torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Halloween junky orchestra
Titolo Fanfic: HALLOWEEN PARTY
Genere: Drammatico, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: cheshire8 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/03/2013 13:12:43 (ultimo inserimento: 24/03/13)

Questa storia mi è stata ispirata dopo aver visto un sacco di volte l'omonimo video..
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
ROSALIE BARTELL
- Capitolo 1° -

Spero di non offendere nessun fan di Hide e di tutti gli altri componenti che formano questa band.
Ho amato e amo ancora quel video dedicato alla festa di Halloween, tanto da ispirarmi questa fan fict.
Alcuni personaggi, tra i quali la protagonista, sono di mia invenzione.
Sono sempre restia a pubblicare le mie fan fict ma spero tanto che vi piaccia.

Rosalie Bartell tentava invano di raggiungere un vecchio libro in cima alla libreria. I suoi 1,57 centimetri di altezza non le rendevano di certo facile l'impresa, e nemmeno l'antico sgabello del bisnonno Charles, serviva a farle raggiungere il volume. Si rizzò in punta di piedi, gettando le scarpette di un orribile color carne sulla moquette rossa. Le odiava, ma sua madre insisteva che le portasse. Mancavano pochissimi centimetri affinchè le sue dita tozze potessero raggiungere la copertina impolverata e rovinata color marrone scuro, quando udì qualcuno entrare nella stanza per poi esclamare -Rosalie. santo cielo! cosa stai combinando?!- La ragazza voltò leggermente il capo notando l'espressione basita di Albert, in un'altro momento, l'avrebbe divertita con gli occhi e la bacca sgranati come se avesse visto qualcosa di mostruosos, ma che in quel momento, per lo spavento, di averlo sentito entrare così improvvisamente, stava rischiando di cadere. Lo sgabello vacillò pericolosamente. -oh Cielo! ripetè il ragazzo-. Quante volte, Rosalie, gli aveva sentito pronunciare quella frase, una ventina, almeno. Era convinta che se avesse continuato a starle accanto sarebbe invecchiato molto in fretta.
Fortunatamente, aveva ereditato da suo padre dei buoni riflessi pronti, insintivamente, si afferrò saldamente agli scaffali della libreria, sporcandosi le dita delle mani e le punte dei piedi di polvere mentre lo scabello si rovesciò a terra. Sentì Albert tirare un sospiro di sollievo. -Che stavi tentando di fare questa volta?- le domandò sistemandosi i lunghi capelli biondi dietro le orecchie - Niente di cui tu debba preoccuparti.- rispose seccata - volevo solo prendere un libro prima che tu mi spaventassi.- rispose scendendo dalla libreria.
Rosalie era solita cacciarsi sempre in qualche guaio a causa della sua curiosità, sua madre e suo nonno, erano due persone estremamente severe, non tolleravano quei suoi comportamenti che non erano adatti ad una signorina di buone maniere. Ma rosalie, aveva 17 anni, voleva vedere posti nuovi, sconosciuti, conoscere cose che aveva sentito soltanto parlare e negli ultimi anni si stava interessando all'occultismo.
Intendiamoci, non voleva diventare una strega, o vendere l'anima al diavolo, non voleva diventare un alchimista ne una cacciatrice di spettri, ma dopo la primatura scomparsa del padre, avvenuta quando lei aveva solo 11 anni, aveva iniziato a credere negli spiriti, neanche lei sapeva spiegarsi il perchè, era quel topo di persona che non crede a niente senza prima vedere con i propri occhi. Non aveva mai visto, ne sentito uno spirito ma ci credeva! e un giorno sperava di poter parlare ancora una volta con suo padre.
Riposizionò lo sgabello proprio sotto al manoscritto ma prima che potesse risalirci, Albert le fu accanto e con il suo lungo braccio riuscì ad afferrarlo senza problemi. Doveva essere bello essere alti 1,75 pensò Rosalie, quando le stava accanto la loro differenza di statura era ancora più visibile.
Lei e Albert erano cresciuti insieme, sin dalla tenera età di 5 anni, non avevano fatto altro che passare intere giornate, a giocare, scherzare, e forse, avrebbero passato l'intera vita insieme, come marito e moglie.
Questo, perchè suo nonno e il padre di Albert, Frederick Ambroisie, proprietario della famosissima ditta di profumi "Ambroisie(Ambrosia)*, avevano combinato il loro matrimonio,circa due anni fa, senza interpellare i due giovani. Se mio padre fosse ancora in vita, non avrebbe mai permesso che qualcuno decidesse per me, aveva pensato Rosalie la prima volta che suo nonno le aveva detto di quella futura unione. Lei, voleva bene ad Albert, ma non era il tipo di uomo che voleva come marito. Lei era una ribelle, amava gli avventurieri misteriori e forti come quelli che leggeva nei suoi libri e che ogni tanto incontrava in giro per la città. Sognava che un giorno il suo "principe azzurro" arrivasse a portarla via da quel posto, per iniziare lunghi viaggi pieni di avventure. Albert era esattamente l'incontrario, un ragazzotto mite, che amava la tranquillità, le tradizioni e anche se particolarmente attraente, non era mai riuscita a vedere in lui un futuro marito.
Ma non poteva farci niente. Suo nonno non avrebbe mai cambiato idea, quasi non ascoltava una sola parola quando lei tentava di parlargli, mentre sua madre era perfettamente d'accordo con questo fidanzamento, in fondo erano padre e figlia, fatti della stessa pasta, come lo erano Rosalie e suo padre.
Beh! meglio lui che un perfetto sconosciuto si ripeteva a volte.
-Ancora con questi strani libri- la voce di Albert la destò dai suoi pensieri, stava sfogliando il libro - non esistono gli spettri!-
- e cosa mi dici di quelli che bussano alle porte e mettono in disorde la città nella notte dei Santi?- gli domandai rubandoglielo dalle mani
IL ragazzotto sussultò -so-sono solo ragazzini, teppistelli senza famiglia che si nascondono nei bassi fondi-
- allora perchè non ci è concesso di uscire dopo le 11? perchè serriamo le porte, ci costringono a rinchiuderci nelle nostre stanze e tutti non fanno altro che rabbrividire dal terrore?- sapeva che non le avrebbe risposto, non era più quella bambina ingenua da credere alla storia dei teppistelli dei bassi fondi. Sapeva che c'era qualcosa di che si nascondeva in quella città e che usciva solo una notte all'anno, lasciandosi dietro di se, al sorgere del sole, caos e terrore.
Era anche convinta che si trattassero di spiriti inquieti e che suo padre fosse tra loro.
-Ora basta con questa storia- borbottò seccato il ragazzo - sai che poi verrai di nuovo rimproverata se tuo nonno o tua madre dovessero sentirtene parlare, e io sono stanco di difenderti.-
-NOn mi sembra di averti mai chiesto di farlo- puntualizzò la ragazza dirigendosi verso la porta, per poi percorrere velocemente il corridoio che l'avrebbe portata nell'atrio e infine fuori dalla villa.
-Dove pensi di andare?- le domandò di nuovo Albert raggiungendola
- Vado a leggere al parco. Come tutte le signorine della buona società- rispose alzando sarcasticamente il capo con fare altezzoso
- e se ti vedessero con in mano quel libro?- il suo volto era visibilmente preoccupato
-Non me ne frega niente- concluse la ragazza, aprì il portone laccato di bianco con rifiniture dorate e lo richiuse subito dopo alle sue spalle.
Tirò un sospiro di sollievo quando fu finalmente fuori, alzò lo sguardo verso il cielo nuvoloso, che prometteva pioggia anche se lei sperava che non accadesse, poi si diresse verso il parco, strigendo tra le braccia il voluminoso libro in modo che nessuno potesse leggerne il titolo, non che le importasse molto di cosa pensasse la gente, ma non voleva che venisse qualcuno a disturbarla durante la lettura.
Passò per il centro, la città non era grande, conosceva quasi tutti, dalla vecchia pescivendola, al bizzarro macellaio; un omone che sembrava un pirata, con tanto di benda nera sull'occhio sinistro, ma che in realtà era un vero burlone. Quando finalmente raggiunse la meta si sedette in disparte, lontana de un gruppo di signorine altezzose che spettegolavano dei loro consorti o futuri tali, sotto un salice morente era proprio adatto al libro che stava per iniziare a leggere. Aprì il volume e si mise a leggere l'introduzione, un aforisma di Walter Scott:
"Le conseguenze dei nostri delitti sopravvivono a lungo alla loro esecuzione, e, come i fantasmi degli uccisi, sempre infestano i passi del malfattore".
Rosalie non sapeva spiegarselo ma sentiva come se quella frase fosse rivolta a lei, cercò di scacciare quel pensiero e voltò pagina, lesse la prima e poi la seconda.
Saltò alcune pagine ma non era il libro che credeva, parlava per lo più di creature leggendarie, tra le quali: Dracula, mummie, licantropi e persino del cupo mietitore di anime. Richiuse il libro.
Rosalie credeva nei fantasmi ma non in quelle creature. Vi erano testimonianze di persone che avevano visto spettri o case infestate da essi, ma non aveva mai letto di nessuno che aveva incontrato una mummia o un Licantropo! aprì di nuovo il volume e voltò pagina sperando di trovare qualche cosa che potesse interessarle anche se ne dubitava. Quando, una goccia, seguita subito dopo da un altra finì sopra la pagina scivolando fino a finirle sul vestito. Sospirò, chiuse nuovamente il manoscritto.
 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: