L'INCONTRO
- Capitolo 1° -
Oltre la desolazione di centinaia di villaggi distrutti, seguendo l’odore d’immonde creature, lo stupendo demone si faceva strada nella foresta…
“mio giovane signore Sesshomaru, cosa ci facciamo in un posto simile?” chiese preoccupato l’umile servitore Jaken…
“al centro di questa foresta si dice nascosta una potente arma forgiata ne da uomo ne da demone… (che sia questa degna di Sesshomaru?)” rispose impassibile.
Proseguirono in silenzio raggiungendo infine uno spiazzo verde tra immensi alberi secolari, qui l’odore dei demoni era troppo forte perche’ sesshomaru la fiutasse: sospesa a mezzaria vi era un arma conficcata solidamente nella corteccia, in piedi su di essa una ragazza con il capo chino su petto, gli occhi senza vita, i polsi dietro la schiena legati da una corda fissata intorno al grosso ramo, tutto attorno un’aura scura cos’i potente da scacciare qualunque demone cercasse di toccarla…
Nel vedere quella sagoma umana nello spiazzo e un enorme millepiedi davanti a lui la ragazza si rianimo’ come pervasa dal terrore, si sostenne al tronco con le corde e la schiena, sferro’ un calcio all’arma che si stacco dal tronco, sfreccio’ sollevando la chioma argentea e colpi il millepiedi, l’aura sprigionata dalla spada costrinse la creatura alla fuga in un grido di dolore…
Sesshomaru percepi’ dunque il suo odore, si volto’ guardando verso la ragazza “(ha odore umano, eppure ha scagliato fin qui quell’affare con tanta forza)”
“vattene via! Qui e’ pericoloso!” gli urlo’ lei senza riuscire a distinguerne la figura in penonbra…
lui la fisso’ con disprezzo per un secondo e senza degnarla di risposta si volto’ verso quell’oggetto conficcatosi a terra dopo aver colpito il millepiedi: sembrava una coppia di spade in un unico fodero ricoperto da pergamene…
“(quest’aura… sembra quasi che le spade stiano urlando)” penso’ porgendo la mano verso l’elsa, appena fu vicino quell’energia lo respinse con una potente scarica di corrente costringendolo a ritrarre la mano… “una bariera” sussuro’ come rivelandolo a se stesso… torno’ a volgere lo sguardo alla donna, prese a camminare verso l’albero, infine si sollevo’ da terra avvicinandolesi…
lei incredula “sta volando, non e’ un essere umano” dunque le fu dinanzi “sei un demone”… lui la fissava con occhi freddi come il ghiaccio, lei cercava di resistere ma ormai a sostenerla vi erano solo le funi legate ai polsi… per evitare di spezzarsi le braccia con il suo stesso peso premeva le piante dei piedi contro la corteccia lacerandosi la pelle…
“sei solo una lurida umana! Tuttavia… quell’arma puoi liberarla non e’ vero?” le intimo con tono minaccioso… “un demone non puo…” tento’ di rispondere, ma perse la presa scivolando con le piante dei piedi sull’albero in un grido di dolore… ansimando vide sfocarsi davanti a se gli artigli affilati, raccolse le forze rimastele, il demone fece scrocchiare le dita, terrorizzata si risollevo guardandolo in viso, il braccio si levava su di lei, “dunque… sto per…” sorrise e con un sospiro lascio la presa…
gli artigli affondarono il colpo lacerando il bersaglio in un secondo…
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