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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Yu-Gi-Oh! Duel Monster GX (Yu-Gi-Oh! GX)
Titolo Fanfic: BROKEN HEART
Genere: Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/01/2013 10:57:42

Quando si lacera, il cuore che rumore fa? (AtticusxNuovo Personaggio)
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Con un sospiro carico di amarezza abbassò lo sguardo verso i suoi piedi, la sabbia in cui erano nascosti veniva trascinata via dalle onde che continuavano senza sosta a lambire la riva. Il sole pareva galleggiare sulla superficie quieta del mare, in cielo i gabbiani facevano udire i loro canti striduli volteggiando nell’aria seguendo la brezza.
Tutto ciò che la attorniava sembrava tranquillo e sereno, nel suo animo invece regnava la confusione più totale. Era stata una sciocca a credere che un ragazzo come Atticus potesse perdere del tempo con una ragazzina del primo anno quale era lei.
Lui era di buona famiglia, uno studente Obelisk mentre lei era una semplice e insignificante Slyfer figlia di un marinaio e di un’artista circense. Il giorno stesso in cui aveva fatto il suo ingresso all’Accademia del Duellante aveva promesso che mai si sarebbe lasciata coinvolgere dai sentimenti…e invece aveva finito per caderci dentro come una pera.
Di tutti i ragazzi presenti in quella scuola, aveva finito per innamorarsi dell’unico a cui non importava nulla dell’amore. L’unico interesse di Atticus era di far perdere la testa ad ogni singola ragazza della scuola, senza alcun impegno dal punto di vista sentimentale.
Fino a qualche giorno fa si era illusa che quel ragazzo così dolce, affettuoso e bellissimo provasse davvero un sentimento sincero nei suoi riguardi. Altrimenti perché invitarla a quella festa?! Quanto tempo aveva impiegato per essere degna di stare al suo fianco? Neppure lo ricordava, nel suo cuore però avrebbe conservato per sempre quei fantastici momenti trascorsi insieme…anche quel bacio, il suo primo e unico bacio che aveva dato al ragazzo di cui aveva finito per innamorarsi.

- “ Sono stata una stupida! A lui importa solo essere ammirato, dei miei sentimenti se ne è sempre infischiato. Detesto tutte quelle ragazzine smorfiose con la bava alla bocca, credevo di essere l’unica e sola per lui…e invece sono uno dei tanti suoi tanti “gioiellini” da esporre nelle occasioni importanti. “

Si sedette a poca distanza dalla riva, lasciando che la leggera brezza proveniente dal mare facesse ondeggiare i suoi capelli colore del fuoco. Atticus diceva sempre che erano stati la prima cosa a colpirlo di lei, probabilmente perché nel suo “harem” non c’era mai stata una ragazza con i capelli rossi.
Al solo pensiero strinse forte i pugni per sfogare in qualche modo la rabbia che sentiva incendiarle l’anima e il cuore. Le nocche diventarono subito bianchissime e le unghie le si conficcarono nella carne ferendola leggermente ma a dire il vero non le interessava.
Atticus non l’aveva mai amata, la loro “storia” era stato soltanto un gioco, un passatempo con cui trastullarsi nei momenti di noia. Se solo ripensava ai momenti felici trascorsi insieme scoppiava in un pianto carico di disperazione, dolore e infine tristezza.
Quando poche ore fa lo aveva visto in compagnia di quelle due ragazze nei giardini del dormitorio blu, aveva desiderato con tutta se stessa di essere inghiottita da una voragine. Aveva giurato che lei era l’unica ragazza di cui davvero gli importava, allora perché andare a cercarne altre?!
Non sapeva dare una risposta a quella domanda, ricordava solamente la rabbia che aveva provato nel raggiungere Atticus e dello schiaffo che gli aveva mollato. Il suo difetto più grande era sempre stato quello di essere un tantino paranoica, o forse più semplicemente di perdere continuamente le persone a cui teneva di più.
L’ombra di un sorriso parve aleggiarle sul viso pallido punteggiato da lentiggini al ricordo della “serenata” che Atticus le aveva fatto sotto la finestra della sua stanza. Nonostante fosse stonato come una campana (lei era stata la prima a dirglielo senza tanti complimenti), sperava un giorno di diventare un idol della musica.
Quel concerto dal vivo però era stato molto divertente, una volta chiusa la finestra era scoppiata a ridere con grande disappunto di Isha la sua migliore amica e compagna di stanza. I momenti più felici della sua vita erano volati via, scoppiati come una bolla di sapone e…mai più sarebbero tornati. Atticus questa volta aveva superato ogni limite e non l’avrebbe perdonato, si era presa gioco di lei e dei suoi sentimenti…una persa in giro bella e buona.

- Sapevo che ti avrei trovato qui. Del resto questo…è il nostro posto, il luogo dove ci siamo incontrati la prima volta.

Quella voce famigliare ebbe il potere di farla sobbalzare per un momento, colta di sorpresa. Distolse rapidamente lo sguardo dopo aver donato un’occhiata ad Atticus che era in piedi a poca distanza da dove lei si trovava.
Aveva coraggio da vendere su questo non c’erano dubbi, presentarsi da lei dopo quello che aveva fatto e sperare in un suo perdono. Troppe volte questo era successo, tante volte l’aveva perdonato e ogni volta la storia andava ripetendosi. Ora basta!
Senza perdere altro tempo si alzò ripulendo la minigonna e la maglia celeste che indossava, dopo di che cominciò ad incamminarsi in direzione del dormitorio rosso. Aveva fatto si e no qualche passo, quando si sentì afferrare con forza per un polso e fatta voltare.
Il celeste dei suoi occhi si scontrò inevitabilmente con quelli marrone scuro quasi nero di Atticus, che serio come non mai la stava fissando. Ignorando in modo palese i battiti accelerati del proprio cuore, prese a dibattersi nel tentativo di liberarsi dalla presa ferrea attorno al suo polso.
Purtroppo però Atticus era molto più forte di lei, infatti, nel giro di un momento si ritrovò schiacciata contro il suo corpo, il capo poggiato sul petto. Rimase senza fiato e parole quando sentì chiaramente il cuore del ragazzo che nonostante tutto amava ancora, battere quasi quanto il suo.
Lei però non aveva certo intenzione di lasciarsi intenerire da una situazione simile e così dannatamente famigliare, che già altre volte si era ripetuta. Con tutta la forza che possedeva allontanò Atticus da se, ed a sua volta fece un passo indietro per poterlo guardare negli occhi.

- Si può sapere cosa vuoi ancora da me?! Non ti è bastato farmi soffrire per l’ennesima volta oggi?

- Io non c’entro niente Sunburst, quelle due ragazze mi hanno “accalappiato” proprio quando stavo per venire da te.

- Tsk. Chissà come mai mi riesce impossibile crederlo, ti consiglio di inventare una scusa migliore Atticus questa ormai è vecchia.

- Devi credermi. Tu mi piaci sul serio Sunburst, sei diversa dalle altre e per questo io…

- Tu. Cosa?

- Io ti amo.

Quella era la prima volta in assoluto che Atticus diceva di amarla, prima di allora mai si era sognato di farlo. Sorpresa e allo stesso tempo spaventata da chissà cosa, arretrò ancora di un passo chiedendosi se quello che aveva appena sentito era frutto solo ed esclusivo della sua immaginazione.
Il silenzio calò su entrambi interrotto soltanto dalle piccole onde che si infrangevano sulla riva lasciando piccoli ciottoli e frammenti di conchiglie dai colori perlacei. Atticus le si avvicinò annullando così la distanza che si era creata tra loro, le afferrò dolcemente il viso tra le mani e infine la baciò.
Chiuse subito gli occhi abbandonandosi a quel bacio sincero, che per la prima volta sapeva d’amore. Negli occhi del ragazzo che amava, così scuri e profondi ma allo stesso tempo dolci aveva visto sincerità e soprattutto timore.
Si sollevo sulle punte dei piedi in modo da poter circondare il collo del ragazzo che amava da impazzire con entrambe le braccia. Quelle di quest’ultimo invece si serrarono intorno ai suoi fianchi sollevandola ancor più da terra, in modo da poter essere alla stessa altezza e rendere così quel bacio ancor più meraviglioso e indimenticabile.
Alcuni istanti dopo si separarono in quanto respirare divenne una necessità, e lei dal canto suo distolse lo sguardo poggiando la testa sul petto di Atticus. Nuovamente il silenzio calò su di loro, le parole sembravano inutili in quel momento, entrambi persi nei loro pensieri e soprattutto nei sentimenti che ormai avrebbero condiviso insieme.

- Questa è la prima volta che dici di amarmi. Perché non l’hai mai fatto prima?

- L’ho capito soltanto oggi pomeriggio, quando ho rischiato di perderti…tu sei l’unica ragazza che davvero conta per me.

- Credo di essere io a doverti delle scuse. So di essere paranoica e molto possessiva, ma non posso farne a meno. Vedere sempre tutte quelle ragazze che urlano il tuo nome e civettano mi da tremendamente sui nervi. Loro sono tutte belle, di buona famiglia mentre io sono soltanto la figlia di un marinaio e di un’acrobata del circo.

- Shhh. Di loro non mi importa, io ti amo proprio perché sei diversa dalle altre...sono proprio le tue origini a renderti speciale. Non c’è proprio nulla di male ad essere figlia di artisti o marinai, ricordatelo.

- Però ti ho tirato quello schiaffo. Dimmi la verità: ti ho fatto male vero?

- Me lo sono meritato. Avrei dovuto liberarmi subito di loro e correre da te, invece di perdere tempo. Ora però torniamo indietro, tra poco farà buio e non mi piace che tu te ne vada in giro da sola è pericoloso.

Di fronte ad una tale “premura” nei suoi confronti, non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere, certe volte Atticus si credeva di avere a che fare con una bambina nonostante tra loro ci fossero solo due anni di differenza.
Prima che potesse avere il tempo di realizzare ciò che stava succedendo, venne sollevata da terra dal ragazzo che amava e portata in braccio sino al dormitorio blu. Prima di lasciare la spiaggia che era stato teatro del loro primo incontro, avvicinò le labbra a quelle di lui e lo baciò con intensità a trasporto insieme.
La rabbia di poche ore prima era soltanto un vago ricordo, così come il dolore e le lacrime che per quasi un anno aveva versato senza motivo. D’ora in avanti l’unica cosa per cui ci sarebbe stato posto nella sua vita era l’amore, niente e nessuno avrebbe potuto far vacillare questa certezza…neppure un branco di ragazzine urlanti e civettanti.

 
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