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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Tartarughe Ninja (Teenage Mutant Ninja Turtles)
Titolo Fanfic: BROKEN
Genere: Sentimentale, Azione, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, OOC
Autore: mikiturtle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/12/2012 20:11:22

Mikey ha una caviglia rotta, ma non è per quello che è molto triste.
 
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- Capitolo 1° -

I quattro fratelli Hamato erano sui tetti di New York a divertirsi come pazzi, giocando con la neve caduta nella notte. Tre sedicenni e un quindicenne ridevano e scherzavano, assaporando la fredda luce lunare nel cielo, mentre le sciarpe al loro collo, svolazzavano ad ogni movimento. L'aria era piacevole, malgrado fosse gelidissima: perché?
Beh... era il 23 dicembre, no? Era la cosiddetta "Anti-vigilia" e mancavano solo due giorni a Natale! L'albero, gli addobbi, il presepe già erano pronti! Mancavano solo i biscotti fatti in casa e tutte le varie leccornie natalizie.

-Non è meraviglioso, fratelli? Io adoro il Natale! E' l'unico giorno dove possiamo divorare una gran quantità di cibo e divertirci!- esclamò Michelangelo, mentre piroettava al settimo cielo dinanzi i suoi fratelli.

Don si aggiustò la lunga sciarpa azzurra a righe viola e ridacchiò: -Ovvio! Mangiare fino a star male, non è così?- e si poggiò la mano sul fianco destro.

Mikey s'imbronciò e gettò le braccia attorno al collo di Leo: -Andiamo, fratellone! Almeno tu hai capito che cosa voglio fare, no? Dimmi di sì!- lagnò, esibendo i suoi irresistibili occhi da cucciolo, conoscendo bene che quella era una debolezza che il maggiore non sapeva resistere.

Fu il turno di Raph, ma più che parlare, colpì precisamente la nuca del povero Michelangelo, il quale se la massaggiò, protestando con il pugno agitato: -Mi hai fatto male!-.

Il rosso ghignò e fu quello l'inizio della gara di palle di neve! I quattro fratelli si divisero in due gruppi; Don e Leo, Raph e Mikey. Avevano innalzato, con un agglomerato di neve, dei piccoli muretti, che funsero da barriere. Entrambi i gruppetti, stavano "elaborando" strategie per colpire e vincere. Ovviamente, mettersi in squadra con Donnie era un bel vantaggio, no?

-Ok, Leo! Ci basterà colpire con una finta il viso di Michelangelo, in modo che tu, appositamente, scavalcato la traiettoria di Raph, possa stenderli al tappeto, dopo che io blocco Mikey! Chiaro?- elaborò il sedicenne viola, in ginocchio e attento nello scrutare oltre la barriera innevata.

Il leader annuì e si accovacciò, con una grossa quantità di neve nella mano destra; le sue bianche iridi fissarono sghignazzanti oltre il bordo gelido, intravedendo appena le curve delle zucche pelate di Raph e Mikey. Anche loro stavano elaborando qualcosa... sebbene, qualcosa nella mente dell'azzurro dicesse di non dar molto peso.

-Allora, tu lanci le palle e io colpisco Don! Ok?- propose Raphael, mentre si picchiettava l'indice sulla mano destra: -Mi stai ascoltando?- chiese a un Mikey che continuava a fissare dietro il suo guscio.

Nonostante fossero quasi le ventitré e trenta, nel buio notturno, l'arancione non poté far a meno di notare delle stranissime ombre nere, nascoste dietro condizionatori di metallo, gole fra palazzi, cartelloni pubblicitari e camini. Più che ombre, al quindicenne scattò il senso ninja dell'allerta: c'erano i nemici... ovvero, i Foot Soldiers!
Esseri completamente vestiti di nero, tranne per il kimono, i guanti e gli stivali grigi; katana, Bo, Sai, nunchaku, fruste e balestre, sibilavano nell'aria, carica di tensione.

-Fratello... non è che potremmo rimandare la sfida con Leo e Don?- chiese Michelangelo, alquanto tremante di paura, per le circa trenta paia di occhi gialli, nemici; aveva una mano appoggiata sulla bocca e il ginocchio che appoggiava sulla neve, tremava senza sosta.

Raphael, alla sua destra, trovò alquanto patetica quella domanda, così dopo un dovuto ceffone sulla nuca dell'altro, il quale non protestò nemmeno, aggrottò la fronte: -Perché dovremmo farlo?- ringhiò lentamente, notando come uno strattone di Mikey l'avesse tirato fortemente in terra.

Il rosso si rese a malapena conto che aveva rischiato di perdere un occhio a causa di una fin troppo tagliente stella ninja. L'arma ninja, sulla quale capeggiava il classico Piede a Tre Punte nero, in un cerchio rosso sangue, simbolo del Foot Clan, giaceva proprio accanto alla coscia di Raphael. I suoi occhi sgranarono vedendo la moltitudine di ninja, che li avevano circondati. Anche Don e Leo si erano resi conto del pericolo e branditi katana e Bo, dai rispettivi foderi sul guscio, si piazzarono vicini agli altri due fratelli.

