IL VIAGGIO VERSO UNA NUOVA SPERANZA
- Capitolo 1° -
Quando mio padre disse che dovevamo trasferirci in Italia per iniziare una nuova vita, il mio sorriso si spense come il sole durante una tempesta improvvisa.
In Spagna ho visto il cielo delle sue mille e complete tonalità. La chiara alba della fanciullezza, e le sfumature dell’adolescenza.. e adesso… lasciare la mia terra era come veder morire una parte di tutti quei ricordi che avevano costruito la vita.
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Il giorno della partenza pioveva. Era buio e le nuvole apparentemente immense sovrastavano le nostre teste come un mantello oscuro.
Per tutto il viaggio continuavo ad assistere alla continua scomparsa di ciò in cui credevo, di ciò in cui avevo costruito il mio solido rifugio dalle intemperie del mondo, per rimanere adesso scoperta di nuovo, come una lumaca senza il proprio guscio.
Il tragitto dal primo momento fu coronato dalla musica malinconica che mi perseguitò abbracciata da flebili ricordi che si frantumavano a contatto con le nuove terre che sfioravo..
Davanti a me... mio padre con la sua solita serietà costruiva seri progetti su fogli di carta. Impassibile al passato e al presente, con il cuore colmo di battiti favorevoli per un futuro ricco di speranza.
Anna, mia sorella, riposava appoggiata dolcemente alla mia spalla mentre la luce le sfiorava i capelli. Non era riuscita a chiudere occhio la notte precedente. Un po’ per l’agitazione, un po’ per la paura di non rivedere mai più i suoi amici.
“non voglio perdere tutto..” mi aveva detto quando vedendo per la prima volta il paesaggio muoversi gli occhi le si erano riempiti di lacrime.
“non lo perderai…” avevo risposto, riuscendo a confortarla per qualche minuto. Quelle erano parole senza basi.. elevate sul vuoto della mia assurda insicurezza.
Mio cugino Matteo invece, osservava il vuoto.
I suoi genitori erano morti tanto tempo fa, in un doloroso incidente… e papà da allora aveva deciso di prenderlo con se lasciandogli vivere anni di comodità ma non riuscendo realmente a comprendere tutti i pensieri che nell’anima lo torturavano e lo rendevano così silenzioso e privo di sentimenti amorevoli. Chi non conosceva la sua vera storia lo riteneva negato per ogni rapporto umano. Ma io, che con il passare del tempo l’avevo visto crescere intrecciato alla mia vita.. ero riuscita a capire anche il mistero di ogni sguardo e nonostante il rapporto tempestoso fra le nostre idee era pur sempre quella parte di me a cui volevo bene… e a cui donavo tutto il mio rispetto.
D’altronde io non sono da meno.
Una ragazza dai capelli bruni e gli occhi di un azzurro così chiaro da sembrare bianco che si è sempre ritenuta “di troppo”.
Una ragazza che vive di ricordi senza mai abbandonare del tutto la speranza.
Una ragazza che nella sua vita ha visto di tutto… che è uscita vittoriosa da una lotta in prima persona con il male.
Una ragazza che adesso perde di nuovo il suo universo.
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Arrivammo alla nostra nuova casa alle 22:30.
La città era ancora sveglia.
Una piccola villa con un giardino pieno di erbe troppo cresciute.
Gli scatoloni da sistemare abbandonati sul pavimento, la stanchezza del viaggio e la tristezza di un presente in un luogo nuovo e sconosciuto.
Anna e Matteo si diramarono nelle stanze della casa come giovani arbusti, per esplorare quello che sarebbe stato il loro mondo.
Io rimasi ad osservare l’oscurità di fronte a me sentendo dal primo momento il contatto con quell’ambiente così diverso.
Percorsi le scale lentamente come se ogni gradino fosse una coltellata al cuore.
Aprendo la porta della mia nuova camera vidi una parte estranea di me che risaliva.
Con tristezza posai dei libri sulla scrivania in legno ricamato con due H e mi distesi sul pavimento, raggomitolata come un gatto tra i propri pensieri.
Non volevo posarmi sul letto. Non ancora. Era troppo estraneo.
Anna bussò tre volte alla parete. Capii che era il nostro segnale e che le serviva il mio aiuto. Mi diressi da lei e appena aprii la porta corse ad abbracciarmi.
“Serena..” Disse cingendomi la schiena con le sue magre braccia.
“cosa ci facciamo qui?” continuò a chiedermi mentre lacrime pallide dal suo volto rigavano le guance candide.
Io cercai di sorridere. Quella situazione non piaceva per niente anche a me. Mascherai tuttavia quello che provavo.
“dobbiamo iniziare una nuova vita…” risposi.
“io non voglio iniziare una nuova vita!” disse con tono di rimprovero.
“invece molte volte dobbiamo abituarci a cambiamenti…che sconvolgono il ritmo delle cose…vedrai tutto… tornerà come prima…” continuai stringendola di più.
Lei si avvicinò al mio orecchio: “Serena, quédate conmigo esta noche?”
“Va bene…” risposi.
Il sonno tardò ad arrivare per entrambe.
Ma la ferita dentro l’anima, cominciava lentamente a rimarginarsi.
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Un ragazzo nella sua stanza fissava il cielo.
Come se quel cielo fosse la sua sola casa.
La maggior parte di questa ff è bastata su una storia vera.
è dedicata ad una persona molto speciale! ^-^
La canzone che ho deciso di assegnare a questa storia è: The rain- Joe Hisaishi..
Ascoltatela se volete... ;) è splendida...
Grazie di cuore a tutti... :') spero vi piaccia...
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vai bene cosi!
...continua nelle pagine numero:
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