torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Il Principe del Tennis (Tennis no Oujisama)
Titolo Fanfic: IL DEMONE INNAMORATO
Genere: Sentimentale, Romantico, Sportivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: anetta galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/01/2012 18:10:07

Oh, yeah! La prima fanfiction italiana su New Prince of Tennis! Please, leggete e commentate ^^
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
//
- Capitolo 1° -

E' un periodo piuttosto pesante per gli studenti delle scuole medie partecipanti all'U-17 Camp.
Il lavoro dei tre coach si sta concentrando tutto su di loro, rendendo la loro permanenza in quel luogo faticosa, ma sanno che è per il loro bene.
Non che vada meglio ai ragazzi delle superiori... perlomeno loro qualche attimo di respiro ce l'hanno.
E se non sono sottoposti a dure ore di allenamento, si cimentano in qualche partita amichevole tra di loro.
Esattamente quello che sta facendo Kanata Irie del Court 5 contro il suo compagno di squadra Sotomichi Nakagauchi.
Muovendosi con agilità su quel campo verde prato conquista, un punto dopo l'altro, ogni set con grande facilità.
Poco distante da lì, Juujiroh Oni e Kazuya Tokugawa osservano il match dagli spalti, il primo appoggiato alla ringhiera davanti alle scalinate, l'altro in piedi accanto a lui.
In particolare, Oni segue ogni movimento del biondo amico senza mai staccargli gli occhi di dosso.
D'improvviso, un sospiro esce dalle sue labbra.
«Diglielo», esordisce Tokugawa notando il suo comportamento.
«Fosse facile...», replica, mantenendo quella posizione.
«Non mi pare sia un'impresa titanica dirgli quelle poche parole»
«Cosa credi, che non ci abbia già provato? E' che ogni volta che ci provo, appena incontro il suo sguardo le parole mi muoiono in gola...»
«Non ti facevo così timido»
«Non sono timido! Mi blocco, tutto qui!», esclama, raddrizzandosi di colpo, rivolgendosi verso di lui.
«Ehm...», fa il ragazzo dai capelli nero-blu indicando qualcosa oltre gli spalti.
Eh, sì. L'urlo del rosso è stato talmente forte da far girare in loro direzione tutti i ragazzi nei dintorni.
Uno sguardo più truce del solito li fa tornare alle loro occupazioni precedenti.
«Comunque, cerca di non temporeggiare troppo. Ti ricordo che anche Tanegashima-senpai ha dimostrato un certo interesse nei suoi confronti»
«Come se non avessi già abbastanza problemi per conto mio...», risponde, tornando a rivolgersi verso i campi dove l'oggetto della loro discussione ha appena trionfato in quella partita.
Subito viene raggiunto da Shuuji Tanegashima, che gli offre un asciugamano e una borraccia d'acqua.
L'altro li accetta con un cenno del capo e un sorriso e insieme si allontanano dai campi, mentre il numero 2 della Rappresentativa giapponese gli appoggia una mano su una spalla.
«Che stronzo...», afferma irritato Oni, guardandoli. «L'ha fatto apposta, sa che lo stiamo guardando»

Quella sera, nella stanza 102...
«Oi, hai visto Irie?», domanda Oni rientrando.
«Dall'assenza della custodia del sassofono dire che è sul tetto a suonare»
«Ottima deduzione, Sherlock!», ed esce nuovamente sbattendo la porta con poca grazia.
«Era ora», afferma tornando a leggere il suo libro.
Ne frattempo, il rosso tennista raggiunge la meta prefissata percorrendo i gradini a grandi falcate.
Arrivato davanti alla porta si ferma prima di aprire.
Sì, Irie è proprio oltre quella soglia. Riesce a sentire chiaramente il suono del suo strumento.
"Ok, Juujiroh, puoi farcela", si dice, autoconvincendosi. "Sei arrivato fin qui, ci puoi riuscire. Apri quella porta e parlagli!"
Abbassa lentamente la maniglia e sta per uscire quando si blocca sentendo una voce da fuori.
«Suoni divinamente, Kanata!», esclama lo sconosciuto.
«Grazie, Shuu-san. Ma non c'è bisogno che me lo ripeti ogni volta che termino una canzone...», replica un po' imbarazzato.
«E' che mi sembra di non dirtelo mai abbastanza»
"DI nuovo Tanegashima!", pensa Oni, arrabbiandosi.
Effattivamente, sembra che il ragazzo lo faccia apposta a bloccare all'amico ogni possibilità di dichiarazione.
Sbatte l'uscio e si allontana velocemente giù dalle scale.
I due rimangono sorpresi dalla violenta chiusura.
«Ma che...?»
Il ragazzo rientra in stanza sbattendo nuovamente la porta.
«Già di ritorno? Com'è andata?»
«Lascia stare»
«Gliel'hai detto?»
«Quello è sempre in mezzo!»
«Di nuovo Tanegashima-senpai. Sembra che lo stia facendo di proposito a stare sempre con Irie-senpai»
«Ma dai? A quanto pare non è destino che riesca a dirglielo...»
«Dire cosa a chi?», domandano alle sue spalle.
Il rosso si volta per ritrovarsi davanti Irie che lo guarda interrogativamente.
«N-niente a nessuno!», replica imbarazzato, voltandosi e andando verso il suo letto.
Il bel biondino guarda verso il giaciglio sopraelevato di Tokugawa che, sfortunamente, è girato su un fianco, dandogli le spalle.
«Mah!», esclama, lasciando perdere la situazione creatasi. «Siete strani forte oggi voi due...»

Alcuni giorni dopo, i due ragazzi stanno camminando per i campi quando vengono raggiunti dai due biondi.
«Che fate?», domanda Tanegashima.
«Non si vede? Stiamo andando ai campi», gli risponde secco Oni.
«Come siamo antipatici oggi, più del solito»
A Irie scappa una risatina.
«Shuu-san»
«Che c'è? E' vero», replica ridacchiando insieme all'amico.
L'altro sbuffa scocciato.
Poi ecco che un attimo dopo si sente la suoneria di un cellulare.
«Che cosa si era detto riguardo a tenere il telefonino acceso quando andiamo ad allenarci?», chiede Tokugawa con voce seria.
«L'avrei spento appena arrivati ai campi...», ribatte, tirandolo fuori dalla tasca e leggendo il display. «Ancora...», continua, sbuffando e attivando la chiamata. «Che c'è? TI avevo detto di smetterla di chiamarmi», e si allontana di qualche passo dagli altri tre. «Cosa? Non puoi venire qua ogni volta che vuoi! Ti hanno fatto entrare?! E ti pareva che quei tre non ti lasciassero fuori... Va bene, va bene, arrivo. Ma che sia l'ultima volta!», e termina la conversazione col misterioso interlocutore.
I tre lo guardano in attesa di una risposta.
«Ho un piccolo problema... vi raggiungo appena ho finito», e se ne va verso il cancello principale.
«Non so voi, ma sono curioso di sapere di cosa tratta questo problema», afferma il ragazzo abbronzato. «Chi mi ama mi segua!», e inizia a tallonare l'amico senza farsi notare, seguito poco distante dagli altri due (che poi, in realtà, Tokugawa è trascinato controvoglia dal senpai...).
Nascosti tra gli alberi, sbirciano a pochi metri da Oni.
Sfortunatamante, il suo corpo massiccio nasconde l'altra persona davanti a lui.
«Ok, adesso che lo abbiamo seguito possiamo tornare indietro?», domanda il più giovane sottovoce.
«Tu vai pure se vuoi, noi vediamo come prosegue. Voglio vedere con chi sta parlando», replica Tanegashima allo stesso tono.
«Me ne vado, sì, non voglio finire nei casini. Raggiungetemi quando avrete finito di giocare ai detective», e se ne va.
A quanto pare il loro amico sta discutendo piuttosto animatamente con quella persona.
Da quella distanza non riescono a sentire quello che si dicono, ma è chiaro che stanno litigando.
Poi lui alza le braccia esasperato esclamando un "Al diavolo!" e allontanandosi.
L'interlocutore viene finalmente rivelato: una bella ragazza di circa la loro età, non molto alta ma ben proporzionata, dalla pelle chiara, lunghi capelli castani con una ciocca rosa a sinistra e frangetta, occhi verde smeraldo, con indosso una divisa scolastica blu. Sul viso ben truccato, un'espressione addolorata, sull'orlo delle lacrime.
«Jiroh!», grida lei, seguendolo.
«Deve essere parecchio in confidenza con lui per chiamarlo con un nomignolo...», considera Tanegashima.
Irie risponde con un semplice mugolìo.
Intanto la ragazza lo raggiunge e lo abbraccia da dietro.
«Oh-oh!», esclama Shuuji a quella scena.
L'altro, invece, fa un passo indietro, gli occhi lucidi, e corre via senza dire una parola.
«Kanata!», bisbiglia, richiamandolo.
Dà un'ultima occhiata ai due e insegue l'amico.
«Kanata!», ripete, correndogli dietro.
Con un'accellerazione lo raggiunge e gli afferra un braccio, costringendolo a fermarsi e a girarsi.
Per la prima volta il suo viso è rigato da vere lacrime, lacrime di sgomento e, forse, di dolore.
«Lasciami!», e con uno strattone si libera il polso e se ne va correndo.
«Kanata...»

Di sera, Tanegashima bussa alla porta dei compagni ed entra, guardandosi intorno.
«Quindi non è ancora tornato...», considera, notando l'assenza di Irie in quella stanza. «Voi lo avere più visto da stamattina?»
I due gli rispondono negativamente.
«Comincio a preoccuparmi. Non è da lui scomparire senza dire niente...», replica Oni.
«Sarà per quello che è successo oggi all'entrata principale...»
«Tu cosa ne sai?», lo interroga il rosso.
«Beh, ecco...», inizia a balbettare il biondo.
«Ti hanno seguito», interviene Tokugawa dall'alto del suo letto.
«C'eri anche tu!»
«Mi ci avete trascinato»
«Touché!»
«Voi cosa?», domanda in tono irritato.
«Sì, e abbiamo visto parecchie cose interessanti»
«Fino a quanto siete rimasti?»
«Fino a quando lei ti ha abbracciato, poi Kanata è corso via piangendo...»
«Piangeva?», gli chiede sorpreso.
«Beh, certo. Non fa piacere a nessuno sapere che la persona di cui sei innamorato è già fidanzata»
«Ma noi non stiamo più insieme da tempo. Certo, questo lui non lo sa...», e si avvia fuori dalla porta. «Vado a cercarlo», comunica. «Nel caso in cui tornasse, trattenetelo fino al mio ritorno»
«Prova sul tetto, va lì quando vuole restare solo», lo consiglia Tanegashima sedendosi su uno dei due letti.
E così fa. Nel giro di pochi minuti raggiunge il tetto dell'edificio. Apre la porta e si guarda intorno.
Non c'è nessuno. Fa per andarsene quando sente dei lamenti lì vicino.
Aggira la porta e lo trova lì, accucciato contro il muro, a singhiozzare ininterrottamente col viso nascosto dalle braccia.
«Irie», lo chiama il rosso. Lui solleva leggemente lo sguardo, per poi tornare alla posizione di prima.
L'altro gli si inginocchia davanti, poggiandogli una mano su una spalla.
«Scusa se non ti ho detto niente. E' che non lo ritenevo importante...»
«Avere una fidanzata non è importante?!», gli grida alzando di scatto la testa, muovendo i ricci nel farlo, gli occhi arrossati dalle troppe lacrime.
«Non siamo più fidanzati da oltre un anno. L'ho lasciata perchè non l'amavo più. O forse, non l'ho mai amata come meritava...», inizia a spiegargli, guardandolo fisso negli occhi. «Però, lei non ha mai accettato la fine della nostra storia e ha continuato a chiamarmi e a cercarmi implorandomi di tornare insieme. Pensa, me la sono anche trovata sotto casa diverse volte...», continua con una risatina nervosa. «Ma, nonostante le abbia intimato in continuazione di smetterla di infastidirmi, ancora non mollava. Per fortuna oggi sono riuscito a convincerla a lasciarmi in pace»
«Davvero?»
«Sì, gliel'ho fatto promettere. E Yuri è una che mantiene le promesse»
Dopo ciò, Irie si rimette a piangere, portandosi le mani al viso.
«Perchè piangi adesso?»
«Scusami... ho frainteso la situazione... non dovevo trarre delle conclusioni senza aver saputo anche la tua versione... mi dispiace»
«Non importa. Ma adesso smettila, per favore», gli dice, posandogli le mani sulle guance, passandogli i pollici sugli occhi per asciugargli le lacrime. «Non sopporto vederti piangere, anche quando fingi durante le tue recite sul campo»
A queste ultime parole, al biondino scappa una risatina divertita.
«Fa parte del mio stile di gioco, fattene una ragione», replica ridacchiando.
«Ci proverò», e abbassa il capo, ritrovandosi col volto a pochi centimetri da quello dell'altro.
Alzando lo sguardo, incontra quello cremisi del ragazzo e, come attirati da una calamita, si avvicinano l'un l'altro, unendo, un istante dopo, le proprie labbra in un leggero bacio.
Poco dopo si separano, tornando a guardarsi negli occhi.
«Io ti...», inizia a dire il rosso tennista, prendendo un profondo respiro. «Ti amo»
«A-anch'io... ma non ho mai trovato il coraggio di dirtelo»
«Siamo in due allora», e gli scompiglia i riccioli. «Temevo una tua reazione negativa»
«Come sopra», risponde sorridendo, dandogli un altro bacio a fior di labbra e abbracciandolo subito dopo.
I due rimangono in quella posizione per un po'.
«Torniamo in camera? Gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto», afferma separandosi dal ragazzo e alzandosi.
«Hai ragione», replica, rimettendosi gli occhiali rimasti fino a quel momento per terra accanto a lui.
Oni gli porge una mano per aiutarlo a rialzarsi e, continuando a tenersele, scendono le scale per raggiungere i compagni in stanza.
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: