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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
CrossOver: Sailormoon
Titolo Fanfic: A PRINCESS DREAM
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: CrossOver
Autore: kagome-sama galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/05/2002 14:20:33

naraku scopre l`esistenza di un gioiello ancora + potente della sfera! intanto una fanciulla chiede a inu di proteggere un misterioso gioiello...
 
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NOSTALGIA D`AMORE
- Capitolo 1° -

A Princess Dream
scritta da Giulia “Kagome”

Disclaimer:
Né Inuyasha né Sailormoon mi appartengono.
Inuyasha ©1996-2002 Rumiko Takahashi, Shogakukan, Sunrise Yomiuri TV
Sailormoon © 1991-1997 Naoko Takeuchi, Kodansha, TV Tokyo

Io, come autrice di questa storia, utilizzo I personaggi originali di queste due serie senza aver chiesto il permesso agli autori o a chi ne detiene il ©. Ma nessuna violazione del © stesso è intesa, in quanto sono utilizzati senza scopo di lucro. Quindi non venite a scocciare: non ho soldi per pagarvi :P

Nota:
Se volete pubblicare questa fanfic sul vostro sito siete liberi di farlo. A CONDIZIONE che rispettiate le seguenti regole:
1) mi mandiate un’e-mail per chiedermelo
2) NON rimuoviate questa nota di copyright né il nome dell’autrice
3) Basta... non mi pare di chiedere troppo, in fondo :)
Ovviamente siete pregati di postarmi feedback ^O^ voglio sapere se quest’altra mia idea pazza vi piace ^O^. Pretendo di vedere TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANTI commenti nella pagina delle recensioni... è_é OPPURE è_é SIETE AVVISATI è_é NON LA CONTINUO è_é



Capitolo 1 - Nostalgia d'Amore


*//Inuyasha correva. Correva senza meta, a zig zag, all’interno di un bosco che gli sembrava familiare... Ora il bosco spariva, e compariva uno strano posto, una specie di terra simile a quella in cui viveva Kagome... solo ancora più bizzarra. In alto il ragazzo vedeva una specie di palazzo di cristallo. E lui... non stava più correndo senza una meta, ma scappando. Riusciva a sentire il suo cuore battere all’impazzata.

Aveva paura?

“No, come posso aver paura... paura di che poi? Ma che posto è questo?” Il mezzo youkai si fermò, e cercò di guardarsi attorno. Nella spettrale atmosfera della notte, alla pallida luce della luna... che stranamente sembrava ancora più grande del solito, si stendeva davanti a lui una terra desolata. Gli sembrava di sentire qualcuno piangere nelle case, come se una terribile disgrazia stesse infestando quel posto così strano.

“Ma che luogo è questo?” si chiese stupefatto. Tutto intorno a lui si stagliavano imponenti costruzioni, di un materiale che non aveva visto nemmeno nel futuro da cui proveniva Kagome. Non c’era un albero, o una minima traccia di verde a rallegrare le strade, e a parte i rumori dei lamenti e dei singhiozzi, non gli sembrava di percepire il cri-cri dei grilli e delle cicale notturne, né l’ululato dei lupi in lontananza... un brivido corse lungo la sua schiena. Quel posto era innaturale. E quell’enorme castello, che faceva imponente mostra di sé, nel punto più alto all’orizzonte brillava alla luce della luna, come se fosse fatto interamente di cristallo.

Il ragazzo iniziò a correre in direzione del castello. Troppo in fretta se lo trovò davanti, e se ne meravigliò. Stava cercando di mettere ordine nei suoi pensieri, tutto ciò era troppo strano...

“Onegai...” la dolce voce femminile che lo implorava lo costrinse ad alzare la testa e a guardare in quella direzione. Solo allora si accorse che, dall’alto di uno dei balconi del palazzo, una fanciulla lo guardava. Aveva le mani giunte, e un’espressione tristissima offuscava il suo bel viso, velando di malinconia il suo aspetto già etereo. La penombra impediva a Inuyasha di focalizzare il suo aspetto... ma notò con stupore la strana acconciatura dei lunghissimi capelli della fanciulla... dal colore ancora più strano...

“Onegai, Eroe di terre lontane... ti prego... aiuta questo mondo. Onegai... aiutaci! Solo tu puoi farlo...” gli occhi della fanciulla si rigarono di lacrime, che vennero portate via dalle timide folate di vento che movimentavano quella serata tranquilla e silenziosa. Nell’oscurità della notte quelle lacrime sembrarono brillare, come anche il suo lunghissimo e candido abito, che svolazzava ritmicamente.

“Chi diavolo sei? Che vuoi da me?” il ragazzo si guardò intorno, mentre una stretta al cuore lo opprimeva “Dov’è Kagome? E Miroku? E Sango? Dove hai messo i miei amici, dannata? E che ci faccio qui? Chi sei? Scendi da quel cazzo di balcone e parla!”

“A tempo debito... a tempo debito capirai, giovane Eroe.” La voce della fanciulla rimbombò nell’oscurità della notte, Inuyasha batté le palpebre, e quando riaprì gli occhi, con sua grande meraviglia, il balcone che stava guardando era vuoto.

“Io sono...” il suono della voce dietro le sue spalle lo fece sobbalzare. Si girò nervosamente, e vide una ragazza molto simile a quella che gli sembrava di aver intravisto dal balcone. Ancora più strana di quella, forse...

“Ma chi cacchio sei? Mi hai fatto prendere un colpo!” le urlò in faccia. La ragazza non si scompose, e lo fissò, gli occhi tanto tristi un attimo prima erano ora fieri e decisi.

“Io sono colei che non poteva crescere...” la fanciulla sorrise nel vedere l’aria meravigliata del giovane hanyou. Chiuse gli occhi, e dopo qualche secondo il ragazzo indietreggiò di un passo, perché la giovane di fronte a lui aveva iniziato a risplendere di luce propria, come la luna. Una piccola falce di luna crescente le comparve sulla fronte, e il suo sorriso divenne ancora più disarmante. “Sono la custode del Sacro Cristallo...”

“Co... come cazzo fai ad illuminarti? Sei una... taiyoukai? Oppure una dea?” Inuyasha indietreggiò ancora di più, finché non si trovò con le spalle al muro. Degludì nervosamente. Non sapeva che cosa sarebbe potuto accadergli... sapeva solo che non voleva morire in quel posto, senza sapere che fosse successo a Kagome, Miroku, Sango e Shippo... No, non le avrebbe permesso di ucciderlo. Portò la mano all’elsa della sua spada, ma non sentì la presenza rassicurante di Tessaiga. Spalancò gli occhi: com’era possibile? Aveva Tessaiga con sé... ne era sicuro...

“Non sono né l’una né l’altra, giovane Eroe...” la fanciulla gli si avvicinò, e la luce della luna la illuminò all’improvviso. Un altro battito di ciglia, e Inuyasha strabuzzò gli occhi ancor di più. La fanciulla aveva ora indosso uno stranissimo abito, molto simile a quello che metteva sempre Kagome... forse un po’ più corto addirittura... e più attillato. La gonna era colorata di rosa, lo stesso, stranissimo colore dei suoi lunghi capelli, acconciati in due strani codini ai due lati della testa. I bellissimi occhi rossi della fanciulla sembravano divertiti di fronte al suo stupore.

“Giovane Eroe? Keh... mi sa tanto che hai sbagliato persona... o che sei completamente pazza...” Inuyasha tentò di calmarsi, incrociò le braccia e con uno scatto della testa volse lo sguardo in alto, seccato.

“Già Kagome è ridicola con quella sottospecie di kimono che indossa, ma tu fai davvero ridere... anche se uno dei miei amici non sarebbe d’accordo...” aggiunse frettolosamente. Nella mente di Inuyasha si materializzò il viso di Miroku... chissà che fine avevano fatto. Non percepiva l’odore di nessuno dei suoi amici in quel posto così strano... e quella donna... perché non se ne andava?

“A tempo debito capirai, giovane Eroe... devi proteggere questo mondo... e il Ginzuisho...” Inuyasha notò che la giovane donna stringeva qualcosa, ma nel momento in cui se ne rese conto, l’oscurità sembrò infittirsi, e una risata cominciò a echeggiare nell’aria... una risata ad Inuyasha fin troppo familiare...

“NARAKU! Temee... ci sei tu dietro tutto questo? Come hai potuto portarmi in questo posto? E che ne hai fatto di Kagome e degli altri????” Inuyasha si guardava intorno mentre urlava, cercando di capire da dove venisse la risata, ma gli era impossibile. Era come se tutto quel luogo fosse permeato di quel suono orrendo.

“Giovane Eroe...” il ragazzo guardò di nuovo verso la giovane che lo fronteggiava. Ora lei era in ginocchio, e sembrava molto sofferente. Indossava di nuovo il lunghissimo abito bianco, e osservava qualcosa che teneva in mano. Inuyasha si avvicinò, e vide una pietra, quasi trasparente, ma con una enorme macchia nera che da un lato iniziava a propagarsi verso il centro. “Devi promettermelo. Promettimi che ci aiuterai... il Ginzuisho... a questo gioiello...”

La giovane donna iniziò a sparire, e anche tutta la scena davanti a Inuyasha cominciava a dissolversi, come se qualcosa la stesse distruggendo. Il ragazzo fu preso dal panico. Si avvicinò alla giovane di fronte a lui, cercò di scuoterla, ma la sua mano trapassò il corpo di lei.

“Hey... ma che cavolo... questo gioiello, ma che cazzo è? Hey... mi senti? Che diav...” Inuyasha vide con orrore anche la sua mano che iniziava a sparire. Cominciava a non avere più sensibilità dove non vedeva più il suo corpo... un senso di terribile oppressione cominciò a invaderlo, e l’angoscia montante dentro di lui doveva sfogarsi in qualche modo....

Urlò...//*

“AAARGGGGGHHHHH!!!!!!” Inuyasha si tirò su dal giaciglio sul quale lo avevano costretto a sdraiarsi la sera prima. Si guardò le mani, e iniziò a spremersi i palmi, quasi felice solo per la sensazione di percepire le unghie incastrarsi nella sua carne... c’erano ancora!

“Inuyasha... ma che ti prende, urlare così nel cuore della notte, ci hai svegliati tutti...” il ragazzo si girò, e vide Kagome che lo fissava con aria contrariata. Poco più indietro, seduto a gambe incrociate con il suo bastone a tenerlo in equilibrio, Miroku lo fissava con lo stesso disappunto. Sango era poco più in là, e si puntellava su un gomito, fissandolo con aria assonnata.

“Ka... Kagome...” a Inuyasha pizzicavano un po’ gli occhi. Allora era stato tutto un sogno? Beh, era ovvio che fosse un sogno, cretino che non era altro... però... quel sogno era così strano... così realistico... che diamine significava?

“Inuyasha? Stai guardando Kagome con la faccia da imbecille... si può sapere che diavolo ti prende? Stavo dormendo così bene...” alle parole del kitsune, Inuyasha si accorse di stare fissando effettivamente Kagome e arrossì un pochino, dando qualche pugno sulla testa di Shippo, giusto per dissimulare. Si girò, sbuffando... era ancora sconvolto, non voleva farsi vedere in quello stato... ma era troppo felice che loro fossero ancora assieme a lui. Quel sogno l’aveva spaventato...

“Che è successo Inuyasha?” il ragazzo sentì che Kagome si stava avvicinando da dietro.

“Non ti avvicinare! Va tutto bene...” mise il suo braccio orizzontale, a mo’ di barriera per evitarle di avvicinarsi ancora. Sentiva le lacrime scendergli dagli occhi per la tensione che aveva accumulato qualche attimo prima, e non voleva che lo vedessero piangere...

di nuovo...

e per un motivo tanto sciocco...

avrebbe perso la faccia...

“Hai avuto un incubo?” Kagome si fermò dietro di lui. Il ragazzo si asciugò le poche lacrime, e tentò di calmarsi e di parlare. Non voleva dare a intendere di essersi effettivamente spaventato...ma non si rendeva conto di tremare.

“Baaaaah... un sogno del cavolo... niente di importante...” tentò di minimizzare.

“Invece deve essere importante...” Inuyasha sentì distintamente Miroku alzarsi da dove si era messo seduto per dormire e avvicinarglisi. Gli si mise davanti, e lo fissò “Certi sogni che restano molto impressi possono essere premonizioni... perché non ci dici di che si tratta?”

