LIBERTà E INCONTRO
- Capitolo 1° -
Libertà e Incontro!
Un ragazzo dai lunghi capelli biondi, insoliti occhi rosso rubino e una cicatrice sull' occhio destro stava tranquillamente riposando sotto uno dei tanti alberi di ciliegio della sua enorme villa, pensando ai suoi genitori ormai perduti da tempo, quando la sua matrigna lo chiamò -LAMH! LAMH STUPIDO RAGAZZO VIENI A MANGIARE!-, il quattordicenne si destò dal suo ricordo per ritornare alla villa, non voleva di certo far arrabbiare quella vecchia megera, ma finalmente oggi sarebbe stato il giorno giusto sarebbe scappato da quella casa da quel carcere in cui era stato rinchiuso dopo l'incidente dei suoi genitori.
La giornata passò come al solito, insulti dal patrigno, lavori, allenamenti e di nuovo insulti ma questa volta da parte dalla matrigna, cena, di nuovo insulti.
Il giovane Lamh era ormai esasperato da quella vita così vuota, voleva fuggire, scappare, andare via, correre lontano da quella villa o meglio quella prigione che l'aveva tenuto lontano da quello che sarebbe dovuto essere il suo destino.
Quella sera avrebbe dimostrato di essere il più furbo!
Lamh, era in camera sua, uno zaino sotto il letto con cibo e quant'altro per poter sopravvivere almeno per un pò. Preso dal coraggio usci dalla finestra, le guardie della villa, si erano addormentate -Idioti!- sussurrò con un filo di voce, ma i cani quelli sarebbero stati difficili da evitare, infatti eccoli arrivare, abbaiando così da svegliare le guardie degenere, le luci si accesero e presto la villa, che fino a pochi secondi fa era silenziosa e serena venne invasa dall'abbaiare dei cani, dagli ordini che le guardie si davano l'un altro e dalle gride dei genitori adottivi.
Tutti appena raggiunsero il posto videro solo una maglietta bianca niente di più, niente di meno, nessuno sapeva che dietro il cespuglio vicino alla sua stanza c'era una botola che Lamh aveva scavato con cura per uscire in tutta sicurezza dalla villa.
-TROVATE QUEL RAGAZZO!- urlò il padre adottivo, quando ad un certo punto sentirono urlare il ragazzo che era appena uscito dalla villa, -Finalmente libertà- gridò il ragazzo, assaporando quel dolce momento e successivamente si avviò verso la strada.
Non ci volle molto per raggiungerla, fu proprio lì che il fato ci mise il suo zampino… una macchina andava a tutta velocita, proprio mentre lui stava attraversando, la ragazza abbordo della macchina si fermò giusto in tempo. -Hey tu ragazzino!, togliti da li!- urlò la ragazza, intanto si iniziava a sentire il rumore assordante delle sirene della polizia -Muoviti! STUPIDO!- La ragazza scese dall'auto prese il ragazzino impaurito da un orecchio e lo trascino nell'auto partendo a tutta birra.
Lamh ancora sconvolto ci mise un pò a capire cos'era successo, si soffermò per un momento a guardare la ragazza al volante, aveva dei lunghi capelli neri e gli occhi color cioccolato, i tratti gentili nascosti dal trucco nero e marcato, forse sotto quel fondotinta c'erano nascoste delle lentiggini. Vestita di nero da capo a piedi top nero, una gonna cortissima e le scarpe così alte da sembra trampoli.
-Ma tu chi sei?- domando ancora stordito il ragazzo,-Tu chi sei? Ti sei parato li in mezzo alle scatole ti dovevo prendere per forza, se forse non te ne sei a corto ho la polizia alle costole- ribbattè la ragazza
-wow come sei rude- disse Lamh
-Senti non rompere!- Lamh rassegnato al rude comportamento della ragazza si soffermò a guardare la macchina sicuramente rubata, sul sedile di dietro c’ era un quantitativo enorme di armi e svariati oggetti -Ma hai rapinato un negozio d'armi!-
-Si più o meno e così!-
-E TU LO DICI COSì TRANQUILLAMENTE!?- urlò gonfiandosi una tempia in testa Lamh.
-SI! Perché adesso ti ucciderò- disse la ragazza con una vena di sadismo
-N..on di..rai...su...l...serio!- Lamh sembro tremare -ahahahah- rise di gusto la giovane donna -Dovresti vedere la tua faccia ahahah.-
-smettila!!!- urlo Lamh
-Ok! ahahah...OK la smetto! -disse la ragazza concentrandosi sulla strada- Comunque mi presento mi chiamo Rja, Rja DENUKJ si scrive con la jei, ma si legge I! Ricordatelo! E tu come ti chiami?-
-Perché mai dovrei dirti come mi chiamo?- la ragazza si innervosì e gli prese l'orecchio torcendoglielo -TI HO CHIESTO IL TUO NOME PEZZO DI M****!-
-HAY!! mi fa mele lasciami!-
-Col cavolo voglio sapere il tuo nome o non ti lascerò mai!-
-OKOK mi chiamo Lamh Fire!- la ragazza lascio l'orecchi del povero Lamh che inizio a toccarselo dolorante.
-Fire, Fire a come FUOCO!-
-NO! COME UCCELLO!-
-NON DIRE STE PAROLE!- la ragazza dal "nobile linguaggio" riproverò Lamh che sembrò innervosirsi -Ma tu ne dici una ogni secondo-
-Io sono maggiorenne!- ribbattè con foga la dolce ragazza.
-Comunque cosa ci devi fare con tutte quelle armi?-
-Non sono fatti tuoi!-
-Dai dimmelo!- disse il ragazzo sporgendosi verso i sedili posteriori,-Hey non toccare idiota!- disse la ragazza, ma...
Una delle tante spade, anzi no questa era speciale, aveva l'elsa in oro colato con vari rubini incastonati attorno e la lama nera come la pece si avvicinò da sola quasi per magia fluttuando in aria fino a toccare la mano destra del ragazzo che al contatto con le sue dita la lama prese fuoco, la giovane ragazza dietro di lei si girò per guardare cosa stava accadendo, perdendo il controllo della macchina che andò a sbattere contro un albero.
BOOOM!
Uno scoppio incredibile, fece volare i due ragazzi, il povero Lamh perse conoscenza mentre Ria con una grave ferita in testa cercava di non svenire, -Lamh svegliati!- disse scuotendolo, ma niente Lamh non rispondeva, mentre lei cercava di svegliare il ragazzo la polizia si stava avvicinando alla macchina, l'avrebbero vista, allora decise di prendere un arma qualsiasi e se la portò con se, poi si caricò il ragazzo sulle spalle (che aveva ancora la sua arma), e scappò.
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