torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: LINK
Genere: Azione, Drammatico, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU, Yaoi
Autore: nel-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/04/2013 17:47:17

Un giovane colonnello, travolto dalla morte di un caro amico, viene coinvolto in un'avventura che lo renderà protagonista di un epica battaglia...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CAPITOLO 1°
- Capitolo 1° -

AVVERTENZA!
Preso spunto dal film AVATAR
CONTIENE ROY/ED
RAITING ARANCIONE
è UN MOVIEVERSE







Ci sono svariati modi per sconfiggere il dolore, ma la miglior cura, per il colonnello Roy Mustang, era attaccarsi ad una buona bottiglia di scotch.
-Sei dell’esercito?- , chiese il barista, uomo di mezza età, nel mentre che con un vecchio strofinaccio, asciugava annoiato i bicchieri.
Non era un bar frequentato da molta gente. Le donne non andavano per il solo fatto di essere nascosto in un vicolo cieco; diciamo che era più un locale per uomini soli, affranti, traditi … o semplicemente per uomini in cerca di altri uomini. Ma la voglia di bere per Roy era alta. Chi se ne importava se il posto non era all’ultima moda.
Mustang continuò a sorseggiare il liquido scuro e, solo quando anche l’ultima goccia sparì, si degnò di rivolgere parola all’uomo.
-E da cosa l’hai capito vecchio?- domandò sarcasticamente sorridendo.
-E’ raro vedere gente comune con una benda all’occhio…-. Si fermò per pochi secondi ad osservarlo. -…Creta?-
-No…però ci sei andato vicino…-, rispose sorridendo al bicchiere ormai vuoto.
-Quanti ne hai ammazzati laggiù?-. Gli si avvicinò versando dell’altro scotch. Gesto scontato visto che, incuriosendosi, ne voleva decisamente sapere di più.
Era il tipo d’uomo che Mustang avrebbe ucciso immediatamente. Persone che s’interessano della guerra, la studiano, collezionano vecchi cimeli inventando storie davanti agli amici sul loro ritrovamento misterioso. Ragazzi che alla prima chiamata alle armi fingono di essere malati o non si presentano proprio. Tutti codardi immeritevoli di esser definiti uomini.
Il colonnello alzò la testa al cielo facendo finta di pensarci su. Eppure sapeva esattamente quanti ne erano caduti per mano sua. Sognava quei volti ogni notte. Lo attendevano alle porte dell’Inferno, impazienti ed affamati della sua anima.
-Un migliaio forse … contando anche le donne e i bambini …-
Il barista lo guardò allibito.
-Dovevamo ucciderli tutti…erano questi gli ordini…-, rispose prontamente il militare, come se gli avesse letto nella mente.
- E’ per questo che bevi ragazzo?-
Ci fu un minuto di silenzio.
-No-. La voce cupa del colonnello risuonò solenne. -Ieri è morto un mio compagno…-
L’uomo più anziano sgranò leggermente gli occhi.
- Ho capito!- Si abbassò, scomparendo per qualche istante dal bancone. Riapparì poi con un giornale fra le mani.
-Ecco! E’ il tenente colonnello morto in un attentato ieri sera…-. Sbattè la cruda realtà sotto l’ occhio ancora sano di Roy, e, per l’ennesima volta, vide il corpo senza vita del suo migliore amico giacere a terra, tra il marciapiede e un telefono pubblico.
-Mi stava telefonando per avvertirmi del pericolo…- disse in un sussurro più a se stesso che per dare spiegazioni al barman.
Prima che potesse formulare qualche altra frase qualcuno irruppe nel locale.
- COLONNELLO!-
Roy si voltò con non curanza.
-Maggiore Armstrong…si avvicini a bere un bicchiere…- disse facendo un cenno con la mano.
-No colonnello…deve rientrare immediatamente, il comandante supremo chiede di lei…-
Non appena realizzò chi era il vero mittente scattò in piedi, mise a malo modo una manciata di banconote sul bancone e si affrettò ad uscire dal bar.

Bussò con leggera palpitazione alla porta del suo superiore attendendo il consenso ad entrare.
L’attesa non fu molta. Un militare gli aprì la porta invitandolo a raggiungere la scrivania di Bradley. Era la stanza più grande di tutto il quartier generale ed anche la meglio arredata.
Quadri, divani, armadi e credenze che mostravano le coppe di diverse gare. Tutto in quella stanza era antico e costoso.
A fare da padrone rimaneva tutto sommato il maestoso lampadario di cristalli grezzi che, immobile e austero, pendeva nel centro del soffitto.
Si scambiarono un decoroso saluto e poi si sedettero l’uno di fronte all’altro.
- Colonnello, l’ho mandata a chiamare perchè devo parlarle di una faccenda molto seria…-
Fece un cenno ai quattro militari presenti nell’ufficio e, questi, in pochi secondi sparirono, lasciando soli i due.
- Deve essere roba pesante…-, commentò guardando la porta chiudersi con riguardo.
- Lei sa cos’è Cassiopea?-
Non appena udì quella parola, nella testa di Mustang si fecero numerosi pensieri su donne che potevano avere quel nome, ma forse non era saggio ripetere ad alta voce.
-Non saprei signore…-
Il comandante si alzò, avvicinandosi al maestoso armadio che governava tutta la parete sinistra della stanza. Lo aprì e, con grande sorpresa di Roy, l’interno era vuoto. Bradley sorrise facendo una leggera pressione sulla base interna del mobile. Il legno si alzò leggermente scoprendo uno scompartimento segreto. Il comandante prese una mappa richiudendo il tutto dietro sé.
La spiegò sulla scriania.
-Se è tanto segreta perché non riempite quell’armadio…-
- Perché non c’è niente da cercare in un armadio vuoto…-.
Il colonnello aggrottò la fronte non condividendo l’idea del suo superiore, ma lasciò correre.
Bradley indicò la cartina.
-Questa è Cassiopea … una landa vergine e pura che ci darà fior fiore di quattrini…-
-Continuo a non capire signore…-, disse Roy guardando perplesso quel pasticcio verde raffigurato sulla mappa.
-Come ben saprai il nostro esercito è molto potente e sempre in crescita, ci servono nuove armi, tecnologie avanzate e uomini in grado di ripararle e costruirne ulteriori…-
- Quindi dobbiamo andare ad estirpare erbacce?!- , lo interruppe Mustang.
-Mpf…no, sarà solo merce di scambio…Drachma ci darà tutto questo solo se noi gli consegniamo Cassiopea “pulita”-
-Pulita da cosa?-
Il comandante Bradley si sedette, guardando dritto negli occhi Mustang.
- Indigeni…-
Roy trattenne a stento una risata. Aveva fatto molte guerre in vita sua, ma contro indigeni mai.
-I..Indigeni signore?! Esistono ancora gli indigeni?-
-Purtroppo si … ed è qui che entri in gioco tu …-. Estrasse dal cassetto un foglio e lo passò al colonnello.
-Il tenente colonnello Maes Hughes faceva parte di questo progetto …-
Roy lesse attentamente la breve dichiarazione:

“ Io sottoscritto tenente colonnello Maes Hughes,
membro ufficiale della squadra segreta Link, dichiaro che dopo la mia morte una persona sola può sostituirmi. Ritengo si che il colonnello Roy Mustang sia degno di questo titolo e sarà in grado di completare appieno le missioni che gli verranno incaricate.
Con la piena fiducia,
Maes Hughes”

-Figlio di putt…-
- Come ben saprà le ultime volontà di un militare devono essere rispettate…quindi le do il benvenuto tra i Link!-
-Aspetti un momento! Io che cosa dovrei fare?-
Il comandante si avvicinò alla porta invitando Mustang ad uscire.
- Su su non si preoccupi colonnello…domani all’alba la verrà a prelevare un jet che la scorterà alla base dei Link …una volta li deve cercare la dottoressa Hawkeye … le spiegherà tutto … ora faccia le valige e buona fortuna!-

Quella notte la passò con una donna di passaggio e con una bottiglia di vino. Ovviamente la seconda compagna era molto più gradita, ma d’altronde non si possono ignorare i fabbisogni umani.
Come specificato dal Furher, alle 5.00 del mattino un jet parcheggiò nel cortile del quartier generale. Roy lo stava attendendo seduto sulla scalinata esterna dell’edificio, dando le spalle alla grande entrata principale.
-Colonnello Mustang…-. Un uomo grassottello, dalla barba incolta e il capello a spazzola rosso, si avvicinò sorridendo. Mustang, dal canto suo rimase immobile, attendendo l’altro.
- Piacere di conoscerla, sono il sotto tenente Breda…-; gli porse la mano in gesto di saluto, ma Roy gli passò in malo modo il borsone avviandosi al jet.
- Allora che stai aspettando…muoviti che non ho voglia di stare qui a marcire…-
Breda prese comando del mezzo e pochi attimi dopo furono in volo.
Fu un viaggio abbastanza lungo e noioso per entrambi: uno conversava da solo nel mentre che l’altro pensava al miglior modo per farlo tacere.
Stavano sorvolando il mare, quando Breda indicò una piattaforma.
-Siamo arrivati!-
L’atterraggio non fu uno dei migliori, ma l’importante era che il colonnello ne uscisse illeso.
- Ricordami di strapparti la patente di volo!-, disse al ragazzo guardandolo in cagnesco.
-Quale patente di volo signore?-
Roy tremò leggermente di rabbia.
-Soldato…LEI non ha la patente di volo?!-
- Esatto…-
- E PERCHE’ CAZZO MI HAI SCORTATO TU?!-
- Colonnello, tutti i nostri piloti sono in missione …-
- Sparisci dalla mia vista … -

Mustang venne accolto da un uomo in divisa non più alto del metro e mezzo, magrolino e dalla pelle candida. Sul suo capo non c’era cenno di un capello e il mento era liscio come quello di un bambino. Dal numero di gradi sul petto doveva essere il comandante di questo sottomarino.
- Benvenuto su Doiltach 9! Nella sua stanza troverà la nuova divisa e una mappa, in caso si perdesse…-
A Roy venne l’istinto di schiacciarlo.
- E’ tutto molto bello ed eccitante signore … ma io dovrei cercare la dottoressa Hawkeye …-
- Oh sicuramente, ma prima c’è il colonnello Scar che sta tenendo un discorso alle nuove reclute, vada ad ascoltare ,cosi ha nuove informazioni su Cassiopea…-
Mustang si mise la borsa in spalle e seguì due ragazzi che si stavano dirigendo nella sua stessa direzione.


