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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Inazuma Eleven
Titolo Fanfic: I'LL NEVER BREAK YOUR HEART...
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: anetta galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/09/2012 17:35:56

"Mi dispiace. So che tu non mi corrispondi ma... questi sono i miei sentimenti per te e non posso farci niente"
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

E' un normale pomeriggio di allenamento per la squadra di calcio della Raimon High.
L'autunno è ormai alle porte, le giornate diventano sempre meno calde e afose e ogni tanto qualche acquazzone rinfresca un po' l'ambiente.
I giocatori stanno svolgendo una semplice partita amichevole divisi in due squadre: un ragazzo dalla pelle abbronzata, occhi neri e capelli color platino legati in un codino basso dietro la nuca avanza rapidamente in possesso di palla verso la porta avversaria.
Immediatamente si trova il passaggio bloccato da un ragazzo robusto e imponente, dalla pelle olivastra, tondi occhi neri, grossi labbroni marroni e capelli verde scuro cotonati che fanno un tuttuno con le basette e il pizzetto. Di conseguenza, si trova costretto a passare, avvistando pochi metri più in là uno dei suoi compagni, immobile, come perso in chissà quali pensieri.
Il giovane, fermo come una statua, ha la pelle chiara, occhi castani - di cui uno solo visibile - e lunghi capelli acquamarina sciolti e parzialmente raccolti in un codino a mezzaluna.
«Kazemaru!», esclama il biondo cercando di richiamare la sua attenzione, calciando contemporaneamente il pallone in sua direzione.
Sfortunatamente il bluetto non pare averlo sentito e viene colpito in pieno petto, cadendo a terra con un tonfo, sospirando sonoramente.
Il gioco si ferma e i ragazzi accorrono in suo soccorso.
«Kazemaru, ti ho fatto male?», domanda il numero 10 della Raimon all'amico, sfiorandogli i capelli con una mano.
L'altro non gli risponde ma continua a sospirare con lo sguardo perso nel vuoto.
Solo quando il portiere e capitano - dalla pelle olivastra, occhi nocciola e capelli castani circondati da una fascia arancione - gli rivolge la parola torna in sé.
«Kazemaru-kun, stai bene?», gli chiede, ricevendo subito un sorriso e uno sguardo dolce.
«Sì, tutto apposto. Ero sovrappensiero», risponde.
«Vuoi andare a sciacquarti il viso prima di continuare?», propone, offrendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.
«Forse è meglio, grazie...», replica, mettendosi in piedi e cercando di nascondere il rossore delle guance, correndo immediatamente verso i bagni poco distanti.
«Era un po' rosso in volto», dice il moretto rivolto al giovane dalla pelle chiara, occhi nascosti da un paio di occhiali verdi e capelli castano chiari pettinati rasta legati in una coda bassa.
«Sarà solo un po' accaldato», lo giustifica. «Dopotutto è ancora estate, e oggi è una giornata piuttosto calda»
L'attaccante, nel frattempo, continuava a guardare verso il suo compagno di squadra...

La mattina seguente, Kazemaru sta camminando in direzione dell'edificio scolastico, ancora immerso nei pensieri che lo seguono incessantemente da giorni.
"Devo dirglielo, su questo non c'è dubbio. Ma come faccio? I ragazzi gli stanno sempre intorno... Uff, se solo riuscissi ad incontrarlo da solo per un po', forse riuscirei a trovare la forza per parlargli...", pensa tra sé, ignaro dell'imminente scontro con un altro studente.
Detto fatto, i due si vengono addosso, entrambi troppo pensierosi per accorgersi dell'arrivo dell'altro. Fortunatamente camminavano piano, e la collisione li ha fatti solo indietreggiare di qualche passo.
«Gouenji», bisbiglia, riconoscendo il ragazzo di fronte a lui.
«Ehi, Kazemaru», replica lui, destandosi dai suoi ragionamenti. «Anche tu con tanti pensieri per la testa a quanto pare»
«Già...», risponde, abbassando lo sguardo.
I due rimangono immobili in silenzio per un po'.
«Kazemaru», inizia a dire Gouenji. «Ecco, io...»
«Devo andare», taglia l'altro, interrompendolo. «Devo andare in classe, sì...», conclude, girandosi lateralmente e avviandosi verso l'entrata della struttura.
Il biondo rimane interdetto. Poco dopo sbuffa. "Perchè ogni volta le parole non mi escono dalla bocca?"

Quello stesso giorno, all'ora di pranzo, Kazemaru è nei pressi del campo di calcio all'interno del perimetro scolastico e pare aspettare ansiosamente qualcuno.
"Coraggio! Ce la posso fare! Ora o mai più!", si autoconvince.
Nel frattempo, la persona da lui tanto attesa è arrivata.
«Kazemaru-kun, volevi vedermi?», domanda il capitano annunciando la sua presenza.
Il viso dell'ex-velocista si illumina di gioia nel vederlo.
«Sì!», risponde immediatamente. «C'è... c'è una cosa che volevo dirti...», continua abbassando lo sguardo arrossendo.
«Dimmi pure, sono tutto orecchi!», replica cordiale.
«Ecco... Vedi... Endou... Io...», balbetta imbarazzato. «Io... Io...», ripete, diventando sempre più rosso.
«Tu cosa?», lo interroga incuriosito.
«Io... Io...», prende un profondo respiro e... «Sono innamorato di te!», esclama tutt'un fiato.
«Oh...», afferma sorpreso il giovane portiere.
L'altro lo guarda in attesa di una risposta.
«Mi dispiace», è il lapidario responso del ragazzo. «Ma io non ti amo»
Kazemaru rimane scioccato da quella frase.
"Non ti amo", tre semplici parole, tre dolorose pugnalate dritte al cuore pronunciate da colui per il quale aveva anche abbandonato definitivamente l'atletica pur di stargli accanto.
«Non potrò mai ricambiarti, perchè il mio cuore appartiene ad una persona soltanto... Yuuto...», continua, consapevole del fatto che ogni parola pronunciata non faceva altro che straziare ulteriormente l'animo già ferito del ragazzo di fronte a lui.
Endou lo guarda: se ne sta lì, con la testa bassa e il corpo tremante, mentre amare lacrime di rifiuto e dolore gli solcano le guance e crolla impotente sulle ginocchia.
«Mi dispiace», ripete, continuando a fissarlo. «Non sono io quello giusto per te. Sto con Yuuto, e non potrei essere più felice. Noi ci a...»
«No!», lo interrompe il difensore. «No! Non lo accetto! Tu... non puoi farmi questo!», continua, con la disperazione nella voce. «Non puoi scaricarmi così! Non hai idea da quanto tempo mi porti dentro questi sentimenti e non sai quanta fatica abbia fatto per riuscire a dirti quello che provo per te! Sei tutto per me! Tu mi hai convinto ad entrare nella squadra di calcio delle medie! Tu mi hai sempre incoraggiato a dare il meglio sia sul campo che fuori! E sempre tu mi hai liberato dal controllo di quel meteorite alieno quando mi ero convinto che non ero all'altezza della squadra... E' per te che continuo ad andare avanti! Ed è per te che ho lasciato l'atletica! Solo per poterti stare accanto ed avere la tua attenzione!», prosegue, esternando tutto il suo dolore. «Non è giusto! Non è affatto giusto! Non può accadere proprio a me...», dice, singhiozzando e battendo i pugni per terra.
«Mi dispiace...»
«Basta! Sta zitto! Non voglio più sentire una parola provenire dalla tua bocca!», grida, isterico. «Fa male... Tutto quello che dici mi fa male...», e si porta le mani al petto. «Soffro... Lo capisci? Mi stai facendo soffrire... E' tutta colpa tua... Mi hai spezzato il cuore... in tanti... migliaia di dolorosi... frammenti...», va avanti, appoggiando la fronte sul prato e accasciandosi subito dopo in posizione fetale, continuando a piangere ininterrottamente e a singhiozzare.
«Kaze...», inizia a dire, avvicinandoglisi di qualche passo.
«Va via! Vattene! Voglio... restare solo...», conclude, muovendo leggermente il capo, facendo ricadere i capelli davanti al viso, nascondendolo.

Aveva fatto bene a tenere d'occhio quei due. Da quella finestra riusciva a vedere proprio tutto nel campo di calcio.
Certo, essendo lontano non riusciva a sentire niente, ma non serviva: i fatti si spiegavano da soli.
Da tempo sospettava che il suo amico dalla chioma blu provasse qualcosa verso il loro capitano, e quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi non ha fatto altro che confermare i suoi sospetti.
Kazemaru si era dichiarato a Endou, e ciò, all'inizio, lo aveva fatto irritare; ma poi, Endou dice qualcosa che fa scoppiare in lacrime l'altro ragazzo.
Si era sentito sollevato - i sentimenti di Ichirouta non erano corrisposti - sentimento che, però, venne presto rimpiazzato dalla rabbia, che cresceva man mano che la scena si svolgeva. Sì, rabbia. Rabbia - certo - per quell'amore verso qualcun'altro, ma soprattutto, rabbia verso Endou, che con quelle poche parole aveva distrutto emotivamente quel povero ragazzo... Il ragazzo di cui lui, Gouenji Shuuya, era innamorato.
Innamorato... Già, solo in quel momento ne ha avuto la certezza. E non poteva lasciare impunito il colpevole del malessere del suo amico.
Mamoru se ne stava andando via proprio in quell'istante: e così aveva anche il coraggio di darsela a gambe dopo avegli spezzato il cuore? Eh, no. Non l'avrebbe passata liscia, doveva dargli una lezione!
Così percorre rapidamente il corridoio, giù per le scale, fino a raggiungere una porta laterale che permette l'accesso ai vari campi sportivi, e attende.
Alcuni minuti più tardi, il portiere fa il suo ingresso, ritrovandosi, con sua enorme sorpresa, improvvisamente sbattuto contro il muro adiacente all'uscio.
«Cosa credi di fare?», gli chiede furioso Gouenji.
«Gouenji, sapevo di incontrarti qui... Non lo perdi mai di vista. Da quanto stavi guardando?»
«Dall'inizio. Hai una bella faccia tosta ad andartene dopo averlo fatto star male in quel modo!», lo accusa, stringendo di più i pugni sulla camicia.
«E' stato lui a dirmi di andare, che non voleva più sentirmi», si giustifica.
«Non mi interessa. Ti ha aperto il suo cuore e tu cosa hai fatto? L'hai respinto fregandotene dei suoi sentimenti! Sei senza cuore, come ti sei permesso di fare una cosa simile? Ichirouta è un ragazzo dolce e gentile, non merita di essere trattato in quel modo...», dice, sollevando minaccioso il pugno, pronto a scagliarlo dritto sulla guancia del ragazzo.
«Avanti, colpiscimi! Che aspetti? Sfoga pure su di me la tua rabbia, se può aiutarti a farti sentire meglio», dice, chiudendo gli occhi, aspettando di ritrovarsi da un momento all'altro a terra con la guancia dolorante.
Il biondo si prepara a colpirlo, ma si blocca quasi subito, spostando di lato il viso e stringendo gli occhi, facendo poi ricadere pesantemente entrambe le braccia lungo i fianchi.
«Non posso...», afferma, sconfitto. «Se lo faccio, dopo lui mi odierà... E non potrei sopportarlo...», conclude, crollando il capo.
«Lo ami?»
«Da morire... Vorrei soltanto che mi amasse anche solo un decimo di quanto ama te...»
«E perchè lo dici a me? Diglielo a lui, no?»
«Non posso... Lo metterei ancora di più in crisi...»
«Almeno va da lui, ha bisogno di sostegno e solo tu puoi darglielo» Gouenji annuisce e si allontana senza dire parola.

Kazemaru è ancora accucciato tremante e singhiozzante quando il ragazzo gli si avvicina.
«Ehi», dice, cercando di attirare la sua attenzione.
L'altro alza appena lo sguardo, per poi riportarlo subito alla posizione precedente.
«Vattene... Voglio essere lasciato in pace...»
Invece di assecondare quella richiesta, il biondo calciatore si siede a gambe incrociate davanti a lui.
«Che cosa vuoi?», gli domanda, alzandosi piano, per inginocchiarsi poi sul posto, mantenendo la testa bassa, mentre le spalle continuano ad essere scosse dai singulti.
«Starti vicino», risponde semplicemente, sfiorandogli i capelli con le dita. «Pensavo potesse servirti una spalla su cui piangere...»
Sorpreso da quella frase, alza di scatto il capo, guardandolo con occhi interrogativi.
I due sguardi si incontrano per alcuni attimi, poi l'attaccante rompe il contatto abbassando il suo, leggermente rosso in volto.
Le labbra del bel difensore si piegano in un lieve sorriso e, mettendosi accanto a lui, si accomoda sulla spalla, circondandogli il braccio con le sue, continuando a disperarsi.
Questo contatto così ravvicinato fa battere forte il cuore al giovane giocatore, contento di potergli stare accanto in un modo o nell'altro.
«Sai», inizia a dire, girando la testa verso di lui. «Io e te ci troviamo nella medesima situazione», rivela, accarezzandogli dolcemente i capelli color del mare.
«-sniff- Co-cosa intendi?»
«Voglio dire che entrambi... entrambi amiamo qualcuno che... non ci ricambia...»
«Che?», esclama nuovamente sorpreso. «A-anche tu...?»
Gouenji annuisce solamente.
«C-Chi?», chiede, alzando lo sguardo verso di lui.
Gli sguardi si incrociano ancora, questa volta Shuuya arrossisce vistosamente.
Dopo un po', però, torna a guardare altrove. Proprio non riesce a resistere al confronto con quei dolci occhi di cioccolato.
«Gouenji?»
Il ragazzo, rosso come un peperone, strizza gli occhi, maledicendosi internamente per non riuscire a trovare il coraggio di confessarsi.
Forse, se fosse riuscito a dirglielo prima, gli avrebbe potuto risparmiare tutta quella sofferenza.
Beh, ma magari non è troppo tardi per rimediare.
Così decide di farsi coraggio, prende un profondo respiro e si volta verso di lui, accarezzandogli il viso, appoggiando poi la mano sulla guancia.
Avvicina piano il volto al suo, unendo le loro bocche in un bacio che è poco più di una carezza a fior di labbra, ma sufficiente per mandarlo al settimo cielo.
Gli occhi di Kazemaru si spalancano per la sopresa di quel bacio totalmente inaspettato ma molto dolce.
Quel contatto, tuttavia, dura poco e i due si separano.
«Ti amo», rivela, riuscendo finalmente a dichiararsi.
Il ragazzo continua a guardarlo confuso ancora con le lacrime agli occhi e le labbre appena schiuse, mantenendo salda la presa sul suo braccio.
«G-Gouenji... Io non... non avevo idea... che tu... provassi questo... per me...», balbetta, diventando sempre più rosso.
«Mi dispiace. So che tu non mi corrispondi ma... questi sono i miei sentimenti per te e non posso farci niente», dice, abbassando nuovamente lo sguardo verso terra.
"Come fa?", si domanda, sorpreso dal comportamento calmo del giovane quando lui, appena compreso che Endou non lo ricambiava, si era messo a piangere come un disperato accasciandosi a terra in preda al dolore.
Gouenji, al contrario, pare essersi rassegnato alla realtà dei fatti.
«Gouenji... Quanto?»
«Da subito, diciamo che è stato un colpo di fulmine. Mi hai conquistato con la tua grinta, la tua tenacia e la tua disponibilità verso gli altri in ogni momento. Ho sempre adorato il modo in cui i tuoi capelli ondeggiano mentre ti muovi, o come i tuoi occhi scintillano quando sei felice... Perchè se sei felice, lo sono anch'io, e se sei triste, anch'io sono triste», gli confida. «Non sopporto vederti piangere e star male, mi si stringe il cuore a vederti così...», e si porta una mano al petto, chiudendo gli occhi.
All'improvviso, sente uno strano calore alla suddetta mano e li riapre, portandoli in basso, ritrovandosela avvolta da una più piccola e chiara, appartenente a Kazemaru.
«Vuol dire questo "amare"?», domanda, nella voce confusione ed incertezza. «Perchè, se è così, non è quello che provo per Endou... Almeno, non esattamente...»
«Una cotta?»
«Non lo so... Mi aveva colpito il suo carattere così allegro e solare, il suo inaffondabile ottimismo e la sua infinita passione per il calcio»
«E' ciò che colpisce tutti»
«Sì, ma... dev'essere l'ammirazione e il crescente affetto che provavo per lui ad avermi convinto di essermi innamorato... Cioè, mi piace, però...»
Senza preavviso, Gouenji gli da un bacio sulla guancia, facendolo arrossire di colpo.
«E-E questo?», lo interroga, imbarazzato.
«Non so, mi andava di farlo», risponde vago, dandogli un buffetto sul naso. «Comunque, quello che vorrei è solo poterti stare accanto... E, anche se non mi ami, mi accontento di essere anche solo un rimpiazzo»
«Cosa? No, tu devi essere tu, non un rimpiazzo di qualcun altro», ribatte, abbracciandolo timidamente.
«Kazemaru»
«Ichirouta, chiamami Ichirouta», comunica, sciogliendo l'abbraccio.
«D'accordo... Ichirouta», replica, avvicinandosi per dargli un altro bacio sulla bocca.
Questa volta, senza perdere tempo, pensa ad approfondirlo, mettendosi a leccargli le labbra per garantirsi l'accesso. Tuttuvia, non appena inizia a farlo, l'altro si allontana, rompendo il contatto.
«A-Aspetta... è troppo presto... Devo ancora fare chiarezza nel mio cuore...»
«Capisco... scusami», e gli accarezza i capelli. Kazemaru appoggia la testa alla spalla del compagno, e rimangono così per tutto il tempo, tenendosi la mano.
 
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