RITORNERAI DA NOI?
- Capitolo 1° -
Il cielo è scuro e tempestoso nella Londra magica. La pioggerella delicata batte sul vetro della finestra che da sul nostro giardino.
Il verde prato e le rose rosse diventano buie, forse per il cielo, o forse perché manchi tu, e la mia voglia di curare quelle piante scema giorno dopo giorno.
Avevo sempre amato il grigio cielo, ma ora mi fa venire solo nostalgia. Mi mancano i giorni passati con te, mi mancano i tuoi occhi su di me, e le tue parole brusche, che nascondevano un dolce sentimento.
La casa –troppo grande come ti avevo già detto- ora è silenziosa, i nostri litigi riecheggiano solo nella mia mente. Il nostro bambino dorme nel suo letto, tenendo stretta a se l’unica cose che ha ancora il tuo profumo, e cela il tuo essere. La sciarpa dei colori della tua Casa; verde ed argento.
È forte il nostro bambino, non parla mai di te, ma di notte lo sento piangere. Ha il tuo orgoglio, e i tuoi occhi. È tutti di te.
Mi passo una mano sul ventre rigonfio, e sento un calcio. Rose lo sa quando penso a te, lo sente.
Sono cinque mesi che sei sparito, e fra due nascerà la tua bellissima bambina.
Il giardino perde ogni fascino quando nella mia mente alberga il tuo ricordo, la tua voce –che temo di scordare-, i tuoi occhi.
Le palpebre pesanti mi fanno chiudere gli occhi, ma anche sotto ad esse c’è il tuo viso.
Mi manchi come solo l’aria può mancare, e non ho mai paura di ammetterlo.
Sapevo che non saresti dovuto partire per quella ridicola missione, uno contro dieci non è mai stato leale. E tu sei solo.
Avevo sempre creduto che il Ministero avesse aperto gli occhi, e ti vedesse finalmente per l’uomo che sei, speciale e più leale di quanto vuoi far credere.
Ma non era cosi, ti spedivano come pupazzo o esca per i casi più difficili, speranzosi della tua morte. A loro probabilmente non importava che tu avessi moglie e figli, loro non credevano in te, e stavano facendo l’errore che feci io anni addietro. Non mi sono fidata di te.
Ed ora piango, e non mi fido delle tue ultime parole: “Tornerò, ed insieme a te creeremo il nostro futuro, con i nostri figli. Ti amo.”
Faceva male non credere e quelle parole, me le dicesti mentre mi accarezzavi la pancia, Rose aveva solo due mesi. Ti amo anche io. Lo farò sempre. E ti aspetterò.
Guardai un ultima volta fuori dalla finestra, aspettando che il buio calasse completamente, prima di coricarmi sotto le lenzuola rosse. Avevo bisogno del coraggio di Grifondoro per andare avanti.
Una settimana più tardi:
Leggevo il giornale ogni giorno, in cerca di notizie riguardanti Draco, ma mai ne trovavo.
Pesino la televisione babbana non parlava di te, e come avrebbe potuto, non sapevano della tua esistenza.
Harry, Ginny e persino Ron erano preoccupati per te e per la mia salute. Ma non li ascoltavo. Continuavo a non mangiare, tu non c’eri, e la fame passava. Vivevo solo per i nostri figli, e per aspettare il tuo ritorno.
-Tesoro.- Ginny mi scosse dolcemente per una spalla, mi ero incantata ancora a guardare il cielo scuro. A volte le nuvole erano dello stesso colore dei tuoi occhi, ma non oggi.
-Cosa c’è?- domandai in un sorriso sforzato.
Ginny mi guardò, negli occhi una luce strana.
-Hai letto il giornale oggi?- mi chiese poi dolcemente, lasciando il braccio esile.
-Oggi no.- mi sembravo tanto Luna, persa in un mondo che non era il nostro.
-Forse dovresti farlo.- cosi me lo porse, e lo sfogliai fino a trovare la tua foto.
L’annuncio non mi piacque.
La tua scomparsa ora era un allarme l’intero mondo magico.
Draco Malfoy scomparso.
Almeno ora sapevo.
Eri morto. Non saresti mai scomparso cosi, non era da te. Egocentrico e vanitoso, volevi sempre stare al centro dell’attenzione, come a scuola.
-Mamma?- un sussurro alle mie spalle mi fece girare sorridente.
-Scrop, dimmi.- lo guardai inclinando un po’ il viso verso sinistra.
Sei tu Draco. È uguale a te.
-Dov’e il papà?- il suo sorriso scemò e i suoi occhi diventarono lucidi, prima che mi si lanciasse tra le braccia.
-Un giorno Scorpius, un giorno rivedremo tuo padre.- non era una bugia, prima o poi lo avrei incontrato.
Quattro anni dopo.
Scoprius aveva sei anni, ed aveva già fatto il suo primo incantesimo involontario, raffreddando la pasta bollente.
Tu non c’eri. Ma io stavo bene, o meglio, stavo decisamente meglio. Mi ero fatta una ragione della tua scomparsa, ma non avevo avuto altri uomini.
Rose aveva quasi quattro anni, ed era tutta la mamma, tranne per gli occhi, li aveva entrambi, il destro era del colore del padre, un grigio splendido, ed il sinistro era marrone, proprio come il mio.
Amavo i nostri figli come amavo te.
Rose sapeva dire quasi tutto, ma come tutti i bambini la R e la L erano facili da confondere.
Ogni tanto mi chiedeva di te, di com’eri, e io gli dicevo che eri proprio come suo fratello, bellissimo e biondissimo, il carattere però e quello di Rose.
La sera parlavo sempre sola, ma era come se lo facessi con te. E poi mi addormentavo. E questa sera come le altre. Non avrei creduto che il risveglio fosse completamente diverso.
Non fu il grido di Scorpius a svegliarmi quel sabato mattina, ma un tocco delicato sul viso.
-Hermione.- il mio nome sussurrato dalla voce che aveva popolato i miei incubi e i miei sogni da dieci anni.
Lentamente aprii gli occhi, e due tempesta mi sorpresero a pochi centimetri dal mio viso. Il cielo era in camera mia, il cielo che amavo, ma che ora aveva perso di significato confronto alle tue iridi argentate.
-Sei tornato.- un sussurro, mi sorpresi quando udii il dolce significato: non mi aveva mentito.
-Te l’avevo promesso. Ed un Malfoy mantiene sempre le sue promesse.- un sussurro. Il tuo odore pungente di pelle che mi colpiva, i tuoi occhi che si perdevano nei miei, la tua bocca che sorrideva dolce.
-Lo so.- le mie braccia meccaniche, e troppo fini, si posarono dietro il suo collo tirandolo a me per un dolce bracio.
-Mi sei mancato.- sussurrai sulle sue labbra. –Scorpius e Rose non vedono l’ora di conoscerti.- sorrisi e gli occhi presero una nuova luce. Lo sentivo nascere dentro.
-Gli hai parlato di me?- una preghiera celata in una domanda.
-Tutti i giorni.- sussurrai alzandomi e tirandolo verso la camera dei piccoli. Li avevo voluti assieme, nella stessa stanza, per poterli guardare dormienti entrambi.
-Scop, Rose, presto, guardate chi c’è.- il loro sonno leggero permise loro di scattare in piedi. Non ci fu bisogno di presentazioni.
-Papà!- dalle labbra di entrambi nacque spontanea questa parola, e le loro braccia si aggrapparono al padre, in cerca di un abbraccio, uno dei tanti mancati.
Draco li prese tra le bracci entrambi, inginocchiandosi al suolo, dove poco dopo io li raggiunsi sorridente. Non avrei più versato lacrima da oggi, avevo tutto dalla vita. Tutto quello che una donna potesse mai chiedere.
-Non te ne andare mai più!- disse Scorpius mentre affondava il viso nella spalla del padre.
-Resterò. Sempre.- baciò entrambi i suoi figli sulla testa.
Questa era la vita che avrei vissuto fino alla fine, mio marito ed i miei figli, mai avrei chiesto altro. A me bastava che lui non se ne andasse mai, e che i miei figli continuassero a sorridere cosi per sempre, il resto era il nulla.
Angolo Autrice:
Dopo essermi assentata per un periodo lungo, fin troppo, per motivi chiari, ma che non voglio dire, torno con questa breve one-short, la prima su Draco ed Hermione, la prima su Harry Potter per questo sito.
La storia è semplice, e viene preso spunto da quella più lunga che sto postando su di un altro sito e che se questa avrà successo, posterò anche qui.
Spero che vi piaccia sia la storia sia il mio modo di scrivere, accetto critiche che non offendano, ed i complimenti sono sempre ben accetti.
A presto.
Vampira95
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