-Credo che rimanderemo la sfida!- ironizzò con evidente tensione Raphael, lasciando che le sue dita facessero volteggiare i suoi inseparabili pugnali Sai.

Donatello si guardò intorno e un pensiero gli martellò energicamente nella mente, già impegnata a elaborare una strategia di vittoria: -Dov'è Shredder?- e questo preoccupò non poco anche le altre tre tartarughe.

In effetti, i Foot non attaccavano mai senza l'ordine del loro capo, alias Oroku Saki, detto Shredder; forse, quell'attacco, era solo un variante di un attacco più subdolo. Probabilmente li avrebbero sfiancati per bene, in modo che sarebbero stati facilmente battuti o eliminati dalla "grattugia ambulante", uno dei soprannomi preferiti da Michelangelo.
Leonardo strinse i denti e divaricò le gambe, incurante del vento gelido che irrigidiva i muscoli corporei; ogni suo respiro era una nube bianca di vapore, ogni suo battito un forte ronzio nelle orecchie. Mai come quella volta, provò terrore... temeva una sconfitta orribile; c'erano troppi nemici e un forte campanello d'allarme squillò nella sua mente.
Sgranò gli occhi ed evitò per miracolo un kunai, schivandolo con una rapida spaccata, rimettendosi in piedi, con una verticale veloce.

-Gran bella schivata!- si complimentò Donnie, mostrando un sorriso e un pollice in su; tornò nuovamente serio quando si ritrovò a combattere contro un energumeno Foot di circa due metri, armato di una pistola revolver corvina: -Ehi, amico! Va bene che è Natale, ma, non credi di essere già in sovrappeso?- ironizzò, colpendolo giusto sulla spalla destra.

D'altro canto, Michelangelo, i cui nunchaku vorticavano energicamente, bloccò magistralmente un affondo di un Sai nemico, contrattaccando con un calcio a 360° in pieno sterno: -Don, non mi starai rubando le battute, spero! Sai, se tu credi che il tuo amico sia già bell'obeso, come pensi farà a saziarsi con il Cenone di Natale?- rispose, mentrei suoi fratelli non poterono far a meno di ridere.

Raphael bloccò un pugno di un ninja pugile nella mano e contrattaccò con un altro molto più potente in pieno viso. Il rosso ghignò di piacere quando sentì i lamenti del ninja disgraziato e notando come Leonardo fosse in difficoltà a bloccare circa otto katane e schivare, contemporaneamente, pugni che giungevano da ogni parte, pensò bene di aiutarlo. Corse su un cornicione di un palazzo frontale e si fermò quando una corda spessa e nera, che sosteneva una lunga fila di bandiere americane. Congiungendosi perfettamente con una punta metallizzata di un largo serbatoio d'acqua, il rosso incrociò i suoi Sai sulla corda e si lasciò scivolare, acquistando sempre più velocità! Scintille per il forte attrito si levarono nell'aria e la tartaruga, all'ultimo istante, gridò al fratello di chinare il capo. Leo fece come ordinatogli e i ninja nemici, caddero tutti come birilli.

-Non male!- sorrise il leader, mentre il rosso stava contando il suo punteggio notturno, colpendo un Foot sul capo, senza nemmeno voltarsi: -Oggi ti batto! Sono circa 18!- rise.

Leonardo, scosse il capo e la sua katana disarmò circa altri tre Foot, i quali, già in parte storditi dai precedenti colpi dei tenaci affondi di Don e quelli rotanti di Mikey, crollarono miseramente, senza neanche opporre un po' più di resistenza. Il giovane spadaccino guardò orgoglioso il suo lavoro e senza riporre le armi nei foderi, si avvicinò a Raphael, il quale guardava gli altri due fratelli, più in lontananza.

-Ricrediti, Raph: 21! Battuto ancora!- ironizzò l'azzurro, spingendogli l'indice sul pettorale destro, ottenendo un ringhio d'invidia: -Brutta bestia l'invidia, eh?- e i due si diressero correndo da Don e Mikey, chiaramente in difficoltà.

Si dia il caso che tutti i pezzi grossi dei Foot li stessero pestando per bene e forse più del dovuto; alcune chiazze bluastre, segno inconfondibile di lividi, capeggiavano sulla spalla di Donnie, il quale combatteva con più del 50% della sua forza persa. Il viola ansimava pericolosamente e fu letteralmente salvato dalla prontezza di riflessi di un Leo che aveva parato una naginata con la sua katana; l'energumeno premeva sulla lama dello spadaccino, il quale lo mise K.O. con un semplice calcio ai genitali.

-Grazie... Leo...- ansimò Donatello, strofinandosi il capo.

Il leader sorrise e i due voltarono lo sguardo a un Raph che stava lottando contro circa tre Big Foot Ninja, armati di katana, kusarigama e naginata. Michelangelo era parecchio spompato, ma non aveva rinunciato affatto a combattere; riafferrò il nunchaku, dato che era precedentemente scivolato in terra e si rimise in piedi. Inspirò una boccata d'aria nei polmoni e prestò maggiormente attenzione al Foot sulla sinistra di Raph: aveva una mano nascosta dietro la schiena; spostandosi lievemente di lato, egli poté notare una pistola! L'avrebbe usata per ferire Raph! Mikey, catturando il movimento della mano del Foot, non ci pensò due volte e si gettò sul fratello, mentre un colpo partì, fendendo l'aria.

Il tempo si rallentò, la bocca spalancata di Raph vedeva scivolarsi il fratellino contro il suo petto... la rabbia gli ribolliva nel corpo e non ci pensò su: urlò inferocito e raccogliendo tutta la furia omicida che custodiva nel corpo, affondò i suoi Sai nella carne del nemico, assaporandone gli spruzzi scarlatti che sfumarono di rosso la neve. Anche se avrebbe voluto farlo, il rosso non li uccise: si limitò semplicemente a ritorcergli contro lo stesso male di un Mikey privo di sensi, sulla neve.

-Meritate una lunga e sofferta morte! IN AGONIA!- gridò a pieni polmoni, guardandoli con puro odio; sentì la voce morbida di Leo che lo costrinse debolmente a lasciar perdere quel branco di stolti e di occuparsi, piuttosto, di Michelangelo.

Donnie, già con il volto fiammeggiante per le lacrime che tratteneva a fatica, era inginocchiato accanto all'arancione, fra le sue braccia e osservandone i lividi superficiali sul corpo, il suo cuore mancò un battito al buco rosso che capeggiava sulla caviglia destra... Il proiettile della pistola era penetrato a fondo, bruciandone la carne, frantumando le ossa e tranciando i tendini... Lo prese fra le braccia e lasciando il tetto dove una pozza rossa fresca, rifletteva la luna triste nel cielo annuvolato, si calarono nel tombino della 39esima...

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Una volta alla tana, Leo e Raph raccontarono frettolosamente al maestro Splinter la disavventura che avevano appena vissuto e notando come Donatello stesse curando il povero Mikey, disteso sul lettino del laboratorio di Donnie, dove l'essenziale non è mai abbastanza, il maestro non poteva far a meno di sentire il suo cuore scuro e trafitto dal dolore.

-Figli miei, questa notte siete stati intrappolati in un'imboscata- disse Splinter, parecchio cupo sul volto: -Non mi piace per niente. Shredder non permette mai di ridurvi nello stato di Michelangelo, senza che lo faccia personalmente- proseguì, mentre le sue mani strinsero nervosamente il bastone da passeggio.

Leonardo deglutì e abbassò lo sguardo carico di sensi di colpa; si strofinò stancamente una mano sul viso e ridusse gli occhi a due fessure, cercando un modo per trattenere la rabbia che stava pizzicando il suo naso... niente lacrime! Si era sempre ripromesso di non farlo.

Raphael era pazzo di rabbia e avvertì qualcosa di fresco gocciolare sulla sua gamba; voltò immediatamente lo sguardo furioso sul Sai sinistro e si accorse che la lama più lunga era imbrattata del sangue di un Foot. Inarcò un sopracciglio e sguainò la sua arma, ridendo sottovoce.

"La vostra morte sarà lunga e dolorosa!", si ripeté nella mente, incurante degli sguardi curiosi di Leonardo e Splinter.

Il tempo trascorreva e il batticuore legato ai pensieri negativi martellava nel petto; Raphael sedeva nervosamente sul divano del salotto, con un braccio penzolante sul bordo e l'altra sul viso. Era davvero molto stanco, ma non avrebbe riposato fino a quando non avrebbe saputo l'esito sulle condizioni del fratellino. Leonardo, al contrario, era appoggiato contro un pilastro, con lo sguardo perso nel vuoto e le braccia conserte; le fasce della sua maschera erano appoggiate sul pettorale.

"Sono io la causa di ciò che è accaduto a Michelangelo... Sono un pessimo fratello...", si ripeteva senza sosta.

Splinter meditava con le ginocchia piegate, seduto sulla poltrona, proprio accanto a Raphael; era apparentemente calmo, ma i tremori che manifestava, di tanto in tanto, il suo vecchio corpo, dimostravano il contrario.

"Cos'è che Shredder vuole dai miei bambini?", si tormentava, cercando la risposta nell'assente pace interiore.

Finalmente, la porta ramata del laboratorio di Donnie, si aprì e in breve, l'attenzione dei tre mutanti ricadde sul viola, il quale si strofinò il viso stanco, sopprimendo uno sbadiglio; gettò lo sguardo arrossato dal pianto verso l'orologio a cucù appeso in solitaria, su uno dei pilastri portanti della tana: erano le due del mattino.

Splinter fu il primo a chiedere: -Come sta Michelangelo, figliolo?-.

Il viola sbatté le palpebre e decise di mostrar loro un Mikey addormentato, con una coperta bianca sull'addome. Aveva dei cerotti sulle braccia, ma non erano gravi; il danno più grave era il bendaggio candido sulla caviglia destra: rotta.

Don prese un profondo respiro e parlò, accarezzando la spalla destra del fratellino: -Il proiettile ha causato non pochi danni; suppergiù, potrei dire che dovrebbe essere in grado di rimettersi in sesto tra quattro mesi. L'osso è lesionato in malo modo e i suoi muscoli presentano delle bruciature interne... per non parlare delle sue vertebre...-.

Raph ebbe un battito mancante e strinse i pugni: -E... non potresti farti aiutare da Leadtheread?- domandò quasi in un sussurro.

Il viola scosse il capo afflitto; coprì meglio la gamba di Mikey e dette la risposta: -Lead è con gli Utrom- e tutti annuirono...

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Lotta. Fratelli. Nunchaku. Armi. Dolore. Dolore. Dolore...

Era quasi le sette del mattino quando Mikey schiuse finalmente le pesanti palpebre; mise debolmente a fuoco l'immagine del laboratorio di Donnie, ma non servì a molto, dal momento che era tutto molto buio; la tartaruga seppe riconoscere il posto grazie al forte odore di medicinali.

"Ok... Sono sveglio... almeno, credo... Uhm... qual'è l'ultima cosa che ricordo? Ah, sì! Lo sparo e Raph che gridava...", pensò come prima cosa; tentò di muoversi ma esibì un grugnito di dolore, quando mosse debolmente la sua caviglia malconcia.

Avrebbe voluto vedere il bendaggio che sicuramente c'era su di essa, ma ben presto si rese conto che era davvero molto stanco e molto debole per mettersi almeno seduto. Preferì rimanere disteso, magari a immaginare qualche turbinio di fumetti, ben stampati nella sua memoria, grazie a tutte le ore di lettura... eppure, ogni volta, vedeva il Foot, suo fratello Raphael il pericolo e il mondo che si oscurava. Decise di non pensare e la sua attenzione ricadde su una scia di luce gialla, proveniente da una fessura della porta.

-Mikey?- chiese morbidamente la voce di Donnie, mentre entrava: -Sei sveglio?-.

L'arancione, malgrado avesse la bocca impastata da un sapore non troppo gradevole, dette ugualmente una risposta: -Certo. Anzi, mai stato meglio, fratello!- ridacchiò, anche se dovette ricredersi al dolore pulsante nella caviglia rotta.

-Ricordi cosa ti è accaduto?- proseguì il viola, brandendo uno sgabello da sotto la sua scrivania, sedendosi accanto al fratellino; allungò il braccio e una fioca luce bianca, illuminò parzialmente il caotico lab di Donnie.

Michelangelo annuì distrattamente, ma preferì non parlarne; si sentiva stranamente a disagio, malgrado la stessa sorte non fosse toccata a Raph: -Che è successo alla mia caviglia? Mi fa un male cane!- chiese a voce bassa e grave, mai udita in sedici anni di ninjitsu.

Donatello si strofinò la nuca e con un po' di coraggio, pensò bene di raccontargli ciò che sapevano già Splinter, Leo e Raph. A racconto ultimato, l'arancione annuì accigliato e si perse a fissare il soffitto, con un silenzio pieno di rancore e sensi di colpa. Questo non piacque a Donnie.

-Qualcosa non va? Beh, oltre la caviglia, logicamente- domandò il genio premuroso, strofinandogli dolcemente la mano sulla spalla sinistra; lo costrinse ad affondargli la testa sui pettorali, cullandolo: -Mikey, fra quattro settimane tornerai come nuovo...-.

L'arancione annuì ma preferì staccarsi, essendo troppo di malumore, senza capirne il perché; la sconfitta che aveva subito, (principalmente lui), era davvero un chiodo fisso. Donnie ci rimase un po' male, sperava di poter rallegrare il suo fratellino, ma non ci riuscì affatto. Sospirò e lo aiutò a sedersi sul lettino, rimboccandogli nuovamente la candida coperta; proprio quando la bocca del viola stava per pronunciare delle parole carine per risollevare il morale dell'altro, Leo, Raph e il maestro Splinter, si fermarono sull'uscio della porta.

I loro volti s'illuminarono e Raph non poté far a meno di manifestare la sua grande felicità; avvolse le braccia a Mikey, il quale non sorrise neanche: -Mik, vecchio idrovora! Eravamo tutti preoccupati per te! Sono contento che tu stia bene!- rise, strofinandogli il pugno sulla testa.

Michelangelo non protestò e rimase a fissare la sua caviglia ingessata, con uno sguardo cupo.

Raphael inarcò il sopracciglio destro e guardò prima Leo, che fece le spallucce e poi Don, il quale scosse il capo negativamente. Il loro fratellino aveva perso la sua solare felicità... era freddo, spento e vuoto. Leonardo ebbe, però, un'idea... era la Vigilia di Natale e le tartarughe amavano molto addobbare la tana proprio in quella giornata. Mikey adorava moltissimo il Natale, non tanto per i dolci, ma proprio perché poteva donare il denaro raccimolato, durante tutto l'anno, per darlo in beneficenza a un orfanotrofio. Una bambina, infatti, fin da subito aveva apprezzato il suo Klunk... era sorridente, malgrado avesse un brutto cancro. Si chiamava Elisabeth.

-Ragazzi, abbiamo scordato di preparare l'albero!- propose il leader, picchiettando con il gomito, lo sterno di Raph, il quale sorrise: -Manca solo un giorno a Natale!- ricordò.

-Sì e a quanto pare, basterà chiamare il buon caro Casey per farci portare l'abete dello scorso anno! Ed April per preparare il Cenone!- aggiunse Donnie, mascherando il vistoso rossore delle sue gote, con la mano sul viso.

Tutti, tranne Mikey, ridacchiarono: era risaputo, in casa Hamato, che il genio era follemente innamorato di April, malgrado stesse avendo una relazione con Casey.

La piccola palletta di pelo di Klunk, il micio arancione di Mikey, infilò teneramente la testa oltre l'uscio della porta esagonale del lab di Donnie e corse felicemente quando vide il suo padroncino sveglio. Saltò energicamente sul lettino dove giaceva l'arancione e fece le fusa, strofinando il suo muso contro le sue dita.

Nemmeno questo rallegrò Michelangelo.

-E' ora di colazione, figliolo- disse il maestro Splinter, strofinando il suo indice contro la guancia del figlio minore: -Hai fame?-.

La tartaruga dai doppi nunchaku scosse il capo, in diniego e sospirò amaramente; notò come una coppia di stampelle tubolari metalliche, stessero appoggiate in un angolo della stanza. Donatello intuì, dal suo sguardo curioso, che il fratellino stesse seriamente pensando di camminare... perlomeno, considerare la gravità del danno. Annuì come risposta al suo pensiero e le prese.

-Scommetto vuoi già camminare, giusto?- sorrise, porgendogli i due sostegni: -Per te sarà come un "ritorno al passato" non troppo piacevole-.

Infatti, durante l'ultima battaglia contro Shredder, sulla sua astronave, il malvagio Utrom, ben protetto dalla sua armatura tecno-potenziata, era riuscito a rompere un braccio a Don, folgorare Splinter, frantumare le gambe di Mikey, fratturare alcune costole di Raphael e Karai ruppe uno dei piastroni del guscio di Leo, ferendogli perfino una spalla. Non era mai piacevole ricordare quell'episodio, specie se, come seguito, Leo cominciò a tormentarsi a tal punto, di ferire il sensei. Guarì quando sostenne un addestramento con Ancent One.

-Sì, ovvio- tagliò corto l'arancione, mentre Klunk, miagolando, saltò giù dal comodo e caldo giaciglio, accanto a Mikey; egli, aiutato da Raph e Leo, si sporse oltre il bordo del lettino e fece scivolare le stampelle sotto le sue ascelle.

Un forte dolore lo fece trasalire e delle vertigini gli sfocarono la vista, ma non se ne curò e si stabilì in piedi, sostando accuratamente il peso corporeo sulla gamba sinistra. Tutto sommato, non andava tanto male. Bisognava fare solo un po' di pratica.

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Finita una sostanziosa colazione a base di latte, biscotti e marmellata, le quattro giovani tartarughe si diressero nel dojo. I più grandi cominciarono i loro katà, mentre Michelangelo si gettò noiosamente sul divano, senza nemmeno accendere la sua amata tv. Klunk, il quale aveva divorato una generosa quantità di croccantini, saltò sulle cosce dell'arancione e si acciambellò per riposare.
La tartaruga gli strofinò dolcemente il pelo e la sua mente si ritrovò nuovamente a viaggiare, fermandosi sullo sparo e suo fratello Raph che gridava... le sue urla rimbombavano nelle orecchie. Faceva troppo male... era tutto dannatamente orribile. Michelangelo si sentiva un fallito: quello che gli dicevano sempre i suoi fratelli, si era realizzato...

"Mikey! Smettila di giocare! Devi allenarti! Un guerriero ninja deve essere sempre pronto!".

"Appunto! Leo ha ragione! Non attribuire la tua vita a quella degli eroi dei fumetti! Oltre tutto, non esistono! Mettitelo in testa!".

"Per me, sarai sempre l'ultima ruota del carro, Mikey! E voglio tu sappia che non ho intenzione di proteggerti in eterno! Impara a cavartela da solo!".

"Che cosa ho sbagliato con te, figliolo? Credevo tu fossi almeno al livello dei tuoi fratelli!".

-Mikey!-.

"Non voglio essere un peso per loro... non voglio!".

-Michelangelo?-.

"Perché fa troppo male... io, quello che sfigura in questa famiglia...".

-Fratellino?-.

Michelangelo schiuse gli occhi: davanti a lui c'erano April, Casey, Splinter e i suoi fratelli. Nei loro occhi si lesse chiaramente una nota di preoccupazione. L'arancione sbatté le palpebre e notò come l'orologio del salotto stesse già battendo le undici del mattino... Era rimasto a riflettere per circa quattro ore? Buffo per uno che si distrae dopo il primo minuto! Klunk era andato a dormire nella sua cesta e nella tana, galleggiava un gradevole profumino di biscotti e dolci natalizi. Invece, proprio al centro del dojo, capeggiava un bell'albero smeraldo, ancora spoglio.

-Come va, la caviglia, Mikey?- chiese April, apprensivamente, sedendosi accanto a lui.

L'arancione non riuscì nemmeno a sorridere: -Abbastanza male...- mormorò con voce talmente grave, che scosse non poco i cuori dei presenti.

Cos'è che non andava con Mikey? Dov'era la giovane tartaruga sempre allegra e sorridente?

Raphael non poté far a meno di chiedersi, se il malumore del fratellino non fosse per causa sua... del resto, gli era grato per avergli impedito la stessa sorte. La rabbia ribolliva in ogni vena del rosso: lui era, dopo Leo, suo fratello maggiore e doveva proteggerlo, non viceversa. Gli si avvicinò e si appoggiò sul bordo del divano, battendogli l'indice dolcemente sulla testa del minore.

-Ti va di aiutarci con l'albero, fratellino?- domandò, sperando almeno in un lieve sorriso come protesta o gioco: -O preferisci stabilirti in cucina?- ridacchiò.

Il minore abbassò lo sguardo e guardò la sua caviglia: -Né l'una né l'altra. Vorrei andare in camera mia, se non vi dispiace- e detto ciò, brandì le sue stampelle, dirigendosi nella zona notte della tana.

Ci fu un silenzio denso di stupore... era la prima volta che il "re del divertimento" si comportava quasi da Raph, quando faceva il lunatico. Si scambiarono delle fugaci occhiate, decidendo di lasciarlo un po' in pace... forse era semplicemente preoccupato per l'uso della sua caviglia, ma il modo in cui si stava comportando, scartava abbondantemente tale ipotesi.

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"Non è giusto! Non è giusto! Perché mi sento così in colpa?!", gridava Mikey nella sua mente, gettando un cuscino all'aria, mentre era disteso supino sul suo letto, nel buio: "So bene di essere il perdente dei miei fratelli... però..." e un'idea gli balenò in mente.

Si alzò, facendosi leva sul bordo del comodino e brandì le sue stampelle, dirigendosi al suo armadio; accese prima la luce e afferrò un impermeabile nero, un cappello dello stesso colore, un maglione arancione, un pantalone nocciola, la sua sciarpa arancione e si vestì, avendo non poche difficoltà. S'inginocchiò sotto il suo letto e afferrò una piccola scatola di cartone da scarpe; aperse il coperchio e ne tirò fuori un portafogli di cuoio terra d'ombra. Contò i bigliettoni verdi che vi erano dentro: giacevano circa 750 dollari. Erano stati tutti i soldi conservati durante l'anno, rinunciando a tutti i fumetti, i giocattoli e la nuova PlayStation. Li avrebbe donati all'orfanotrofio dove c'era la sua piccola amica Elisabeth.

Si diresse calmamente nel dojo, notando come i suoi fratelli stessero appendendo alcune stelle filanti ai pilastri della tana: -Ehi, Mikey! Dove te ne vai in pieno giorno?- chiese accigliato Donatello, sceso dal suo scaletto di ferro.

La tartaruga viola gli fu vicino, seguito da tutti gli altri: -E per giunta con una ferita bella fresca! Non puoi ancora camminare!- protestò, indicandogli i vari problemi legati a una lenta guarigione.

Michelangelo scosse leggermente il capo e ignorò bellamente le continue proteste sagge della sua famiglia; si diresse all'ascensore della tana e lasciò gli sguardi meravigliati della sua famiglia dietro le porte crema che si richiusero dinanzi al suo volto. Egli aveva intenzione di andare a trovare la sua piccola amica e con il denaro in tasca, decise di prendere la moto di suo fratello Raph, notando come il suo Klunk, era riuscito a seguirlo. Attirò la sua attenzione con un miagolio e la tartaruga lo infilò nella larga tasca destra del suo impermeabile.

Con estrema fatica, salì sulla moto rosso fiammante e s'infilò il casco sul capo, cercando di sistemare alla bene e meglio, le sue stampelle. Pigiò sul telecomando del mazzo di chiavi, nel motorino di accensione del veicolo e la serranda del vecchio magazzino abbandonato, si aprì, permettendogli di uscire. Le strade erano innevate e il cielo minacciava una nuova bufera di neve.

"Non m'importa! Devo andare da Eli!", pensò con determinazione, sgommando e rombando.

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Rimasti nella tana, Leo, Don e Raph si occuparono anche di preparare l'albero di Natale; palline rosse e dorate, stelle filanti blu e argentee, fiocchetti e campanelle erano pronti per essere appesi sui rami sintetici smeraldo. Le serie natalizie, giacevano su un tavolino, pronte per illuminare.
Eppure, lo spirito natalizio era momentaneamente assopito dalla tristezza del cuore.

-Non mi va affatto giù che Michelangelo non sia qui, a preparare con noi l'albero e tutto il resto!- bofonchiò Donatello, provando una serie luminosa per capire se funzionasse o meno.

Dalla cucina, sbucò Casey con un piatto colmo di biscotti natalizi con glassa e cioccolato, a forma di albero e tartaruga: -Sono certo che voleva un po' di tempo per stare da solo!- e sgranocchiò un altro dolcetto, porgendone alcuni anche a quel golosone di Raphael.

Fra un biscotto e un altro, il rosso cominciò a pensare: -Dite pure quel che volete, ma io so che Michelangelo è infuriato per il suo infortunio! E' la stessa cosa accaduta a Leo, ricordate?- e si strofinò con il pollice, la glassa dalle sue labbra.

Don e Leo si scambiarono una fugace occhiata e annuirono: -Hai ragione! E se si sente in quel modo è solamente colpa nostra!- dissero in contemporanea.

Splinter, che stava confezionando alcuni regali per i suoi ragazzi, uscì dalla sua stanza, volendo partecipare al discorso sensato dei figli: -E una parte è anche colpa mia. Avrei dovuto sostenerlo, non arrendermi. Bisogna trovare vostro fratello e ricordargli che grande ninja è stato!- propose, stringendo nervosamente il suo bastone.

-E credo di sapere perfettamente, dove sia andato!- ridacchiò il genio, tamburellandosi le dita sul mento, con fare pensieroso: -Ricordate lo scorso Natale, quando Mikey ha trovato Klunk? Beh, alla fine di quell'episodio, abbiamo portato un po' di felicità in un orfanotrofio, sulla 45esima! E scommetto il guscio che Mik sia andato proprio lì!-.

Leonardo sorrise: -Che cosa stiamo aspettando, allora? Muoviamoci!- e i tre fratelli si diressero nel vecchio magazzino abbandonato; seppur Raph avesse ringhiato di rabbia non vedendo la sua motocicletta, stavolta ghignò.

Il suo fratellino l'aveva presa per scaricare la rabbia nel cuore.

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Finalmente Michelangelo raggiunse una struttura abbastanza in buone condizioni; mura color crema, una porta di vetro che fungeva da porta, finestre con ante, un vicolo a fianco, adatto per parcheggiare la moto e aggiustarsi meglio il travestimento. La tartaruga, mimetizzata nell'ombra del vicoletto, afferrò dal piccolo zainetto che si era portato, un costume da elfo tutto verde prato brillante. Si cambiò frettolosamente; s'infilò un paio di orecchie a punta finte, un cappellino a punta, un paio di stivali castani proteggevano le sue caviglie, malgrado quella rotta pulsasse insistentemente di dolore sordo. Il piccolo Klunk si adagiò nella mano di Mikey, essendo molto piccolo e miagolò eccitato.

-Certo che vedremo Eli! Ho alcuni regalini per quei piccoli angeli del cielo!- gli rispose.

Inspirò l'aria carica di gelo e quando si ritrovò dinanzi alla porta, la spinse, entrando con il suo sacco marrone poggiato sulla spalla, zoppicando. C'erano molte coppie che giocavano con quei bimbi senza genitori: molti di loro, avrebbero avuto una casa e una famiglia. Questo riempì di gioia il cuore della turtle, la cui attenzione venne catturata da una risatina molto familiare. Si voltò e il suo viso s'illuminò!

-Salve, signor Michelangelo!- rise, abbracciandolo: -E ciao anche a te, Klunk!- sorrise, accarezzando il morbido micio che miagolò di piacere.

Michelangelo si era inginocchiato a fatica e preso in braccio la bambina di soli sette anni, accolse gioiosamente un gruppetto di bimbi della stessa età di Eli. Erano tutti molto felici e lo furono ancora di più quando la tartaruga scambiata per un normale ragazzo mascherato, distribuì loro alcuni regali. Peluche e trenini c'erano in abbondanza per tutti! Eli ricevette un morbido orsetto bianco dai teneri occhi neri e un fiocco arancione sotto il collo.

-Grazie, signor Michelangelo! Sono così felice adesso!- sorrise l'affabile bimbetta, notando la fasciatura bianca che sbucava dallo stivale; divenne triste e indicò la ferita: -Si è fatto male?-.

Mikey non poté far a meno di sorridere alla premura della bambina e in quell'istante, tre strani ragazzi vestiti da elfo, con delle maschere ninja sul volto, catturarono l'attenzione dei piccoli orfanelli. Leonardo, Donatello e Raphael erano appena entrati e con dei caldi sorrisi, distribuirono dei giocattoli ai piccoli.
Raph strizzò l'occhio al fratellino, che non poté far a meno di sorridere... in quel momento, un turbinio di immagini prese a voltare troppo velocemente per capire cosa stesse accadendo. La giovane tartaruga, sentì il suo battito cardiaco accelerare a vista d'occhio e la sua gamba pulsò sordamente di un dolore accecante... vide il volto di Eli che giocava con il suo peluche e ben presto, il mondo si oscurò...

-MIKEY! MIKEY!-...

****************************************

25 dicembre, ore 24.01

Natale. Finalmente, la tanto attesa festa era giunta. Tutta New York era in fermento! Da un solo minuto, nel cielo notturno i fuochi d'artificio scoppiavano in esplosioni di colore e rumore, le persone brindavano con dello champagne, godendosi la loro felicità e quella dei doni che i bimbi avrebbero trovato sotto l'albero. Era davvero una festa stupenda.
A casa Hamato, nelle fogne della 39esima, si respirava aria di tensione. Michelangelo aveva perso i sensi nell'orfanotrofio e Donatello aveva detto agli altri che si trattava solo di una forte ricaduta emotiva-fisica. April e Casey erano con loro, primo per gli auguri e secondo per sapere come stava il giovane "Santa Claus".

Donnie uscì nuovamente dal suo laboratorio e si diresse nel dojo, dove l'abete brillava di silenziose luci: -Beh, per il momento è stabile...- sospirò, poggiandosi le mani sui fianchi.

Annuirono e osservarono le sfumature colorate sui muri, che proiettavano le serie natalizie.

Raphael, il quale sedeva stancamente sul divano, giocherellava con uno dei suoi Sai, facendolo roteare instancabilmente nelle dita, per poi rosicchiare la stessa lama che aveva tranciato la carne di quello stupido Foot Ninja. Ridusse gli occhi a due fessure e si alzò, dirigendosi al laboratorio, con le mani sui fianchi e aria da perfetto snob. Conoscendolo, era deciso a parlare con Michelangelo, nonostante stesse ancora riposando.

Varcò l'uscio esagonale del lab, notando come un paio di occhi privi di iridi erano spalancati, piuttosto impauriti; temevano qualcosa. Cercavano la piccola Elisabeth, gli altri bambini, i doni, la felicità e quando la mente si riconnesse, egli scattò, sollevando dolorosamente il suo busto.

-No!- gridò l'arancione, guardando Raphael terrorizzato: -Non ho dato i soldi all'orfanotrofio! Sono un fallito! Un miserabile! Uno stupido! Un lamebrain! Un... uno che non sa proteggere la propria famiglia!- gridava sempre più, scoppiando in lacrime.

Don, Leo, Splinter, April e Casey corsero a vedere immediatamente e non osarono interrompere la premura che Raph aveva nell'abbracciare il suo fratellino singhiozzante.

-Mi dispiace Raph... mi dispiace... è tutta colpa mia...- ripeté, mentre le sue lacrime bagnarono il pettorale destro del rosso: -Quel Foot voleva spararti e... poi... io...- ma non finì la frase, era troppo disperato per farlo.

Raphael gli strofinava dolcemente la mano sul guscio, stringendolo sempre più a sé: -Mikey, tu mi hai salvato la vita. Perché ti senti così in colpa?- chiese dolcemente, sollevandogli il viso.

L'arancione chiuse gli occhi e riformò nella sua mente, la terribile scena della lotta: -Perché avevo visto che quell'energumeno era in possesso di una pistola, ma anziché disarmarlo, mi sono lasciato congelare e poi... TU HAI RISCHIATO! PER CAUSA MIA!- gridò, incurante delle carezze dei suoi fratelli.

-Non dire questo, figlio mio! Hai salvato Raphael e questo ti fa onore! Siamo noi, piuttosto, a doverci scusare. E per farlo, abbiamo pensato di donare i tuoi risparmi a quell'orfanotrofio, dato che non eri in condizione di farlo-.

Gli occhi del più giovane s'ingrandirono: -Volete dire che... quando sono svenuto, voi avete pensato di donare i soldi?- domandò con voce tremolante.

Leonardo sorrise e gli strofinò il guscio premurosamente, mentre fece l'occhiolino ad April e Casey: -E visto che oggi è Natale, fratellino...-.

I due umani tornarono con un pacco voluminoso, completamente in carta da regali arancione, con alcune strie rosse; una nastro dello stesso colore capeggiava sulla base principale. Un cartellino giallo augurava un buon Natale con i migliori auguri da tutti.

-Aprilo, fratello- propose Raphael, appoggiandosi a mano conserte, sul bordo di un tavolo di legno incasinato di attrezzi da ingegnere.

Michelangelo non se lo fece ripetere due volte ed eseguì l'ordine; scartò con foga la carta, aprendo lo scatolo. Il suo cuore mancò un battito e la su bocca si spalancò. Le lacrime, di gioia però, scorsero sulle sue guance pallide, mentre un sorriso si fece strada sulle sue labbra secche. C'era l'intera raccolta di fumetti che aveva rinunciato per circa dodici mesi, per risparmiare il denaro per i bambini.

-Un regalo speciale per una tartaruga speciale. Buon Natale, Mikey!- gli sussurrò Donnie, abbracciandolo, imitato dagli altri.

-Io... non so che cosa dire... sono commosso... Grazie...!- e scoppiò di nuovo in lacrime...

Le tartarughe e i loro amici si divertirono fra regali, karaoke e perfino un goccetto di liquore, che ubriacò non poco Leonardo e Raphael... forse, meglio non raccontare!

Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!

HAPPY TURTLESMAS!

 
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VOTO: (3 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
isaryhamato - Voto: 22/12/12 23:00
Splendida storia, veramente bella!!! Non ho parole!!! Con un finale da buon natale prorpio!!! Complimenti, veramente!!!!! :)
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darkshell - Voto: 20/12/12 21:21
E' una One-Shot magnifica! Concordo con Megarockgirl! E' favolosa! Bravissimo, inutile dirti che migliori sempre!
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megarockgirl - Voto: 20/12/12 21:11
Che dolce!!!! *w*
Mi è piaciuta davvero tanto questa storia, alla fine viene proprio voglia di dire: BUON NATALE!!!!

Bravo!!!! Sono commossa!!! ç_ç
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mikiturtle 20/12/12 20:11
Buon Natale a tutti!
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