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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Supernatural
Titolo Fanfic: IT 'ALWAYS A BEGINNING
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/04/2013 10:32:09

" Credevo di aver visto tutto nella mia giovane vita. Invece no. "
 
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IT 'ALWAYS A BEGINNING
- Capitolo 1° -

- " Voi non mi conoscete! Non mi avete mai conosciuto! E non lo farete mai!

- Se esci da quella porta...non tornare mai più! "


- - - -

Non ci posso credere!
O meglio NON ci voglio credere!
Eppure...è successo.

Sono una cacciatrice di demoni.
Ormai dovrei essere abituata a vedere cose terribili quali, licantropi che strappano via il cuore dalle loro vittime, uomini che ritornano in vita dopo essere stati spediti all'inferno o spiriti che tormentano i vivi portandoli sulla soglia della pazzia.
Credevo di aver visto tutto nella mia giovane vita.
Invece no.

Mia madre è stata uccisa da un demone durante una caccia.
Mio padre ha cercato di salvarla, andando incontro al suo stesso (atroce) destino.
Mio fratello ha sacrificato un suo rene per salvarmi la vita.
Mio fratello è morto...e io sono rimasta da sola.

Sola.
A combattere una battaglia o meglio una guerra, in cui (forse) nessuno tra angeli, demoni o umani ne uscirà vincitore.
La guerra è come un cancro.
Distrugge e infetta tutto ciò che trova sul suo cammino.

L'Apocalisse è vicina.
Se Lucifero (l'angelo rinnegato da Dio, per il suo troppo amore nei confronti del padre) verrà liberato dalla sua "prigione infernale" per il mondo e i suoi abitanti sarà la fine.
Moriremo tutti.

Uomini.
Donne.
Bambini.
Vecchi.
E animali.
Nessuno escluso.

Vorrei morire.
Quante volte l'ho pensato?
Tante, troppe volte.
Perché?
Molto semplice, a causa dei miei poteri.

Quando mi è stato trapiantato il rene di Thomas, il sangue del demone con gli occhi gialli ha cominciato a scorrere nelle mie vene, rendendomi " un essere speciale".
Mi basta disegnare o scrivere qualcosa, che questo immediatamente prende vita.
E' facile.
Basta un foglio, una matita e...la mia fantasia.

Ma a quale prezzo?

Ho paura.
Da quando i miei poteri sono venuti fuori, ho sempre vissuto nel terrore costante di fare del male alle persone che mi stanno intorno.
Grazie alla meditazione, alla preghiera e al jujutsu * ho imparato a controllare questo mio potere, che io definisco "maledizione"; se perdo il controllo sulla "mia creatura" corro il rischio che questa possa rivoltarsi contro di me o peggio ancora, fare del male a coloro che mi stanno accanto o che mi vogliono bene.

Non ho mai avuto un ragazzo.
Se non riuscissi a controllare i miei poteri, correrei il rischio di fargli del male.
Potrei addirittura ucciderlo.
Chi vorrebbe passare il resto della propria vita, con un mostro?

Perché è questo che io sono.
Un mostro.
Dean ha detto la cosa giusta, quando ha definito suo fratello nello stesso identico modo; probabilmente è stato questo il motivo, che ha innescato la rabbia di Sam che si è accanito su Dean con una violenza inaudita.

Sam ha oltrepassato il limite.
Da quando ha iniziato a bere sangue demoniaco, i suoi poteri sono cresciuti a dismisura; se prima si limitavano a semplici visioni del futuro, adesso gli bastava allungare una mano verso un demone e questo veniva esorcizzato oppure torturato.
Ho cercato di aiutare Sam.
Iniziandolo alla meditazione, in modo tale che potesse sgombrare la sua mente e trovare in se il giusto equilibrio.
Tutto inutile!

Dean e Bobby sono anche ricorsi a metodi estremi, ovvero rinchiudere Sam nella Panic Room affinché potesse disintossicarsi da tutto il sangue che Ruby gli ha fatto bere per incrementare i suoi poteri.
Sentivo le sue urla.
Sentivo la sua rabbia.
Il suo dolore.
La sua paura.

Ho sempre voluto molto bene a Sam.
Lui ha capito fin dall'inizio il mio profondo disagio nel sentirmi "diversa" a causa dei miei poteri; anche Sam aveva dei poteri, quindi chi meglio di lui poteva sapere, cosa si provava ad essere "diversi"?
Ci siamo sempre tenuti in contatto.
Anche dopo la storia del "villaggio dei prescelti", tramite email, cellulare o partecipando con lui e Dean a qualche caccia (nonostante quest'ultimo, avrebbe preferito di gran lunga mangiare hamburger con i demoni piuttosto che accettare il mio aiuto).

