- Capitolo 1° -
Sento il sangue lento scivolare lungo le mie mani, si insinua tra le dita caldo e scivoloso muovendosi piano in una sensuale carezza distratta. Denso di quell’ultimo attimo di vita che vi scorreva prima che schizzasse fuori dalle vene a macchiare il candore della mia pelle.
La babbana se ne sta distesa in terra, scomposta, letteralmente piegata, con gli occhi neri sbarrati su una notte che non può più vedere, sembra una marionetta a cui sono stati tagliati i fili, lasciata cadere scomposta sul duro pavimenti di fredda pietra e dimenticata da un bambino capriccioso passato ad altro.
Il marito poco lontano, un potente mago che ha lottato con me fino all’ultimo istante, quando immobile pietrificato dal mio schiantesimo, mi ha guardata con le lacrime che rotolavano lente dai suoi occhi mentre infierivo sul corpo della moglie finchè misericordiosamente non ho posto fine alla sua agonia.
Il loro bambino si agita nella culla, piange una consapevolezza che deve ancora venire, forse piange un presentimento.
Le sue urla mi infastidiscono, la sua angoscia mi impedisce di bearmi della sensazione che mi da essere stata ancora una volta la mano del mio Oscuro Padrone.
Esco all’ aria aperta, la brezza leggera scivola intorno al mio corpo accarezzandolo e facendomi rabbrividire.
Lascerò al lupo mannaro il bambino, credo che lo porterà nella sua tana per aggiungere un altro essere al suo esercito.
Devo tornare dal mio Signore, distrattamente porto un dito alle labbra, il sapore dolce e metallico del sangue m’ invade il palato, succhio con avidità quel liquido di vita rubata dalle mie mani.
Potente.
Orgogliosa.
Fiera di aver eseguito con precisione il Suo ordine.
Mio marito aspetta ai margini della foresta, mi prende per la vita, mi fa sentire contro il corpo la sua eccitazione e appoggia le labbra alle mie per ritrarsi subito disgustato dal sapore che vi trova.
Il suo disgusto comunque non è nulla se paragonato al mio.
Le sue mani sulla mia pelle mi provocano un fastidio tale che la mia mente richiama immagini di tortura ai suoi danni, ma Lui vuole che io mi tenga questo fantoccio imbecille e il Suo volere è la linfa della mia vita.
Il Suo volere è più importante del mio sangue, del mio orgoglio e della mia vanità.
Mi tocco ancora una volta il viso dove la tumefazione spicca evidente come un trofeo.
Da esibire con orgoglio perché dimostra la Sua attenzione.
Un sorriso aleggia sulle mie labbra, il Suo marchio brucia sulla mia pelle incandescente del Suo richiamo.
Lui vuole me. Adesso… intensamente.
Il Mio Dio Oscuro.
Mi muovo veloce, frenetica , impaziente di arrivare per asservire il suo volere.
E’ seduto sul suo trono, costruito con le ossa di babbani che io stessa ho contribuito a sacrificargli, a terra attorno a lui giacciono due compagni, i loro volti sanguinanti e sfregiati non sono riconoscibili. Nei suoi occhi la furia lascia piano il posto alla bramosia.
Si alza in tutta la sua maestosità, il sangue gli macchia i vestiti, le mani e il viso e io vedo solo trionfo.
Quando le sue mani si insinuano arroganti ed esigenti tra i miei vestiti per scorrere sulla mia pelle facendomi vibrare di piacere lui mi prende, lo fa e basta, senza chiedere, senza parlarmi, esigendo tutto e non concedendo nulla che non sia una spirale e dolore di piacere anche quando le sue mani afferrano i miei capelli e vi si aggrappano come in cerca di salvezza.
Nella mia testa io riesco solo a pensare che lo amo.
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