RITROVIAMOCI DA QUALCHE PARTE.
- Capitolo 1° -
Questa non è una di quelle storie che hanno una trama,
non ha mai avuto una trama, solo, ho fatto una cosa che ho sempre detestato fare.
Mi sono abbassata al livello di questi strani personaggi, e ho lasciato che loro, pian piano, raccontassero qualcosa che non segue un filo logico,non è arte, non è razionalità, non è qualcosa che si possa descrivere.
Bisogna leggere per capire, ma forse poi alla fine, non si capisce niente comunque.
ECO.
- Sono angeli.
- .. ma quando perdono le ali, a cosa assomigliano? Cosa diventano?
- Perché dovrebbero perdere le ali?
- Ad un certo punto, si sciolgono.
Melissa aveva sette anni, ma non era una bambina come le altre.
Non lo era mai stata. Lei aveva gli occhi grigi, di un grigio morto, che ti veniva nostalgia a guardarlo.
Aveva i capelli neri, lunghi fino alle spalle. Melissa aveva un bel sorriso, ma non lo indossava mai.
Non le piaceva sorridere, preferiva rendere la vita degli altri impossibile, con le sue domande taglienti e i suoi ragionamenti contorti.
Viveva in una bella casa con la sua bella famiglia. E poi infondo, per lei non c’era niente di bello.
Giusto il mare.
Quello l’avrebbe guardato per giorni interi.
- La senti, questa musica?
- Non c’è nessuna musica, Melissa.
- Sì, è una donna che piange.
- Una donna che piange non è musica.
- Il pianto di una donna è musica.
- ..e il pianto di un uomo, cos’è?
- Quello è rumore.
Melissa non giocava. Trascorreva le sue giornate sui libri; non quelli di scuola, quelli li puoi leggere sempre.
A lei piacevano quelli grandi, pieni di parole strane dai significati complicati. Quelli che una bambina di sette non dovrebbe nemmeno conoscere.
Aveva solo una bambolina di pezza, l’aveva trovata per terra, una mattina;
ed era diventata sua.
Melissa era un essere davvero strano.
E quello, era solamente l’inizio.
- Eco.
- Eco?
- Qualcuno sta ridendo. L’eco delle sue risate, arriva alle mie orecchie.
- Non c’è nessun eco.
- E’ la stessa donna che prima stava piangendo.
- Ora ride?
- Ora ride.
- Perché?
- Non lo so.
Melissa aveva un anello al dito e una croce al collo. Una volta aveva messo a soqquadro la soffitta, fino a trovarli.
Erano vecchi e arrugginiti; ma tutto sommato erano splendidi.
Io lo sapevo cosa sarebbe diventata. Lo sapevo cos’era veramente Melissa; ma se gliel’avessi detto, non mi avrebbe mai creduto; io non ero nessuno per tenerle testa.
Ero una bambolina di pezza, a quel tempo.
La sua bambola di pezza.
- Temporale.
- C’è il sole, non può piovere.
- ..ma il cielo sta per scoppiare a piangere.
- Non pioverà.
E scoppiò un temporale.
- Esplode, il cielo.
- E tu cos’hai intenzione di fare?
- Assolutamente niente.
- Lo lascerai morire?
- E’ già morto.
Diventava sempre più bella, man mano che cresceva; e io stavo lì a guardarla.
A sedici anni aveva gli occhi ancora più morti di prima; erano belli, nel modo più triste in cui due occhi potessero essere definiti belli.
E i capelli, forse li aveva lasciati crescere anche troppo.
- Perché fissi il cielo in quel modo?
Non le piaceva parlare con i ragazzi della sua età; né con quelli più grande. A Melissa non piaceva proprio parlare, in generale.
Allora, incoerente com’era, riuscì a rivolgere la parola solamente ad Ian.
Ciao! oh, da quanto non pubblicavo qualcosa su questo sito! *sorriso ebete mode: ON* non so, se qualcuno si ricorda di me.. - probabilmente no, ma non c'è problema - sono Kaori96. Comunque sia, ricordo che amo scrivere, amo essere sadica con i miei personaggi e amo le critiche costruttive. Direi che ci siamo.
Grazie per l'attenzione!!! ^-^
|
|
