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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto Shippuden
Titolo Fanfic: TOUCH
Genere: Romantico, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: One Shot, AU, Lemon
Autore: omega91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/03/2013 13:44:24

Non conosceva altre persone di quel mestiere, ma quante ne esistevano capaci di risollevare sia il corpo che lo spirito con un pò di massaggio?
 
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TOUCH
- Capitolo 1° -

"Hinata! Dacci segni di vita, dai!"
Ino bussò tre colpi alla porta, Sakura e Tenten rimasero in attesa di risposta. Non ne venne alcuna da dietro il legno bianco, solo un silenzio che confermava comunque la presenza in quella camera e la sua riluttanza ad aprire. Queste erano le conseguenze dello sconvolgere l'emotività di quella ragazza, cosa che era riuscito a fare un semplice sms solo qualche giorno prima. Hinata navigava col cellulare, leggeva e si lasciava ferire da quelle poche parole.

Abbiamo chiuso, piagnona. Lasciami in pace e non chiamarmi più.

E le sue amiche sapevano di questo, sapevano che osservava quel messaggio, si rifiutava di credere a quel che leggeva e, quando si rendeva conto ogni volta che era vero, soffocava il pianto contro il cuscino. Ma quando era troppo era davvero troppo, pensò Sakura.
"Oh, Hinata, adesso basta! Siamo tutte e tre qui dietro la porta, ed entreremo in un modo o nell'altro! Sarà bene che non mi fai arrivare fino a tre, perché sennò butto giù questa porta con le mie mani! Uno..."
Ino e Tenten ben conoscevano il temperamento dell'amica dalla chioma rosea, che nonostante gli attributi fisici che la paragonavano a un fiore di ciliegio, di dolce e delicato aveva ben poco; erano consapevoli che avrebbe potuto mantenere quanto aveva detto.
"Due..."
Fortunatamente non fu necessario, la serratura si fece sentire che si apriva dall'altra parte, poi seguirono dei flebili passi di piedi nudi sul pavimento. Contente di non essere dovute arrivare all'abbattimento della porta, le tre ragazze entrarono. Tutto era tenuto in ordine come era solito di Hinata; la ragazza era sul letto coricata sul fianco, dando loro le spalle, sul comodino accanto c'erano scatole vuote di fazzoletti e un cestino pieno di quelli usati accanto al letto.
"Ehi, tesoro." Tenten si sedette accanto a lei, ebbe modo di scorgere, oltre la spalla e qualche lunga ciocca di capelli neri, quel tenero viso che era stato sciupato da fiumi di lacrime "Non ridurti così, dai."
"Mi ha... mi ha lasciata..." piagnucolò Hinata, Tenten che si chinò per abbracciarla e cullarla un po’ come se fosse una bambina.
"Lo sappiamo, Hina, lo sappiamo."
Ino trovò sul letto il touch-screen di Hinata, il messaggio incriminante appariva su tutta la schermata. Lo lesse e imprecò disgustata contro il mittente.
"Quel porco! Alla fine da te voleva solo una botta e via, appena un mese e i tuoi sentimenti s'è deciso di prenderli e calpestarteli sotto i piedi!"
"Lui... pensavo che fosse diverso dagli altri..."
"Lo era: era molto più stronzo. Sinceramente, Hinata, dovresti guardarti meglio dai ragazzi con cui esci. Ecco cosa si ottiene ad avere sempre il cuore tenero."
Quello era proprio il problema, che Hinata era abituata a cercare sempre il buono nelle persone, qualche volta lasciandosi anche ingannare dalle apparenze. Questa, però, gli era costata molto dolore, lezioni perse all'università e svariati pacchi di fazzoletti di carta.
"Ci sarà l'esame fra poche settimane." le ricordò Sakura "Non puoi farlo in queste condizioni, devi riprenderti."
"Oh, al diavolo l'esame, Frontespaziosa!" sbottò Ino "Adesso non ha bisogno di altre preoccupazioni, solo di dimenticare tutto e di rilassarsi come si deve."
"E sentiamo, genio delle trovate Ino-pig, che cosa proponi per la nostra Hinata?"
Si pentì subito dopo di averlo chiesto, vedendo Ino ghignare al solo pensiero: aveva già le idee chiare!

Quando aveva accennato al fatto di rilassarsi come si deve, non pensavano che lo intendesse proprio alla lettera. Sakura e Tenten guardarono Ino, che invece era raggiante all'idea di provare quel centro di massaggio tantrico.
"Beh, non dite niente sulla mia trovata?"
"E che cosa dovremmo dire, di grazia? Magari che è il momento meno adatto di tutti per farsi un massaggio?"
Effettivamente, neanche Hinata era entusiasta all'idea. Già non aveva molta voglia di uscire, era stato solo per Ino che l'aveva tirata fuori dalla stanza e da casa.
"Io credo che tornerò a casa e..."
Ma prima che potesse anche solo provarci, fu fermata dalla mano scattante di Ino, che non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare via "Tu a casa non hai niente da fare, meno ancora continuare a crogiolarti nel tuo brodo. Non vai da nessuna parte, piccola."
"Ma Ino-chan, non ne ho proprio voglia. Dai, lasciami."
"Penso anch'io che non sia tanto una buona idea." aggiunse Tenten "Il ragazzo l'ha appena mollata e tu le proponi di farsi massaggiare da qualcun altro? Magari c'è pure qualche maniaco opportunista."
"Ehi! Ma siete dalla mia parte, sì o no? Datemi corda!"
"Te la do io, se la usi per impiccarti. E poi, neanche a me va tanto di farmi toccare da qualche mano troppo allungata."
"Ma siete delle tardone? Dai, ragazze, il massaggio fisico è il sistema migliore per un completo relax con zero brutti pensieri, no? Insomma, quante volte le mie idee hanno fatto cilecca?"
"Vuoi un numero esatto o ti basta una stima?"
"Quanto fai ridere, Frontespaziosa! Allora?"
Le ragazze furono perplesse all'idea, più di tutte lo era Hinata. Se proprio doveva distrarsi, avrebbe preferito farlo sui libri d'università, almeno sarebbe riuscita a dimenticarsi quella brutta esperienza e anche a prepararsi meglio all'esame, non le andava l'idea di passare con un 18 deprimente.
Ma, ahilei, Ino non voleva sentire ragioni e prese da sola l'iniziativa.
"Bene, chi tace acconsente."
Prese Hinata per mano e la trascinò dentro con sé, senza darle la possibilità di svincolarsi e senza dare attenzione alle sue deboli proteste. Arrendendosi alla cosa, Sakura e Tenten sospirarono esasperate.

Suonò la sveglia di fine turno che segnò l'inizio di quello di Hinata.
Il centro benessere era diviso in varie sezioni suddivise in base al tipo di massaggio desiderato: lo sfioramento, la percussione, l'impastamento, la frizione, la pressione o la vibrazione. Hinata era stata l'unica a optare per il tipo a sfioramento, che era quello più delicato, a detta dell'opinione di un membro del personale. Le altre sue amiche avevano scelto diversi metodi di massaggio, ognuna guidata dal nome che più la attraeva.
La porta si aprì e uscì la persona che l'aveva preceduta, una donna di trenta o quarant'anni che, a prima vista, usufruiva di quel centro di massaggio per scrollarsi di dosso lo stress di una vita costituita da molto lavoro e poco tempo libero. Tuttavia, mentre usciva, sorrideva soddisfatta del servizio avuto e rivolse un sincero ringraziamento al massaggiatore che si trovava all'interno della stanza, oltre la porta d'ingresso; la sua voce giovane, però, si fece sentire quando la signora se ne fu andata e chiamò la persona a cui sarebbe spettata la successiva mezz'ora "Il prossimo!"
Seppur titubante, Hinata mise via la rivista che stava leggendo e si alzò dal suo posto in sala d'attesa. Era ancora nervosa all'idea di farsi toccare la pelle nuda da un perfetto sconosciuto, ma preferì questo alla pessima figura che avrebbe fatto nel dichiarare che aveva cambiato idea e che sarebbe voluto andarsene.
Eppure, una volta entrata, scoprì che l'ambiente non era così male. Un grande specchio adornava la parete di fronte all'uscio e il mobile sotto di esso era colmo di flaconi di oli e fragranze, tanti diversi profumi che riempivano la stanza ed erano distinguibili diverse varietà all'olfatto, il lettino bianco posto al centro della stanza. Indugiò per qualche momento sulla soglia, il massaggiatore che, girato di spalle, si lavava le mani in un lavandino all'angolo dall'ultimo olio che aveva appena utilizzato; quando si girò, Hinata scoprì, con sorpresa, che si trattava di un ragazzo non meno giovane di lei, forse poco più, con dei capelli solari e un viso dai tratti gentili, la stessa gentilezza che si poteva vedere nel suo sguardo azzurro.
"Entra." la esortò "Chiudi la porta e spogliati pure lì dietro."
Le indicò con un cenno del braccio lo stanzino dietro un'apposita tenda, Hinata vi entrò per togliersi tutti i vestiti di dosso, piegandoli con perizia sullo sgabello. Quando fu pronta, uscì timidamente, reggendo l'asciugamano bianco col quale si copriva dal petto fino a poco sopra il ginocchio, i lunghi capelli annodati sulla testa; al ragazzo non sfuggì quella sua evidente pudicizia, tuttavia la ritenne come la cosa più normale del mondo "È la prima volta che vieni qui, vero?"
"Io... sì, è proprio così, in effetti."
"Vergognarsi è normale, ma non devi preoccuparti di nulla, ok? Stenditi sul lettino e rilassati."
La ragazza seguì l'invito mettendosi a pancia in giù, l'asciugamano che fu messo a coprire le natiche. Pur sapendo che ogni parte intima del suo corpo adesso era coperta, non riuscì a smettere di essere un po’ tesa. Il massaggiatore impostò i trenta minuti di tempo e poi prese uno dei flaconi.
"Hai la pelle alquanto chiara." osservò "Scommetto che ti si addice di più l'olio alle mandorle dolci."
Se lo spalmò sulle mani e le posò sulle spalle di Hinata, che a quel contatto sussultò lievemente. L'imbarazzo, però, durò pochissimo, perché una sensazione di completo benessere le fece dimenticare la vergogna, la indusse a chiudere gli occhi e ad abbandonarsi al rilassamento. I palmi del massaggiatore scivolavano con grazia sulla pelle, compito facilitato e reso più gradevole dall'olio di mandorle; le accarezzava il collo, le spalle e la schiena con quella che sembrava un'unione fra sensualità e dolcezza.
Tutto ciò per cui era stata male sembrò perdere improvvisamente importanza. A quanto sembrava, Ino aveva ragione, non c'era sistema migliore che l'aiutasse a distrarsi e a dimenticare l'ultimo brutto periodo.
"Tutto bene?" domandò il ragazzo.
"Sì, certo. Sei veramente bravo." rispose lei con sincerità "Dove hai imparato?"
"Non saprei dirti neanche'io come ci riesco. È che mi basta toccare per riconoscere le parti del corpo più tese e capire la tecnica di massaggio adatta, anche se lo sfioramento è quella in cui riesco meglio. Potrei dire che è una dote naturale."
Era vero, Hinata si sentiva del tutto in pace con il mondo e con se stessa. Quel trattamento le piaceva, era come se la coccolasse, sentiva come lui massaggiasse premendo con una gentile pressione sui muscoli. E quelle mani erano gentili, dolci, per nulla lascive come aveva temuto, si muovevano su di lei con la straordinaria abilità di compiacerla.
"Se posso chiederlo" riprese il ragazzo "come mai hai deciso di venire qui, considerato che sembravi nervosa fino a poco fa?"
"Beh, non è stata proprio una mia iniziativa, mi ci hanno portato le mie amiche. Volevano aiutarmi a distrarmi un po’."
"Da che cosa?"
Hinata esitò a rispondergli, voleva evitare di entrare nello specifico. Non era in vena di raccontare i suoi motivi così apertamente a qualcuno che ancora non conosceva, per quanto gentile e sociale apparisse.
"Un brutto periodo... ma preferirei non parlarne, scusami."
Lui assecondò la sua richiesta e non proseguì sull'argomento. Cionondimeno, il resto della mezz'ora non fu noioso, intavolarono altre discussioni piacevoli, imparando a conoscersi. Hinata scoprì che quel ragazzo ambiva a diventare un massaggiatore terapeutico sportivo, lei ricambiò rivelandogli di desiderare nulla di più che specializzarsi in pediatria.
Il tempo trascorse rapidamente per tutti e due, il timer suonò che sembravano passati solo dieci minuti da quando era stato impostato. Seppur controvoglia, Hinata dovette alzarsi dal lettino quando invece avrebbe tanto voluto restarci.
"Come ti è sembrato?" le chiese lui.
"Davvero piacevole, non pensavo ci si potesse sentire così bene."
"Allora perché non torni qui? Domani, magari."
La proposta colse Hinata del tutto alla sprovvista. Era gentile a invitarla a tornare e si era rivelato un bravo ragazzo, non aveva approfittato di un solo momento in cui era stata quasi del tutto nuda, e poi era una persona dalla piacevole compagnia e con cui parlare volentieri.
Allora cos'era mai che la rendeva così perplessa ad accettare? Ancora altra vergogna? Non sapeva dirlo, aveva già visto che non era un malintenzionato.
"Io... ecco, io non saprei..."
Scorse, però, un accenno di delusione nell'espressione del biondo nel mostrarsi così dubbiosa, forse pure incline a dire di no. Così, alla fine, e con uno dei suoi gioiosi sorrisi, volle farlo contento.
"Ma sì, perché no? È bello stare qui."
Riuscì a dargli la sua stessa contentezza, era così felice che lei avesse accettato che fece un'espressione sorniona.
"Fantastico, allora non vedo proprio l'ora!"
"Già, anch'io. Allora a domani."
E se ne andò salutandolo vivamente fino a che non uscì dalla stanza di massaggio. Quando ritrovò le sue amiche, anch'esse molto soddisfatte dei servizi ricevuti, fece in modo di non dare troppo a vedere quanto fosse contenta di aver fatto quella nuova conoscenza, limitandosi a riconoscere l'ottima validità dell'idea di Ino.
Tuttavia, solo quando sia lui che lei si erano salutati ormai già da un pezzo, si ricordarono di un'imbarazzante dimenticanza che gli balenò in testa nello stesso momento.
"Ah! Non ho chiesto il suo nome!"

*****
Naruto decise di rimediare a questo il giorno successivo, meno male che lei aveva accettato di tornare lì di nuovo. Fu felice di rivederla sulla soglia della sua camera di massaggio, sempre timida e carina come ieri.
"Scusami" con sua sorpresa, lo anticipò per il medesimo motivo "ieri mi sono dimenticata di..."
"Naruto" la interruppe. Vedendo che l'aveva colta alla sprovvista e l'aveva confusa, le spiegò meglio "Anch'io mi sono dimenticato di presentarmi, quindi... il mio nome è Uzumaki Naruto."
La vide sorridere con gaiezza e fece anche lei il suo nome "Hyuuga Hinata, piacere mio."
Il resto del loro incontro trascorse in modo molto simile al primo. Salvo che per un'iniziativa del ragazzo che colse alla sprovvista la sua cliente.
"Senti, mi domandavo... sabato sera saresti libera?"

*****
L'aveva fatto... e non sapeva capacitarsene! Come aveva potuto trovarne il coraggio? Com'era possibile che, fra tutte le cose che avrebbe potuto fare il sabato, avesse deciso di andare a casa di un ragazzo che conosceva da manco una settimana? Lui, Naruto, le aveva apertamente proposto di venire a casa sua a provare qualche nuovo trattamento di massaggio, e la piccola mappa improvvisata che teneva in mano continuava a dimostrarle che aveva acconsentito.
Ok, la richiesta l'aveva indubbiamente spiazzata, l'aveva colta così di sorpresa che sul momento non aveva saputo cosa dire. Poi fu più forte di lei, aveva detto di sì e lui, con esuberanza, aveva sorriso e datole le indicazioni su mappa su quel foglietto. Ed era proprio quella che adesso stava seguendo per arrivare fino a casa sua. Se l'avesse detto a Ino-chan e le altre, forse si sarebbe sentita dire e commentare quanto fosse ingenua a ripetere lo stesso errore, a fidarsi di nuovo così ciecamente di un individuo appena conosciuto.
Quartiere Adachi, dodicesima strada. Il posto era quello. E non faticò neanche a trovare il numero civico. Oltre il cancelletto nero, la aspettava un piccolo vialetto che la conduceva alla porta del condominio. Davanti a sé aveva la possibilità di farsi coraggio e pigiare il tasto del citofono, oppure rinunciare, tornare indietro e fingere di non averlo mai conosciuto, evitandosi una possibile seconda delusione; scegliere quest'ultima opzione non sarebbe stato da lei, Naruto sembrava davvero un così bravo ragazzo e forse meritava una possibilità...
Il gesto fu involontario: il dito, che era rimasto sospeso a un centimetro dal bottone, alla fine premette, Hinata credette di finire nel panico e non accorse che stava rendendo la suonata eccessivamente lunga.
"Chi è?"
La voce, giunta distorta dal citofono, la fece sobbalzare "Eh... e-ehmm... s-sono io, sono Hinata."
"Oh, ciao! Secondo piano, eh!"
Sembrava felice, quasi euforico, sapendo che era davvero venuta fin lì. Le fu aperto e la ragazza entrò, seppur con quell'imbarazzo che non la lasciava un attimo. Arrivata al secondo piano, neanche dovette cercare di scoprire da sola quale fra le tre porte fosse quella giusta, quella a destra si aprì da sé e Naruto la invitò a venire dentro.
E il dentro era pure un posto davvero accogliente. Il salottino che costituiva l'ingresso emanava un'effusione di benessere percepibile a fior di pelle, anche le pareti del colore dell'oro e la luce contribuivano a dare quella sensazione. Naruto aveva proprio fatto di tutto per rendere l'ambiente simile in tutto e per tutto alla stanza di massaggio dove lavorava. Forse era riuscito a renderlo anche più gradevole.
"È casa tua, questa?"
Lui ridacchiò "Magari. L'appartamento è di una signora che vive qui di fronte, io pago l'affitto. Quella è una vera tirchia, ma il prezzo me lo slitta un po' se io gli offro qualche massaggio. Puoi sdraiarti qui."
Si avvicinò a un bassissimo lettino per mostrarglielo, alto quanto un tavolino da tè, contornato da un cerchio di candele profumate accese, spazioso quanto bastava per permettergli di farle il massaggio stando inginocchiato. Naruto le indicò il bagno lì vicino e Hinata ci andò per spogliarsi.

Sei-un-idiota.
Naruto se lo ripeté continuamente nella testa, mentre Hinata era in bagno a cambiarsi. Invitarla lì era la cosa più cretina che gli potesse venire in mente. La conosceva da nemmeno una settimana e già gli veniva l'idea di farla venire a casa sua, persino lui capiva che non era proprio quello che avrebbe pensato di fare una persona normale. E a tutto questo c'era da aggiungere quello che gli succedeva solo quando sul lettino del massaggio c'era lei. Era ormai quasi un anno che stava nel centro benessere, aveva massaggiato schiene nude di centinaia di clienti signore. Ricordava ancora il grosso imbarazzo dei primi tempi, quando gli veniva difficile concentrarsi sul massaggio cercando di non... alzare la sbarra, se così si poteva dire. Ci aveva messo un paio di mesi circa prima di abituarsi e adesso il lavoro gli veniva più naturale, meno impacciato e meglio di quanto gli riuscisse prima.
Adesso gli sembrava di essere nelle stesse condizioni dell'anno scorso, con Hinata che usciva dal bagno, avvolta dal petto fino alle cosce col solo asciugamano. Solo ora, di nuovo dopo tanto tempo, sembrava che gli ormoni gli partissero a briglia sciolta prima del trattamento. Prima che il rigonfiamento nei pantaloni diventasse troppo evidente, si girò per tenerlo nascosto.
"Bene... possiamo iniziare."
Lei si distese mente lui azionò il tasto Play dello stereo, facendo partire quello che sembrava un brano registrato su CD. Era una musica bassa quanto bastava per diffondere una leggera atmosfera, la voce femminile cantante era tanto soave da far cadere la mente nella giusta ambientazione. E con la giusta fragranza sparsa nell'ambiente, c'era tutto l'esotismo che serviva ad accentuare la sensazione di relax. Anche Hinata sembrava notare tutto questo.
"Come ti sembra?"
"È... è davvero gradevole. Mi piace."
"Ottimo." sorrise contento "Ora ci vuole l'olio giusto."
Quale scegliere? Per l'occasione se n'era procurato qualcuno, tutti a formula vegetale, in modo che avessero anch'essi una parte nell'ambientazione del medio - oriente.
L'Ambra era invitante e misterioso, magari quello adatto per l'atmosfera creata. Muschio, profondo e sensuale... forse anche quello poteva andare, in fondo il contesto medio - orientale poteva anche celare una nota di sensualità. Alla fine capì quale fosse quello giusto da usare: Rosa, delicato e femminile.
"Come lei" pensò.
Lo sparse sul palmo della mano e, strofinandosele, si inginocchiò per cominciare. I capelli erano stati raccolti in una crocchia, in modo tale da liberare la schiena e le spalle per favorire il passaggio delle mani. Iniziò cospargendo l'olio prima sulle spalle, poi espandé il liscio massaggio sulle curve del collo, fra le forme delle scapole in risalto sotto la pelle, la convessità dolce della schiena, anche sui fianchi ricurvi. Hinata se ne stava sognante, la intravide sorridere beata, mugugnò anche un piccolo verso di apprezzamento.
Stava andando bene, le piaceva sicuramente, cosa che non poteva che renderlo contento. Salvo quell'unica cosa che non doveva accadere.
"No! Stai giù, maledetto forcone dell'amore! Non ora!"

Per Hinata era come essere inebriata da una dolcezza surreale.
Le fragranze emanate dalle candele profumate tentavano il suo olfatto, che godeva di quegli odori e quasi arrivava al punto di non poterne fare più a meno.
La melodia e la voce araba le cullavano l'udito, come un'inebriante ninna nanna creata di proposito per inebriare la mente.
Gli occhi erano chiusi, ma era come se vedessero ugualmente il mondo dei deserti esotici e delle notti magiche, una vera bellezza.
E le mani. Le mani erano ciò che più di tutto la facevano sognare, accarezzandole la pelle con un tocco che aveva così tanto di magico, di tenero e anche un po' di sensuale. Soprattutto, il modo in cui esse scorrevano, toccavano e seguivano i lineamenti di spalle e schiena... quello era ciò che diceva tutto di quel ragazzo: che era bello, che era dolce, gentile e solare. Quando passò il massaggio alle cosce, non si percepiva un solo tentativo di intenzioni lascive in quel tocco, non le procurava il benché minimo disagio, neanche vicino ai glutei; ogni passaggio delle mani era inteso solo a procurarle sollievo.
Erano come momenti di evasione dalla realtà verso una dimensione mistica, in cui quattro dei cinque sensi venivano catturati e indotti a darle quel sentore troppo piacevole di sogno e riposo. Sembrava quasi una magia. Immaginò di essere la principessa araba che riceveva l'azione massaggiante del suo servo, un pensiero un filino divertente che la fece quasi ridere.
"Come mai ridi?" chiese Naruto, incuriosito.
"Niente, è solo che mi piace tanto, ecco. Come dire... è tutto perfetto."
"Davvero? Uao... speravo ti piacesse, ma non pensavo di riuscire a fare tutto quest'effetto. Ora girati."
Naruto si girò a rianimare qualche candela quasi del tutto spenta, mentre lei si sdraiò sulla schiena e si coprì il petto e il pube con dei teli. Un filo d'olio le fu versato sul ventre morbido e poi cosparso.
Normalmente si doveva essere in ansia a stare nella casa di un uomo conosciuto da poco tempo, facendosi toccare in quel modo, invece con Naruto fu tutto molto piacente, non ebbe nessun momento di imbarazzo fino alla fine. Quando il trattamento arrivò alla fine e dovette rialzarsi, le dispiacque dover lasciare quella condizione così idilliaca.
"È stato stupendo." disse sorridendo soddisfatta "Anche ai clienti del centro di massaggio fai questo genere di trattamento?"
"Beh, no. A dire il vero, non l'ho mai fatto. E sai, mi sarei vergognato a morte se l'avessi provato su un cliente e poi mi fosse uscito tutto male."
"Allora io sono la prima su cui hai voluto provarlo?"
"Già. Ti è piaciuto parecchio, per fortuna."
"Non... non credo che sia fortuna." abbassò lo sguardo a terra mentre si sentiva avvampare il viso, facendogli quei complimenti sinceri "Tu sei bravo... molto bravo in quello che fai. Insomma, riesci a far sentire la passione che ci metti. A-almeno io la sento quando mi... quando mi massaggi."
Aveva anche preso a tormentarsi le dita, una piccola abitudine che segnava il suo imbarazzo palese e che non manifestava da un sacco di tempo. Però era vero, ogni parola di quello che aveva detto lo era. L'abilità di Naruto non solo l'aveva fatta stare bene fisicamente, ma con essa sembrava che ciò che l'abbatteva qualche giorno prima non significasse più niente: il pensare a quel sms che indicava la rottura del suo ex non la preoccupava nemmeno più. Poteva dire che era del tutto rinata, grazie a lui. Non conosceva altre persone di quel mestiere, ma quante ne esistevano capaci di risollevare sia il corpo che lo spirito con qualche tecnica di massaggio?
Guardò per appena mezzo secondo la reazione sul volto del ragazzo, ammutolito e chiaramente lusingato dall'opinione che gli aveva rivelato. Sorrise anche lui nervosamente e si grattò i capelli sulla nuca.
"Beh... grazie, sono contento che pensi questo di me, sul serio. Non pensavo di avere tutto questo talento, al centro massaggi nessuno mi ha mai detto cose del genere."
Rimasero impalati in quel modo per un po', tutti e due chiaramente e silenziosamente a disagio per il silenzio in cui nessuno diceva più niente.
"C-comunque..." si decise Hinata "... sono stata proprio bene, però ora..."
"Devi andare, certo" comprese lui.
Si offrì di accompagnarla alla porta, anche se si trovava lì a pochi passi. Prima che fosse aperta, Hinata volle ringraziarlo ancora e fece per voltarsi... invece fu afferrata alle spalle e spinta con delicatezza contro il muro, proprio accanto alla porta. Le ci volle un attimo per riprendersi dalla sorpresa di quell'improvviso atteggiamento, il cuore divenne una pompa ancora più forte, facendole scorrere tanto sangue in viso da farla arrossire come non mai. Schiuse leggermente la bocca per ossigenarsi il cervello, lasciandosi scappare un sospiro.
"Na... Naruto-kun..."
Il volto del ragazzo era vicinissimo e rosso quasi quanto il suo. E, proprio come lei, andava a sospiri.
"Hinata-chan... non posso più tenere le mani lontane da te."
In effetti sembrava che le stesse premendo a forza contro il muro solo perché non le si avventassero addosso senza controllo. La sua presenza così vicina diventava sempre più stranamente irresistibile, emanava una specie di carica attrattiva dalla quale si lasciava travolgere.
"Allora non farlo..."
Forse così tanto che non controllava più nemmeno quello che diceva, lei stessa doveva ammettere che non si sarebbe mai aspettata di sentire parole simili uscire dalla sua bocca, ma ormai era fatta. Lo stupore che lesse sul viso di Naruto, però, era quasi come una delizia, per quel poco che durò. D'istinto, il ragazzo la chiuse nel suo abbraccio sprofondando il viso sul suo collo, con una mano che scorrevano dolcemente sulla schiena e l'altra che afferrava un fianco. Non seppe dire quanto stesse durando quel momento, parvero ore, ma sapeva di starci così bene che anche lei volle entrare nell'audacia di quell'abbraccio, ricambiandolo e poggiando il viso sulla spalla tonica.
"Hinata..."
La voce di lui era un sussurro rauco nel suo orecchio, un crescendo di eccitazione. Si guardarono per domandarsi se tutto ciò stesse accadendo davvero. Hinata si accorse solo dopo di avere quelle labbra premere sulle sue con timore e delicatezza, poi con più ardore quando si accorsero che le sue rispondevano. Il bacio cambiò da uno semplice e casto a un altro animato da una focosa danza di lingue.
Che cosa avrebbero detto le sue amiche sapendo che stava baciando con tanto trasporto un ragazzo? Il pensiero esistette appena per poco nella sua mente e non ebbe la benché minima rilevanza su tutto ciò che succedeva in quel momento, era ben misera cosa rispetto a tutta quella carica sessuale.
Quando Naruto le aprì le asole della camicetta, capì con enorme imbarazzo che stava diventando tutto più serio, tuttavia non si oppose a niente. Liberò i primi bottoni per scoprirle inizialmente solo la dolce curva del collo e la clavicola, segnando quella zona con altri dei suoi baci ardenti e avidi. Hinata fece scorrere le dita sulla testa del ragazzo, fra i capelli color grano, lasciandosi così infiammare da quei baci da inalare più aria, pur non abbastanza per mantenere la lucidità. Era impossibile mentre quelle mani così virili, delicate ed esperte si facevano strada sotto l'indumento, scorrevano su tutta la pelle e, quando individuarono il tessuto bianco e delicato dell'intimo, tornarono ai bottoni per staccare tutti quelli che restavano. Il vestito e la giacchetta caddero inutili a terra, rivelando il reggiseno che reggeva le sue forme tanto generose. Lui vi posò sopra le mani, la ragazza percepì la loro presa infervorata attraverso il tessuto, avvertì la loro voglia di andare più sotto e avere il contatto diretto.
Con un'audacia che lei stessa non si aspettò di avere, volse le mani dietro la schiena e cercò i tre gancetti che lo tenevano su. Ogni volta che ne sganciava uno, l'indumento intimo scivolava via di poco dalle spalle, rivelando sempre più i seni sotto nascosti. Quando furono completamente allo scoperto, lui era rimasto ipnotizzato a contemplarli, osservando la loro procacità, la rotondità, il loro biancore, le aureole che erano dei grandi e perfetti cerchi rosei, e i suoi pudici capezzoli invertiti.
Il ragazzo le toccò direttamente, prendendole per giocare con la loro forma e la loro sofficità... un gioco che contribuì a eccitare anche Hinata, tanto che, davanti agli occhi di Naruto, i capezzoli fuoriuscirono con lo stesso effetto dello sboccio di un fiore. Vi passò sopra le dita, percorrendone la forma rotonda e divertendosi con la loro turgidità per strizzarli leggermente e modellarne la forma rotonda.
"Ah...!"
Lei emise un debole gemito, le piaceva il modo in cui la toccava su quei due punti così sensibili del petto. Gliene scappò un altro quando le labbra di Naruto si chiusero su uno di essi, lo baciarono con devozione, passandoli con la lingua e tirandoli coi denti. Si fermò a un certo punto per levarsi la maglietta, facendo in modo che lei non fosse l'unica a dover stare a torso nudo. Quando anche il suo corpo fu scoperto, Hinata ben comprese l'eccitazione che lei gli aveva dato. Proprio come lui, restò a fissarlo per qualche momento prima di passarci sopra le mani, una superficie così tonica e virile che solo a toccarlo la eccitava così tanto da sentire l'umidità che stava formandosi alla base del tronco...
Anche il suo tocco doveva aver eccitato di più il ragazzo in qualche modo, poiché la prese e la sollevò dai glutei, facendo in modo che lei l'avvinghiasse in vita con le gambe. Ripresero a baciarsi con intensità mentre lui la riportò indietro e la mise a sedere sul divano, per poi toglierle i jeans. In fondo alle gambe aperte, sotto il reggicalze, le mutandine bianche rivelavano una macchia di umori che si allargava. Gli occhi di Hinata incontrarono i suoi, mostrando quanto stesse accalorandosi nel lasciar vedere così apertamente quella parte così intima. Naruto tornò su da lei a baciarla dolcemente, le accarezzava le gambe nude fino ai polpacci; il suo trattamento le aveva fatto certamente un gran bene, adesso la sua pelle liscia rasentava la perfezione.
A Hinata scappò un gemito più sonoro nel mezzo del bacio quando sentì che passava dalla coscia al fianco, poi al bassoventre, e poi sul pube coperto. Attraverso l'intimo, lo stimolava con piccoli massaggi delle dita. Lei allontanò la bocca dal bacio, incapace di trattenere oltre i sospiri, la voce era diventata un sussurro caldo e rauco per il piacere.
"Ah... Na... ruto... kun..."
Poi lui scostò le mutandine e trovò direttamente il suo fiore pubico, roseo e contornato da una sottile biforcazione di peli scuri attorno alle grandi labbra. Lo penetrò con un dito e strappò a Hinata un grido sottile di sorpresa. Oltre a quello, difficilmente riuscì a trattenerne altri mentre lui continuava a entrarle ripetutamente dentro, aumentando il numero di dita da uno a due, il piacere stesso la teneva bloccata lì dov'era. Quando poi lui scese giù, a baciarla proprio lì per continuare con la bocca, il suo corpo era come in fiamme: la stava baciando lì! Lì sotto, dove nessuno era mai arrivato a baciare! E non solo con le labbra, sentiva la sua lingua bollente che entrava e percorreva le pareti interne.
Sentì presto di arrivare all'amplesso e inarcò la schiena per lo spasmo di goduria che ricevette. I suoi umori là sotto erano diventati un mare che colava attraverso l'interno-coscia.
Riaprì gli occhi offuscati e vide il suo volto vicinissimo che la osservava subire il piacere che le veniva offerto, stava anche passandosi la lingua attorno alle labbra intrise dei suoi umori per assaporarli. Guardandolo fare questo, Hinata si accorse che lo desiderava da impazzire!
Ricordava la prima volta che aveva avuto un rapporto sessuale, con il suo ex: una cosa del tutto diversa da quello che stava succedendo adesso. Sì, anche in quella occasione era stata piacevole, ma neanche lontanamente ai livelli di adesso. Quella volta, era stato lui a pretendere che lei gli desse il piacere preliminare, e quando si era arrivati al sesso vero e proprio, lui aveva ignorato quasi completamente il suo dolore al bassoventre per la rottura dell'imene e aveva continuato senza dare peso al suo gemere sofferente, per quanto piacere potesse essere misto a esso. Dopo che avevano finito, Hinata pensava che quella fosse stata la sua notte più bella, la notte in cui aveva provato il vero sesso e il vero piacere. Ora, invece, si rendeva conto di essersi sbagliata, che le sensazioni provate non si potevano neanche confrontare con quelle che Naruto le procurava coi soli preliminari.
Lo voleva, lo voleva, lo voleva! Più di quanto avesse mai voluto chiunque altro!
Ma prima voleva pareggiare il conto. Con la gamba lo spinse dal fianco, in modo da farli girare e invertire di posizioni, così che lei gli finì sopra a cavalcioni e lui col suo seno di fronte agli occhi. Lasciò per qualche momento che l'ammirasse ancora un po', poi si abbassò fino a mettersi in ginocchio e mettere mano all'apertura dei pantaloni. Aprì uno, due, tre bottoni e tirò giù quanto bastava per scoprire l'inguine, liberando da quella costrizione il membro innegabilmente eretto che si innalzava da una base di peli biondi.
Respirò a fondo. Anche se aveva preso l'iniziativa, fu esitante anche solo a toccarlo.
Sentì una mano che si poggiava sulla testa, fra i suoi capelli, e l'accarezzava. Guardò in alto e intuì la richiesta silenziosa del biondo nel suo sguardo bisognoso. La raccolse, seppur ancora con qualche timore, chiuse la mano attorno all'erezione e iniziò a masturbare; dapprima piano, poi con vigore crescente. Sopra, Naruto aveva la testa piegata all'indietro e gli occhi chiusi in un'espressione sognante. Poi, quando con molta più audacia, iniziò a baciare delicatamente la punta del glande, fino a far sparire poi tutto il membro fra le labbra, gli strappò un sospiro gemente. Continuò dando qualche diversi affondi, regolari e quasi ritmati coi suoi sospiri, finché non si rese conto della sua stessa sovreccitazione e si alzò, posizionandosi ancora a cavalcioni sul suo grembo... con la differenza che i sessi ora erano in contatto e fremevano dal desiderio di unirsi.
Per alimentare quel desiderio, Hinata ondeggiò il bacino con sinuosità, imitando i movimenti serpeggianti di un'odalisca uscita fuori da quel mondo magico orientale al quale Naruto aveva dato vita nella sua mente con la sua musica, i suoi oli e i suoi massaggi. La femminilità sfregava avanti e indietro lungo la superficie dell'asta e la inumidiva con i suoi umori. L'effetto sortito era quello voluto, il ragazzo si eccitava come si stava eccitando lei, osservava i suoi seni sodi e il suo bassoventre intento in quella danza ipnotica.
"N-Naruto-kun..." balbettò, ritrovando un po' di voce "Io... io voglio..."
Non ci fu bisogno di chiederlo, lui lo capì da sé. E condivideva il suo pensiero. La abbracciò repentino, così forte e così calorosamente da farle capire il suo bisogno. La risposta le arrivò con un bisbiglio desideroso all'orecchio.
"Fallo, Hinata-chan. Fallo... con me."
Con me.
Solo queste parole significarono improvvisamente tutto. Significarono che era con lui che sarebbe dovuta stare, da sempre. Significarono che la sua vera prima volta di passione non era stata con il suo ex, la stava avendo adesso con lui. Significarono che in quel momento non voleva farlo con nessun altro, solo con lui, e che con lui soltanto avrebbe voluto farlo anche per la seconda, la terza, la quarta... e tutte le successive volte a venire.
Prese il suo viso fra le mani e lo avvicinò, baciandolo. Un bacio diverso dai precedenti, dato per qualcosa di molto diverso dalla passione, qualcosa che per lei era molto bello. Continuò a guardarlo dritto negli occhi a una distanza quasi inesistente, mentre si sollevava di poco e prendeva il membro per alzarlo e allineare la punta esattamente sotto di sé, facendo sospiri di frenesia caldi e pesanti. Calò piano i fianchi fino a toccarlo col pube, e anche allora non si fermò: continuò ad andare giù, sentendolo entrare e farsi strada piano piano dentro di lei. Arrivò fino alla fine, a una profondità tale da sconvolgere tutti e due, aprendo la bocca in dei gemiti soffocati per la sorpresa del piacere inaspettato.
L'unione era semplicemente perfetta, quasi pareva che i loro sessi esistessero apposta per coincidere l'uno con l'altra. Hinata non provò dolore, neanche un minimo, come era stata l'ultima volta che aveva avuto qualcuno dentro. Stette ferma a sentirsi attraversata da quella scossa di piacere sorprendente che da lì sotto si diffondeva a tutto il resto del corpo, riaprì gli occhi e la vista appannata dall'eccitazione le diede la visione di Naruto anche lui col respiro pesante e paralizzato da quella sensazione. Quando il suo corpo cominciò a esserci abituato, cominciò a muoversi facendo sostegno sulle gambe. Si alzò in modo che il membro uscisse per più di metà, ma non completamente, poi tornò giù con un affondo secco e di nuovo il piacere li trapassò entrambi. Ripeté ancora l'azione, stavolta più rapidamente, e così la ripeté ancora, ancora e ancora.
Iniziando da quella prima azione timida, andò avanti con altre più focose, più rapide e dagli affondi più penetranti. Con tutte quelle penetrazioni così veloci e consecutive, la goduria divenne continua e non più intermittente, tanto che adesso andava crescendo di attimo in attimo, rendendo loro impossibile trattenersi oltre.
"Aah... ah... ah...! Na... aaah... ruto-kunnnn...!"
"Hinata... ah...! Hi... Hinataaaa..."
La presenza alla biforcazione delle sue gambe sembrava espandersi in tutto il corpo, o forse era quel bruciore così passionale che era arrivato fino alla testa e le annebbiava la mente. Non era neanche sicura se adesso, più che gemere, stessero gridando quel tanto che non riuscivano a contenere. Il ragazzo le afferrò i seni e li strinse con intenso desiderio, facendola urlare leggermente di sorpresa.
Hinata si abbassò ad abbracciarlo, percependo nel bassoventre quel sentore che annunciava l'imminenza dell'orgasmo. Doveva essere così anche per lui, la stringeva nell'abbraccio con la stessa passione disperata e fece anche lui qualche spinta verso l'alto, in modo da velocizzare l'arrivo di quel momento, mentre lei aveva accelerato i movimenti del bacino fino allo sfiancamento.
"O... ddio... Na... Naru..."
Si bloccò prima che potesse finire di parlare. Tutto il tempo si ridusse a quell'unico istante. Con un movimento sincronizzato di tutti e due, arrivarono insieme all'apice, alla vetta del loro rapporto, lei che esplose in un grido di estasi e goduria, stretta al petto e attorno alla schiena da quell'abbraccio possente e vincolante per via di quel calore estatico finale. La lasciò andare dopo qualche breve secondo, Hinata era attraversata da spasmi residui dell'orgasmo. Si accasciò su quel corpo accaldato e sudato.
Ma non appagato. Sussultò, sentendosi improvvisamente afferrata ai fianchi e capovolta. Adesso si trovava seduta sul divano e Naruto la sovrastava, le teneva le gambe spalancate e la guardava dall'alto, gli occhi colmi di un desiderio che l'amplesso di prima non era stato sufficiente per soddisfarlo. Non gli era bastato, ancora la voleva possedere e supplicava silenziosamente di permetterglielo. Rimase ammutolita per un po' a fissare lui e quel fisico che la sovrastava, riuscendo a riaccendere anche in lei la voglia. Così chiuse le gambe attorno ai suoi fianchi per incitarlo ad avvicinarsi, un segnale che lui colse subito e per questo si buttò a capofitto su di lei. La penetrò di nuovo e stavolta lo fece con una foga tale che quasi la intimorì. Entrò completamente e la ragazza gemette forte, gemette mentre lui l'afferrava ai fianchi e spingeva in continuazione i suoi in avanti. Le azioni erano più profonde e più vigorose, i bacini cozzavano tra loro a un ritmo regolare, ripetitivo e forsennato, sbattendola ripetutamente contro lo schienale del divano... e in tutto questo la faceva stare così bene da rendere tutto bellissimo.
"Aah...! Hinataaa...!"
Lo sentì venire di nuovo insieme a lei dopo qualche altra spinta. Lo spasmo lo aveva fatto piegare in avanti, si era abbassato sul suo petto mentre cercava di riprendersi dal fiatone. Anche la ragazza aveva il fiato corto, tuttavia le bastò guardarlo di nuovo in viso per rendersi conto che non era ancora finita. La guardava ancora in quel modo struggente e insoddisfatto, le mani percorrevano i seni preponderanti per farle capire che ancora aveva bisogno di lei.
Stavolta, però, lui prese l'iniziativa da sé e fece in modo di girarla e metterla in ginocchio a terra. Vedendolo arrivare da dietro, Hinata finì in agitazione, ma ogni preoccupazione lasciò di nuovo spazio al piacere quando l'ebbe un'altra volta dentro. In quella posizione fu costretta a rimanere piegata in avanti, gli occhi erano chiusi. Stranamente, essere posseduta da dietro in quel modo e non poter neanche vedere da chi - anche se lo sapeva - era uno stimolo che contribuiva ad accrescere l'estasi. Naruto non si accontentava di reggerla dai fianchi, si piegava in avanti per arrivare ai seni e per farle girare la testa in modo da raggiungerla e baciarla.
Alla fine, però, anche lui arrivò a limite e fece venire tutti e due contemporaneamente per la terza volta, e per la terza volta Hinata sentì il suo seme inondarla dentro, riempirla. Si girò completamente mentre Naruto si appoggiò accanto a lei al divano, era pure lui col fiato corto. Esausto, si abbassò per riposare la testa sul petto di Hinata, dove lei lo accolse circondandolo con un abbraccio stanco e caloroso. Sorrise mentre giocava con delle ciocche dei suoi capelli color grano e lo contemplava riprendere aria e bearsi di quell'abbraccio, anche lui le posava ancora qualche piccolo bacio sulla pelle.
In quel momento si sarebbe sentita profondamente grata a chiunque o a qualsiasi cosa per essere lì con lui. Ma non sapendo esattamente a chi rivolgere la sua gratitudine, si accontentò di godersi il momento e lo strinse di più a sé.

*****
Spazientita, Sakura digitò per l'ennesima volta il numero che ormai aveva imparato a memoria. Prima d'oggi aveva spesso avuto difficoltà a ricordare il numero di casa di Hinata, ma adesso era proprio per merito suo se si era costretta a impararlo a furia di comporlo. Almeno stavolta, però, il telefono dall'altra parte era libero. E quando finalmente rispose, cominciò anche a pensare che i miracoli esistessero.
"Moshi moshi? Qui è Hyuuga Hinata."
"E qui è l'amica di cui ti sei scordata l'esistenza. Una delle tante, direi."
"Sakura-san, sei tu?"
"Ti informo che adesso hai mezzo minuto di tempo per darmi delle spiegazioni. Possibilmente, spiegazioni abbastanza plausibili da poter raccontare anche a Ino-pig e Tenten. Diamine, ti rendi conto di quanto siamo state in pensiero per te?"
"Non era necessario, Sakura-san. Io sto bene, davvero."
"Sei sparita per giorni interi! Dico, ti sei degnata di ascoltare i nostri messaggi in segreteria, di contare i nostri sms e i messaggi su facebook? Prova a dirmi quante volte hai pensato di risponderci almeno una volta."
"Sono solo stata impegnata, tutto qui. Avevo ancora un sacco di cose arretrate da studiare e dovevo prepararmi per l'esame... ricordo che me l'avevi suggerito anche tu."
"Ma qui si sfiorano i limiti dell'intolleranza. Veramente devo credere che ti sei eclissata solo per rintanarti in camera e studiare? Quand'è stata l'ultima volta che hai visto la luce del sole?"
Sentì che Hinata fu lì lì per rispondere, prima che sentisse un rumore di qualcosa che urtava, proveniente dall'altro capo del filo. Non ci mise molto a capire che si trattava di quel tipo di rumore che indicava la presenza di qualcuno in compagnia della sua amica.
"Chi c'è con te?"
"N-nessuno!" si affrettò a negare, con una voce palesemente colpevole.
"Hinata, non sono scema. C'è qualcuno lì con te, l'ho sentito."
"Ti... ti assicuro che ti sei sbagliata, Sakura-san."
"Che mi stai tenendo nascosto? Lo so che c'è qualcosa sotto, dimmi che cosa sta succedendo."
"Non sta succedendo niente, davvero."
"Non ti credo."
"A-ascolta, adesso devo chiudere, ho ancora un sacco da studiare. Dì pure a Ino-chan e Tenten-chan che sto bene, che non c'è bisogno che si preoccupino e che ci risentiremo presto, promesso."
"Hinata. Hinata! Non fare la furba, lo so che stai nascondendo qualcosa! Guai a te se tenti di sgattaiolare!"
"Ciao, a presto."
"Non ci provare! Hinata? Hinata! Non osare riattaccare, shannarooo!"
Click!

"Uuuf..."
Hinata si liberò espirando profondamente. C'era mancato poco che la scoprisse. Dietro di lei, Naruto si era messo immobile per evitare qualsiasi altro rumore.
"Se n'è accorta?"
"Credo di sì."
Ormai era fatta. Adesso Hinata era convinta che il momento in cui avrebbe dovuto dire la verità alle altre era ancora più vicino. Si girò, Naruto si era messo a sedere sul suo letto perfettamente ordinato, la schiena piegata leggermente all'indietro, si sosteneva con le braccia e le mani che premevano sul materasso. In quella posizione era più facile notare la forma del fisico nascosto sotto la maglietta arancione e il cappottino nero aperto completamente in due. Provò immaginarlo per qualche momento e per questo arrossì non poco, anche se lui non se ne preoccupava.
"Presto o tardi dovrai raccontare alle tue amiche di noi due, ti pare?"
"Sì, questo lo so. È solo che..."
"Cosa?"
"Lo farò sicuramente. Andrò da loro e gliene parlerò... ma non adesso se per te è ok."
Era da ormai due settimane che lei e Naruto-kun avevano iniziato quella specie di relazione, da allora non era più passato un momento in sua compagnia in cui non pensava che le cose sarebbero andate meglio d'ora in poi, mai un loro incontro insieme senza che fosse riuscito ad animarle il visto con un sorriso di sincera serenità. Aveva avuto ragione di lui, la sera in cui l'aveva invitata a casa sua per il trattamento tantrico, sul fatto che fosse un tipo speciale a suo modo. Era davvero il ragazzo dolce, simpatico e allegro che aveva pensato ed era sempre più sicura che stavolta non poteva sbagliarsi: era lui la persona che aveva sempre desiderato conoscere, trovare e con cui stare insieme. L'ultima volta che ci aveva provato era finito in un modo così scoraggiante che, era convinta, non avrebbe più voluto riprovare.
E se non fosse stato per Naruto, probabilmente avrebbe continuato ad avere paura di tentare ancora. Con un suo miracolo, l'aveva fatta risollevare e tornare la ragazza solare che era un tempo. Lui le sorrideva, le sorrideva sempre e cercava qualsiasi scusa per stare in sua compagnia, senza neanche essere troppo petulante.
Adesso era anche solo per guardandola studiare pur di stare con lei, seduta alla sua scrivania, con libri e quaderni universitari disposti in modo ordinato e organizzato per lo studio. La raggiunse abbracciandola da dietro, intrecciando le braccia attorno a lei e stampandole un bacio affettuoso sul collo.
"Non ti preoccupare. Hai tutto il tempo per deciderti, no? E magari mi troveranno anche un tipo simpatico quando mi avrai presentato."
Gli aveva già spiegato le sue motivazioni. Se avesse raccontato alle sue amiche di avere una nuova relazione subito dopo una rottura così abissale... preferiva non pensare a cosa avrebbero potuto dire o commentare, forse avrebbero anche dubitato di lui e del suo buon cuore, diffidando di lui fin da subito. Avrebbe aspettato un altro po' di tempo, ma l'avrebbe sicuramente fatto.
Un'idea le balenò in testa, un'idea per la quale sorrise ambiguamente e allo stesso tempo si sentì arrossire. Mise da parte libri e quaderni.
"Sai una cosa? È da parecchio che non prendo una pausa... e avrei proprio voglia di un bel massaggio, adesso."
 
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VOTO: (3 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
robyantho - Voto: 15/09/14 19:29
Sei una grande...dovrebbero inventare fanfic con le immagini...cmq sei bravissima...😉...
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omega91 09/05/13 13:20
Grazie a tutti e due per i complimenti :) era da un mucchio di tempo che non entravo qui per vedere se ce n'erano.
Solo un piccolo accorgimento: sono bravO, non bravA ^^
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morea84 - Voto: 08/05/13 04:36
mi piace molto sei brava :)
morea84
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aurosessho - Voto: 11/03/13 17:20
Ciao omega91.
Era da tempo che cercavo di entrare su questo sito, e finalmente ce l'ho fatto.
Come si potrà dedurre, la tua fan-fic è stata la prima che ho letto. Mi ispiravano i personaggi ed il titolo ed ho aperto il file.
Beh, che dire. Sei bravissima!! :D
Sul serio, scrivi davvero bene, e in più la storia è decisamente molto coinvolgente.
5 stelle su 5, continua così!! ^^
un abbraccio...aurosessho
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