosi.
Quale deliziosa vista si prostrava dinnanzi a me. Quel bel sedere tondeggiante e sodo chiedeva ancora una volta attenzioni. Aveva il petto contro il legno e le braccia lasciate ricadere nel vuoto oltre la scrivania. Feci quello che mi venne richiesto. E non mollai la “presa” fino a quando venne, morendo poi, a poco a poco, per l’orgasmo appena ricevuto.
Sorrisi, compiaciuto del mio lavoro e mi rivestii dandogli le spalle.
Avete presente quella amara, sconvolgente sorpresa nello scoprire che si è appena stati protagonisti di un ben ingegnoso piano malsano?
Quella percezione, a mio malgrado, la ebbi nel momento in cui, Edward, scoppiò in una fragorosa risata dietro di me.
Mi voltai con cautela, cercando di ritardare l’attimo della scoperta.
Credo che le espressioni sul mio volto siano passate dal confuso e spaventato allo stupito e divertito.
-Envy…-. Dissi il nome della rivelazione. L’homunculus, ora vestito e nella sua originale forma, stava appoggiato ancora alla scrivania deridendo la mia ingenuità.
Avrei voluto tanto ammazzarlo, ve lo giuro.
-Colonnello…spero si sia divertito…-, disse ridendo prendendosi ancora beffa di me.
-Questa volta Envy..parevi proprio lui…-
Sorrisi appoggiando una mano sulla mia fronte.
-La prossima volta avvertirò…-
Pronunciò quelle parole come se fosse realmente pentito di ciò che aveva fatto.
-Per una volta volevo darti quello che realmente volevi…-
Mi avvicinai all’invidia.
- Ho gradito, tutto sommato, questa particolare sorpresa…depisterò ancora una volta le vostre tracce…non preoccuparti-
Envy si avvicinò alla finestra, aprendola.
-Devo passare anche domani allora?-
- Il nostro patto parla chiaro…tutti i giorni…-, puntualizzai.
-Come vuoi-
Sparì nel cuore della sera, lasciandomi nuovamente solo con la speranza che la prossima volta, a varcare quella porta, sia veramente tu…Edward.
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: