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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Tartarughe Ninja (Teenage Mutant Ninja Turtles)
Titolo Fanfic: LEFT HANDED
Genere: Sentimentale, Avventura, Autobiografico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: mikiturtle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/03/2013 19:51:05

Cosa comporta essere mancini?
 
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- Capitolo 1° -

Sin da piccolino, ho sempre creduto fermamente che fosse una cosa fantastica la diversità. Certo, parlo proprio io che sono una tartaruga ninja mutante... ma questo lo dovete proprio sapere...
La storia comincia in una normale serata alla fattoria di Casey Jones...

Faceva caldo. Eravamo in pieno agosto e nelle fogne non si poteva affatto stare. Avevo mangiato tonnellate di gelato alla fragola, bevendo pure bibite ghiacciate a rischio congelamento di stomaco.
Eh, eh! Per il grande Campione di Battle Nexus, questo non era nulla!
Non mi andava di allenare, giocare ai videogame perché avevo già rischiato di far bruciare letteralmente la mia PlayStation... leggere i fumetti o disegnare sarebbe stato qualcosa di costruttivo, ma ero troppo pigro per schiodare il guscio dal divano e gli occhi dalla tv.
Seduto sguaiatamente sulla mia poltrona, avevo la scodella con del gelato sullo stomaco: era piacevole il fresco, peccato che la vanilla e la fragola si fosse trasformata in una specie di zuppa fredda.
Ero troppo annoiato per accorgermi di mio fratello Leonardo, che uscita dal bagno, dopo una doccia. Erano ancora le sei del pomeriggio e fuori era ancora giorno: credetemi, dovunque si arrostiva! E il mio guscio stava cuocendo a fuoco lento, schiacciato nel calore dello schienale del divano.
-Ehi, Mikey!- mi chiamò Leonardo.
La mia testa penzolò oltre il bordo del divano: -Sì?-.
-Che ci fai a ingrassarti sul divano? Forza vai a prepararti!-.
Ingrassarmi? Sbuffai ma mi sentii invadere da una piacevole energia, dovuta al fatto di "prepararmi". Afferrai la scodella con la mano sinistra e bevvi il gelato semi-caldo.
Mi pulii la bocca con il dorso della mano e mi catapultai con un salto mortale oltre lo schienale: balzai via, scontrandomi contro un sudaticcio e appiccicoso Raphael.
Indietreggiai, massaggiandomi il naso.
-Attento a dove metti i piedi!- imprecò mio fratello.
-Ehi! Guarda che non l'ho fatto a posta!- schernii.
Notai che aveva uno zaino con tanto di sacco a pelo rossastro, appeso a una spalla; probabilmente era per un campeggio...
Ho sempre adorato i campeggi, purché non si trattasse di uno nel sottosuolo con tanto di Lune o Soli di Cristallo!
-Uffa! Solo perché ho due anni in meno di voi, non significa che mi potete ammonire così!-.
Ero imbronciato e feci per andarmene, quando mi scontrai contro Donatello.
-Muoviti altrimenti ti lasceremo qui!- rise.
-E sono due! Stasera c'è la fila per la posta, in casa!- sbottai.
I miei fratelli risero alla mia battuta e me la filai: corsi nella mia stanza e presi dall'armadio il primo zaino che mi capitò. Era uno arancione, piuttosto vecchio: era a forma di uovo, se lo si guardava frontalmente. Possedeva un'apertura grazie a un laccio... era simile a un "sacco", si poteva dire. Aveva delle bordature azzurrine sulle doppie tasche e il laccio possedeva circa quattro perline grandi quanto delle caramelle. Blu, rosse, viola e gialle.
Luccicavano ancora.
-Questo è lo zainetto di quand'ero piccolo!- sorrisi.
Mi accorsi che era pesantuccio; spinto dalla curiosità, ne vuotai il contenuto... caddero alcune matite colorate e un diarietto. Era piccolo, con una rigida copertina bianca e una tartarughina verde in rilievo. C'era un fermo...
Mi sedetti sul letto e aprii il diario: doveva appartenere per forza a me, perché riconobbi la mia scrittura storta e confusa. Dovevo avere circa tre anni e mezzo.
Intravidi un'ombra dinanzi a me e quando alzai gli occhi, feci una capriola, sbattendo rumorosamente in terra, caduto dall'altra parte del letto.
Mi rialzai e guardai mio fratello Raphael che rideva di me. Tipico, no?
-Che stavi facendo? Siamo tutti pronti! E manchi solo tu!-.
Roteai gli occhi esasperato e mi rimisi in piedi, sbuffando: odiavo essere spaventato in quel modo, soprattutto perché poi dovevo stare molto tempo a praticare dei respiri per cercare di calmare il battito del mio cuore.
-Guarda un po'!- schernì Raph: -Questo è il tuo zainetto!-.
-Sì, ecco perché ho ritardato!- ridacchiai, rimessomi in piedi.
-Qualcuno ha bisogno di una mano?- si presentò Donnie.
La sua testa fece capolino dalla mia porta, con un grosso sorriso stampato sulle labbra.
-No, grazie! Prendo solo il mio blocco da disegno, qualche matita e andiamo!- dissi.
E così feci: senza farmi vedere, presi anche il mio dolce Orsetto e lo infilai nello zainetto. Mi sentivo di nuovo un bambino piccolo e non vedevo l'ora di ritrovarmi a mangiare dei gustosi marshmallow accanto al fuoco, con tutto che si arrostiva con tutto quel caldo.
-Vieni anche tu, sensei?- domandò felicemente Leo.
Nostro padre si lisciò il ciuffo di peli sotto il mento e annuì.
-Credo che un allenamento al chiaro di luna sia utile nel ninjitsu-.
-Pure in mezzo al verde?- sbottai infastidito.
Ricevetti un'occhiataccia da tutti quanti e Donnie mi mollò uno schiaffo sulla nuca.
-Ahio!- protestai, massaggiandomi con la mano sinistra.
-Zitto, fratello! Fai più bella figura- mi rimproverò anche Raphael.
Misi il broncio e mi incrociai le braccia dietro la nuca, addentrandomi nell'ascensore ovoidale, seguito da quei lumaconi degli altri.

**********************************

Finalmente, raggiungemmo la fattoria Jones. Era un bel posto, se non badavi alla bicocca decadente a due piani, proprio in mezzo al verde. Due ore di auto e ci arrivavi.
La casa esternamente faceva pena; screpolata e interamente di legno e cemento. Aveva un tetto spiovente grigiastro, con un camino di mattoni ramati. C'era la zona notturna, dove si godeva un'ottima vista delle notti stellate; al piano inferiore, c'era la zona giorno, con una cucina graziosa e un bel salotto.
Se ti dirigevi verso destra, potevi esplorare un bel bosco pieno di alberi e vegetazione, mentre nel lato opposto, potevi raggiungere il paese, dove Casey e April andavano a comprare le cibarie...
Ah, certo! C'erano anche i due piccioncini con noi!
Erano quasi le 21.10 e finalmente, il cielo si stava tingendo di uno splendido blu con tanto di magnifiche stelle e una luna piena niente male. Non frenai il mio istinto pittorico: afferrai il mio blocco da disegno e mi sedetti sull'erba, con il viso puntato verso il cielo, a disegnare.
Ero l'unico che sapeva farlo... impugnai le mie matite nella mano sinistra.
-Bella serata per disegnare, vero?- mi disse Leonardo, dietro di me.
Mi girai verso di lui e annuii energicamente.
-E devo ammettere che ti sta venendo molto bene!- si complimentò.
-Grazie, fratellone!- sorrisi, mentre Donnie ci chiamò per la cena.
Si affacciò alla finestra della cucina, sulla parete est della casa. Fortuna che avevo terminato! mi misi il blocco da disegno sotto il braccio e raccolsi le mie matite, orgoglioso del mio disegno. Io e Leo rientrammo e per fortuna, un ventilatore allietava il caldo della cucina.
Tutti i mobili erano bianchi, con delle roselline lilla dipinte sulle ante; i pomelli erano ottonati. Il frigorifero era grigio metallizzato, mentre un tavolo con sei sedie spiccavano come marrone sul pavimento ligneo a toghe.
Tutti presero posto: Splinter da un lato, April e Casey micini vicini, Donnie con Leo e Raph. Rimasi in piedi come un pollo ruspante: non c'era nemmeno una sedia per me!
-Scusate e io dove mi siedo?- bofonchiai con le mani sui fianchi.
-Sei la mascotte, Mikey, ci dev'essere la tua ciotola sul pavimento!- schernì Raph.
-Ah-ah! Molto divertente, Raph!- sbuffai.
-Ehm... credo che dovremo adattarci- suggerì Donnie: -Coraggio, vieni qui-.
Mi avvicinai e lui si batté la mano sulla coscia... mi strofinai imbarazzato la faccia a quello che avevo già intuito. Dovevo sedermi su di lui... uffa!
Raph e Leo già stavano sghignazzando, insieme a Casey.
-Basta fare le iene!- ruggii, quando Don m'infilò in bocca un cucchiaio di gelato.
-Su, su! Fa silenzio e mangia- mi rimproverò gentilmente.
Deglutii il buon gelato al pistacchio, ma ero comunque imbronciato di brutto: perché le cose imbarazzanti dovevano capitare sempre a me?
-Mangi da solo o ti deve imboccare papà?- schernì Raphael, puntandomi con il cucchiaio.
-Tu che dici, Raphie-boy?- e gli schizzai un po' di gelato sul viso.
Primo: mai chiamare "Raphie-boy" mio fratello.
Secondo: mai schizzarlo sul viso.
Raph ruggì e tentò di afferrarmi per picchiarmi: ma fui più veloce e corsi fuori, avvertendo un bel venticello fresco sul viso. Era davvero piacevole! Le code della mia maschera volavano sul mio guscio e le cime scure degli alberi frusciavano nella brezza notturna.
Sentii l'indistinto ringhio di Raph dietro di me e accelerai ulteriormente: se c'era una cosa in cui mio fratello testa calda era carente, era la corsa! Adoravo sbattergli in faccia l'evidenza del fatto! Essere il più piccolo di due anni dei miei fratelli era un vantaggio, dopotutto!
-MIKEY!- mi urlò Raphael: -FERMATI!-.
Ok: non sapevo il perché, ma anziché della solita rabbia, sentii una nota di preoccupazione nella sua voce. Forse mi stavo davvero sbagliando...
Corsi, corsi e corsi, sino a quando il terreno erboso sotto di me sprofondò e io caddi nel vuoto. Urlai con tutto il fiato, cercando un appiglio, ma fu invano: il terreno era troppo viscido e molle.
-RAPHIE!-.
Mio fratello, seguito anche dagli altri, s'inginocchiò sul bordo della voragine, chiamandomi a squarciagola. Era disperato, così come anche gli altri. L'unica cosa necessaria, era munirsi di una torcia e una corda.

**********************************

Fortunatamente non ero svenuto: ma cadere da un'altezza di circa di trenta metri, cercando disperatamente di attutire la forza di gravità con le pareti, mi avevano reso inutilizzabile la mano destra. Era tutta insanguinata e iniziava a bruciare: i lembi della pelle erano tutti compromessi. Ignorando un pulsare doloroso del mio guscio, mi rialzai in piedi, guardandomi intorno.
Le pareti erano rocciose e a malapena potevo guardarmi intorno: era tutto buio e si sentivano dei plin di goccioline d'acqua in qualche falda acquifera. Sospirai e mi misi seduto, con il guscio al muro.
-Perchè non ascolto mai?!- mi rimproverai stancamente.
Non sapevo che fare... era tutto dannatamente complicato. Se provavo ad alzare la testa, non riuscivo neppure a vedere la voragine dalla quale ero sprofondato.

**********************************

-Presto! Presto!- urlò Leonardo spaventato: -Maestro!-.
Il sensei era ancora seduto in cucina a raccontare alcuni episodi della nostra infazia ad April e Casey, sorseggiando del the fresco.
-Figlioli, che cosa succede?- domandò preoccupatissimo.
-Mikey è caduto in una voragine!- spiegò Raphael, sentendosi in colpa.
Credeva che era colpa sua... ma se me lo avesse detto mi sarei divertito ad abbracciarlo, perché rancore per la mia famiglia non potrei mai covare.
Gli occhi di nostro padre si ampliarono enormente: nessuno lo aveva così spaventato da quando Shredder ridusse il coma il nostro fratellone Leo.
Rimase in silenzio per un po', finché non dette il suo consenso nelle mie ricerche: temeva qualcosa di brutto... e come dargli torto?
-Ci occorrono delle torce, corde e un kit medico!- espose Donatello determinato.
Corse in salotto e afferrò direttamente in suo ineparabile borsone. E meno male che doveva essere un normale campeggio!
-Se gli è accaduto qualcosa di grave, io...- borbottò mio fratello Raphie.
Strinse il pugno destro con immane rabbia, mettendo ben in evidenzia le nocche lisce: strinse le palpebre trattenendo le lacrime che per nessun motivo avrebbe versato.
Leo, da bravo fratellone maggiore, gli poggiò la mano sulla spalla, in segno di conforto.
-Raph, va tutto bene- gli sussurrò: -Vedrai, Mikey starà cercando di tornare-.
Mio fratello testa calda, per quanto avrebbe accettato un abbraccio, non si mosse di un millimetro, solamente perché c'erano Casey ed April, preoccupati a morte.
-Grazie- ricambiò in un sussurro.
Leonardo sorrise e annuì.
-Eccomi! Ora possiamo andare!- urlò Donatello, in piena foga.
-Veniamo con voi!- propose Casey, che odiava lasciare qualcuno in difficoltà.
-No- tagliò corto Leonardo: -Tu ed April rimarrete qui nel caso Mikey tornasse-.
Il suo sguardo serio fu tale che non ammise repliche.
Casey annuì e si ritrasse, lasciando ciondolare i pugni lungo i fianchi; alcune ciocche dei suoi capelli bluastri ricaddero sul suo viso.
-E proteggete il maestro Splinter!- continuò Donatello, il primo a uscire dalla porta.
-Siate prudenti, figli miei!- ricordò papà, triste e inutile.
Si sentiva molto più vecchio di quanto non fosse già.
April gli strinse la mano sulla spalla, sperando di mostrargli il "bicchiere mezzo pieno".
-Ho bisogno di meditare, ragazzi- concluse cupamente papà, rintanandosi nella zona notte.

**********************************

E intanto io aspettavo con le forze ridotte al minimo. Non so quanto sangue avevo già perso, a giudicare dalla pozza sotto i miei piedi. Era inutile cercare di stingersi l'avambraccio al petto, tanto non serviva a nulla, se non a peggiorare il dolore.
Mi sentivo stanco, affamato e annoiato: che cosa potevo fare? Nel pieno dello sconforto, la mia mano sinistra vagò sul terreno fresco e abrasivo, bloccandosi accanto a quelle che mi parvero pietre.
-Con il fuoco potrei illuminare e vederci chiaro!- espressi felicemente.
Purtroppo il dire era meno complicato del fare... con una sola mano, trovai estremamente difficoltoso farmi un po' di luce, così nel pieno della rabbia, strusciai una delle pietre contro il muro, appiccando una scintilla.
-Ehi! Mi è venuta un'idea!- risi, neanche avessi scoperto l'acqua calda.
Strofinai con foca le pietre sulla parete, sino a quando non riuscii ad accendere un bel fuoco scoppiettante; intravidi alcuni rametti rinsecchiti, sparsi un po' ovunque. Li raccolsi, ravvivando il fuoco e uno, in particolare, aveva uno strato viscido, adatto come carboncino.
-Potrei disegnare qualcosa, giusto perché mi annoio!- mi proposi.
Provai a chiudere o aprire la mano destra, ma non rispondeva affatto... forse avevo subito qualche trauma o che ne so! Era Donnie il genio non io!
Impugnai il rametto nella mano sinistra e inarcai un sopracciglio.
-Da quando che è così facile impugnare oggetti nella mano sinistra?-.
Non ci badai più di tanto e iniziai a tracciare alcuni tratti, un po' tremolanti, ma abbastanzi chiari, da potermi destreggiare in un paesaggio con montagne, luna e vegetazione.
Stavo tratteggiando alcune foglie di piante verso la fine della parete, quando intravidi alcuni graffiti colorati. Sbattei un paio di volte le palpebre e li osservai.
-A occhio e croce, sembrano disegni di bambini- diagnosticai.
Accarezzai quelle macchie semi-cancellate verdi, arancioni, azzurre, rosse e viola, non potendo far a meno di avere un colpo bello grosso!
-Quelli siamo noi!- urlai, mentre la mia voce echeggiò nell'intera voragine.
Sì: non so come ma quei disegni infantili ci impersonavano... possibile? Mi sforzai di pensare, ma nella mia mente c'era solo il buio. Non so... forse già eravamo andati in quella specie di grotta segreta?
Mi girò la testa e stanco di disegnare, mi appoggiai alla parete, tenendo lo sguardo fisso sul fuoco crepitante... non dovevo dormire, o sarei sicuramente morto. Il mio avambraccio si stava infettando e non c'era nulla che potessi fare...

**********************************

I miei fratelli erano finalmente ritornati sulla stessa voragine dove ero sprofondato. Donnie accese la torcia e illuminò il grosso buco; i suoi occhi s'ingigantirono alla profondità oscura, dove non si vedeva la fine.
-Profondo...- emise in un sussurro spaventato.
-Pensi che Mikey si sia ferito?- domandò titubante Leo.
Donnie fece le spallucce e afferrò una spessa corda dal suo borsone: c'era, per fortuna, un masso abrasivo.
-Non dirmelo: ti è venuta un'idea, eh?- disse Raphie, a braccia conserte.
Donnie sorrise e legò intorno al masso la fune; era abbastanza lunga, a giudicare dai vari metri attorcigliati in terra. Chissà se sarebbero bastati, però.
-Ok... scenderò per primo- propose mio fratello: -Quando arriverò, tirerò la corda-.
-E a quel punto, scenderemo anche noi, giusto?- aggiunse Leo.
-Esatto. Fatemi gli auguri-.
Raphie ghignò: -Non ne hai bisogno-.
Donnie inspirò una boccata d'aria e mantenne la torcia con i denti: lentamente, iniziò a calarsi nel buco, attento a dove mettere i piedi e a non lasciarsi distrare.
-Com'è lì sotto?- chiese Raphael, con la torcia accesa.
-Buio!- articolò Donnie incomprensibilmente.
C'era un forte odore di umidità e squitti sinistri di animaletti notturni, infastiditi dalla luce della torcia, avrebbero inquietato chiunque, anche la tartaruga più coraggiosa.
"Mikey... dove sei?", pensò tristemente Donnie.
Continuò a scendere lentamente, quando il suo piede destro scivolò su una sporgerza viscida; la corda ebbe un piccolo strappo, ma non si strappò. Alcuni sassi rotolarono verso il basso, nel riverbero più intenso.
Donnie rimase con il fiato sospeso per un po', finché non comprese che aveva via libera. Sospirò sollevato e proseguì nella discesa. Ben presto, però, si accorse si una luce rossastra, verso quella che poteva essere la fine della voragine di trenta metri.
La corda, sfortunatamente, risultò corta di dieci metri. Robetta da nulla per un ninja: mio fratello si catapultò verso la luce, atterrando con un salto mortale su un suolo duro.

