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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: REMEMBER WHEN
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Autore: laviestar galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/07/2012 18:00:54

Ricordi,incidenti e sentimenti repressi possono essere in grado di cambiarti ancora la vita?Scombussolando quel fragile equilibrio che la tenevano su?
 
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REMEMBER WHEN I CRIED TO YOU A THOUSAND TIMES
- Capitolo 1° -

REMEMBER WHEN



Ok, sono anni che non scrivo più una fiction su Slam Dunk, e so bene che ne ho tantissime in sospeso,anche se ho cambiato nickname ora, più che altro perchè non riesco più a recuperare la password del mio vecchio account Avril-87, chissà con quale caspita di e-mail l'avevo creato 10 anni fa, e comunque stavo dicendo: chissà magari un giorno le finirò.
Venendo al dunque, mettendo a posto il mio Hard Disk, ho ritrovato la bozza di questa fanfic, che avevo iniziato a mettere giù nel lontano giugno del 2005, oggi a distanza di ben 7 anni, ho deciso di metterci mano, di metterla a posto e di iniziare a postarla e sopratutto, finirla.
Ce la farà mai la vostra eroina??Mai dire mai.
Dopotutto ora a quasi 25 anni magari riesco a tenere più fede alle mie promesse.


Buona lettura e spero vi piaccia

Avril o meglio Laviestar ;)


REMEMBER WHEN _ PROLOGO
Remember when I cried to you a thousand times...


Stasera sono di turno...uffa!!!
Io avevo già programmato di passare un'intera serata a dormire e invece per colpa di Hanamichi...LAVORO!!!
Non che non mi piaccia il mio lavoro, ma insomma avevo già progettato un'intera notte dedicata al dolce far niente e invece, quel dannato rossino si è preso la febbre e Hisashi ha pensato bene di far fare a me il suo turno di notte insieme ad Akira Sendoh.

Non faccio spesso il turno serale, e non l'ho mai fatto da sola, solitamente Hisashi preferisce farlo fare agli uomini perchè lo ritiene pericoloso, in fondo consiste nel girare in macchina per tutta la notte e controllare che la situazione in città sia stabile.
E siamo a Tokyo, nella prefettura di Kanagawa dopotutto, e qui succede sempre qualcosa.


Maaaa, stasera non succede niente, e io mi sto già annoiando, Insomma, pensavo già di avvistare gente ubriaca da fermare, gente a cui dare una multa per eccesso di velocità, qualche ladro da cogliere in fragrante o i soliti ragazzini teppisti da rimproverare e mandare a casa con un calcio nel sedere...

MA NO!!!Tutto tranquillo!

Non è accaduto nulla di tutto quello che immaginavo, anche se nessuno toglie che questo sia decisamente un fatto più che positivo, magari un giorno la gente potrà sentirsi sicura a girare con calma anche di notte per queste strada.

"Akira, io mi sto annoiando!"sbotto premendo il piede sull'accelleratore

E dire che una volta avevo persino il timore di guidare in autostrada, da quando faccio questo lavoro invece ho acquisito decisamente più sicurezza.
Quando lavori per la polizia dopotutto, o la sicurezza nella vita la acquisti, o finisci male per una svariata serie di motivi.

"Ran...sei una poliziotta non dovresti guidare così"mi ricorda, mentre abbozza uno dei suoi soliti sorrisi.

"Chissà che cavolo avrà sempre da sorridere questo qui..."

Quando entrai in polizia e conobbi Akira Sendoh, quella fu una delle prime cose che pensai.
Non ero più abituata ad avere gente che sorrideva intorno a me, e Akira inizialmente mi dava davvero sui nervi.
Ma era un problema mio, dopotutto non uscivo da un bel periodo quando decisi di fare questo lavoro.

"Guido come più mi pare e piace" gli dico con un tono che non ammette repliche, e subito dopo cambiando tono di voce, accenno "Posso chiederti una cosa Aki?!Quando entrai nella polizia di Kanagawa, che hai pensato di me?"

"Che eri troppo carina per essere sempre imbronciata in quel modo!"

"Sii serio!Una volta tanto daaai!!"

In fondo ad Akira piace sempre sviare i discorsi seri, credo che abbia anche lui parecchi scheletri nell'armadio.
Ma chi non li ha dopotutto?

"mmh, sinceramente a parte quello già detto, pensai che a 23 anni avresti potuto fare un altro lavoro, piuttosto che rischiare la vita così giovane."aggiunge con una nota ironica

Ormai sono passati più di due anni da quel giorno, e non mi pento della mia scelta.
Volevo uscire dai miei problemi, e mi sono buttata a capofitto in qualcosa che mai avrei pensato di poter fare prima.
Da adolescente di certo non avrei mai detto che un giorno avrei fatto parte del corpo di polizia della città di Kanagawa, anzi...mi vedevo già come una soubrette televisiva o una delle nuove idol del Giappone, il bel faccino di certo non mi mancava e le origini europee da parte di mia madre facevano la loro bella figura.