“Si, sono interessata anche io...” pure Sango gli si avvicinò, e Kagome si spostò per affiancarlo, tenendo in braccio Shippo.

“Vi ho detto che era solo un sogno del cazzo... stavo correndo in un bosco... poi si è trasformato in un posto strano e ho visto una femmina ancora più strana implorarmi di aiutarla... e ho sentito anche la risata di quel bastardo di Naraku. Poi tutto ha iniziato a sparire... anche la mia mano e il mio corpo... per questo urlavo.”

“Una signora... strana?”

“Si... una tipa dai lunghi capelli rosa sistemati in due codini buffi, occhi rossi, un lunghissimo abito bianco e una luna crescente sulla fronte... me la chiami normale?” sbottò il nostro fissando Miroku con aria di sfida.

“Effettivamente... no...” sul viso del monaco comparve un sorrisetto nervoso “ma almeno... era una bella ragazza?” domandò poi cercando di minimizzare, ma ricevendo una boomerangata in testa da parte di Sango.

“Come al solito pensavi a cose oscene, vero houshi-sama?” lo sguardo della bella cacciatrice di youkai avrebbe incenerito un ghiacciaio.

“Ma... Sango... ora che ho fatto di male?” chiese il monaco fingendosi sofferente, e massaggiandosi il bernoccolo in testa.

“Uhm... si può dire che fosse una bella ragazza, si... ma quello che mi ha colpito è stato che ha iniziato a risplendere come la luna. E aveva in mano una cosa che diceva che dovevo proteggere... un gioiello...” il ragazzo si grattò la testa nervosamente “mi pare l’abbia chiamato... gonzu... no ge... ah aspetta si! Ginzuisho...” l’hanyou osservò il monaco di fronte a lui. Miroku assunse un’aria pensierosa, e cominciò a battere ritmicamente le dita sul suo mento, mentre con l’altra mano tamburellava sopra il suo bastone.

“No... non mi dice nulla...” sentenziò dopo lunga riflessione. Inuyasha lo guardò seccato, si alzò e gli diede una botta in testa.

“Se non ne sapevi nulla, potevi dirlo prima!” sbottò infuriandosi, e poi rispostandosi di nuovo verso il fuoco, che si stava spegnendo. Si mise a prendere alcuni legni che avevano raccolto il giorno prima, e li usò per ravvivare le fiamme, che dopo poco ripresero a scoppiettare.

“Secondo me è tutta colpa di questo cazzo di letto su cui mi avete costretto a dormire...” disse osservando il giaciglio rimediato sul quale i tre l’avevano costretto quella sera.

“Ma che dici, Inuyasha?” Kagome gli si mi se davanti e lo squadrò “le ferite che hai riportato dall’ultimo scontro con Naraku non si sono ancora rimarginate... dovevi stare disteso se volevi guarire.” La ragazza lo squadrò con aria seccata, e lo spinse di nuovo sul giaciglio “e dovrai restarci ancora per tutta la notte, incubi o no...” gli intimò.

“Maledizione, Kagome... io ODIO dormire disteso...” le ringhiò in faccia l’hanyou seccato. Il ragazzo guardò il cielo, pieno di stelle. La piccola falce di luna che rischiarava l’oscurità della notte appariva ora della solita grandezza che lui aveva sempre ricordato. All’improvviso una piccola striscia di luce passò di fronte ai suoi occhi. Il ragazzo trattenne il fiato, meravigliato.

“OH! Una stella cadente!” proruppe Kagome che aveva seguito la direzione degli occhi stupiti di lui.

“Sono sempre uno spettacolo improvviso e meraviglioso...” commentò Miroku sorridendo.

“Come ho letto sul libro di scienze le comete sono delle stelle che si sono distaccate dalla loro orbita e vagano per l’universo... ma queste che vediamo durante la notte, le stelle cadenti, sono solo dei meteoriti che entrano nell’orbita della Terra e si infiammano a contatto con l’atmosfera...” Kagome si girò a fissare gli altri, e notò che tutti la guardavano con aria stupita “Ehm... beh questo è quello che so...” disse arrossendo e abbassando lo sguardo.

“Mia madre diceva che le stelle cadenti sono le lacrime della Dea della Luna per la perdita del suo sposo...” disse Inuyasha. Poi si rese conto di quello che aveva detto e strabuzzò gli occhi, meravigliandosi di se stesso.

“Davvero Inuyasha? Che bello...” fece Shippo, osservandolo stupito.

“Bah... ma poi che mi frega delle stelle cadenti... sono fesserie per bambini...” l’hanyou si rigirò nel giaciglio, cercando di trovare una posizione comoda. Tutti gli altri ritennero quell’osservazione la fine del discorso, e tornarono nei punti che si erano scelti per riposare. Kagome risprofondò nel suo sacco a pelo, e abbracciò Shippo.

^^^^^^

“Maledizione... questa volta c’è mancato davvero poco...” nell’oscurità della sua enorme e spoglia dimora, l’uomo dai lunghi capelli neri e i rossi occhi fiammeggianti di sdegno fissava la parete di fronte a sé, le gambe incrociate sul pavimento, la schiena appoggiata al muro.

Naraku era stato davvero in pericolo, quel pomeriggio. Per la seconda volta, il Kaze no Kizu di Inuyasha aveva distrutto la sua barriera. L’hanyou lo aveva fronteggiato, e al suo fianco questa volta non c’era solo quel miserabile essere umano e quelle due femmine, ma anche lo youkai lupo Kouga.

Non che quell’essere ignobile fosse di qualche preoccupazione per lui... da solo. Ma affiancando per la prima volta senza litigi Inuyasha e i suoi, poteva iniziare a dargli qualche problema. Inoltre nel mezzo dello scontro era arrivato anche Sesshoumaru... ma era stata lei... quella maledetta femmina dallo strano kimono... che con la sua freccia l’aveva colpito. Di nuovo....

L’hanyou denudò la spalla destra, e osservò con disgusto l’ampia ferita che, lentamente, si stava rimarginando. Ma sapeva benissimo che a nulla sarebbe valso il suo potere di hanyou... avrebbe di nuovo dovuto utilizzare la tecnica dello Jyaki per crearsi un nuovo corpo. Il potere di quella femmina era strabiliante...

*//Quei bastardi sono riusciti a ferire questo Naraku... finché erano separati non avevo problemi ad affrontarli... ma se dovessero unire le forze nemmeno il potere dello Shikon no Tama potrebbe bastare... devo riuscire a tenerli distanti... devo pensare a qualcosa...//* rimurginava tra sé e sé.

In mano teneva un gioiello a forma di sfera, alla quale mancava evidentemente qualche pezzo, e l’hanyou iniziò a stringerlo con tutta la sua forza, mentre con la mente tentava di trovare una soluzione che gli consentisse di separare i suoi nemici.

“Sei sicuro, giovane signore, che l’unica soluzione sia questa?” Naraku si voltò al suono di quella voce. Sembrava meravigliato, ma non lo diede troppo a intendere.

“Chi sei? Come osi intrometterti nei miei pensieri e intrufolarti nelle mie stanze?” disse con tono secco e deciso.

“Non ha importanza chi io sia. Importa solo ciò di cui ti devo parlare... qualcosa che può darti ancora più potere di quella biglia a cui sembri tanto affezionato” la figura incappucciata uscì dall’oscurità, sogghignando, e finalmente Naraku poté distinguerlo. Non si riconosceva nulla all’infuori di quel manto oscuro che lo ricopriva. L’unica cosa che si intravedeva erano gli occhi, rossi e luminosi come tizzoni ardenti.

“Allora parla... e poi vattene.” Disse Naraku, con una smorfia di disappunto.

“Noto con piacere che sei sempre molto sicuro di te, anche quando ti trovi in difficoltà... eppure dovresti capire bene chi io sia. Dovresti avere abbastanza potere per riconoscermi...” l’uomo dinanzi a lui rimase in attesa. Naraku si concentrò sulla figura che aveva di fronte, e dopo qualche interminabile secondo, riuscì a intravedere una stranissima aura che lo circondava. L’uomo iniziò a ridere sommessamente.

