torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IL MIO DIARIO,LA MIA STORIA,LA MIA VITA.
Genere: Sentimentale, Drammatico, Erotico, Dark, Autobiografico
Rating: Per Tutte le età
Autore: blaised galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/08/2012 11:36:28


 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CAPITOLO 1:IL CAMBIAMENTO
- Capitolo 1° -

27/08/2012
Salve a tutti, comincio dicendo che è la prima volta che pubblico un diario sul web, quindi se in qualche modo il racconto non vi piace o non vi convince vi prego di scusarmi, sono ancora alle prime armi.

Sono un ragazzo di 17 anni abbastanza estroverso che non ha paura di dire quello che pensa, quest'anno dopo la terza bocciatura consecutiva ho deciso di abbandonare gli studi per dedicarmi interamente alla mia "carriera" da cameriere, nonostante la mia famiglia mi abbia sempre sostenuto dal punto di vista emotivo/sociale questi ultimi 4 anni mi hanno cambiato profondamente. Tutto ebbe inizio quando avevo 13 anni, ero praticamente un bambino, ero basso grasso e con i capelli a caschetto, un asociale, un emarginato insomma, eppure ero sempre spensierato, cercavo il lato positivo in ogni situazione e in ogni persona, quell'anno dopo aver conseguito la terza media ed aver perso praticamente tutte le amicizie degli ultimi 3 anni ero pronto ad iniziare il primo superiore, ricordo ancora quell'emozione, provata per 3 anni di fila. Ero molto nervoso all'idea di cominciare a frequentare una scuola nuova con ragazzi più grandi, maturi e stronzate varie. La prima settimana ci presentammo tra alunni e insegnanti e tutto andava bene, però più i giorni passavano più mi sentivo inadeguato, dividevo il banco con una ragazza asmatica e problematica, che a dirla tutta era l'unica a cagarmi. Non riuscivo ad integrarmi con il resto della classe, mi piaceva stare per i fatti miei, o almeno questo è quello che dimostravo. In realtà mi sentivo maledettamente solo e sperduto in un mondo che non era il mio. Vedevo gli altri ragazzi scherzare, insultarsi, pestarsi e cannarsi mentre io a momenti giocavo con le barbie. Poco a poco questa solitudine non fece altro che consumarmi l'anima. I professori mi odiavano perchè non parlavo mai, mi evitavano, mi prendevano in giro e lo stesso facevano i miei compagni di classe(una sfilza di nerd senza vita sociale). Ero molto fragile emotivamente, del resto non avevo fatto alcun genere di esperienza, neanche il primo bacio. L'esperienza più erotica che avevo fatto era una stretta di mano oltretutto sudata. Dopo qualche mese mi rinchiusi in casa, uscivo solo per andare a scuola, non avevo amici, non sapevo cosa fare e gli unici messaggi che ricevevo erano da parte del mio operatore telefonico che mi scalava il credito. l'unica cosa che riusciva ad evitarmi il suicidio era una ragazza che avevo incontrato una sola volta in vita mia perchè era troppo distante, l'unica di cui mi sono realmente innamorato o almeno credo... Passavo le giornate chiedendomi cosa faceva, se mi pensava, o alle porcellate che avremmo fatto se ci fossimo incontrati nuovamente e intanto ci sentivamo. Io la chiamavo praticamente tutti i giorni, infatti ora che ci penso minuti e messaggi li ho messi solo grazie a lei. Era l'unica cosa a rendermi felice perchè mostrava interesse nei miei confronti nonostante fossimo lontani e diceva di amarmi. Ma ovviamente un amore a distanza è destinato a finire, infatti dopo un po' di tempo lei si trovò svariati ragazzi nonostante non l'abbia ancora data via, mentre io ormai avevo perso l'unica persona su 3 migliardi a cagarmi. Grazie a quella ragazza però la mia vita cominciò a cambiare in maniera radicale. Iniziò un periodo di depressione lunga un'infinità che ancora oggi mi trapassa il cuore come una freccia avvelenata che poco a poco mi distrugge dall'interno. Cominciai a provare odio per me stesso e per gli altri, ricordo infatti che dopo ogni giornata scolastica andavo alla cartolibreria di fronte a comprare un taglierino e a praticare autolesionismo. In qualche strano modo vedere il mio stesso sangue che mi gocciolava dalle braccia riusciva a darmi soddisfazione... Ogni volta che mi tagliuzzavo ripetevo sempre le stesse cose di fronte ad uno specchio: "è questo quello che ti meriti, sei un essere inutile, nessuno ti considera e non meriti compassione ne affetto" mentre il sangue scorreva lentamente nel lavandino del bagno. Il mio rapporto con i compagni di classe e con le ragazze cominciò ad "evolversi" . Cominciai a malmenare quei nerd del cazzo ogni volta che avevano qualcosa di brutto da dirmi, cominciai a farmi rispettare e a sottomettere tutti quelli che mi prendevano per il culo, mi sentivo fiero di ricevere rispetto dai miei coetanei, ma non era abbastanza. Tutti nella mia scuola dovevano sapere chi ero e a cosa andavano incontro se osavano dirmi qualcosa. Così un giorno la professoressa di algebra mi chiamò alla lavagna ed io rimasi seduto al mio posto. Ebbe inizio una conversazione mai vista in quel liceo scientifico. Lei si alzò inpiedi sbattendo la mano sulla cattedrà e gridò: "ma chi ti credi di essere? alzati e vieni subito alla lavagna! l'istruzione è importante e sei una vergogna per la tua famiglia, nella vita non sarai mai nessuno con questo atteggiamento da spavaldo! "ed io a tono le risposi: "strano, non fa altro che rinfacciarmi tutte le cose che non