"Cercavo di fare qualcosa che mi facesse perdere il controllo di me stessa" rispondo.

Perchè era quello di cui avevo bisogno per superare la morte di mia madre, perchè era quello di cui avevo bisogno per non stare a vedere lo stato in cui si stava riducendo mio padre.
Volevo buttare all'aria la mia vecchia vita, e averne in mano una nuova.
Direi che in parte sono riuscita nel mio scopo, anche se questo mi priva di gran parte della mia vita sociale, visto che le uniche persone con le quali riesco ad uscire sono i miei colleghi di lavoro.

Ad essere onestra però, fare la poliziotta non è per niente facile se si conta anche il fatto di rischiare la pelle un giorno si e l'altro anche.
Ma mi resta comunque dentro la soddisfazione che ho quando faccio qualcosa per gli altri, mi sento utile.
E probabilmente era quello uno dei miei scopi iniziali, credere di essere una persona utile e importante per qualcun altro, visto che avevo iniziato a sentirmi uno schifo.

"Non vorrei disturbarti dalla voglia di battere il tuo record di velocità su questa strada...ma il tuo cercapersone sta suonando!"mi dice Akira troncando il nostro discorso, anche se posso notare che avrebbe sicuramente voluto approfondire la mia risposta.

Nonostante sia una persona decisamente aperta e disponibile, non mi piace parlare di me stessa, nemmeno agli amici, e sopratutto non mi piace parlare di quel periodo in cui ho sofferto molto, tanto da non riuscire nemmeno a capire che tipo di persona fossi diventata.

"Se suona il mio dovrebbe suonare anche il tuo"gli dico senza nemmeno prendere quell'affare squillante in mano"alla fine, Hisashi ci ha messo in turno insieme; ergo se suona il mio, perchè il tuo non suona?"

Tanto so già la sua risposta....
Ma mi piace metterlo in imbarazzo!

"Veramente....il mio l'ho dimenticato a casa"mi dice con l'aria ingenua di un bambino, mentre inizia a grattarsi la testa con una mano.

"Ho capito: sei un impiastro!!"dico tirando il freno a mano all'improvviso e facendo un bel testacoda.
Sono una poliziotta no? Quindi quando c'è un'emergenza posso farlo.
Anche se il mio capo, Hisashi Mitsui, dice sempre di non fare questo genere di cose, e li penso sempre qualcosa del tipo tsk, il bue che da del cornuto all'asino , visto che in passato era pure un teppista, lui.


Prendo in mano il cercapersone e noto che quelli che mi sta chiamando è proprio il mio adorato capo.
Il nostro turno è quasi finito, che voglia sapere che sia andato tutto bene?
Ogni volta che mi fa fare il turno di notte è preso da strane e inspiegabili angosce, un po' perchè ci conosciamo dai tempi del liceo io e lui, e chi l'avrebbe mai detto che sarebbe diventato il mio superiore aggiungo, e un po' perchè nonostante abbia un talento innato per il mio lavoro si preoccupa sempre per me.

"Sai, io ti vedo come la mia sorellina Ran..."

"Che cosa dolce Hisa!!"


Quando andavamo al liceo, era tutto decisamente più semplice.
Poi dopo che Hisashi finì il liceo, ci siamo un po' persi, lui stava provando in tutti i modi con questa carriera, e io oltre al dovermi concentrare sugli studi e portare a termine il liceo, avevo iniziato a fare i conti con la malattia che mi stava portando via la mamma.
In quegli anni sono peggiorata molto come persona, si.

Scaccio via dalla mia mente tutti questi pensieri che sono un misto tra l'essere gradevoli e anche sgradevoli e prendo il cellulare componendo il numero di Hisashi per sentire se effettivamente ci sono dei problemi, o se la sua chiamata sul mio cercapersone è solo frutto delle sue paranoie più remote.


--Agente Ishihara Ran--

--Quanto vi ci vuole a rispondere ad una chiamata con il cercapersone?!-- Lo sento sbottare dall'altra parte del telefono. --E' da 5 minuti che chiamo su quello di Sendoh!"

--Ehm, quello di Sendoh...-- di certo non voglio metterlo nei casini... -- ..si è rotto!!C'era sempre il mio sul quale provare, Hisashi.--

--Ishihara, passiamo alle cose serie-- mi risponde

--Ishihara...--gli dico piccata, non mi piace quando mi chiamano per cognome, specialmente se a farlo è una persona che conosco da anni.
Anche se poi mi rendo conto di essere sul posto di lavoro, e quindi è anche plausibile che in situazioni di emergenza il mio capo usi dei toni autoritari con me.

--Ran non è il momento di scherzare!Davvero-- e il suo tono inizia ad essere decisamente più autoritario --C'è stato un incidente sulla ventiquattresima strada vicino al ponte, dovete andare immediatamente a dare un'occhiata!Chiamate anche i soccorsi!!Io sono stato avvisato in centrale da un testimone che viaggiava in quella direzione, non ho assolutamente idea se siano già presenti i soccorsi--

"Akira chiama i soccorsi, incidente sulla ventiquattresima strada, dopo il ponte" dico ad Akira allontanando leggermente il telefono dalla mia bocca.

--Un incidente?-- chiedo successivamente al mio capo --Di che tipo?--

Forse prima ho parlato troppo presto quando ho detto che non succede nulla. E di certo non era quello che avrei voluto succedesse.

--Un camion e una macchina si sono scontrati, uno dei due stava sulla corsia sbagliata, non ho ulteriori dettagli, sembra solo parecchio grave, da quello che mi è stato riportato--

--Ci sono feriti?--gli chiedo.--O m-morti?--

Io non so cosa dire, è da due anni che sono una poliziotta e mi è capitato molte volte di essere chiamata in causa ogni qualvolta ci fossero stati degli incidenti, ma comunque sempre incidenti da poco, tamponamenti...o scontri non mortali, ma non mi è mai capitato di avere a che fare con un caso di incidente così grave, almeno da quanto mi è stato detto.
In genere se capita qualcosa del genere, Hisashi manda sempre qualcun'altro, non me.
Ma ora di turno ci siamo io e Akira, e tocca a noi andare.
Quando si parla di morte, ho sempre davanti mia madre, per questo
...tutto questo mi fa paura, ma fa parte del mio lavoro e io devo farlo...

--Dettagli non pervenuti, ma non ci giurerei di trovare tutte le persone coinvolte in vita.--mi dice

--Ricevuto!Andiamo di corsa!--dico chiudendo la chiamata

"Sendoh!Allaccia la cintura, aggrappati da qualche parte" gli dico mentre il mio piede scatta veloce sull'accelleratore.

Se c'è una cosa che non mi manca a fare è il mio essere determinata, giusto quanto basta;
e anche se in questo momento ho paura di quello che potrò vedere, questo è il mio lavoro...ed è un mio dovere andare ed aiutare qualcuno che in questo momento ha bisogno di me.





In meno di 10 minuti io e il mio collega arriviamo sul luogo dell'incidente...

...qui è un disastro completo.
E poi che ci fanno tutti questi passanti fermi a guardare?Non hanno niente di meglio da fare invece che assistere a tutto ciò come se fosse un film??
Come se poi ci fosse davvero qualcosa di bello da vedere in una macchina distrutta dall'impatto con un camion.
Per essendo un essere umano, delle volte non concepisco come tale specie possa arrivare a questo livello di schifo.

"Allontanatevi tutti: polizia"dico con tono autoritario, esibendo il mio distintivo. "Akira, tu vai dal conducente del camion e accertati che stia bene"

"Ok"dice andando verso il camion

E a quanto pare il conducente del camion sta bene, vedo che Aki gli sta facendo delle domande, nonostante il conducente di quell'enorme veicolo si stia ripetutamente toccando la testa, magari ha preso una botta.

Senza pensarci due volte spalanco la portiera del conducente della macchina che è stata coinvolta nell'incidente...
C'era un ragazzo al volante...ed è ferito gravemente, però a quanto vedo respira ancora.
Al suo fianco invece noto che si trova una ragazza e dietro c'è una bambina, su un seggiolone.

Il ragazzo apre leggermente gli occhi e mi guarda, anche se non ho idea di quello che possa vedere, le ferite che ha sono abbastanza vistose e lo staranno facendo soffrire parecchio.

"Resisti, sta arrivando un'ambulanza"gli dico prendendogli la mano "Per favore, resisti..."
Lui non mi risponde e a me viene da piangere, ma non piango.
Dovrei cercare di reprimere i miei ricordi in momenti del genere, odio vedere la sofferenza negli occhi di un'altra persona.

E mentre sono persa nel mio pensiero, un suono mi riporta alla realtà, le sirene dell'ambulanza
"E' arrivata l'ambulanza, per favore cerca di resistere..."continuo a dirgli mentre continuo a stringere la sua mano."..io sono con te!"

In meno di un minuto tre vetture del pronto soccorso sono arrivata sul posto

"DIAVOLO MUOVETEVI!!"mi accanisco su un signore sceso dall'ambulanza in quel preciso istante, "DOVETE MUOVERVI!QUI C'E' QUALCUNO CHE RESPIRA ANCORA!"

Provo anche ad entrare per cercare di prendere la bambina dietro, ma la vettura è così shiacciata che non mi permette di farlo, la ragazza la scuoto più volte, ma credo sia svenuta, o almeno è quello che la mia mente cerca di credere.

"Mamma, svegliati per favore..."

"Magari potesse svegliarsi, magari..."


L'emotività mi frega parecchio in queste situazioni.

"Ora agente lei si sposti da qui" mi sento dire.

Guardo fissa a terra, nella speranza che possano stare tutti e tre bene.

"Dobbiamo ascoltare i testimoni Ran"

E la mano di Akira si appoggia sulla mia spalla riportandomi a quello che è il mio lavoro.

Fine Prologo
 
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