QUANDO DISSI ADDIO
- Capitolo 1° -
Sarò con te
“Sai che presto o tardi tutto questo ti ucciderà, vero?”
“Io sono già morta…”
“…”
“Sono morta la prima volta che ho ucciso”
Avevo solo quindici anni, ero ancora una bambina, anche se io non sono mai stata come tutte le altre, io avevo voi. Voi eravate i miei amici, voi eravate la mia famiglia, sarei morta per voi, ho ucciso per voi… Ho ucciso per lui.
Avevo solo quindici anni e già avevo lasciato che la vita mi scivolasse dalle mani come sabbia tra le dita, avevo tradito me stessa, i miei sogni, ti avevo tradito preferendo lui. Lo aiutai ad uccidere il suo migliore amico, lo aiutai ad uccidere il mio migliore amico, anche se in realtà non mi macchiai mai le mani con il tuo sangue. Le mie non sono sporche del tuo sangue Shisui, ma sono sporche del sangue della tua gente, della tua famiglia. Quella notte io lo aiutai a farlo, quella notte uccisi per la prima volta, quella notte morii.
“Fa freddo stasera, il vento sfiora le tende della finestra e porta il profumo delle fiamme nella mia stanza. So cosa devo fare, so di dover aspettare il suo segnale, gliel’ho promesso. Solo per un istante l’aria diventa calda e io capisco, è questo il segnale, lui ha bisogno di me. Esco silenziosa dalla finestra e arrivo al quartiere degli Uchiha, è irriconoscibile, avvolto dalle fiamme e distorto dalle urla della gente terrorizzata. Capisco solo ora cosa ha bisogno che faccia, capisco solo ora chi devo uccidere. Arrivo alla casa in cui lui è cresciuto, in cui sono stata così spesso negli ultimi tempi. Ci metto un secondo, li uccido, non li faccio soffrire, anche se forse lo meritano, ma loro sono stati la mia famiglia e dopotutto a qualcosa serve il mio dono, dopotutto a qualcosa serve poter controllare le emozioni degli altri. Lo sento parlare, la sua voce è fredda, lontana, mi fa paura, mi ricorda il giorno in cui uccise Shisui. Capisco subito con chi parla, parla con Sasuke, con l’unico che ha deciso di risparmiare. Vorrei restare ancora, vorrei stringere il piccolo Sasuke tra le braccia perché per me lui è un fratello, vorrei consolarlo, dirgli che lui non voleva farlo ma che ha dovuto, dirgli che non è un mostro, ma non posso. Lui non me lo permetterebbe mai. Mi allontano dalle fiamme e dal sangue e raggiungo la radura dove devo aspettarlo. Non ci mette molto e quando arriva è un attimo e lasciamo Konoha per sempre, abbandoniamo per sempre la nostra casa, l’unica che avessimo mai avuto e che mai avremo.”
Sono cambiata molto da allora, innanzitutto non ho più quindici anni, sono cresciuta e sono diventata forte. Ora sono un’assassina, è questo che faccio per vivere. Io e lui non ci vediamo da un sacco di tempo, non ci vediamo da quando litigando gli rinfacciai di averti portato via da me, da quando gli dissi che tu eri la persona più importante della mia vita. Io non ti amavo Shisui, io ho sempre amato lui, ma non sono mai riuscita a perdonarlo per averti strappato la vita, per averti tolto il sorriso.
“E’ il terzo anniversario della morte di Shisui, in questo giorno io e Itachi non stiamo mai insieme, fa troppo male. Non riesco a guardarlo, non riesco a vedere i suoi occhi pece sapendo che potrebbero essere i suoi, sapendo che qui forse c’è anche lui. Itachi invece non riesce neanche a tollerare la mia presenza, dice che è come rivederlo qui con noi. Anche oggi me ne dovrei andare all’alba, lo so, ma voglio essere forte, voglio stargli vicino perché so che in questo giorno, ogni anno, qualcosa dentro di lui si rompe, lo capisco dai suoi occhi vuoti quando torno al mattino successivo, lo capisco dalla voce un po’ meno calma e un po’ più triste, lo vedo così solo quando ripensa a Sasuke. Non devo restare, lo so, ma lo faccio lo stesso, io voglio esserci per lui, voglio che lui ci sia per me. Ciò che succede nella mia mente è sfuocato, mi sembra di sognare anche se purtroppo è tutto troppo reale, ci sono solo le mie lacrime, gli dico che è un mostro che ha strappato la vita al suo migliore amico e a tutta la sua famiglia, lo incolpo di avermi tolto una famiglia, una casa, la persona più importante che avevo. Devo aver detto altro ma lui niente, lui mi lascia parlare e poi dice solo un “che ci fai ancora qui, allora?”. Sono sicura di aver visto una lacrima sul suo volto ma sono troppo arrabbiata, troppo incredula, troppo sconvolta per farci davvero caso, per domandare, per rimanere. E’ ancora questo maledetto giorno, il giorno della morte del mio migliore amico e oggi mi sembra di morire anche io, di morire di nuovo come il giorno in cui uccisi i genitori di Itachi, il giorno in cui tolsi la vita ad una parte della mia famiglia. La Yume che Shisui conosceva ormai è in cielo con lui”
Io sono cresciuta tanto e sono cambiata. Ho promesso di lottare per le persone che amo ma la verità è che io non ho più nessuno. E’ per questo che uccido.
Ho deciso che mi unirò all’Akatsuki, io non condivido i loro obbiettivi, non ho i loro sogni, la verità è che io non sogno più. Voglio rivedere Itachi, voglio potergli stare accanto ancora una volta, io lo amo ancora.
La mia vita non ha uno scopo, io ormai vivo per uccidere, della quindicenne sorridente che tanto adoravi non rimane niente Shisui, ma la nuova Yume è forte, la nuova Yume ha ancora forza per lottare, la nuova Yume è morta troppe volte per poter morire davvero.
ANGOLO AUTRICE
Questa è la prima fanfic di più capitoli che racconto ma mi piace molto l'idea e quindi mi sento positiva!
Cercherò di aggiornare il più presto possibile, magari uno due capitoli la settimana.
Fatemi sapere se vi piace e anche se magari avete qualche consiglio per migliorarla... Grazie mille in anticipo!
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jiraya4ever