Ora però tutto è cambiato.
Sam è cambiato.
I tempi delle telefonate, delle email e delle conversazione faccia a faccia magari davanti a una tazza di caffè ( per lui ) e tè verde ( per me) sono finiti.
Questa notte, mi sono ritrovata a dovermi battere con lui.
Non avrei mai voluto arrivare a tanto, ma non ho avuto altra scelta.
Se non fossi intervenuta in tempo, Sam avrebbe strangolato suo fratello senza esitazione.

Eccomi qui!
In una stanza di motel a Cold Spring, insieme a Dean ridotto piuttosto male dopo il "pestaggio" con suo fratello; intendiamoci, non ho usato i miei poteri per battere Sam, ma alcune mosse di jujutsu e il mio fidato bastone bo *.
E' vero!
Sam ha superato ogni limite.
Però è anche vero, che gli voglio bene e non avrei mai potuto (ne voluto) usare i miei poteri con l'intenzione di fargli del male.

- Vieni, appoggiati a me!

Cercando di essere il più delicata possibile, mi faccio passare un braccio di Dean intorno al collo ed anche se con qualche difficoltà (visto la sua mole, in confronto alla mia) riesco a farlo alzare e a portarlo sul divano situato nelle vicinanze.
Lo faccio sedere.
Io e Dean non siamo mai andati molto d'accordo, lui mi ha sempre ritenuta una fastidiosa "spina ne fianco" a causa della mia giovane età (a diciotto anni, una ragazzina cosa ne può sapere della caccia ai demoni?), del mio modo di cacciare (pacifista), del mio modo di vestire (da"hippy pazzoide").

Non sopporta il mio stile di vita.
Detesta la mia cucina macrobiotica.
Odia la musica che ascolto, quando mi dedico alla meditazione.
Entra nel mio camper tutte le volte che sono svestita (nonostante il mio divieto).
Non mi piace l'opinione che ha delle ragazze.
Lo prenderei a bastonate, quando mi chiama Shrimp* per via della mia magrezza.

Voglio bene a Dean.
Per questo motivo ho deciso di rimanere con lui, piuttosto che andare a cercare Sam nella (vana) speranza di farlo ragionare.
Non mi avrebbe ascoltato.
Lo so.

Quello non è Sam.
Il Sam che conosco io, la persona generosa e gentile che ho incontrato per la prima volta al "villaggio dei prescelti", non mi avrebbe mai attaccato con l'intenzione di farmi del male o peggio ancora...non avrebbe cercato di uccidere suo fratello.
Il sangue del suo sangue.
Dean che per riportarlo in vita aveva dato la sua anima a un demone, era finito all'inferno patendo le più atroci sofferenze.
Per lui.
SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER LUI!

E Sam, come lo ha ripagato?
Ha preso le difese di un demone piuttosto che dare ascolto a suo fratello.
Se ne è andato, lottando con Dean e riducendolo in uno stato pietoso.
Ormai conosco Dean abbastanza bene per capire, quando debba essere stato doloroso per lui vedere Sam uscire da quella porta dopo il suo ultimatum; le ferite del corpo possono anche guarire, ma quelle dell'anima a volte difficilmente si rimarginano.

Dean è ridotto piuttosto male!
Respira a fatica.
Senza perdere altro tempo, gli sbottono la giacca e alzo la maglietta per accertarmi che non vi siano fratture o lesioni gravi.
Non mi imbarazza la cosa.
In passato ho visto mio fratello nudo un'infinità di volte; quando si feriva durante una caccia ricordo, che toccava sempre a me spogliarlo per poterlo medicare.

Sorrido.
Mi sembra di rivivere quei momenti.
Dean assomiglia molto a Thomas, entrambi molto coraggiosi e soprattutto leali verso la propria famiglia...per cui darebbero la vita.
Esercitando una leggera pressione delle dita, comincio ad esaminare le costole di Dean per accertarmi che nessuna si sia rotta o lesionata in maniera grave.

- Hey! Che...che cavolo stai facendo? - Chiede Dean con voce rauca, osservando "dubbioso" il mio operato -

- Non ci arrivi da solo? Mi accerto che tu stia bene. - Rispondo io con tono sbrigativo, osservado preoccupata un grosso livido violaceo che stava cominciando a formarsi nella parte sinistra del costato -

- Io sto bene!

- Si, come no. Cerca di respirare con regolarità e non fare movimenti bruschi!

- Sketch, guarda che se volevi divertirti un pò con me bastava chiederlo, invece di ricorrere alla scusa della "brava e buona infermierina". - Afferma Dean con una nota di malizia nella voce, credendo (forse, o meglio con molta probabilità) che volessi approfittare della situazione per saltargli addosso in preda ad un raptus di malsana lussuria -

- Non me ne faccio nulla di un uomo semi-cosciente Dean, inoltre abbi un minimo di decenza...ho la metà dei tuoi anni. - Replico io con altrettanta (velenosa) ironia, ben sapendo di toccare Dean nel suo orgoglio maschile, facendogli (candidamente) notare la nostra effettiva differenza d'età -

Un urlo.
Non appena le mie dita arrivano a sfiorare la terza costola sinistra, Dean urla in preda al dolore e la stessa cosa accade per la quinta a destra.
Sospiro.
Questa volta Sam c'è andato pesante.
Eppure ho sempre pensato che tra i due fosse Dean quello più forte nella lotta corpo a corpo...a quanto pare, mi sono sbagliata.

Meglio sbrigarsi!
Dai miei capelli tiro fuori una delle tante matite che uso per tenerli legati; un modo semplice e allo stesso tempo pratico, per avere i miei "oggettini magici" sempre con me.
Non ho fogli di carta su cui scrivere.
Quindi uso la mia mano come fosse un blocco da disegno e vi scarabocchio sopra alcune parole; soluzione eccellente per non lasciare tracce.
Non appena ho finito di scrivere, due rotoli di bende rigide e il necessario per medicare le ferire appaiono dal nulla.
Dean non ci fa caso.
Conosce il mio potere, mi ha visto in azione un'infinità di volte e quindi non ha motivo di preoccuparsi se degli oggetti, chiavi di Salomone o armi compaiono dal nulla.

Non c'è tempo per portare Dean in ospedale!
Lui non vorrebbe senz'altro, specialmente adesso che suo fratello è fuori controllo ed intenzionato più che mai a uccidere Lilith ( da solo ) perché reso forte dal sangue che Ruby gli ha fatto bere.
E' assurdo!
Un suicidio!

- Accidenti! Queste bende puzzano da morire Sketch, sei sicura che funzioneranno? - Chiede Dean nuovamente dubbioso del mio operato, alzando le braccia per permettermi di cominciare il bendaggio curativo intorno alle costole -

- Sono delle bende speciali provenienti dal Giappone. Vengono immerse in un particolare unguento durante il plenilunio e ci restano per quasi un anno. Hanno proprietà curative prodigiose e fidati se ti dico, che guarirai nel giro di qualche giorno.

- Dove è andato Sam?

- Non lo so.

- Perché non l'hai fermato?

- In questo momento sei tu, quello che ha più bisogno d'aiuto non trovi?!

- Tu... - Afferma Dean nel vano tentativo di replicare alla mia ultima affermazione, ottenendo solamente l'effetto contrario ovvero...farmi infuriare ancora di più -

- Io un'accidente! Dean, da questo scontro con tuo fratello ne sei uscito piuttosto malconcio! Hai due costole incrinate, sei pieno di lividi e tuo fratello ti ha quasi strangolato a mani nude. Non sei utile a nessuno, vivo per metà! - Esclamo io al limite dell'esasperazione, dando voce ai miei pensieri fino ad ora tenuti celati dietro un velo di calma apparente -

Lo so.
Non sarei dovuto essere così dura con Dean, ma non ho avuto scelta.
Una volta terminata la fasciatura del costato, aiuto Dean a distendersi sul divano ignorando le sue proteste nel volersi alzare a tutti i costi e rimettersi in piedi.
Le costole sono incrinate e in caso di movimenti bruschi o improvvisi c'è il rischio che qualche scheggia ossea si stacchi e vada a lesionare gli organi vitali, come il cuore o i polmoni.

Vorrei chiamare Bobby!
Spiegargli cosa è successo e se può venire a darmi una mano; anche perchè sollevare Dean da sola non è certo come passeggiare in montagna, tenendo tra le braccia un cestino da picnic.
Dean me lo impedisce, vuole andare da Bobby sulle sue gambe!
Silenzio.
Approfittando di questo momento di quiete, pulisco il sangue che fuoriesce dal naso di Dean; nei suoi occhi riesco a leggere una sofferenza inimmaginabile.
Come potrebbe essere diversamente?
Sam al suo ultimatum ha preferito lasciare la stanza, invece di rimanere con suo fratello e cercare di uccidere Lilith insieme.
La famiglia che Dean ha sempre diverso e salvaguardato, anche a costo della sua stessa vita...adesso le si è ritorta contro, nella maniera più atroce che potesse esistere.

Vorrei potergli dire qualcosa.
Rassicurarlo.
Consolarlo.
A cosa servirebbe? A nulla.
Sam non sarebbe più rientrato da quella porta, e a Dean rimanevano soltanto le sue ultime parole, pronunciate con odio e rabbia nei nostri confronti.

- Tu cosa ne pensi? Secondo te ho fatto la cosa giusta? - Chiese Dean, interrompendo quel lungo silenzio che era venuto a crearsi tra di noi, nel momento in cui avevo cominciato a ripulire la ferita al naso utilizzando acqua calde e una garza sterile -

- Che vuoi dire? - Rispondo io, distogliendo per un momento lo sguardo e gettando la garza sporca di sangue rappreso in un cestino poco distante -

- Ho detto a Sam, che se fosse uscito da quella porta non sarebbe mai più dovuto tornare. Forse ha ragione lui, io non lo conosco e forse non ho mai voluto farlo davvero perchè...avevo paura, di ciò che avrei potuto scoprire.

- Non lo so. Come sorella posso dirti che ti sei comportato da idiota, eri venuto qui per riportarlo " a casa " e invece hai solo peggiorato le cose. Come amica invece, ti dico che la persona che avevamo davanti non era il vero Sam, che le sue parole erano solo il frutto del delirio causato dal sangue demoniaco che scorre delle sue vene. Però sai meglio di me, quanto può essere sottile il confine che separa la realtà dal...sopranaturale.

- Sketch! - Esclama Dean attirando la mia attenzione, afferrando una ciocca di capelli sfuggita alla presa delle matite e tirandola delicatamente verso il basso -

- Si? - Domando io, rivolgendo a Dean un sorriso alquanto tirato mentre finisco di disinfettargli il naso nel punto in cui Sam lo ha colpito -

- Grazie. Per essere rimasta.

Non posso crederci!
Dean mi ha appena ringraziato, per essere rimasta?!
E' impossibile.
Molto probabilmente sto sognando.

Il suo sguardo, seppur sofferente è quello di una persona sincera.
Sono davvero felice che per una volta Dean non mi abbia considerato " un peso ", ma una persona, di cui potersi fidare.
Sorrido.
Non riesco a fare diversamente.
Il modo in cui ha attirato la mia attenzione, tirandomi una ciocca di capelli...per un momento mi è sembrato di rivedere Thomas; anche lui spesso e volentieri si comportava in questo modo.
Quando litigavamo, per chiedermi scusa.
Oppure per consolarmi quando avevo paura, a causa dei miei poteri che tanto mi facevano sentire "diversa" dal resto del mondo.

Mi manca mio fratello.
Mi manca tanto.
Vorrei che fosse qui con me adesso, lui saprebbe senz'altro cosa fare per risolvere questa situazione.

- Dobbiamo andare, ce la fai a camminare?

- Certo! Con chi credi di avere a che fare?!

- Con un uomo a cui si sono incrinate due costole, ecco con chi credo di avere a che fare!

Anche se con qualche difficoltà riusciamo ad arrivare all'Impala e Dean si mette alla guida della sua "piccola" mentre io lo seguo poco dopo guidando il mio camper.
Torniamo da Bobby.
Senza Sam.

Avevamo promesso a Bobby che saremmo riusciti a convivere Sam a tornare "alla base" e invece abbiamo fallito miseramente; Dean è affranto, nasconde il suo dolore dietro la solita maschera da "simpatica canaglia" ma so che dentro di se, sta soffrendo come non mai.
Probabilmente ha perso suo fratello, questa volta (forse) per sempre.
La sua famiglia.

Io?
Mentre guido verso la casa di Bobby, mi ritrovo a pensare che forse in mezzo a tanta malvagità e sofferenza, qualcosa di buono c'è. Dean non mi reputa più una "spina nel fianco" ma un'amica su cui potrà sempre contare nei momenti di difficoltà.
E' pur sempre un inizio. No?
 
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