le vanno bene di me e a dirmi quanto sono patetico perchè lo studio è importante e serve a diventare qualcuno e a farsi un nome, eppure... in lei non vedo altro che un'ipocrita del cazzo! Nonostante il suo titolo non fa altro che stare seduta su una sottospecie di sedia arrugginita e a mostrarsi superiore con gente di mezzo secolo più piccola. Quanto al rispetto cara professoressa, beh di quello non può parlare visto che tutta la classe non fa altro che prenderla per culo quando se ne va o quando si gira. Lei è una persona triste e sola, senza una famiglia e senza amici e sinceramente ora che la conosco meglio capisco anche il motivo. " Lei con uno sguardo perso nel vuoto e quasi tremolante disse sottovoce: "appena suona la campanella ti porto dalla preside... Giuro che ti farò cacciare." E così fece. Suonata la campanella mi portò in presidenza, e "casualmente" la preside mi conosceva e mi compativa a causa delle mie problematiche riguardanti l'ambientarsi ed il socializzare. Infatti quel giorno non ricevetti alcuna sanzione e provai una goduria immensa nel vedere quella vacca decrepita della mia professoressa andarsene a testa bassa e con la coda fra le gambe. La voce cominciò a spargersi in tutta la scuola, ero diventato qualcuno agli occhi degli altri, ma ancora non mi bastava. Avevo il rispetto dei miei compagni ma dentro di me sapevo di essere un nanerottolo e che per quanto un mio coetaneo poteva stimarmi per ciò che avevo fatto, non restavo altro che una nullità senza una ragazza. Così decisi di fare le cose in grande e cominciai ad uscire con un amico di famiglia più grande di me di un solo anno, che si frequentava con una ragazza con un'amica rompicoglioni che non li lasciava in pace, così decisi di provarci, e venni anche a sapere che questa ragazza fu battezzata dalla mia professoressa di algebra, la stessa che avevo umiliato pubblicamente. Era praticamente una sua parente quindi avevo più di un motivo per sentirmi soddisfatto di ciò che avrei fatto. Quella stessa sera ero carico e determinato quindi cominciai a conoscerla e ci mettemmo insieme. Più tempo passavo con lei e più mi rendevo conto di quante cose in comune aveva con la mia professoressa. Era antipatica, scontrosa, brutta, triste e a momenti ti pagava per andarci a letto. Così dopo due settimane le spezzai il cuore e quando la mia professoressa venne a conoscenza di tutto non potè fare altro che rodere nell'anima nel vedermi ogni volta che veniva in classe mentre io la guardavo sghignazzando, il che accadeva 4 volte a settimana grazie all'orario scolastico, avere algebra quasi tutti i giorni cominciava a piacermi. Ormai ne ero certo, stavo diventando un'altra persona. Decisi di cambiare la mia vita, di non essere più quel bravo ragazzo che nessuno si cagava bensì un pezzo di merda odiato da tutti, ma questa volta avevano un motivo per farlo. Prima di tutto dovevo cambiare la mia immagine e trasformare tutto quello che la gente vedeva in me in qualcosa di diverso. Mi iscrissi in palestra, cominciai una dieta e presi il vizio del fumo. In meno di un anno con lo sviluppo stavo cambiando alla velocità della luce. Tagliai il mio caschetto biondo e ne feci una cresta, buttai tutti quei giacchettini larghi per passare alle maglie attillate, cominciai a vestire in maniera decente, e comprai un giubbotto di pelle, ma non un giubbotto normale, il mio giubbotto doveva essere un marchio, qualcosa per il quale la gente vedendomi passare per la strada doveva riconoscermi. Era un chiodo, un giubbotto di pelle con le borchie che andava di moda negli anni 80,qualcosa che nessuno aveva il coraggio di indossare. Quello stesso giubbotto mi accompagna tutt'oggi quando esco. Ormai avevo preso fiducia in me, avevo un aspetto invidiabile ed un carattere di merda, se mi conoscevi potevi essere o con me o contro di me. Quello stesso anno conobbi quello che è diventato il mio migliore amico, uno stronzo che mi fa morire dalle risate. Quell'ammasso sconclusionato di argilla che ero stava finalmente prendendo forma, cominciai una vita nuova. Io ed il mio amico creammo un gruppo composto da 4 ragazzi e da 5 ragazze con il patto solenne che nessuno di noi ci avrebbe mai provato con uno dei "membri". Vedevo le cose in maniera differente, poco a poco imparai a conoscere le persone per quello che erano realmente e a non farmi ingannare dalla prima impressione. Diventavo sempre più felice e fiero di me e non potevo minimamente immaginare che sarebbe stato l'inizio di quella che ancora oggi è la vita che sto vivendo. A volte prima di uscire con gli amici, guardandomi allo specchio, ho come la sensazione di riuscire a vedere quello stesso ragazzo disadattato, timido, che aveva paura dell'opinione altrui e che arrossiva e si ammutoniva in presenza di una bella ragazza. Eppure ero diverso, questa sta volta non ero solo,avevo degli amici sinceri che mi volevano bene con i quali ho passato gli ultimi 4 anni più belli ed emozionanti della mia vita, con tante storie di risse, di litigi, di conquiste e di amori che però non sto a raccontarvi in questo capitolo.

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
blaised 29/08/12 12:12
posso sapere cosa ne pensate con un commento? :)
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

purpleangel - Voto: 27/08/12 21:28
senza parole.
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: