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Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Magic, l'adunanza (Magic the gathering)
Titolo Fanfic: CLAIRE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: artemisia89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/08/2003 12:04:39 (ultimo inserimento: 30/05/04)

dedicata a tutti coloro che amano la magia e che sognano un mondo dove questa esiste davvero! leggete e commentate....................................
 
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NEL BLU
- Capitolo 1° -


Nel blu


- Ma sei proprio sicuro che sia lei? Cioè a guardarla così mi sembra una ragazza come tante altre…
- Era quello che pensavo io quando me la sono vista davanti, faccino dolce, bellissimi occhi grandi, capelli soffici e ondulati: il ritratto della ragazza dolce e fragile. Ma lei è la reincarnazione dell’astuzia e della furbizia. E’ qualcosa di tremendo, di sovrumano, di terribile…lei è la ragazza che governa l’acqua, l’aria e le paludi, lei è la ragazza delle trappole mortali, lei non ti lascia scampo…quando pensi di essere al sicuro ad un certo punto lei ti sorride e…
- E…?
- Zam!
Il ragazzo sobbalzò per lo spavento.
- Lei ti accerchia e non ti lascia più scampo…

Nello stesso momento una ragazza di circa 14 anni attraversava la piazza delle Linee di forza, la piazza dove i migliori maghi del mondo si incontravano per sfidarsi.
Le sue scarpe avevano più volta camminato su quel selciato scuro e lei era tornata indietro sempre vittoriosa, silenziosamente, con passi veloci e leggeri, passava fra le persone alzando appena lo sguardo, incrociava i loro occhi, scrutava nel loro animo e poi andava via, come un soffio di vento di zefiro.
Era vestita stranamente, ma non male, aveva una lunga gonna blu di tessuto indiano che le copriva interamente le gambe e una piccola tunica della stessa fattura atta a coprirle la parte superiore del corpo, mentre un lungo mantello avana completava il tutto. Le maniche erano lunghe e lei si sfogava tirandole per coprirsi le mani, era nervosa come una qualsiasi principiante.
Aveva dei capelli lunghi fino al seno ed erano ondulati e soffici, sicuramente bellissimi al tocco anche se nessuno li aveva mai accarezzati. Sul viso ovale e leggermente pallido spiccavano due occhi azzurri e un paio di piccoli occhiali tondi completavano il tutto.
Camminava con lo sguardo prima alto e poi basso, non vedeva, ma poteva sentire, poteva percepire come sempre, gli sguardi di ogni singola persona che la trafiggevano, rise, eppure doveva essersi abituata, era sempre la stessa storia ogni anno.
Aveva la vista appannata, era ancora mattina presto e la notte di viaggio, l’aveva un po’ spossata, girovagò ancora un po’ fra i negozi e le vie di quel paese a lei tanto caro.
Quell’isola le era sempre piaciuta, sembrava che lì il tempo si fosse fermato, ogni casa aveva dei fiori alle finestre e dei rampicanti salivano dai portoni di legno sino al tetto e rendevano così, profumata l’aria già impregnata dal sapore del mare.
Si sedette su uno scalino o meglio, si gettò a peso morto provocando uno sbuffo dell’ampia gonna che le lasciò scoperte per qualche secondo le gambe e che le provocò un fastidioso dolore al sedere. Una brezza leggera le scompigliava i capelli e alcuni ciuffi si incastravano nella montatura degli occhiali.
Si appoggiò al muro e chiuse gli occhi, si tolse gli occhiali e li pulì con la sua tunica, nella sua mente si stava facendo strada a furia di gomitate un furiosa mal di testa e lei sapeva che se non sarebbe riuscita a calmarlo ora l’avrebbe torturata per tutta la settimana dei tornei.
Sospirò, doveva trovare un posto in cui riposare, da brava stupida infatti non aveva prenotato, ma ora era troppo stanca per fare una qualsiasi azione.
Poi sentì dei passi e qualcuno che si sedeva accanto a lei, inforcò immediatamente gli occhiali e fece per andarsene, ma una voce parlò.
Era gentile e quindi a lei estranea.
- Ti ho forse disturbato?
- Co-cosa? No assolutamente io…
- E allora siediti pure.
Stettero in silenzio e Claire ebbe la possibilità di guardarlo di sfuggita, aveva un mantello marrone e indossava una tunica chiara con dei pantaloni e un paio di stivali. Al polso aveva un bracciale di acquemarine finemente lavorato, cosa strana per un ragazzo, ma non per un mago, infatti quando un mago vinceva l’avversario nei territori estremi, poteva chiedere qualsiasi cosa, anche l’anima.
Erano sfide terribili quelle.
E Claire le aveva accettate tutte.
Era strano per Claire guardare un ragazzo così da vicino, quando si trovava a qualche torneo tutti si limitavano a squadrarla da capo a piedi e a rivolgerle occhiate terribili, non c’era puro rispetto che in pochi occhi, negli altri solamente invidia.
Era una cosa dolorosa si, ma con il tempo si era abituata e si limitata a chinare il capo e ad andare via.
Riabbassò lo sguardo e si ravvivò i capelli portandoli dietro le orecchie.
- Come ti chiami?
Claire si girò stupefatta, le stava addirittura rivolgendo la parola!
- Io? Mi…chiamo….Claire.
- Io invece mi chiamo Erik, piacere di fare la tua conoscenza!
Si portò le mani in grembo e cominciò a giocare nervosamente con la sua lunga collana, un grande ciondolo d’argento la ornava e questo rifletteva la luce del sole appena nascente.
- E’ molto bello.
Claire girò la testa di scatto.
- Che cosa?
- Il ciondolo.
- Ti piace?
- Te l’ho appena detto.
Claire continuò a fissare quello strano ragazzo che non la allontanava a che parlava con lei, ma poi abbassò lo sguardo, incerta se tornare a dormire, per poi risvegliarsi quando il sogno sarebbe finito.
Era gentile e quindi a lei estraneo.
Era buono e quindi a lei sconosciuto.
- Ma…sei sempre così?
- Così come?
- Silenziosa.
- Non lo so. Credo di si.
- …
- Claire…
- Si?
- E’ un bel nome. Esprime chiarezza, luce, bellezza, trasparenza, sincerità, verità. Le qualità dell’acqua.
- Grazie…
Le stavano salendo le lacrime agli occhi, era strano, anche troppo, forse quel ragazzo era stato pagato per distrarla dal campionato.
- Cosa c’è ora?
- Non dirmi tutte queste cose.
- Perché?
- Non dovresti rivolgermi la parola.
- Perché?
- Non sai a cosa vai incontro.
- Cosa c’è di male a fare amicizia con una maga come me?
- Ma tu sai almeno che razza di persona sono io?
- So che ti chiami Claire, non basta?
- C’è anche dell’altro che dovresti sapere.
- A me basta questo.
Claire si girò a fissarlo, la voce che prima tremava ora rimaneva chiusa nello scrigno della sua gola.
- Io sono Claire, la ragazza delle trappole mortali – disse quasi meccanicamente, quasi ripetendo le parole di tutti gli altri – sono la dominatrice dell’acqua. Sono l’incantatrice, sono l’illusionista…quella che poi non ti lascia più scampo e che…
Ma non fece in tempo a finire la frase che Erik si era già alzato e con un sorriso che la sorprese si inginocchiò dinanzi a lei e le porse la mano.
- Non mi interessa sapere il tuo curriculum, se durante il nostro soggiorno qui ci dovessimo battere sarò felice di battermi con una ragazza tanto forte!

Claire delle trappole mortali sorrise, e nessuno morì.

- Senti, tu per caso hai già trovato un alloggio?
- No.
- Allora potremmo cercarne uno insieme ti va?
- Bhe, perché no!…ma, tu sai più o meno orientarti qui a Dominia Island?
- Ecco….veramente è la seconda volta che ci vengo, sai com’è, la prima volta sono stato sbattuto fuori al primo girone e ci sono stato solamente un giorno, quindi…
- Ok, ok, ho capito, sei, in poche parole un semplice novellino… – disse Claire maliziosa.
- Novellino io? Come ti permetti, aspetta solo che ti prenda e te la farò vedere io, piccola impertinente!
- Eh, giaà, piccola ma veloceeee!!! Disse Claire urlando mentre già correva come un fulmine per vie e piccole strade a Erik sconosciute, alcune volte si girava per accertarsi che il ragazzo la seguisse, ma ad un certo punto.

Lei
si girò
e
non lo vide più.

Claire si fermò e cominciò a correre di qua e di là per trovarlo, ma passavano i minuti e di Erik nessuna traccia.
Si fermò.
Sorrise.
Non c’era nessun dubbio, si era svegliata, c’era da aspettarselo, no?
Il sogno era finito.
Il gioco è bello finché dura poco.
Riprese il suo zaino, respirò piano e chiuse gli occhi.
Un passo.
Due passi.
- Bhu!
- AAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!!!!
- Sorpreeeesaaaaaaa!!! Allora signorina, mi sono vendicato eh?
- ANF, ANF, ANF, TUU, maledetto, come hai osatooooo!!!!!!!!!!!
- Ho osato, ho osato, così la prossima volta imparerai a prendermi in giro!
- E va bene signor permaloso, avrò tantissime occasioni per rifarmi!
- Tutto il tempo che vuoi cara! – disse Erik con un gesto un tantino femmineo della mano.

Risero ancora, per molto tempo, perché se si sorride anche al destino si dimentica di essere soli, e se si sorride insieme a qualcun altro sembra che il male non possa esistere.













Intanto un filo rosso veniva sospinto dal vento.

- “ The Castle’s wood”, mai un nome più azzeccato!
- Effettivamente…

La cosa in questione era il nome della locanda su cui, correndo stavano per sbattere il muso contro, la locanda era tutta di legno, un bel legno scuro circondato da edera che continuava ad arrampicarsi senza sosta, senza però riuscire a soffocare il palazzo. La locanda poteva essere alta si e no una trentina di metri, non di più e aveva delle finestre molto grandi per ogni stanza.
Per accedere al portone bisognava percorrere qualche metro, salire qualche scalino usurato dal tempo e…
- AAAAAAARGGHHHHHHH! U-U-UN UN UN UN…U-UN
- Un cosa? Fece Claire con una calma sovrumana.
- UN-UN-UN-
- Un che? Disse Claire continuando a fissare il suo compagno di viaggio con uno strano sguardo, misto fra il divertito e lo spaventato.
Erik continuò ad indicare un qualcosa che lui continuava a chiamare “UN” allora Claire volse lo sguardo al luogo indicato dal ragazzo e vide…
- Furinoa!
- Buongiorno signorina Claire, è da molto tempo che non ci vediamo vero?
- Ma veramente l’anno scorso ho partecipato…
- Allora non deve avare alloggiato in questa locanda.
- Si, ho alloggiato alla “Marmaid”, avevo bisogno di silenzio marino…dovevo concentrarmi, perché c’era qualcuno che…
Claire continuava a parlare con quello che secondo Erik doveva per forza essere un elfo, una delle sue creature magiche, era però la prima volta che ne vedeva uno dal vivo e a meno di un metro da lui! Fino a che Erik con un violento colpo di tosse asinina riportò l’attenzione dei due su di lui.
- Ah, ti presento Erik, ci siamo conosciuti qui a Dominia, è un mago verde, quindi volevo farlo familiarizzare con le creature in suo possesso.
Furinoa lo guardò intensamente negli occhi.
- Ehi tu, un attimo, come diavolo fai a sapere che io sono un mago verde?
Claire sorrise.
- Te lo spiego dopo.

Entrarono e al bancone videro naturalmente una ninfa dei boschi, la quale diede loro una camera dopo aver chiesto ad entrambi le loro generalità.
A quanto pare Claire veniva trattata con assoluta gentilezza.
Era una di casa lei.
A causa delle ingenti prenotazioni però, l’albergatore aveva dovuto dare ai due ragazzi una camera sola e non due singole, ma Furinoa non aveva nessuna preoccupazione, se aveva visto bene l’animo del ragazzo, Claire non aveva nulla da temere.

I tre attraversarono alcuni corridoi che sembravano delle vigne, finché arrivarono ad una porta di cedro profumato che era più grande delle altre, la ninfa consegnò qualcosa a Claire e trasformandosi in un soffio di vento se ne andò.

- Cavoli, ma c’è gente normale qui?
Claire sgranò gli occhi.
- Certo che no, ma che razza di domande…- disse mentre ponendo un perla verde e una blu su uno scomparto segreto che si trovava al posto della maniglia apriva la porta.

Claire spalancò la porta di cedro e vi entrò, la stanza era ancora in ombra perché le finestre non erano state ancora spalancate, ma non aleggiava alcun un odore di chiuso, anzi!
Si sentiva un buonissimo odore, quasi di…cannella e di fiori che Erik non aveva mai visto.
Claire soffocò un sorriso.
Erik si volse verso di lei.
- Perché stai ridendo?
- Ma davvero non hai mai visto un elfo, o una ninfa o…un semplice albergo che non abbia stanza con una maniglia?
- No!
- E neanche una sirena, o un drago?
- Dal vivo sicuramente no…me lo sarei ricordato sicuramente!
- Neanche un semplicissimo demonietto?
- Noooo…
- Neanche piccolo piccolo?
- Noooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Insomma come te lo devo dire che è la prima volta che vedo un essere magico?
- Bhe, allora dovrai prepararti a tutto ciò che vedrai nei giorni che succederanno a questo, e anche a quello che vedrai oggi, ma ora sono stanca, e forse lo sei anche tu, è meglio disfare le nostre valigie.
Erik guardò Claire aprire le finestre, il sole ormai era del tutto sorto e inondava di un leggero calore la stanza, i fiori delle finestre parvero rianimarsi.
La porta della stanza si apriva su una sala piuttosto grande con un caminetto e con un paio di poltrone divise da un basso tavolino di legno scuro, un po’ più in alto c’era un tavolo quadrato piuttosto grande finemente lavorato con motivi che naturalmente richiamavano motivi floreali. Proseguendo una porta dava su un corridoio, a destra la camera di Claire e a sinistra quella di Erik, in messo alle camere da letto il bagno, che piuttosto che bagno forse bisognava chiamare piscina o terrazza coperta!
Al posto della doccia e della vasca da bagno vi era un ruscello che spuntava da una fessura che usciva dalla roccia (che naturalmente fungeva da muro) e che proseguiva gorgogliano, per poi buttarsi in quello che sembrava un lago, le acque calme venivano appena mosse dalla brezza fresca che soffiava da un grande finestrone che naturalmente con un semplice comando proteggeva da sguardi e occhi indiscreti.
A destra c’era poi un tavolino e una sedia con un grande specchio per la toilette, poi naturalmente i servizi igienici.
Erik entrò dentro la propria camera, cercò con le mani la finestra e dopo averla spalancato e dopo aver, così, inondato di luce la sua nuova camera si girò per ammirare la sua stanza.
Vi era un letto dove naturalmente cominciò a saltare, una libreria con libri pieni zeppi di teorie e strategie del gioco di “carte” che adorava più al mondo, una scrivania con una piccola ninfa della luce al posto della lampada e un lampadario che, come dopo ebbe la possibilità di notare, pieno di lucciole anziché di lampadine.
Poi era tutto ricoperto di edera rampicante e di fiori.
Erik cominciò a disfare il proprio zaino e sistemò i proprio vestiti nell’armadio, quando molto cautamente prese il proprio cofanetto di legno intarsiato contenente il proprio mazzo di carte, voleva che dopo Claire gli desse un’occhiata dato che tutti dicevano che era così brava, già aveva sentito delle voci a proposito di questa mortale illusionista, ma…andiamo…una ragazza come Claire! Così si diresse verso la sala dove c’era il brande tavolo quadrato e lo poggiò lì.
Poi tornò indietro e bussò alla porta di Claire nonostante sia aperta, la camera di Claire, entrò e trattenne il fiato.
La camera di Claire era uguale alla sua, ma c’era solo un piccola differenza sembrava di stare sott’acqua! Tutto era blu! Anche i mobili, e ogni cosa sembrava avere il riflesso dell’acqua! Claire era seduta sul suo letto, blu naturalmente, come poté vedere dallo zaino afflosciato a terra, Claire aveva già messo a posto i proprio vestiti e si accingeva a sistemare un cofanetto di madreperla intarsiato.
- Ti è piaciuta la tua camera mago delle foreste?
Come aveva fatto a sentirlo entrare? Non poteva neanche averlo visto dato che stava ancora trafficando con il bel cofanetto.
- Ora mi puoi spiegare come facevi a sapere che io sono un mago verde?
Claire lo guardò, poi tornò con lo sguardo alla serratura del cofanetto di madreperla.
- Eppure è molto facile…
- Eppure io non l’ho capito.
- Lo sai che attraverso gli occhi tu puoi vedere l’animo delle persone?
- Ma dai, ora non esageriamo…addirittura l’animo?
- Si. E anche tante altre cose…
- Tipo?
- Tipo il carattere, e anche la sua magia….
- La magia?
- Certo, ognuno di noi alla nascita viene accettato o meno dalla magia che ne crea una nuova appositamente per l’essere che la richiede.
Claire si voltò verso Erik lasciando il cofanetto di madreperla, e con l’indice gli toccò il petto.
- La tua magia è nascosta qui dentro, e si è già manifestata.
Erik strabuzzò gli occhi e prese la mano di Claire che non lasciava per un attimo il suo sguardo.
La sua mano.
Era fredda, gelata, ghiacciata.
Sembrava di tenere in mano la mano di…
…un cadavere.
- M-ma la mia magia ancora non si è manifestata.
- E’ qui che ti sbagli!
Claire lasciò le mani di Erik che invece erano calde e le stavano donando un po’ di conforto, andò verso il ragazzo e lo fece sporgere alla finestra.
- Porgi la mano.
Erik, come guidato da un impulso indiretto, come se sapesse ciò che faceva, come se quello fosse l’ennesimo gesto identico che compiva, lo fece senza chiedere niente.
Chiuse gli occhi, poi li riaprì, ma non vide niente.
Distolse lo sguardo e si liberò dalla mano di Claire.
- Frottole.
Ma Claire lo teneva stretto per la spalla.
- Tutto puoi dire, tranne che la magia è una frottola….è come se stessi insultando mia madre, tua madre e le madri di ogni essere vivente sulla terra.
Erik la guardò negli occhi.
- Riprova.
Il ragazzo si riavvicinò da solo alla finestra e fece lo stesso identico gesto di prima.
Un battito d’ali.
Un fruscio.
Una carezza sul viso.

Apri gli occhi Erik.
Non devi avere paura.
Io e tutti gli altri siamo tuoi amici prima di essere tuoi servi.

La voce ,calda, parlava senza interruzioni e con un ritmo costante, trasmettendo le parole direttamente alla mente di Erik che però riusciva a percepire anche un’altra voce.
Era quella di Claire che diceva solamente poche parole.
- Seconda accettazione….RICONFERMA!

Un vento verde profumato di fiori che Erik non poté vedere e sentire, ma solamente percepire lo alzò di qualche centimetro da terra .

Ricordati Erik, potrai usare la magia solamente per scopi benefici, solamente per fare ciò che è buono e giusto secondo l’ordine dettato dal tuo tipo di magia.

Non capisco.

Secondo te, un mago nero, potrà mai essere buono?

Oh…

Sicuramente non avrai capito, ma non preoccuparti, sarà la magia a guidarti, e Claire.

Claire?

Si, lei.



Apri gli occhi Erik.

Erik aprì gli occhi e si guardò la mano, sul polso vi si era poggiata quella che al ragazzo sembrava una grande farfalla, ma che per essere precisi era una ninfa farfalla, la piccola creatura magica alzò lo sguardo, si levò in aria e poi si volatilizzò.
Quanto a Erik, ci mancò poco che svenne.

- Allora Erik, sei stato accettato per la seconda volta, complimenti! Disse gaia Claire dandogli un pacca sulle spalle così forte da far quasi sputare al ragazzo i polmoni.
- Ehi un momento signorina, io non ci sto capendo nulla, non mi accontento più delle tue risposte sibilline! Ehi! Mi vuoi spiegare qualcosa??????
- La la la la la laa! Claire naturalmente, da brava sibilla cominciò a cantare e a volteggiare per casa ,a dato che Erik la stava inseguendo non poteva perdere tempo danzando!
Doveva rifugiarsi altrimenti, il povero mago in erba (era proprio il caso di dirlo) le avrebbe scatenato addosso un Rhox!
Dove si poteva nascondere?
Dove? Dove? Dove?

Si, quella porta! Chiuse e si nascose aspettando il suo compagno di camera.

Erik aveva il fiatone, quella ragazza era agile come non mai, volava anziché camminare!
Dove poteva essere?
Ad un certo punto una voce nella propria mente disse:
- La porta blu.
Il bagno.

- Glown, forse non vuole essere disturbata…busserò, si ecco, busserò!


Claire intanto aveva chiuso silenziosamente, ma molto velocemente la grande porta blu del bagno, cercando ancora di soffocare le risate convulse che le salivano alla bocca. Stare con Erik era fin troppo divertente, quando stava con lui provava qualcosa di veramente bello, come…..come la calma dopo la tempesta, ma non solo, provava anche un turbinio di emozioni che mai aveva provato prima, provava un allegria che non sapeva neanche di avere.
Sorrideva.
Insieme a qualcun altro però.
Il suo sorriso poteva essere gustato anche da un’altra persona.
Osservò a lungo la grande vasc….ahem…il grande lago che aveva davanti!
Si, doveva vendicarsi…avrebbe giocato ad Erik un tiro talmente perfido che non se lo sarebbe dimenticato per tutta la vita!

Toc.
Toc.

Erik tremante e gocciolante di sudore bussava alla porta blu del bagno…non c’è che dire, se la stava facendo sotto dalla paura!
Ma dato che non ricevette nessuna risposta decise di entrare.
La sala era completamente inondata di luce e l’acqua era calma, si sentiva solamente il costante gorgoglio dell’acqua fresca del ruscello. Cominciò pian piano ad avvicinarsi alla vasca, e si inginocchiò, passarono i minuti, ma di Claire nessuna traccia…cosa le era potuto succedere?
La finestra era aperta…Erik si avvicinò e guardò di sotto, un gruppetto di gente passeggiava per i negozi della città, ma niente di strano, allora ritornò alla vasca; ancora niente di niente, quindi decise di andare via…sicuramente non era lì, sicuramente si era sbagliato.
Fece per andarsene, era quasi arrivato alla porta quando un sospiro lo fece voltare.
E allora
Lui
Si voltò
E
La vide.

E allora inorridì.

Claire era sul bordo della vasca, bagnata fradicia e pallida in volto, ormai le sue labbra stavano diventando viola, che cosa le era potuto succedere?

- Claire!

Ma Claire non dava nessun segno di vita.
Gli occhi blu spalancati e senza alcuna vitalità.

Erik stava per correre da lei, quando la ragazza divenne acqua e scivolò verso la vasca. Il ragazzo era ormai sulla soglia della tachicardia, o almeno vicinissimo alla morte per infarto, corse fino al bordo del grande lago o vasca, insomma vicinissimo a quella grande distesa d’acqua, Claire ormai si era completamente sciolta, e si era mischiata all’acqua del lago. Erik chiuse gli occhi, li riaprì dopo un attimo.
E davanti a se, nell’acqua vide aprirsi due occhi blu, gli occhi di Claire, vide un volto con una carnagione chiara, il volto di Claire, vide dei capelli inzuppati d’acqua, che piano piano, uscendo dall’acqua, da lisci ricominciavano a diventare dei piccoli riccioli scuri, i capelli di Claire, e due braccia, quelle di Claire naturalmente, due mani affusolate, stupende.
Una sirena, sembrava una sirena, lo doveva essere per forza, Claire gliene aveva parlato, cioè, accennato…eppure non poteva credere che la sua stessa compagna di camera fosse una di queste creature magiche.
Una voce, la voce di Claire.
Un canto, in canto di una sirena.

Oddio, mi ucciderà.

Cantava Claire e quelle parole incomprensibili entravano nella testa di Erik senza chiedere il permesso, entravano, e ogni singola parola lo ipnotizzava, per poi, avendo finito il suo dovere, uscire dalla mente del ragazzo.
Erik non voleva che Claire smettesse di cantare, il suo canto era un qualcosa che non si poteva spiegare, troppo dolce, troppo femminile, troppo fantastico, troppo divino, troppo non umano.
Ora aveva capito perché tutti i suoi compagni lì nelle campagne di Dublino gli avevano raccomandato di stare lontano da questa Claire, ma lui, che ne poteva sapere? Non era stato sicuramente né il primo, né l’ultimo ad esser stato ammaliato da questa ragazza, Claire, con le mani legate intorno al suo collo non avrebbe mai più smesso di cantare e lui sarebbe morto lentamente, apparentemente senza dolore, con solamente i ricordi e i rimorsi a tormentarlo.
Il ricordo del padre morto per lui, per il Drago di Shiva, per domarlo, per sigillarlo, per Erik.
Il rimorso di non poter più scatenarlo e fare così ciò che la sua povera famiglia voleva da lui.
Ciò che voleva anche Erik, sconfiggere Markab.

Ma, Claire smise.

Le palpebre della ragazza, prima appena calate sugli occhi si alzarono improvvisamente, e i suoi occhi da spenti e ipnotici ridivennero accesi e pieni di vitalità.
Claire fece forza sui polsi e tirò Erik vestito sott’acqua con lei, Erik spalancò gli occhi sott’acqua, quella ragazza era pazza, non le aveva dato nemmeno il tempo di prendere il respiro! Cercò di riemergere, altrimenti sarebbe morto soffocato.

- Cavoli – pensò- oggi devo essere sicuramente entrato nel guinness dei primati, ho rischiato di morire almeno una cinquantina di volte! E per di più in tanti modi diversi!
Niente da fare, quel ragazzo era il sarcasmo impersonificato!
Ancora qualche centimetro e avrebbe potuto riprendere fiato, ma una mano salda e forte lo prese dalla caviglia e lo tirò giù, giù, sempre più giù, nelle profondità di quel calmo lago.
Claire lo guardava e un grande sorriso colorava il suo volto, le labbra rosse come il corallo e piccole come il più tenero fiore, i denti in fila, bianchi come una collana di rare perle indiane, gli occhi grandi e blu divertiti. Il grande e leggero vestito che Claire indossava, fluttuava nell’acqua sottolineando così ancora di più le forme della ragazza e le sue curve sinuose, aveva ancora un corpo da ragazza, un corpo da principessa, sembrava davvero una sirena, ma non aveva una grande pinna al posto delle sottili gambe, forse era un incrocio, forse era una creatura marina nata per sbaglio sulla terra…
Ma Erik non poteva perdersi in certi discorsi, non poteva, stava soffocando oramai fece per spiccare verso l’alto, ma Claire lo tenne per le spalle e avvicinò il suo viso a quello del ragazzo, indugiò un attimo e poi, premette delicatamente le sue labbra su quelle di Erik, il suo compagno di stanza era paralizzato, ma d’altro canto, quando Claire delle trappole mortali si mette in testa una vendetta…non è facile rimanere indifferenti!
Claire trasmise così a Erik l’aria, il suo soffio vitale per rianimalo, per permettergli di non morire soffocato, non aveva ancora visto di cosa poteva essere capace questo mago proveniente dalle foreste irlandesi.
Erik si accorse tutto ad un tratto che poteva respirare sott’acqua, che non era morto e che però non aveva neanche le branchie, ma poi…si ricordò…Claire….
Claire allora prese le mani del ragazzo e cominciò a giocare con lui, sott’acqua, nel blu di quel profondo lago, che fungeva da comune vasca nel comune bagno di una comune camera d’albergo!



continua............



Salve ragazzi! sono l'autrice! Volevo dire a tutti coloro che conoscono il gioco di Magic l'Adunanza di non linciarmi per favore! Io sono solamente una novellina e la storia è più incentrata sul genere fantasy, ma prometto che nel prox capitolo avrete una presentazione dettagliata delle carte, mi sa però che devo contattare yugi-chan e sady-chan.....sperando che il primo non mi butti dalla finestra quando gli dirò: "Ahem, senti, non è che mi presteresti le tue carte:D?????" la seconda è molto più buona di lui, quindi con lei non avrò problemi!
Cmq, se vi è piaciuto o anche se non, fatemelo sapere!
Se avete delle critiche, oppure delle cose che non vi vanno bene........io amo le critiche costruttive!
Benissimo, spero di risentirmi presto con il secondo capitolo dato che lo sto già scrivendo, ciao ciao ciao!
ah, W TOLKIEN!!!!!!!!!!!!E anche w tutte le mie amiche e i miei amici!

 
Continua nel capitolo:


 
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