-Donnie?- chiamai.
-Mikey, sei tu?- esclamò mio fratello, correndo ad abbracciarmi: -Finalmente!-.
Sorrisi debolmente ed ebbi un mancamento: non sentivo più neppure il mio braccio destro. Il sangue era rappreso, tanto che anziché verde, la mia pelle era rossa.
-Il... il tuo braccio!- constatò Donnie, rabbrividendo allo strappo nella mano.
-Sono caduto e ho cercato di attutire in qualche modo...- raccontai con un sorriso sbilenco.
-Riesci a muovere le dita?- mi chiese cupo.
Tentai ma negai tristemente: -No, spiacente-.
-Dannazione- imprecò mio fratello: -Aspetta-.
Lo vidi che tirava per si arrampicò appena sulla parete per raggiungere la corda e strattonarla per due volte consecutive. Probabilmente era un segnale.
Ritornò da me e cominciò a pulirmi il braccio messo veramente male. Donnie notò anche lo schizzo sulla parete e mi sorrise.
-Onori davvero il Maestro Rinascimentale con il tuo nome, lo sai?-.
Era un gran complimento e annuii, appoggiando la testa contro il muro. Avevo una domanda da porgli, però... e non volevo più esitare.
-Don... posso farti una domanda?-.
Mio fratello mi versò un liquido fresco sul braccio e acconsentì.
-Siamo stati in questa grotta, da piccoli?-.
Per fargli comprendere il motivo della mia domanda, gli indicai i disegni infantili, sul muro. Mio fratello analizzò il tutto e mi dette uno sguardo perplesso.
-Mi meraviglio che te lo ricordi- mi disse con una certa "paura".
-Perché?- domandai accigliato: -A dire il vero non lo so-.
Donnie emise un grugnito: -Sì, quei disegni sono i tuoi-.
Sbattei le palpebre e m'illuminai: lo sapevo! Avevo ragione! Sono troppo grande, lo so!
-Il maestro ti ha portato qui quand'eri piccolo, direi a tre anni... vedi, tu non eri destinato ad accedere al Tribunale Ninja- mi raccontò seriamente.
Lo osservai, mentre la mia attenzione ricadde su due tonfi: grazie alla luce il mio cuore si eccitò alla vista di Leo e Raph.
-MIKEY! DONNIE!- urlarono praticamente in coro.
Raph mi abbracciò, strofinandomi le nocche sulla toste, nonostante avessi protestato al dolore. Entrambi si scurirono in volto quando videro i mini tartarughini sulla parete. Compresero che mio fratello mi stava spiegando la storia.
-A che sei arrivato?- domandò Leonardo a Donatello.
-Al Tribunale Ninja- rispose l'altro.
Si sedettero anche loro e ci guardammo negli occhi.
-Come stavo dicendo... tu eri diverso da noi, non per l'età bensì da un'ingiusta credenza su una tua particolare dote- continuò Donnie.
Mi avvolse il braccio nelle bende, senza che io potessi battere ciglio.
-Tu sei mancino, Michelangelo- mi disse Raphael: -Anzi, ambidestro-.
-Cosa?- esclamai intontito: -Mancino? Ambidestro?-.
-Sì... i Membri del Tribunale volevano tagliarti la mano sinistra, perché consideravano tutti i mancini "malati mentali " o più erroneamente "Mano del Diavolo"- aggiunse Leonardo.
-Mano del Diavolo?- ripetei debolmente.
-Il maestro non poteva permettertelo, così ti portò qui e t'insegnò a usare la mano destra, con egregio successo- concluse Donnie, sorridente.
-Allora, perché non mi ricordo?- sbottai, con la vista che mi si annebbiava sempre di più.
-Perché cadesti nell'acqua e ti ammalasti- mi raccontò Raphie: -Qui c'era un fiume, se non ricordo male e quando tu rischiasti l'annegamento, finisti in coma per due settimane-.
-Wow!- esclamai: -Certo che ho proprio la pellaccia dura, eh?-.
-Non è una cosa da riderci sopra!- mi rimproverò Leonardo.
-Leo... dovresti imparare a rilassa...-.
Non finii la frase: il troppo sangue perso mi fece perdere i sensi...
Buio, solo dolce e calmo buio...

**********************************

Un raggio di sole colpì il mio volto: aggrottai la fronte e schiusi le palpebre. Mi risvegliai in un morbido letto, nella zona notte della casa di Casey. Lo riconobbi dalle pareti, il pavimento e le travi di toghe di legno. Come una mansarda, mi misi a guardare il cielo cristallino dalla finestra aperta, con un sorriso.
Mi accorsi solo più tardi che il mio braccio destro era bendato e piegato in una fascetta, che attraversava il mio collo, come una collana.
-Opera di Donnie- sorrisi morbidamente, sentendo la porta aprirsi.
-Giorno, fratellino!- mi salutarono i miei fratelli, al settimo cielo.
-Colazione al letto? Sono per caso finito a Buckingam Palace?- schernii.
Leonardo era in possesso di un vassoio con del latte, un cornetto alla nutella e un arancio, mentre Donnie aveva le medicine. Dietro Raphael, comparvero anche il nostro papà, April e Casey. Tutti mi sorridevano.
-Come ti senti?- mi chiese April, strofinandomi la guancia.
-Molto meglio, grazie!- risposi con la pura verità.
Splinter si sedette sul mio letto e li poggiò la mano sulla mia sinistra. Dal suo sorriso, evidentemente i miei fratelli gli avevano raccontato tutto.
-S... sei arrabbiato, sensei?- gli chiesi.
Automaticamente, mangiai il tutto con la mano sinistra, con grande normalità nei gesti, come se l'avessi sempre usata.
-Per niente figliolo. Sapevo che non potevo cambiare la tua attidudine- mi rispose.
-La grotta era collegata alla nostra tana, lo sapevi?- mi disse Donatello.
-Sul serio?- feci perplesso: -Questo spiegherebbe perché mi era tutto familiare-.
-Perché temono i mancini?- chiesi imbronciato, fissandomi la mano destra.
-Perché non vedono oltre il loro cuore. Leggi il tuo diario, figliolo e capirai.
Donnie mi porse il mio quadernetto bianco e lo aprii. Fra mille scarabocchi colorati, quasi verso la fine, c'era una minuscola nota, scritta dalla mia mano sinistra.

Io sono il grande Michelangelo! Ho 3 anni e papà mi ha detto che sono speciale! Dice che sono ma... cino... non so come si scrive... forse... cin cin? Oggi sono arrivati dei ninja e mi hanno detto che porterò il male. Che significa?
Forse non devo essere cin cin? Leo, Don e Raph andranno alla scuola ninja e io no...
Sono triste!


Tutti si rattristarono: il Tribunale Ninja non mi era mai piaciuto... salvo per i nostri amici umani. Scossi il capo e inizia a ridere di gusto... malgrado ciò che avevo letto, mi sentivo di buon umore.
-Nessuno può impormi quale mano scegliere solo per sciocche superstizioni!-.
-Mikey ha ragione!- sorrise Leonardo: -Quasi quasi, anche io voglio diventare mancino!-.
-Non penso che potresti... al massimo ambidestro, come Mikey- corresse Donatello.
-E tu Raph?- domandai felicemente.
Mio fratello era un po' in disparte, ma mi guardò e sorrise.
-Solo se me lo insegni tu-...

E questa è la mia storia di come ho scoperto di essere ambidestro! Beh, certo, al mondo ci sono più destrosi che mancini o ambidestri, ma a me fa piacere questo mio "difetto"!
Saper scrivere con due mani diverse non è affatto una pessima idea, al contrario, favorisce il rafforzamento dell'emisfero celebrale che controlla la parte del corpo più "trascurata"!
Insomma, ci sono dei vantaggi!
Che dire... Cowabunga!

The End!


Angolo dell'Autore

Io: Visto? Una storia nata per una mia fissa!
M: Hai raccontato il mio segreto! ^o^
Io: Anche io sono ambidestro!
L: Sul serio?
Io: Altroché!
R: Forte!
M: Scusate, questa è la mia storia, non la vostra!
Io: Oh, andiamo! Tanto è pure finita!
M. -_-
Tutti: XD
 
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VOTO: (3 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
darkshell - Voto: 06/03/13 09:34
Adoro questa one-shot! Il modo in cui hai spiegato, rispecchia totalmente il modo di pensare di Michelangelo!
Chi lo sapeva che era ambidestro?
Beh, fuori la serie tv, si scoprono tante cose! E poi trovo sia una cosa magnifica saper scrivere con due mani!
Mi piacerebbe farlo!
Complimenti davvero!
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megarockgirl - Voto: 05/03/13 21:25
Che dooolllccceeeee!!!!!! Una storia davvero molto carina!! Bravo!! Sei ambidestro? FICOOO!!! *w*
Io no, infatti quando mi serve di usare la sinistra combino un sacco di disastri -_-
Miky ha ragione! Neanche a me Il tribunale ninja non è mai piaciuto (Joel & Co. a parte ^^) che idioti!!!
Davvero molto carina e simpatica!!! Bravissimo!!!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

isaryhamato - Voto: 05/03/13 21:16
Complimenti, splendida storia!!! Veramente!!!! Alla fine vogliono tutti imparare ad essere ambidestri, che bellini!!! XD Complimenti, splendida one-shot, bravo come sempre! :)
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