-…Signori, se credete di essere venuti qui per stare in pace con la natura e tutte quelle cazzate da ragazzina, bhe, tornatevene a casa perché questo è l’Inferno … non lasciatevi soggiogare dal panorama perhè è li che si nascondono i Pacatua … vi attendono fermi e zitti mimetizzati nel verde dei loro campi o nascosti nel terreno, pronti a balzare alle vostre spalle per sgozzarvi; vedete la cicatrice che ho sulla fronte? Ebbene me l’ha fatta Hohenheim, il loro sovrano, il secondo giorno che stavo sulla terra di Cassiopea…-


-Che discorso commovente…-, scanzonò una voce femminile alle spalle di Mustang. Quest’ultimo si voltò e vide una donna in camice bianco. I capelli biondi le ricadevano su una spalla e gli occhi nocciola erano protetti da un paio di occhiali dalla montatura celeste.
- Dottoressa Hawkeye…-
- Da cosa l’ha capito…-, disse lei alzando un sopraciglio fingendo meraviglia.
- Dal cartellino sul camice…-
- Mi segua e faccia poco lo spiritoso…-
Arrivarono in un’altra area del sottomarino. La donna appoggiò per qualche secondo il cartellino su un piccolo monitor accanto ad una porta che non tardò ad aprirsi.
- Bene colonnello, questa per loro è la nostra postazione…-
- Che vuol dire per loro?-, chiese Roy guardando i numerosi monitor, le provette e le altre cose strane sparse per il laboratorio.
- Vuol dire che stiamo qui il tempo necessario per spiegarti come stanno veramente le cose e poi andiamo nel mio laboratorio…tieni…-
La donna lanciò un cartellino all’uomo.
- Era del tuo amico … non avevo tempo di fartene uno nuovo … tanto, per quello che ti serve …- Roy guardò con nostalgia la fotografia. Gli occhi chiari dritti verso l’obbiettivo, il sorriso poco timido e la solita improponibile camicia rosa a fiori.
- Non stavi proprio bene in divisa…-, disse tra se e se il colonnello.
- Ehi soldato mi senti?!-
Mustang venne ricatapultato nella realtà. Scosse la testa, aggrottando la fronte.
- Dicevi?-
- Dicevo che ho fatto del caffè …-. La donna riempì due tazze invitando il colonnello a sedersi di fronte a lei.
- Ora ti dico subito come stanno le cose … io sono una ricercatrice, ho pubblicato due libri sulla natura di Cassiopea e dei Pacatua, non sono qui a combatterli, ma a studiarli … Maes e Jean mi hanno aiutato a costruire una scuola e devo dire che, bhe, quei bambini sanno parlare meglio di me; non sono pericolosi, vogliono difendere solo ciò che gli appartiene di diritto …-
- Come mai il loro capo ha marchiato a vita il colonnello Scar?-, chiese Roy cercando di capircene qualcosa.
- Ecco … vedi … lui ha ucciso il suo secondo genito … Alphonse …-
- Spiegati meglio… -
- Io e Maes eravamo a scuola, con tutti i bambini, stavano scrivendo un piccolo tema, quando improvvisamente Scar e due suoi uomini irruppero nell’aula sparando su di loro … da 30 alunni ne sopravvissero 11, fu un’inevitabile tragedia … la notte stessa Hohenheim entrò nell’accampamento di Scar e, con l’alchimia, gli segnò il volto … per loro quella X sulla fronte sta ad indicare un uomo dalla vita breve … Hohenheim avrà la sua vendetta…-
- Ferma un attimo… alchimia? Ma andiamo … l’alchimia non esiste … -
- Per loro si, loro vivono nel credo dello scambio equivalente … -
- Che significa?-
- Significa dare un qualcosa pari al valore della cosa che si riceve…-
La donna si alzò raggiungendo una piccola libreria. Cercò frettolosamente fra i libri fino a che non trovò quello che stava cercando.
Lo aprì davanti a Roy.
- Guarda … loro fanno questi simboli, o cerchi, per trasformare la materia … -
- Proprio lei dottoressa crede a queste cose, ne ha mai visto uno con i suoi occhi?-
- Bhe, no, loro non amano mostrare i loro metodi alla gente estranea … ci chiamano “gli stranieri del vento” perché ci vedono arrivare dagli elicotteri… per loro siamo come alieni-, spiegò la donna in un sorriso malinconico. - Comunque, tu da oggi non sarai più un militare, fino a che starai sotto il mio comando sarai un ricercatore … -
Roy sbuffò.
- Non vedevo proprio l’ora di prendere ordini da una donna … -
- Soldato, l’aspetto qui stasera alle 22.00, non si faccia attendere … -





 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: