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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: BITTERSWEET SYMPHONY
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Autore: fallin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/01/2012 14:00:32

Un forum di scrittura, un gruppo di ragazzi e un contest da portare a termine (e possibilmente vincere) in meno di un anno.
 
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THIS ROMEO IS BLEEDING, BUT YOU CAN\'T SEE HIS BLOOD
- Capitolo 1° -





Bianco.

Caricamento…


Homepage del forum, qualcosa lampeggia nella sezione contest.
Nuova discussione – utente: Hikari (amministratrice).

Ore 19: 47; 7 Gennaio 2011.

“Miei cari adepti. A seguito (ahimè) del catastrofico rientro a scuola, lo staff (me) ha deciso di fornire agli stimati utenti una nuova sfida per riempire le vostre buie e studiose giornate.
È con mio sommo piacere che annuncio l’apertura del contest ‘Choosing a King/Queen’.
Come si può intendere dal titolo, siamo alla ricerca del pupillo di questo forum di scrittura, la nostra punta di diamante (o di iceberg), la nostra Regina o il nostro Re.
Dal 10 Gennaio (data di scadenza delle iscrizioni), fino al 10 Settembre, avrete tempo di scrivere una long fiction di almeno quaranta capitoli a tema puramente a scelta (ovviamente originale). Una lotta a colpi di inchiostro per decidere chi di noi è il migliore.
Otto mesi per stabilirlo, più di centodieci utenti e un solo vincitore.
Per ulteriori domande o curiosità, il regolamento è già postato in questa sezione.
Buona Serata a tutti ^.^”



È al buio, nascosto da quattro mura e una finestra con le tende pesanti. L’unica cosa che illumina la stanza è la luce dello schermo del portatile su cui è accucciato, a gambe incrociate sul letto.
Le dita esitano per un attimo sulla tastiera, prima di digitare quell’unica parola di risposta, il nickname che si porta dietro da due anni.
- Filippo? –
È normale, che non sia sicuro, in fondo è iscritto da appena qualche settimana e ha ricevuto pochi commenti, è assolutamente normale non sentirsi all’altezza di una cosa del genere. Specialmente per chi sente di non essere all’altezza di niente. Si gratta la testa più volte, respirando profondamente.
Come prima di raggiungere la cattedra all’interrogazione, in cui il cervello comincia a viaggiare ad una velocità impressionante a formulare ogni ipotesi possibile su come andrà a finire, quali saranno le domande e che voto potrebbe prendere.
È semplicemente paura. Ce l’hanno tutte le persone almeno di qualcosa.
Nel suo caso non è uno squalo, un clown o l’acqua, per esempio. A voler essere sinceri lui il suo caso deve ancora capirlo.
Eppure per qualche oscura forza superiore riesce a premere invio, strizzando gli occhi. E quando li riapre, può constatare soddisfatto che il suo nome compare (è il primo della lista) sotto la voce ‘partecipanti’.
Gli esce spontaneo un sorriso, perché per lui è già una grande conquista, che per un attimo cancella la consapevolezza che non apparirà mai sotto quella dei vincitori.
- Filippo? –
Quella voce femminile quasi non si sente attraverso il legno della porta chiusa. Chissà, forse il suo cervello l’ha rilevata ma non ha mandato l’impulso della risposta, quello proprio di chi capta un punto di domanda. O forse è così preso a ticchettare di nuovo su quel foglio di Word che la madre è passata momentaneamente in secondo piano.
- Filippo! – Il tono della voce si alza e diventa stridulo, e lo fa sussultare.
- che c’è ma? –
- è pronto! –
- Non ho fame. –
La risposta arriva un po’ flebile, ma lapidaria e Elena lascia cadere le braccia lungo i fianchi, sospirando.
Comincia a chiedersi se il figlio trovi mai il tempo di mangiare quel poco che gli consenta di sopravvivere e che a casa non tocca, quando è fuori. Per una madre l’ipotesi più probabile sarebbe che si vezzeggi su un sito porno, ma non è che ne abbia così tanta voglia di andare a controllare.
È propensa più per accendere la televisione e gustarsi in pace la sua insalata scondita sul divano.
Nella sua stanza, Filippo tende le orecchie, aspettando il secondo stridio della sedia sul parquet prima di rimettersi a ticchettare velocemente.
E pigia, pigia, pigia quei tasti così velocemente e rumorosamente da coprire anche le urla dei vicini e del cane dall’altra parte della strada.
Preme forte, e ogni parola è un qualcosa che se ne va, che si è tenuto dentro per tutto il giorno, come un urlo represso, e adesso vola via assieme alla sua testa.
Lui è drogato, sì. Si droga di quelle parole che beve da qualsiasi bocca noiosamente, e invece scritte nero su bianco gli appaiono così meravigliose e seducenti.
Quella poi, è la sua prima one-shot, e ne va particolarmente fiero. Ha scribacchiato tutto il giorno nascosto dalle altre file di banchi e non gli sembra vero adesso di potersene liberare.
Quella one-shot per lui è una piacevole tortura lenta e infinita, ma che si conclude in un meraviglioso e atteso, unico amplesso.
Sono passati pochi minuti, che sono sembrati infiniti, come un bacio da film, e lui mette la parola fine a quel testo di cinque pagine.
Sono giorni che non dorme per definire bene quella breve trama, sono ore che continua a correggere ogni singola parte sperando di migliorarla. Ma per avere il suo post nella sezione originali, ci vogliono pochissimi secondi.
Filippo lancia un’occhiata all’orologio e constata che sono appena le otto e mezza.
E adesso non ha nulla da fare, perché pensava che ci avrebbe passato la notte su quella storia.
Apre la posta e trova due notifiche della discussione a cui si è iscritto un quarto d’ora fa.
Altri due utenti hanno risposto, quasi in simultanea e si sono iscritti. Il suo ora è sceso di due posizioni, piazzandosi all’ultimo posto di quei tre:

-Neko.Chan
-Thunder95
-Shattered#


E gli fa davvero, davvero, un bruttissimo effetto. Sono solo due nomi, ma lo hanno buttato giù come un birillo. Per un attimo sente un groppo in gola e qualcosa pizzicargli gli occhi, ma si blocca perché è assurdo.
È assurdo che lui ora si metta a piangere per una sciocchezza del genere. Si sente inferiore a due persone che nemmeno conosce. Potrebbero essere più grandi di lui, così come più bravi, più svegli, più attivi e felici.
È uno degli aspetti che più detesta del suo mondo virtuale. Non si sa mai chi c’è dietro la facciata, ma c’è sempre il sospetto che ci sia qualcuno migliore di te. E si sente sminuito, quasi.
Con uno scatto, cambia pagina, per distrarsi, e apre la chat, così, per stare a sentire quello che gli altri – quelli migliori, no? – si dicono.
Subito qualcuno scrive.

Thunder95: Ciao :)

Filippo batte le palpebre, e continua a fissare lo schermo. Starà parlando con lui, o con l’altro utente in chat? O se ne sta andando e lo sta salutando? Fa passare un paio di minuti e qualcun altro parla:

Neko.Chan: Forse non è al computer.
Thunder95: Che ne sai tu, scusa? xD
Neko.Chan: Intuito femminile.
Thunder95: Ma sentila.
Thunder95: Mi hai battuto di un secondo, oggi L
Neko.Chan: all’iscrizione di “Choosing a King”?
Thunder95: *faccina che annuisce*
Neko.Chan: sai almeno cosa scrivere?
Thunder95: Nada u.u però ci sono ancora otto mesi, no?
Neko.Chan: Devi anche scriverlo, non solo immaginartelo -_-
Thunder95: Tu non preoccuparti ^^
Neko.Chan: Vabbè…
Thunder95: Ho parlato con Zed. Tra due mesi scade il ban.
Neko.Chan: Due mesi? Ma così non si iscrive.
Thunder95: Ha detto che non gli interessava, tanto.
Neko.Chan: perché? :O
Thunder95: Perché…lo sai. A lui piace leggere, non scrivere.
Neko.Chan: quel ragazzo non lo capisco, davvero. Come si sfoga?
Thunder95: Tu non vuoi saperlo, credimi xD
Neko.Chan: ok XD
Thunder95: Tu invece sai già cosa scrivere?
Neko.Chan: Per il contest ho già una mezza idea in testa.
Thunder95: e immagino che non mi dirai nulla.
Neko.Chan: Top Secret :D
Thunder95: Shattered, ma ci sei?
Filippo sussulta quando vede comparire il suo nick. Si è dimenticato di segnarsi come ‘non al computer’.
Solleva un attimo le braccia, indeciso, e pensa che magari stavolta potrebbe anche solo rispondergli e poi lasciar perdere, in fondo è lui che gli ha fatto una domanda.
Sospira, una, due , tre volte e…
Shattered#: Sì, ciao :)
Thunder95: Allora ci sei :D
Neko.Chan: Ciao :)
Shattered#: anni? – scrive senza pensare-
Thunder95: 16 appena compiuti :D
Neko.Chan: 15 a Marzo :)
Shattered#: io a Maggio :)
Thunder95: …
Shattered#: che c’è?
Thunder95: Piccino… :P
Shattered#: -___-
Neko.Chan: ma dai! Non ci far caso, ora si è gasato perché è il più grande.
Thunder95: Non è veroooo! è.é
Shattered#: e quindi…
Neko.Chan: smettila di terrorizzare la gente.
Shattered#: no tranquilla xD
Thunder95: sei iscritto al contest?
Shattered#: sisi u.u
Neko.Chan: è stato il primo a iscriversi, ho controllato prima u.u
Thunder95: Ti ha battuto sul tempo, Neko :P
Thunder95: mi chiedevo, sei una ragazza?
Shattered#: ??
Thunder95: No, così, ho letto un po’ di cose tue e mi è sembrato un punto di vista perlopiù femminile. Poi dal nick non si capisce…

Il sorriso che quella leggera e allegra conversazione gli aveva fatto venire sparisce di botto, e le dita si sollevano dalla tastiera. Ecco, ora è andato in crisi.
Se gli risponde, di no, ci fa la figura da checca, se gli dice così, si para il culo, ma poi deve farsi passare per una ragazza. Il dilemma gli affoga negli occhi mentre rilegge in continuazione quelle ultime righe. Certo, seghe mentali del genere solo lui se le può fare pensa, è davvero così importante.
Poi, fa la prima mossa sbagliata della serata.

Shattered#: sisi, hai azzeccato ;) perché?
Thunder95: nono, più che altro era un complimento :D
Shattered#: Ah. Grazie J
Thunder95: Mi sembra di essere l’unico maschio qui dentro però T.T
Neko.Chan: povero…fa la vittima.
Thunder95: E tu non fare la pedofila!
Neko.Chan: mi prendo cura dei discepoli più giovani v.v
Shattered#: Okay, stiamo calmi ^^”
Neko.Chan: Mi sono stufata di starti a sentire, Thu, io me ne vado a elaborare. Ciacciao J
Shattered#: ciao Neko J
Thunder95: ciao Cri :P
Shattered# Che va a fare scusa?
Thunder95: a creare :D al buio con la musica u.u
Shattered#: siamo in molti a farlo J
Thunder95: non come lo fa lei, credimi.
Neko.Chan è offline.

Cristina si toglie le cuffie con un gesto secco e spegne il monitor del computer in stand-by, per poi voltarsi verso la mensola a prendere l’ipod. Il telefono in quel momento squilla.
Se l’incastra distrattamente tra l’orecchio e la spalla e prende a districare quel maledetto filo degli auricolari.
- hola. –
- Neko! –
Cristina sobbalza a quella potente voce e deve per un attimo mollare le cuffie per allontanarsi da quella voce spacca timpani. Riaccende il monitor e nota che Thunder95 è ancora online.
- Ci siamo appena salutati in chat, Fra, - dice caustica.
- E quindi? Mi andava. –
Lei sospira, lasciando perdere le cuffie.
- Mi stai facendo perdere tempo.-
- Che ti cambia se lo fai domani sera e non questa? –
- Cambia. – ribatte mentre l’altro sbuffa – stasera sono ispirata. Che dice Shatt? –
- è forte. Un po’ timido…Ti sei accorta che le hai già dato un soprannome, vero? –
- L’ho detto senza pensarci. E comunque è un’abbreviazione. –
- Capito. Ora gli chiedo se viene al raduno del 19. –
Cristina aggrotta le sopracciglia.
- Che ne sai di dov’è? –
- Gliel’ho chiesto prima. Abita qui vicino, invece! –
- Davvero? E tu vieni? –
- Ovvio. – risponde concitato – Senza Zed però. –
- Mi sembra giusto. L’hai visto ultimamente? –
Dall’altro capo del filo, Francesco fa una pausa, e Cristina sposta lo sguardo, staccandosi dalla scrivania.
- Si è bannato anche nella vita reale. È già da un po’ che non viene a scuola. –
Stavolta tocca a Cristina a originare il silenzio, in cerca di qualcosa da rispondere.
- Se si fa bocciare un’altra volta non lo aiutare. – sbotta alla fine.
- No! Ma dai, che cattiva! –
Cristina tira fuori la lingua in una smorfia, consapevole che l’altro non la può vedere ma può ben immaginarlo.
- Ora lasciami stare che tra un’oretta comincio a buttare giù qualcosa. –
- Cominci qualcosina per il contest o continui le altre? –
- Un po’ tutti e due. Tu? –
- Tra un po’ esco, non c’è nessuno in chat. Ah, Shatt dice che gli piacerebbe venire al raduno. –
- Evviva. – Cristina riattacca così, piatta, mentre la porta della sua stanza si apre.
Un uomo sulla quarantina osa infilare dentro la testa.
- No. –
Alla risposta monosillabica della figlia, rinuncia, richiude e se ne ritorna in salotto.

Francesco allontana la cornetta in risposta all’assordante “tu-tu” metallico e riattacca con un sorrisetto intriso e un’aria rassegnata.
Ritorna con lo sguardo alla finestra della chat, in quel momento vuota e la chiude. Ma non con la crocetta in alto a destra, spegne direttamente il computer, staccando la spina della ciabatta.
Le casse fanno un suono strano e muoiono a metà di 21 Guns, assieme alla lampada accanto a lui. È buio adesso.
Continua a cantarla, alternando le parole a dei semplici na-na-na sbrigativi. Fa una smorfia.
L’ha rovinata, quella bella canzone, ora. L’ha bloccata a metà, come la telefonata con Cristina, intenzionalmente interrotta.
Avrebbe voluto starci a chiacchierare ancora un po’, per evitare di ficcarsi già sotto le coperte a quell’ora. Sposta lo sguardo sul letto, ponderando se mettersi a dormire per davvero per poi svegliarsi alle cinque e stare lì a fissare il soffitto o non fare un cazzo fino a tardi e poi dormire per tutta una tirata fino alla sveglia. Ma forse si rigirerà fino a notte fonda e alla fine faceva meglio a far qualcosa in fin dei conti. Si sta per alzare dalla scrivania, se non altro per imporsi di sbrigarsi a decidere e qualcosa picchietta alla finestra. Si volta di scatto e una zazzera verde fa capolino dietro le tende.
Rimane lì a fissare imbambolato quell’idiota di Zed che si è arrampicato fino alla sua finestra e ora lo guarda stranito e infreddolito, modula qualcosa con le labbra che somiglia vagamente ad un “apri”.
E lo fa, abbassa la maniglia e il vento di Gennaio soffia nella stanza, assieme a quell’ombra scura in converse e t-shirt dei Led Zeppelin. Zed si toglie la giacca, rilassando i muscoli grazie al calore all’interno della casa e comincia a distendere le pieghe dei jeans con le mani, chino sulle ginocchia e continuando a tenere ostinatamente le spalle voltate a Francesco. Poi si gira, però, ma la sua espressione è neutra.
- Oh. – dice.
- Eh. “Oh” cosa? Ti rendi conto che ti chiamo da una settimana? –
Zed si stringe un po’ nelle spalle, facendo finta di soppesare per bene quelle parole. Voleva solo capire quanto si era arrabbiato in fondo.
- Si può sapere dove cazzo sei stato? –
- In giro. –
- In giro dove? –
- Qua e là. –
Si guardano, indecisi sul da farsi. Francesco se continuare a fargli domande e Zed chiedendosi se non è il caso di rispondere decentemente – almeno a lui, visto che glielo deve. –
- Che sei venuto a fare? –
- Domani torno a scuola, mi fai copiare i compiti? –
Francesco rimane un po’ a fissarlo con gli occhi socchiusi e la faccia confusa. Lascia cadere le braccia e si avvia verso lo zaino, da dove caccia un quaderno stropicciato.
- C’è solo matematica per domani. Fatteli bene e vedi di capirci qualcosa. –
- L'ho già fatto ‘sto programma l’anno scorso, stai tranquillo. –
- Eh, si è visto com’è andata a finire. – Gli risponde acido Francesco, ma non è più arrabbiato. Forse quella visita l’ha già stancato fin troppo psicologicamente, ora vorrebbe davvero andare a dormire.
Sospira, passandosi una mano sul mento e l’altro gli punta gli occhi addosso.
- Che hai fatto ‘sti giorni? –
- Niente. –
- Come niente. Tu e Cristina non state organizzando il raduno del forum? –
- Sì, ma siamo pochetti e non so se alla fine lo faremo. –
- E chi se ne frega – Zed gli batte una mano sulla spalla. – Come sta Cri? –
- Sta…normale. Tutto come al solito. –
- E tu come stai? –
- Idem. –
Un’altra pausa di silenzio accompagna l’inclinarsi della testa di Zed.
- Oh, ma non mi posso allontanare qualche giorno che già mi cadete in depressione? Siete dei casi clinici voi! –
Tenta una risata, ma lo sguardo puntato alla sua destra, verso un posto indefinito, di Francesco non lo tranquillizza per niente. Ancora con l’ombra di quel sorriso, spalanca gli occhi, tra il seccato e il curioso.
- Fra, se c’è qualcosa…-
- NO, non c’è niente, vattene che mio padre ti sgama. – lo costrinse a voltarsi e lo spinse di nuovo verso la finestra.
- Asp…come ci scendo io da qua. – riesce a dire mente l’altro lo spinge a scavalcare il davanzale
- Come ci sei salito, sparisci. – e gli chiude la finestra in faccia, prima che riesca a guardarlo negli occhi per davvero.
Prima che riesca a capire che non è capace di rialzarsi da solo.
La porta della stanza si apre e una capigliatura rossa e disordinata si affaccia.
- Fra, con chi stai parlando? –
- Con nessuno provavo un discorso di una mia storia. Vai a dormire, Eli. –
La sorella lo guarda – ma è di spalle – un po’ incerta, poi annuisce, anche se l’altro non può notarlo e richiude la porta.
La figura di Francesco si immerge di nuovo nel buio.
In quel momento gli viene in mente Shattered e si chiede se anche lui ogni tanto si senta un po’ così o è solo lui a sentirsi completamente fuori dal mondo.
- Mi voglio rialzare. – sussurra nell’oscurità, consapevole finalmente che quelle lacrime che rotolano giù sono ben nascoste al mondo.
- Come faccio? – Alza la testa – Dimmelo tu, mamma. –



This Romeo is bleeding, but you can’t see his blood.
 
Continua nel capitolo:


 
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