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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: NON POSSO DONARTI ALTRO CHE AMORE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: miyu9 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/07/2003 20:36:55

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NON POSSO DONARTI ALTRO CHE AMORE
- Capitolo 1° -

ONE PIECE

NON POSSO DONARTI ALTRO CHE AMORE
-Capitolo 1°-

Ciao!! Dopo le innumerevoli richieste delle mie amiche Shaina e Silvia142, eccovi una mia nuova ff su One Piece!! Spero vi piaccia!! Mandatemi commenti!! Buona lettura!!
-…- detto
“…” pensato

Alabasta ormai era solo un bel ricordo. La nostra ciurma era riuscita finalmente a sconfiggere Crocodile. Bibi aveva deciso di rimanere nel suo paese e di aiutare il padre a ricostruire il regno. Finalmente era riuscita a rincontrare Kosa. Erano ancora innamorati uno perso dell’altra.
Tutti quei pensieri erano tornati nella testa di Nami. La navigatrice sentiva la mancanza della sua amica. Ora era tornata ad essere l’unica donna dell’equipaggio.
Da due settimane ormai erano partiti di nuovo alla ricerca dello One Piece.
In quel momento lei era appoggiata alla prua della Going Merry e guardava le onde che s’infrangevano sulla nave. Un leggero venticello le spostava i capelli. Amava quella sensazione e poi quell’odore di mare lo adorava. Non aveva mai voluto essere un pirata, ma quella ciurma era diversa.
Si voltò e vide Chopper che giocava a carte assieme ad Usop. A dire il vero, ci stava giocando anche Rufy, ma lui continuava a correre per la nave urlando che aveva perso. La ragazza sentì un buon odore provenire dalla cucina. Sanji stava preparando di sicuro qualcosa di delizioso. Poi rivolse lo sguardo in direzione di Zoro. Non era tanto lontano da lei. Lo spadaccino stava dormendo come suo solito. Era una cosa impossibile, però le piaceva vederlo così tranquillo. Sembrava completamente innocuo, invece quando si arrabbiava diventava una furia.
Ad un certo punto il ragazzo aprì gli occhi e incrociò lo sguardo della ladra. Nami vide lo sguardo di Zoro cambiare lentamente. Da quello deciso e serio passò a quasi dolce. Era incredibile. Non aveva mai visto quello sguardo in Zoro, o forse sì? Si ricordò di quella volta ad Alabasta quando l’aveva protetta. Fu da quel momento che cominciò a vedere Zoro da un altro punto di vista, o forse era meglio dire che finalmente si era decisa ad aprire un po’ di più il suo cuore ai sentimenti.
- E’ pronto!! Tutti in cucina!! – ordinò Sanji.
Si avvicinò alla ragazza non vedendola arrivare.
- Mia dolce Nami non hai fame? – le chiese il cuoco preoccupato.
- No, no. Non ti preoccupare. Adesso arrivo. – rispose lei.
- Come preferisci! –
Il ragazzo se ne andò lasciandola da sola. Lei rimase ancora un po’ lì. Sanji aveva ragione. Non aveva per niente fame. Invece tutti gli altri appena avevano sentito <<E’ pronto!>> si erano catapultati in cucina. Di sicuro Rufy aveva già divorato tutto. Rise un poco alla visione del suo compagno che si abbuffava per mangiare.
- Non mangi?
Si girò di scatto e vide Zoro dietro di lei.
– Non ho molta fame…- gli rispose Nami – Vai pure dagli altri… - continuò lei.
- Io ho già finito. Vado ad allenarmi. – disse lo spadaccino.
- Zoro… - accennò la ragazza.
- Uhm? – disse il ragazzo.
- No… niente… scusa… - gli rispose lei piuttosto mogia.
- Ti vedo strana… comunque non sono affari miei… - disse Zoro.
Lo vide dirigersi verso il centro della caravella e prendere i suoi pesi per allenarsi. Lei andò nella sua cabina a leggere il giornale che quel giorno non aveva ancora letto.
Nulla di interessante. Si sdraiò sul suo letto e senza accorgersene si addormentò profondamente.
Intanto sul ponte Rufy guardava l’orizzonte. Aveva gli occhi sognanti.
- Vedrai ce la faremo! Lo One Piece sarà nostro! – gli disse Sanji.
- Oh, sì! Ne sono sicuro! – rispose Rufy.
Sanji vide che non era minimamente preoccupato. Allora gli chiese – Ma a cosa stavi pensando prima? - .
- Alle cosce di pollo che ci sono stasera a cena!!
Sanji cadde a terra. – Ma è mai possibile che pensi solo al cibo??? – urlò il cuoco e se ne andò verso Zoro.
- Hai visto Nami? – gli chiese il biondino.
- E perché mai dovrei averla vista io? – gli rispose lo spadaccino.
- Era solo una domanda. Non ti sopporto – gli disse Sanji.
- Per me vale lo stesso – ammise Zoro.
- Sanji se cerchi Nami è nella sua cabina – disse Chopper.
- Grazie! Ci vado subito!! – gridò il cuoco con gli occhi a forma di cuore.
Andò nella cabina della ragazza e la vide sdraiata sul letto addormentata. Si tolse la giacca nera e gliela mise sulla spalle.
- Dormi piccola Nami… stai tranquilla… veglierò io su di te… - sussurrò il ragazzo.
- Che gentile! – lo scherzò Zoro.
- E tu cosa vuoi? Perché sei qui? – chiese Sanji.
- Ti vuole Rufy… - disse lo spadaccino.
- Guai a te se non è vero. Ma soprattutto… stai lontano da Nami! – ordinò il cuoco.
Quelle ultime parole le aveva dette con estrema decisione. Zoro si stupì tantissimo. Quel damerino corteggiava tutte le belle donne, ma sembrava che da quando erano riparti lui ci tenesse molto di più alla navigatrice.
Il biondino uscì dalla cabina, così Zoro rimase con Nami che dormiva ancora. La guardò e arrossì leggermente. Rivolse la testa da un’altra parte. Guardò attraverso l’oblò e vide nubi nere all’orizzonte, ma pensò che fosse nulla di grave. Tornò ad ammirare la navigatrice.
“E’ davvero bella… ma che pensieri mi passano per la testa???” pensò lo spadaccino “però… è da un po’ che ci ragiono su… è da un bel pezzo che la conosco… però… non ho mai provato alcun interesse per lei… ma adesso, è diverso… forse perché la conosco di più… ma lei cosa pensa di me?” intanto che il ragazzo faceva quei pensieri prese la sedia e si sedette di fianco al letto dove era sdraiata Nami.
Dopo circa mezz’ora Nami si svegliò. Quando aprì gli occhi la prima cosa che vide fu lo spadaccino. Zoro aveva continuato a fissarla per tutto il tempo. Lei lo guardò perplessa, invece lui continuava a guardarla. La ladra non ce la faceva a reggere il suo sguardo. Si mise a guardare il cuscino. Lui si alzò e le prese un braccio mettendola in piedi.
- Ma- ma che fai??? - disse allibita la rossa.
Lui le mise una mano sulla fronte. Lei chiuse gli occhi quasi impaurita. Aveva il cuore a mille e le ginocchia le tremavano. Non era da Zoro avere tutte quelle attenzioni. Che cosa le prendeva? Non si era mai sentita così.
- Tu scotti. Non è che hai la febbre? – le chiese lo spadaccino.
- E secondo te posso ammalarmi? Ma figuriamoci! – gli rispose lei.
- Quando avevi quella puntura d’insetto ti sei ammalata – gli ricordò lui.
- E’ stato solo un caso… comunque sto bene. Andiamo! – disse lei oltrepassando il ragazzo, ma non fece in tempo ad uscire dalla stanza perché lui la bloccò prendendola per una mano.
- Fammi vedere dove avevi la puntura – disse lo spadaccino.
- Ti ho già detto che sto bene! E poi sei impazzito?? – gli chiese la ladra.
Lui la teneva sempre per mano e non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare.
- Si può sapere che ti prende oggi?? Sei strano… diverso dal solito… - ammise lei.
- E perché tu arrossisci ogni volta che ti guardo? – le chiese Zoro.
- Ma che diamine stai dicendo? – urlò la navigatrice, rossa in volto – Non sono affatto rossa!! – replicò lei.
- Ah no? Allora come mai mi sembri un pomodoro? – le chiese stuzzicandola il ragazzo.
Lei si guardò allo specchio e vide che lui aveva ragione.
- Non sono affari tuoi! – urlò la ladra.
Stava ancora per andarsene, ma lui l’abbracciò da dietro.
- Ne sei sicura? – le sussurrò in un orecchio. Poi la lasciò e uscì dalla camera.
Nami era in preda al panico. Quando Zoro uscì, lei crollò ai piedi del letto. Che cosa le stava succedendo? Perché ogni volta che Zoro si avvicinava sentiva qualcosa di caldo dentro di sé? Era una sensazione strana… nuova… e la sentiva solo in presenza di Zoro…
Lo spadaccino stava per andare nella sua cabina a prendere le spade, quando vide Sanji appoggiato al muro con una sigaretta in bocca. Il cuoco guardava lo spadaccino con sguardo truce, ma Zoro gli fece un semplice sorrisetto, tipo di sfida, e andò avanti per la sua strada.
Dopo un poco Nami uscì dalla cabina e vide Sanji nella stessa posizione in cui l’aveva trovato Zoro.
- Cosa ti ha fatto? – chiese il cuoco, aveva una voce strana. Fin troppo seria, decisa. Sembrava quasi arrabbiato.
- A cosa ti riferisci? – fingeva Nami.
- Sai benissimo cosa intendo! – urlò Sanji.
- No! Non lo so! – urlò a sua volta la navigatrice. Non aveva mai visto Sanji così. Di solito era sempre gentile con lei, invece questa volta aveva alzato la voce.
- Perché Zoro era nella tua cabina allora??? – sbraitò il biondo.
- E io che ne so??? – controbatté la ragazza.
- E’ vero prima, quando c’ero io, è venuto lì da te, ma perché ci è rimasto?? – chiese il cuoco.
- Perché lo chiedi a me??? Io non sono Zoro!! – urlò la ragazza sotto le quasi accuse del suo amico.
Decise di lasciar perdere e di andare oltre, ma il ragazzo la fermò mettendola al muro. Lui era davanti a lei e le bloccava la strada.
- Si può sapere che ti prende oggi??? Non sei mai stato così!! – affermò la ladra.
- Ti piace quello spadaccino da quattro soldi…, non è così? – domandò Sanji.
- Ma di che parli? – gli chiese Nami.
- So benissimo che ti piace! Si vede lontano un miglio! Non puoi fingere con me! – sbraitò il ragazzo.
- Sanji lasciami andare! Non so cos’abbia tu oggi, ma ti prego lasciami! – supplicò la navigatrice.
- Non ci penso neanche!! Ora tu mi dici tutto!! Che cavolo ha Zoro che ti piace così tanto??? – continua a chiederle il cuoco.
Nami si stupiva della reazione di Sanji. Era quasi impaurita. Un brivido le percorreva la schiena. Rivolse il suo sguardo per terra.
- Sanji… ora lasciami… stai dicendo solo fesserie… - disse quasi in un sussurro la rossa.
- Guardami quando ti parlo!! – urlò decisamente arrabbiato Sanji.
Il cuoco vide che qualcosa scendeva lungo il viso della ragazza, erano lacrime. In quel momento si pentì di essersi comportato così con Nami. La gelosia aveva preso il sopravvento su di lui.
“Questo non è il Sanji che conosco. Lui è gentile. Sempre pronto ad aiutarmi. Questo è un mostro!” pensò la navigatrice. Le erano scese le lacrime perché non riconosceva il suo amico.
- Scusami dolce Nami… non so cosa mi sia preso… perdonami… - disse abbattuto il ragazzo. Le accarezzò il viso e poi si spostò per lasciarla passare. La cartografa corse sulla prua della nave. Aveva ancora qualche lacrima. Lì si stava allenando Zoro che appena la vide voleva che se ne andasse, ma si bloccò. Si accorse che la ladra stava piangendo. Si avvicinò a lei.
- Nami… -
- Oh… Zoro… scusami… ti sto solo disturbando… me ne vado… - disse la rossa.
- No. Rimani pure. Vieni. Siediti lì – le consigliò lo spadaccino.
La ragazza si sedette all’inizio del veliero e il samurai le si mise accanto. Nami continuava a piangere guardando l’orizzonte. Si diceva a mente che era solo una perdente. Come poteva piangere solo per quello? Solo perché Sanji non l’aveva trattata come al solito. Si sentiva una fallita. Non era da lei lasciarsi abbattere per così poco. Ma lei voleva bene a Sanji, non nel senso che intendeva lui, ma non voleva perdere la sua amicizia. Si sentì sprofondare. Dopo un po’ smise di piangere e decise di non pensarci più. Poi guardò Zoro. Stava guardando il mare.
- Scusami… ora vado… ti ho solo fatto perdere tempo… - ammise la cartografa.
- Sei sicura di star bene? – le chiese Zoro.
- Sì… ora sì… - disse la navigatrice accennando un sorriso, poi s’alzò e andò da Rufy.
Il capitano era nella zona mandarini di Nami e li osservava affamato, ma si conteneva per non ferire l’amica.
- Ehilà Nami! – urlò il ragazzo dal cappello di paglia.
- Ciao Rufy! – rispose la ragazza.
- Qualcosa che non va? – chiese Rufy.
- No… cosa te le fa pensare? – mentì Nami.
- La tua espressione, ma se lo dici tu… - continuò il capitano.
- Hai ragione tu. Ormai mi conosci fin troppo bene… ma ora è tutto ok… vado! – disse la cartografa.
- Ok! Io invece vado da Sanji a vedere se è pronto! – disse Rufy.
- Mi dispiace per te, ma non è pronto niente! Sono solo le quattro di pomeriggio! – disse il cuoco, che era appena arrivato.
- Uffy!! – protestò il moretto.
- Rufy corri!! S’incomincia una nuova partita!! – urlò Usop.
- Arrivo!!! – gridò Rufy e andò dal suo amico.
Era da quella mattina che lui, l’inventore e Chopper giocavano a carte.
- Scusami per prima… ma mi da fastidio l’idea che ti piaccia quello spadaccino… - ammise Sanji.
- Non ti preoccupare. Adesso è tutto ok. Ma ti prego di non aggredirmi più in bel modo – disse la ladra.
- Sarà fatto! – rispose Sanji con gli occhi a forma di cuoricino fuori dalle orbite. Era tornato l’amico che conosceva, meno male. Si sentiva meglio. Rise un attimo alla visione del cuoco che continuava a starle attorno saltellando mandando cuoricini in ogni dove.
- Come sei scemo… - ammise Zoro che si era presentato sulla scena di punto in bianco.
- Cos’hai detto spadaccino dei miei stivali? Prova a ripeterlo!! – disse il cuoco.
- Lo dico e lo ripeto… sei uno scemo – ribatté Zoro.
- Avete finito di litigare voi due??? – urlò Nami.
- Solo per te, mia dolcissima e bellissima Nami!! – disse il biondo.
- Patetico… - sussurrò Zoro.
- Tu! Stai certo che me la paghi! Sgobberai per una settimana giù in cucina!! – urlò Sanji.
- Puoi anche scordartelo! – disse lo spadaccino.
- Come osi contraddirmi??? – sbraitò il cuoco.
Intanto che discutevano quei due stavano andando in cucina. Nami non ce la faceva più e rise per quante se ne erano dette a vicenda. Come al solito quei due si urlavano contro. Ripensando alla ciurma di cui faceva parte si sentiva bene. Per lei erano come una famiglia. Troppo importanti per perderli. Ognuno di loro era speciale. Mentre faceva quei pensieri il cuoco e il samurai continuavano a litigare. A quel punto però le venne un po’ il nervoso.
- Avete finito voi due?? – urlò la ragazza.
- Certo mia dolce Nami! – disse il biondino.
In quel momento Nami cominciava a vedere sfuocato, la testa le girava e le gambe non la reggevano. Svenì di colpo. Stava per cadere a terra, ma Zoro, che era di fianco a lei, la prese in tempo. Lo spaccino la portò nella sua stanza mentre Sanji andava a chiamare Chopper.
Tutto l’equipaggio era preoccupato per la salute della cartografa.
Quando Chopper uscì dalla stanza della navigatrice fu sommerso da domande.
- Come sta Nami?? – chiese Sanji.
- Cos’ha Nami?? – domandò Rufy.
- Come si sente Nami? – chiese Usop.
- BASTA!! – urlò Chopper.
Tutti si zittirono.
- La puntura di quell’insetto ha rincominciato a fare effetto. Non vi preoccupate, è normale visto che si è sforzata fin troppo. Per una settimana starà a letto per riprendere le forze. Qualcuno deve stare con lei – disse il medico.
- Io! – si candidò il biondino.
- E dopo chi ci fa da mangiare?? – esclamò Rufy.
- Taci tu! La salute di Nami è più importante del tuo stomaco!! – sbraitò il cuoco.
- No Sanji, Rufy ha ragione. Usop tu riusciresti a mantenere la rotta con il logpose? – chiese Chopper.
- Lascia fare al prode Usop! – rispose lui.
- Bene, allora direi che Zoro rimarrai a far compagnia a Nami – disse Chopper.
- CHE COSA?? Non se ne parla!! – urlò Sanji.
- E’ inutile che ti agiti. Starò io assieme a Nami – disse Zoro entrando nella stanza della ladra.
Sanji intanto gliene stava mandando dietro di tutti i colori. Lo spadaccino non lo stava nemmeno a sentire. Nella camera della ragazza tutto sembrava tranquillo. Lei stava dormendo. Prese la sedia della scrivania di lei e la mise di fianco al letto e si sedette. Cominciò a fissarla. Era la seconda volta che la guardava dormire e gli faceva sempre un effetto strano. La voglia di saltarle addosso era alle stelle, ma non avrebbe mai osato. Non avrebbe mai fatto nulla contro la volontà di lei. Farle del male per lui era impensabile. Anche se molte volte gli faceva saltare i nervi, le voleva un gran bene. Era preoccupato per la salute della cartografa. Voleva vederla ancora con il sorriso stampato sulle labbra, con la sua determinazione, con quel fare da furbetta. Si era finalmente reso conto che per lui Nami era più che una semplice amica, ma la verità è che lo sapeva da tanto tempo, troppo. Era rimasto sempre in silenzio, ma stare solo con lei gli faceva crescere la voglia di dirle tutto, ma si bloccava. Se lei non ricambiava i suoi sentimenti allora era meglio stare zitti. Improvvisamente vide che due grandi occhi scuri lo stavano fissando.
- Ah sei tu… - cominciò la navigatrice.
- Ma come lo dici infastidita…
- Come mai sei ancora qui? Possibile che mi ritrovo sempre la tua faccia davanti quando mi sveglio?
- Scusami tanto se sono l’unico che può restare per farti compagnia, ma se preferisci me ne vado…
Detto ciò Zoro si alzò e si diresse verso la porta.
- No. Aspetta – disse la ladra prendendolo per un braccio dopo essersi alzata dal letto.
- Ma tu sei tutta matta! Torna a letto!
- Scordatelo! Devo mantenere la rotta!
- Ci pensa Usop! Tu devi solo guarire adesso!
- Lasciami passare!
- Non fare la stupida!
La prese di forza e la mise nel letto. Era davvero testarda quando ci si metteva.
- Zoro… cosa vuoi fare… vuoi forse fare sesso con me? – lo stuzzicò lei.
- Non dire idiozie!
- Scusami se sono poco attraente…
- Non ho detto questo! Ma ti sembra il caso di fare la stupida nelle condizioni in cui ti ritrovi??
La rossa non gli rispose. Si raggomitolò sul letto e guardava le coperte. Si stava preoccupando per lei. Chiunque in quella situazione ne avrebbe approfittato, ma lui no. Si rese finalmente conto che lei era davvero importante per lui. Pensava di non contare niente nei confronti dello spadaccino. Già… quello spadaccino che le aveva rubato il cuore. Adesso lo sapeva, lo amava e anche da troppo tempo. Aveva sempre cercato di reprimere quel sentimento. Voleva bene a tutti i membri dell’equipaggio, era importanti, l’avevano sempre aiutata e non avrebbe mai saputo sdebitarsi abbastanza. Cosa avrebbe fatto senza quel cuoco che le preparava sempre degli ottimi cibi e la trattava come una dea? Senza quel nasone che faceva ridere e che raccontava frottole? Senza quell’adorabile alce dal naso blu? Senza quel capitano di gomma del tutto fuori di cervello ma con un gran cuore? E senza quel samurai che le faceva girare la testa e col quale aveva mille battibecchi?
Zoro le si sedette di fianco. Non capiva che pensieri passassero per la testa di Nami, ma in quel momento voleva starle accanto, voleva stare con lei.
- Grazie… - bisbigliò la rossa.
- Uhm?
- Grazie perché ci sei… perché ti preoccupi per un’egoista come me…
Lo spadaccino la guardò di sottecchi. Le arruffò un po’ i capelli e l’abbracciò stretta a sé. Senza neanche rendersene conto la baciò e lei ricambiò il bacio. Quando si staccarono lui si allontanò. Andò a guardare oltre l’oblò.
- Zoro, tu mi desideri… - lo provocò la navigatrice.
- Che cosa??
- Non fare il finto tonto… se no perché mi avresti baciata?
- E tu perché hai ricambiato il mio bacio?
La cartografa non sapeva cosa rispondere. Pensava che stuzzicandolo sarebbe riuscita a sapere cosa il ragazzo provasse per lei, ma a quanto pareva lei era solo un’amica.
Il samurai tornò da lei. Le prese il viso tra le mani e tornò a baciarla.
- Hai ragione tu… ti desidero… - ammise Zoro.
- Anch’io…
Cominciarono a baciarsi e a spogliarsi. Erano accecati dal desiderio, da una voglia irrefrenabile che avevano soppresso per troppo tempo. Era esploso così tutto all’improvviso. Il loro amore era nato e ora stava maturando sempre di più. Non avevano più alcun pensiero in testa, solo l’altro. Passarono la notte più bella della loro vita.
- Secondo te è stato giusto farlo? – le chiese lo spadaccino.
- Sei pentito?
- No, anzi… ma non posso darti niente…
- Non è vero… mi stai donando la cosa più bella del mondo…
- Allora è meglio dire che… non posso donarti altro che amore…
- A me basta… è tutto ciò che voglio…
La ladra si appoggiò con la testa al petto di lui e dormirono. La loro storia era appena iniziata, ma di certo non sarebbe finita…



 
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