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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: CUORE NEMICO
Genere: Sentimentale, Romantico, Erotico, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Lemon, Shounen Ai, Slash
Autore: perverta galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/01/2013 12:26:33

per Harry l\'ultimo anno sarà pieno di sorprese e chissà anche di un\'amore imprevisto....HxD
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

The enemy heart
Un nuovo anno stava per iniziare a Hogwarts, l’ultimo per i nostri eroi.
Harry Potter, un ragazzo alto, magro, con dei capelli neri arruffati, occhi verde smeraldo e una strana cicatrice a forma di saetta sulla fronte era appoggiato su una delle colonne all’ingresso del castello, ad aspettare i suoi due migliori amici: Hermione Granger, una ragazza non molto alta, magra, con dei capelli castani e occhi color cioccolato; Ronald Weasley, comunemente chiamato Ron, un ragazzo poco più alto di Harry, dal fisico atletico, con dei capelli rosso fuoco e dagli occhi azzurri.
I due ragazzi arrivarono con l’ultima carrozza, trainata dai soliti cavalli invisibili. Dopo un’estate lontani si salutarono con molto entusiasmo, tanto da spaventare i ragazzi che aspettavano di essere smistati. <Harry come stai?> chiese Ron, anticipando di poco Hermione <alla grande, finalmente maggiorenne e dobbiamo assolutamente festeggiare> <quando vuoi Harry. Come hai passato l’estate?> questa volta era stata la ragazza a parlare <mi siete mancati, ma a parte gli enormi impegni è stata una bella estate> Harry spostò lo sguardo altrove quando nominò gli “enormi impegni”, come se fosse imbarazzato al solo pensiero, ma i suoi amici non lo notarono.
S’incamminarono verso la sala grande e Harry non smetteva di guardarsi intorno mentre si dirigevano verso il tavolo della loro casa, a Hermione sembrò un po’ strano ma non fece nessuna domanda e preferì concentrarsi sulle magnifiche decorazione della sala grande; come al solito era stupenda, illuminata dalla luce di vere fate e il soffitto incantato mostrava un magnifico cielo stellato, con una stupenda luna crescente a illuminare la notte. Sotto la vetrata centrale della sala era posto il tavolo degli insegnanti, dove al centro sedeva Silente, preside di Hogwarts; alle sue spalle era affisso un grande arazzo con i simboli delle quattro case, riuniti sotto una grande “H”. Di fronte al tavolo degli insegnanti c’erano quattro lunghe tavolate: una per Grifondoro, una per Tassorosso, una per Serpeverde e una per Corvonero.
Harry, Ron e Hermione presero posto al tavolo dei Grifondoro, sedendosi tra Ginny, la sorella minore di Ron e Neville.
Dopo lo smistamento Silente si alzò in piedi, pronto per il solito discorso d’inizio anno e per augurare a tutti buon banchetto.
Harry continuava a guardarsi intorno e quasi non toccò cibo, perso com’era nei suoi pensieri “aveva detto che ci saremmo incontrati alla cerimonia di smistamento, ma lui non c’è! Sono stato uno stupido a illudermi così”, un piccolo colpo sul braccio lo riportò alla realtà <Harry devi mangiare qualcosa o Ron lo farà al posto tuo> era Hermione con la sua solita espressione preoccupata <non ho molta fame. Penso che andrò a letto> il ragazzo augurò buona notte ai suoi due amici e si alzò, ma proprio in quel momento il portone della sala grande si spalancò, tanto da far entrare un uomo visibilmente di corsa e col fiato corto <scusate il ritardo Silente> fece un sorriso di scuse verso il preside mentre si dirigeva al tavolo degli insegnanti. Era lui! L’uomo che Harry stava scrupolosamente cercando da quando era arrivato. L’intera sala era rimasta affascinata da quell’uomo, soprattutto le donne e a Harry non era mai andato giù l’effetto che Marcus aveva sulla gente; questo era il nome di quell’uomo dal fisico atletico, alto, dalla pelle lattea e con dei capelli di un biondo ramato, che facevano risaltare i suoi occhi blu oltremare.
L'uomo arrivò al fianco di Silente e quest’ultimo si alzò accogliendolo in un abbraccio caloroso, poi si rivolse agli studenti <miei cari studenti lui è il vostro nuovo professore di difesa contro le arti oscure, il professor Marcus James> a quella notizia l’intero corpo studentesco femminile urlò di gioia, mentre i ragazzi fecero notare il loro disappunto. Quando le urla si calmarono, il nuovo professore si rivolse a Silente, chiedendogli se poteva congedarsi nel suo alloggio, per via del lungo viaggio aveva bisogno di riposo; l’uomo ancora sorridente gli fece cenno di si <signor Potter le dispiacerebbe accompagnare il professor James nel suo alloggio? Essendo che è già in piedi> tutti si voltarono verso Harry, che aveva assunto un’evidente sfumatura porpora in viso e si limitò a un misero cenno di si con la testa <perfetto. Professore può seguire il nostro gentile signor Potter> <grazie Albus> dopo una breve stretta di mano Marcus raggiunse Harry, che scattò subito verso l’entrata per fargli strada e lasciarsi dietro quell’atmosfera pesante della sala grande.
Appena furono fuori dalla sala con le porte chiuse alle loro spalle, Harry si voltò verso di lui con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e gli saltò addosso <che bello vederti> <ti avevo detto che ci saremmo rivisti qui> Marcus sorrideva mentre ricambiava quell’abbraccio <ma non avevi detto che saresti stato il mio insegnante> , quando si staccarono il ragazzo aveva gli occhi colmi di lacrime <non piangere su. Che ne dici di andare nel mio alloggio e continuare la discussione lì?> <certo, vieni ti accompagno> i due si avviarono verso il lato est del castello.
Harry trascorse quasi tutta la notte con Marcus e quando rientrò in sala comune erano le tre del mattino. Cercò di non svegliare nessuno ma Hermione lo stava aspettando seduta sul divano, avvolta in una coperta <cosa ci fai sveglia?> <ti aspettavo. Sei andato via con quel nuovo insegnante e non sei più tornato, vorrei sapere come mai?> aveva capito tutto o almeno è quello che pensava lui <ho fatto un giro> cercava di non sembrare imbarazzato, ma fallendo miseramente <Harry sono tua amica e vorrei che non mi trattassi da stupida, perché non lo sono. Secondo me, tu e quell’uomo avete avuto una storia quest’estate> a quel punto della conversazione non poteva più negare < ti prego non dirlo a nessuno. Non voglio che in giro si sappia che sono omosessuale e poi Marcus passerebbe dei grossi guai> Hermione si alzò dal divano e andò incontro all’amico <tranquillo Harry il tuo segreto è al sicuro> gli diede un bacio sulla guancia e ritornò nel dormitorio femminile, poco dopo anche Harry andò a dormire attento a non svegliare nessuno dei suoi compagni.
Harry si era appena addormentato quando la sveglia suonò, buttandolo giù dal letto. Si alzò, trascinandosi in bagno per farsi una doccia, prima di scendere in sala grande a fare colazione.
Era seduto in sala grande a fissare senza parole l’orario delle lezioni di quel giorno <quest’orario fa schifo!> Ron aveva espresso a voce alta il pensiero di tutti i Grifondoro dell’ultimo anno, ma non potevano farci niente <come si fa a mettere come prima materia dell’anno, pozioni? Insieme ai Serpeverde poi è assurdo> continuava a lamentarsi, anche se nessuno lo ascoltava più tranne Neville. Pozioni era la materia più odiata dall’intero corpo studentesco e non perché l’aula si trovasse nei sotterranei, dove si gelava in ogni stagione dell’anno ma per il professor Piton; un uomo non più così giovane, con i capelli neri unti, gli occhi come la pece e dalla strana pelle olivastra, che indossava sempre un vestito nero, che lo faceva assomigliare a un grande pipistrello e gli unici studenti che adorava erano quelli della sua casa, cioè i Serpeverde. Harry era troppo impegnato a fissare discretamente Marcus, che parlava con degli studenti che invece di ascoltarlo erano impegnati a mangiarselo con gli occhi, ma a l’uomo non importava perché era troppo occupato a salutare Harry, che ricambiò imbarazzato. Marcus congedò in fretta i due ragazzi e andò in fretta dal suo amante <Harry puoi venire con me?> tutti i ragazzi nelle vicinanze erano stupiti dal tono amichevole che il professore aveva usato con Harry <certo, ma non ho molto tempo prima dell’inizio delle lezioni> <non arriverai in ritardo> a quel punto i due si allontanarono, sparendo dietro una piccola porta, sotto gli sguardi stupiti e delusi degli altri ragazzi.
Appena furono da soli Marcus s’impossessò delle labbra del ragazzo, che ricambiò per i primi secondi <Marcus aspetta, che diavolo fai?> l’uomo lo guardò sorpreso, era la prima volta che Harry lo fermava in una situazione come quella <mi sembra evidente, ti bacio> <questo l’avevo notato, ma non mi sembra il momento> Marcus lo guardava come se non capisse la brutta situazione in cui lo stava cacciando e Harry non aveva tempo per spiegarglielo <devo andare. Ci vediamo dopo magari> senza aspettare la risposta dell’altro aprì la porta e sparì dietro di essa, lasciandolo in preda alla confusione e alla voglia.
Quando Harry raggiunse la sua classe tutti erano curiosi di sapere di cosa avevano parlato in quella stanza, ma l’entrata del professor Piton mise fine all’interrogatorio, momentaneamente almeno ed Harry per la prima volta gli fu grato per essere arrivato puntuale. Tra gli scherzi bastardi dei Serpeverde e le frecciatine acide di Piton, l’ora di pozioni fu straziante per l’intera casa Grifondoro e passò come al solito molto lentamente. Dopo pozioni Harry e Ron avevano lezione di divinazione, mentre Hermione di artimanzia così quando uscirono dai sotterranei si divisero, dandosi appuntamento in sala grande per il pranzo.
Harry e Ron si avviarono verso la torre nella parte est del castello, dove si trovava l’aula della professoressa Cooman, una donna molto minuta, piena di scialli, bracciali che sferruzzavano a ogni suo movimento e un paio di occhiali tondi, che le ingrandivano gli occhi tanto da farla assomigliare a un grosso insetto. All’aula si poteva accedere solo tramite una botola, da cui scendeva una scaletta d’argento; l’aula era sempre intrisa di odori acri, che facevano venire la nausea a tutti gli studenti e il camino era continuamente acceso; ma quel giorno non c’era nessuna traccia di odori orrendi e del fuoco, non c’era nemmeno traccia della professoressa ma solo di un biglietto da Silente, in cui avvertiva gli studenti che per imprevisti la lezione non ci sarebbe stata. Tutti gli studenti grati al preside per quella notizia, tornarono alcuni nella propria sala comune mentre altri si rifugiarono in sala grande.
Harry era diretto in sala grande con Ron, per aspettare Hermione ma all’improvviso cambiò idea, poteva approfittare di quell’occasione per stare con Marcus. <Ron ti raggiungo più tardi> <dove vai?> Harry non sapeva cosa dire, non ci aveva pensato ma forse poteva ancora cavarsela <ho dimenticato una cosa dalla Cooman. Ti raggiungo in sala grande> < va bene, a dopo> Harry corse subito via, senza nemmeno salutare il suo amico, che restò senza parole.
Harry arrivò all’alloggio di Marcus molto in fretta e attento a non essere visto, sperando di trovarlo lì. Bussò e la porta si aprì quasi immediatamente, mostrando un uomo con indosso solo un paio di jeans consumati dal tempo e appena vide il ragazzo restò alquanto sorpreso < Harry non dovresti essere a lezione?> <dovrei, ma la professoressa è assente. Avevo pensato di passare un po’ di tempo con te, oppure disturbo?> Marcus scosse la testa vigorosamente, mentre sorrideva. Afferrò Harry per un braccio e lo tirò dentro la sua stanza, così forte da rischiare di fargli prendere l’equilibrio <cosa vuoi fare?> <non lo so> Marcus si avvicinò al ragazzo molto lentamente, passandogli un braccio intorno alla vita e attirandolo verso il suo corpo <io avrei un’idea> dal suo tono di voce era evidente quali erano le sue intenzioni, lui usava quel tono suadente solo quando voleva fare sesso e Harry non sapeva dirgli di no in quelle occasioni <mi piace la tua idea, ma ho solo un paio d’ore prima di pranzo> <non preoccuparti per questa volta basteranno> Marcus imprigionò le labbra di Harry nelle sue, dando vita ad un bacio pieno di passione, mentre le sue mani lo liberavano dall’uniforme scolastica e iniziavano l’ennesima, ma non l’ultima, esplorazione di quel corpo che non smetteva mai di bramare. Marcus era sdraiato sulla schiena, mentre Harry era su di lui e si muoveva su e giù, ansimando ogni volta che il sesso del suo amante lo riempiva; quella era la sua pozione preferita, perché aveva il controllo ed era lui a decidere di dare o no piacere a Marcus. Con sorpresa del ragazzo, Marcus cambiò le sorti dell’amplesso e con un colpo di reni Harry si ritrovò sotto di lui, quest’ultimo iniziò a muoversi molto lentamente <no> <cosa no?> all’uomo piaceva giocare e Harry lo sapeva, voleva torturarlo negandogli il piacere, finché il ragazzo non l’avesse supplicato < Marcus ti prego. Voglio godere> <mi piaci ancora di più quando mi guardi così> Harry aveva lo sguardo carico di passione e a quell’espressione Marcus non sapeva resistere, iniziò a penetrarlo aumentando il ritmo sempre di più. Harry fu il primo ad arrivare, ma Marcus essendo un uomo poteva durare per ore <vuoi che continui?> <certo. Solo perché ho raggiunto l’orgasmo non devi fermarti> era sempre la stessa storia, Marcus si preoccupava inutilmente <ti dirò di più voglio che mi vieni dentro> Harry adorava quando il suo ragazzo si riversava dentro di lui, era come se si sentisse riempito, completo. L’uomo raggiunse l’orgasmo dopo variate spinte, riversandosi in Harry che lo accolse molto volentieri; uscì dal ragazzo e si distese al suo fianco ansimando, mentre Harry si accoccolava sul suo petto, disegnando con la mano dei piccoli cerchi, seguendo le linee dei suoi addominali scolpiti. Rimasero in quella posizione per qualche minuto, finché Harry ritrovate le forze si alzò dal letto, andando a raccogliere l’uniforme sparsa per tutto il pavimento; Marcus lo seguiva con lo sguardo, godendosi lo spettacolo del suo ragazzo che sculettava a destra e a manca in cerca dei suoi boxer <maledizione! Non restare a guardare come un’idiota, aiutami> Harry aveva iniziato ad imprecare e Marcus non riuscì a fare a meno di ridere a quella scena <Marcus! Mi aiuti o no?!> non riusciva a smettere di trovarlo buffo mentre s’infuriava ancora di più <sai che ti dico?! Tieniti pure i miei boxer, andrò in giro senza> all’improvviso Marcus smise di ridere e rivolse ad Harry un’occhiataccia <se non riesci a trovarli prendi un paio dei miei> gli gettò un paio di boxer azzurri con cuciture nere, colpendolo in faccia <grazie> rispose stizzito e riprese a vestirsi senza più fiatare, quando fu pronto salutò Marcus e s’incamminò verso la sala grande, con una brutta sensazione che gli attanagliava lo stomaco.
Raggiunse gli altri appena in tempo per il pranzo, sorprendendosi nel vedere che Marcus era già al suo posto, al fianco di Silente.

 
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