WHY YOU?
- Capitolo 1° -
Sorrido.
Mi accarezzi la schiena nuda con la punta delle dita, cercando di imprimerti nella memoria ogni dettaglio o frammento della mia pelle morbida e profumata. La guardi con gli occhi, la tocchi con le mani, la assaggi con la lingua e ascolti il debole fruscio del lenzuolo quando esso come un velo ci scivola sopra.
Dolore.
Risali con le labbra lungo il collo, soffermandoti per alcuni istanti sulla parte destra in cui si trova il tatuaggio a forma di uroboro. Addenti un piccolo lembo di pelle marchiata e la mordi, affondando quei tuoi denti affilati come rasoi nella carne; un ghigno compiaciuto sfigura le tue labbra, quando mi senti mugugnare per il disappunto.
La stanza è avvolta nell'oscurità più totale, fatta eccezione per uno spiraglio di luce che sembra filtrare attraverso le pesanti tende di velluto viola scuro; sul pavimento in pregiatissimo marmo nero giacciono i nostri vestiti.
- Sei così timida Vanity, ed io che pensavo che la Vanità non avessi limiti.
Sorrido.
Lo so quale gioco stai giocando Envy, mi stai provocando in modo tale che io mi volti nella tua direzione e smetta di darti le spalle; cosa che al momento non mi va di fare, in quanto la mia schiena poggia contro il tuo petto dalle linee così infantili e acerbe.
Sto così comoda.
Per questa volta però decido di dartela vinta, brutto invidioso che non sei altro!
Lentamente mi giro verso di te lasciando che il lenzuolo bianco che avvolge i nostri corpi sfiori la mia pelle come in una carezza. Appoggio la testa sul tuo petto, mentre sento una tua mano affondare nei miei capelli e rigirarsi la tra le dita sottili alcune ciocche.
Che cosa siamo noi?
Homunculus.
Siamo esseri artificiali, nati da un tentativo di trasmutazione umana fallita.
Grazie alle pietre filosofali incomplete che "quella persona" ci ha donato, abbiamo acquistato sembianze umane ma...non abbiamo anima e quindi gli alchimisti ci definiscono senza tanti problemi "mostri" o "scherzi della natura".
Invidia e Vanità.
Due tra i peccati capitali più brutti, per cui gli esseri umani vengono condannati a marcire all'inferno quando l'ora di morire è finalmente arrivata. L'uno detesta l'altra perchè possiede un qualcosa che lui non potrà mai avere, neanche se questo "qualcuno" ha il potere di cambiare il proprio aspetto in continuazione.
Ecco perchè agiamo spesso e volentieri insieme.
Ecco perchè non possiamo fare a meno l'uno dell'altra, nell'unico momento in cui l'invidia può dimostrare la sua superiorità nei confronti della bellezza estrema.
Ti piace il mio corpo.
Odi il mio corpo, perchè detesti il tuo vero aspetto.
Io ti appartengo completamente e tu appartieni a me in altrettanto modo.
- Allora è deciso, sarai tu ad andare al nord al posto di Pride non è così?
- Eh già! Senti già la mia mancanza "bellezza perfetta"?
- Non dire schiocchezze! Solo che non mi piace, quando ci viene ordinato di agire separati tutto qua.
Silenzio.
Mi limito a sospirare mentre con la punta delle dita accarezzo il tuo petto nudo fin dove il lenzuolo non lo ricopre; con un rapido movimento mi sollevi il mento con la punta delle dita e ti impossessi con prepotenza delle mie labbra.
Non c'è dolcezza nel bacio che ci stiamo scambiando, ma solamente rabbia con un pizzico di passione che lentamente sta riprendendo possesso dei nostri corpi un pochino intorpiditi.
Artiglio con forza la tua schiena affondando le unghie nelle tue carni, tu fai altrettanto con le mie labbra mordendole con i denti fino a quando un rivolo di sangue non scivola lungo la mia guancia, per poi sparire all'istante grazie al fattore rigenerativo di cui noi homunculus siamo dotati.
- Sono geloso di questo corpo, lo voglio!
- Allora prendilo, che cosa stai aspettando?
Stai per prendermi in parola quando qualcuno bussa alla nostra porta, ci tiriamo entrambi a sedere di scatto imprecando sottovoce contro quella "brutta copia di uomo" di Pride che mi domanda, dove si sia andato a cacciare Envy.
Mi rendi alquanto difficile articolare una risposta con un minimo di senso, visto che ad ogn parola tu continui a torturare il collo nel punto in cui si trova il tatuaggio a forma di uroboro.
A quanto pare adori il mio collo.
Adori tutto di me.
Il mio corpo.
Non ne puoi fare a meno.
Lo vuoi.
Lo desideri.
E' tuo.
Quando finalmente Pride si degna di lasciarci soli, con uno sbuffo infastidito allontani le lenzuola dal tuo corpo alzandoti e senza alcun'imbarazzo ti aggiri per la stanza in cerca dei tuoi vestiti.
Ammiro deliziata quel corpo che hai scelto per nascondere il tuo vero aspetto, così danantamente giovane, fragile ma allo stesso tempo forte e bello.
Con addosso solamente la parte inferiore dei tuoi vestiti, gattoni sul grande letto a baldacchino che ho scelto per abbellire la mia stanza; mi raggiungi e prima che io possa avere il tempo di chiederti il motivo di tale gesto, ti riappropri nuovamente della mia bocca.
Strano.
Da prima le tue labbra sfiorano le mie appena, quasi volessi chiedermi di pregarti per poter ottenere in cambio qualcosa di più; poi con prepotenza violano la mia bocca, costrigendo le nostre lingue in una vorticosa danza di cui io sono la regina e lui..
Lui è mio.
- Vuoi combattere "bellezza perfetta" eppure lo sai che se c'è una cosa che odio è proprio combattere!
- Certo che si! Chi lo sa, magari riesco a convincerti a non andare al nord e restare qui con me.
- Provaci.
- Con molto piacere.
I peccati sono la cosa più brutta a cui la razza umana possa aspirare.
Noi siamo scaturiti da due di essi, l'uno non può esistere se non c' è l'altra.
E' un fatto.
E' la verità.
Ma anche una tremenda, ignobile , piacevole realtà.
|
|
