I VERI AMICI SI VEDONO A BORDO CAMPO - Capitolo 1° -
Ehilà a tutti, cari lettori estivi! Questo calore mi sta uccidendo XP E credo che anche la mia ispirazione e la mia voglia di scrivere stiano risentendo l’afa… Però se non altro possiamo tirarci su con gli europei di calcio! Su deviantart fioccano già le fanart hetaliane sulla competizione, ma di fanfiction hetaliane invece ce ne sono ben poche, quindi eccomi qui! Per la verità questa fic non ha molte pretese, mi è uscita di getto dopo l’eliminazione dell’Ucraina dalla competizione (mi è dispiaciuto molto, preferivo passasse lei piuttosto che Francia o Inghilterra); spero vi risulti comunque simpatica ^__^ Buon proseguimento d’estate!
PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!
Che sensazione strana quando sei il paese ospitante e sei fuori dai giochi. La festa si svolge ancora tutto intorno a te, ben lontana dal finire, ma tu non ne sei più parte, tagliato fuori così presto, nel suo caso col rimpianto di non essersi impegnato abbastanza da andare almeno un po’ più avanti. Così si sentiva Feliks, seduto a bordo campo, a guardare il resto dei suoi ospiti continuare a giocare, gridare, divertirsi, sperare. Strano davvero: pensare che Ludwig, Feliciano, Herakles e gli altri avrebbero continuato a cercare la rete sui suoi campi da gioco, sognare la coppa nei letti dei suoi alberghi, mentre a lui non restava che augurar loro buona fortuna e augurarsi che avrebbero speso un sacco in sciarpe, trombette, magliette e gadget ai suoi stand (non sarebbe stato male in effetti…). Era come se nel suo salotto si stesse svolgendo un concorso di bellezza per pony e lui non potesse prendervi parte col suo! “Tipo… E ora che faccio? Non voglio annoiarmi tutto il tempo fino alla finale!” Sbuffò e pensò di andare a fare un po’ di shopping per tirarsi un po’ su, magari trovava qualche sfumatura di rosa che ancora non aveva nel guardaroba. Stava per alzarsi, quando qualcun altro arrivò a sedersi accanto a lui, sul bordo campo degli sconfitti. “Oh, Ucraina… Vedo che hanno eliminato anche te.” “Infatti…”
“BLOODY YEAH!” –urlò Arthur, scivolando con le ginocchia sull’erba del campo- “ALLA FACCIA TUA, FRANCIA! ALLA FINE SONO IO DEI DUE A STARE DAVANTI!” “Non è che mi dispiaccia tanto starti dietro… Uh uh uh!” –mormorò a dire poco inquietante il secondo classificato del girone… “…… Comunque sia, Italia, a noi due!” –sviò subito il discorso… “Ve! Che vinca il migliore!” “Cretino!” –lo suonò in testa il fratello- “Siamo noi i migliori! Quante volte te lo devo dire?”
Esultanze, rivalità, sfide, e loro due, che erano gli ospitanti, restavano lì col sedere per terra, con niente più da dire o fare. Lui con la maglia rossa e bianca, lei con la maglia gialla e blu, e tutti e due con l’umore nero. “Beh… Tipo, non è che avessimo molte speranze…” “Già…” “Però forse almeno i gironi…” “Vero…” “Oh, chi se ne importa? Meglio così, avremo più tempo per dedicarci alle cose serie, altro che rincorrere i palloni! Vero?” “Si…” “Ti vedo un po’ giù…” -più di lui almeno, così gli pareva. “Scusa.” “No, non era un rimprovero…” –come al solito doveva scusarsi per tutto- “Però tu dovresti sentirti un po’ meglio, no? Te la sei cavata benino, tipo, hai pure vinto una partita, mica come me…” “Si, l’ho vinta…” –sorrise lei, asciugandosi col dito la prima lacrima. Polonia deglutì: forse avrebbe dovuto informarsi un po’ prima su quanto contasse quel torneo per Ucraina, prima di farla piangere! “Eeeeehm… Tipo… Qualcosa non va?” “Sai, Feliks…” –tirò su col naso e guardò da un’altra parte- “Dopo aver vinto la prima partita mi sono sentita… fiera di me… Pensavo che forse potevo… potevo vincere ancora. Forse potevo passare davvero il girone! Per una volta potevo fare bella figura… Ma era solo una partita, mi sono illusa soltanto e ora… Scusami!” Scusami se sono qui a piangere come una cretina che ha sperato troppo presto, chiarivano meglio i singhiozzi in cui la sua timida vocina era scomparsa. Feliks era rimasto come paralizzato, proprio quando era il momento di fare qualcosa. Era una situazione del tutto nuova per lui: accidenti alla sua abitudine di pensare solo ai fatti propri e mai quelli degli altri. D’altro canto, era pure troppo poco egoista per lasciare che un’amica piangesse così e restare con le mani in mano. “Dai, tipo!” –provò a sorridere e iniziando al contempo a sudare a secchiate come nel pieno di un match!