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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Hetalia
Titolo Fanfic: E MENO MALE CHE LORO ERANO I BUONI
Genere: Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, OOC
Autore: naruxhina galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/06/2012 21:31:18

In ricordo delle violenze subite dalla popolazione civile italiana non dalla barbarie nazifascista, ma da quella dei suoi liberatori
 
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E MENO MALE CHE LORO ERANO I BUONI
- Capitolo 1° -

Nei pressi di Montecassino, 1944





Alfred Jones, divisa macchiata, capelli sudaticci sotto l’elmetto e pugni baldanzosamente chiusi, entrò a passi pesantissimi e svelti nella tavernetta, scostando la tenda sull’uscio con un ceffone.

Tutto era impolverato e lercio; ai tavoli sparsi, sotto una cappa di calore e penombra, i soldati si riposavano e si dissetavano, godendosi le ore di licenza.

Lo trovò lì come gli era stato detto, a bere da solo in un angolo, con la sedia reclinata contro il muro di quel tugurio sfuggito alle bombe; sul tavolo davanti a lui una bottiglia di vino vuota, e un’altra a metà.

“Francis!”

Il biondo si voltò lentamente, con gli occhi vacui tra le palpebre semichiuse e un sorriso molle che ondeggiava tra la barba rada. Si grattò sotto il mento con la mano libera dal bicchiere ricolmo e restò zitto a guardare l’americano, gonfio come un rospo infuriato, aspettando parlasse o si desse una calmata e si ordinasse anche lui da bere.

“Che cazzo stai facendo?”

“Non si vede?” –ribatté allargando il sorriso ebbro.

“Lì fuori quei fottuti montanari che tu osi chiamare soldati, quei goums o come cazzo si chiamano, stanno facendo un casino! Ma tu lo sai questo non è vero?”

Si sgolò il resto del bicchiere: “Si. Direi di si. Di solito so cosa fanno i miei soldati.”

Gli occhi di Alfred si rimpicciolirono; quanto era ubriaco, o stronzo, per dare un simile sfoggio di sfacciataggine davanti quello che stava accadendo praticamente in tutti i paesotti della zona?

Si appoggiò con le mani sul tavolo; Francis si riempì a metà il bicchiere, ma poi prese tutta la bottiglia e tornò a stendersi.

“Rubano, uccidono, violentano! Violentano tutti! Donne, uomini, vecchie, anche bambini! Pure i preti! E tu anziché fermarli te ne stai qui a bere come una fottuta spugna! Anziché fare qualcosa per fermarli!”

Il francese, staccate a malincuore le labbra dall’alcolico diletto, emise un versaccio e dondolò la testa, chiaramente infastidito dall’alto volume della voce dell’alleato, unica sua vera preoccupazione al momento.

“Uh, come ti scaldi per qualche “marocchinata”! Se ti agiti per questo allora se ti raccontassi di quello che li ho visti combinare in Algeria ti verrebbero i capelli bianchi… È solo la guerra.”

Di solito le baggianate che sparavano gli ubriachi lo facevano divertire un mondo, ma aveva viste cose troppo disgustose per scherzarci su. Quelle parole, quel tono così incurante per ciò che accadeva pur avendo il potere di impedirlo, non potevano essere perdonati né adducendo al cervello in alcol né a qualunque altra scusa.

Loro erano gli alleati; erano i nazisti quelli senza cuore, non loro! Erano i nazisti a commettere stragi e simili porcate, non loro!

Inspirò forte, coi muscoli del collo tesi come corde pronte a spezzarsi: “Questa non te la faccio passare liscia! Non tollererò questa merda un secondo di più! Ho già fatto rapporto ai piani alti, sei già nei guai, e se non ci pensi tu a far smettere subito quegli animali allora ci penserò io coi miei uomini, hai capito? Se si azzardano a toccare ancora un solo civile io…”

Riprese fiato udendo un tacco sbattere due passi dietro di lui. Uno dei suoi caporali si era messo sull’attenti e, fatto il saluto con una mano, gli porgeva nell’altra il telegramma con la risposta al suo sdegnato rapporto.

Il viso del sottufficiale sembrava, per qualche ragione, mortificato.

Lo lesse, mentre il francese posava la bottiglia e riprendeva in mano il bicchiere riempito poco prima.

“Allora?”
“Dice… Che siamo in Italia per combattere i nazisti, non i nostri alleati…”

Francis lasciò uscire di bocca un singhiozzo, forse una risata, o forse un sommesso rutto.

“Visto? Rilassati, amico, come dici sempre tu: i soldati fanno un bruttissimo mestiere, hanno bisogno anche loro di divertirsi un po’ lontano dai proiettili, no? Lasciali fare, prima o poi si stuferanno, e comunque visto che grazie a loro sloggeremo a breve i tedeschi e avanzeremo, la gente di qui ne avrà al massimo ancora per pochi giorni. E poi, puoi assicurare davvero che nessuno dei tuoi begli americani abbia stuprato qualcuno dalla Sicilia a qui? Il tragitto è lungo.”

Alfred accartocciò il telegramma insieme con la propria autostima.

“Ne è rimasto un po’, ne vuoi?”

Si tolse l’elmetto, lo tirò per terra e se ne uscì, lasciando Francis nell’oblio di quel tugurio a finire la seconda e ordinarsi una terza bottiglia.

Nell’andar via, gli era rimasta così poca forza nelle braccia che la tenda sembrò ora faticosissima da scostare.

In quella terra occupata dal nemico voleva essere liberatore, voleva essere eroe fra gli eroi, ma più avanzavano verso nord nella penisola e più si rendeva conto che non ce n’era nessuno, da nessuna parte.

In quanto a lui, il suo tanto decantato senso di giustizia e il suo tracotante eroismo finivano lì dove iniziavano i soliti dannati “ordini superiori”.



E mano male che loro erano i “buoni”.







NOTE STORICHE

I “goumiers” o “goums” erano reparti dell’esercito francese che combatterono nella campagna d’Italia della Seconda Guerra Mondiale.

Questi reparti erano truppe coloniali, erano infatti guerrieri di etnia berbera, provenienti dalle montagne dell’Atlante, in Marocco.

Si trattava di genti arretrate, selvagge, montanari ancora abituati alle lotte tra tribù in cui il vincitore aveva il diritto di saccheggio sui vinti.

I goums compirono violenze inaudite sulla popolazione civile, in special modo nella provincia Frosinone: nella cittadina di Esperia, dove avvenne lo sfondamento del fronte della Linea Gustav, vennero stuprate 700 donne su una popolazione di 2500 abitanti. Gli stupri di massa non risparmiarono anziani e bambini di entrambi i sessi, in molti morirono a seguito delle violenze riportate.

Il tutto sotto gli sguardi dei loro comandanti francesi.

Secondo alcune testimonianze, a Pico un tenente dell’esercito americano tentò coi suoi soldati di mettere un freno alle violenze, ma vennero presto fermati dai superiori.

La penicillina degli americani riuscì comunque ad impedire epidemie di sifilide, gonorrea e altre malattie veneree tra la popolazione.



I crimini di guerra li hanno commessi tutti, buoni e cattivi, tedeschi e italiani, francesi e americani, giapponesi e inglesi, russi e jugoslavi…

La guerra non ha eroi, né salvatori o liberatori.

La guerra ha solo la violenza e la sparizione dell’umanità dai cuori delle persone, da qualunque parte combattano.

L’importante è non dimenticare, se ci si riesce perdonare.

E non ricadere mai più nella sua triste follia.



Tutte le informazioni qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Marocchinate

 
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