- “Non fare così!” E in risposta quella pianse ancora di più! Non era uno dei suoi soliti piagnucolii, per cui pure suo fratello la prendeva in giro: stava soffrendo sul serio stavolta. “Sono una buona a nulla! Resterò sempre la solita buona a nulla!” “Ma no! Non è vero che sei una buona a nulla!” “Si che lo sono! Non sono riuscita nemmeno a impedire che il mio capo facesse quello che ha fatto a tutti quei cagnolini! E ora tutti mi odiano per questo!” “Sigh, i cagnolini! Ehm, no, volevo dire…” “Sigh!” Feliks si arruffò i capelli, cercando di farsi venire un’idea. Ucraina non poteva buttarsi giù così… Cioè, si stava buttando giù molto più del solito, ma già nel solito non andava bene lo facesse, figurarsi adesso! Lui la conosceva molto bene, lui sapeva che non aveva motivo di essere così severa con sé stessa. “Va bene, tipo, non sono abituato a fare simili cose, ma…” L’abbracciò con tutte e due le braccia e la tirò un pochino verso di sé. “Nessuno potrebbe odiarti, Ucraina.” “Ma i cagnolini…” Feliks si contenne dal farsi venire gli occhioni lucidi: “Si, vabbé, lasciamo stare, tanto ora sono in Paradiso, tu ascolta me.” “Va bene…” “Innanzitutto, tipo, devi essere fiera di esserti impegnata tanto in un gruppo di tutte squadre forti (le mie erano tutte schiappe e non ce l’ho fatta neppure…), e di essere riuscita a vincere almeno una partita, e poi…” “E poi?” Polonia prese un maxi-respiro, incuriosendo ancora di più Ucraina. “Ucraina, so che suonerà strano detto da me, che ti ho governato per anni e anni facendoti sgobbare nei campi per me senza mai riconoscerti come pari a me e a Lituania anche se lo chiedevi e ho usato i tuoi cosacchi per le mie guerre e ti ho fatto arrabbiare e ribellare un mucchio di volte, ma… Ora ti parlerò in maniera sincera.” Sciolse l’abbraccio, in modo che si rialzasse e potesse guardarlo negli occhi mentre, una volta tanto, apriva il suo cuore per sanare quello di qualcun altro. “Nessuno potrebbe odiarti Ucraina, anche se credi di essere una buona a nulla le cose stanno così: hai un cuore d’oro, gentilezza a vagonate per tutti, un carattere tranquillo che sa anche essere fortissimo, giochi discretamente a calcio, e io non avrei mai desiderato organizzare questo torneo con nessun altro!” “… Nemmeno con Lituania?” “Beh, tipo, casa sua è piccola, non ci sarebbero stati tutti probabilmente, e poi, detto fra noi, lui a calcio se la cava ancora peggio di noi due.”
Da qualche parte, Toris si sentiva molto, molto depresso…
Invece, lì in quel bordo campo senza gloria, nello spento limbo degli sconfitti, Ucraina smetteva di singhiozzare. “Che ti importa se hai perso in un torneo? Quello che hai dentro non lo perderai mai, chiunque sia il tuo avversario.” “Sigh! Polonia…” “EHI?! Ma, tipo, perché continui a piangere? E io che pensavo di aver detto le parole giuste!” “No, ora sto piangendo perché mi sono commossa! Uaaahh!” “Ah… Credo vada bene, tipo!” Ucraina gli si buttò addosso, in un abbraccio tanto stretto che Feliks rischiò di soffocare tra i due grossi e rotondi cuscini che aveva lì davanti: “Grazie, Polonia! Ti voglio bene!” “Anche…” –riprese fiato- “… io!” Si rialzò da terra e le offrì la mano. “Forza Ucraina, questo europeo non andrà da nessuna parte senza noi a dirigerlo!” “Si!” “Però prima di tornare al lavoro, tipo, facciamo due tiri a pallone?” “Siamo a casa nostra, chi ce lo vieta?” “Già, chi? Eh eh!” “Ih ih!”
“Ve! Come sono uniti quei due! Fratellone, perché non organizziamo noi il prossimo torneo?” Romano guardò Polonia e Ucraina allontanarsi sorridendo: “… Ci stai provando con me?!” “Ve?! No, volevo solo…” “Io ti stangolo!” “Veeeee! Hai frainteso!” “Eh eh eh!” –rise da lontano Inghilterra- “Così, litigate tra di voi! Più disuniti sarete più facile sarà vincervi!” I due però l’avevano sentito e smisero di rincorrersi, prendendo a fissarlo… “… Strangoliamo lui!” “Ve!” “Oh, bloody…”
Ucraina e Polonia, stavano passandosi un po’ la palla tra loro quando videro Veneziano e Romano rincorrere Arthur, che continuava a sbeffeggiarli, cercando di colpirlo con delle pallonate. Katyusha, impietosita, sospirò: “Calciatori…” “Tsk!”
Al di là del fatto che l’Ucraina, come nazione e come personaggio in Hetalia, mi sta di suo molto simpatica, c’è da dire che certamente meritava la qualificazione: Francia e Inghilterra non stanno affatto giocando granché… -__- E poi sarebbe stata se non altro una novità… Polonia e Ucraina, non tutti lo sanno, sono paesi molto legati, sia storicamente (come ho fatto notare nel discorso di Feliks) che culturalmente, e penso che in termini hetaliani la cosa si traduca quantomeno in una bella amicizia, che ha permesso l’organizzazione di questi europei ^__^ Peccato per la faccenda dei cagnetti randagi comunque… Alla prossima, e… FORZA AZZURRI!
PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!
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Grande avoro sensi...non so che altro dire ^_^'.