“Kukukuku... vedo che finalmente inizi a capire chi io sia, giovane signore...”

“No... Non è possibile... quell’aura...” gli occhi di Naraku si allargarono per la sorpresa. Ne aveva sentito parlare... tutti gli youkai dall’animo malvagio ne conoscevano l’esistenza... ma... dicevano che si trovasse nel Calderone Primordiale, e che non potesse uscirne... “Chaos...sama”

“Esattamente... sono proprio Chaos. Sono venuto a te perché puoi essermi utile per la realizzazione del mio piano supremo. Ovviamente tale piano darà anche a TE un enorme privilegio...”

*//Ma com’è possibile! Sapevo che Chaos esisteva solo all’interno del Calderone primordiale al centro dell’Universo... tutto il male viene creato tramite lui, ma non credevo potesse muoversi...//*

“Infatti non posso muovermi” la figura dinanzi a lui alzò lo sguardo, e Naraku si sentì congelare di fronte alla potenza che percepiva da quei tizzoni ardenti che si intravedevano da sotto il mantello. Aveva di nuovo letto i suoi pensieri... “Quella che tu vedi è solo una proiezione. Non ho molto tempo. Quindi ti prego di fare silenzio e di ascoltarmi.” Naraku avrebbe voluto ribattere. Tutto il suo essere tremava di rabbia di fronte a un comportamento tanto irrispettoso verso la sua persona... ma che poteva fare? Era solo un misero hanyou... e per giunta anche ferito. E quella era l’entità malvagia più antica e più potente di tutto l’Universo...

“Dunque dimmi. Di che cosa volevi mettermi al corrente?” decise di starlo a sentire. In fondo se quell’essere aveva deciso di renderlo partecipe di uno dei suoi piani avrebbe dovuto considerarlo un onore. Forse poteva veramente renderlo più forte.

“Sembri molto affezionato a quella biglia senza valore...” sogghignò Chaos osservando la forza con la quale l’hanyou stringeva lo Shikon no Tama.

“Questa non è una biglia senza valore, signore... è il più potente gioiello malefico del mondo... può dare un potere immenso!” Naraku non riusciva a capire il perché del disprezzo che sentiva provenire dalla figura che aveva davanti.

“Ti prego di non dire stupidaggini. Non sono qui per sentirti parlare a vanvera, ma per parlarti di qualcosa che può VERAMENTE farti diventare l’essere più potente dell’Universo. Quella biglia in confronto non è che immondizia.” La figura incappucciata sogghignò di fronte alla sorpresa dell’hanyou. “So che tu sei solo un agglomerato di altri organismi, Naraku. E so anche che non sei così forte come vorresti apparire. Io posso farti impossessare di qualcosa che ti renderebbe l’essere più potente dell’universo, dopo di me.”

“Perché dovresti farlo? Che vantaggio ne avresti?” Naraku lo guardò con fare sospettoso.

“Vedi, in un futuro molto lontano rispetto a quello in cui viviamo, esiste un gioiello, il più potente gioiello di tutto l’universo. Si chiama Ginzuisho. Lo possiede una regina del futuro... e un giorno so che lo userà per tentare di distruggermi. Lo ha già fatto in passato, e tenterà di farlo di nuovo. Non posso permetterlo... se tu riuscissi a impossessarti di quel gioiello e a contaminarlo con il tuo potere quella donna morirebbe, il mondo diventerebbe una landa desolata, e tu saresti il padrone dell’Universo. Io mi nutrirei del tuo potere e della tua gioia nel procurare dolore agli altri.”

“Ma se questo gioiello si trova nel futuro... come potrei io rubarlo? Non posso aspettare secoli, devo diventare più potente ORA.”

“Un modo ci sarebbe...” l’essere iniziò a illustrare a Naraku il suo piano. Più lo ascoltava, più l’hanyou si rendeva conto della grande occasione che gli si poneva dinanzi... quel gioiello sarebbe stato suo, decise! Si... sarebbe diventato l’essere più potente dell’Universo! Così avrebbe distrutto Inuyasha... e avrebbe dominato il mondo traendo gioia dalle sofferenze altrui.

^^^^^^

*//Un giorno, mia piccola fanciulla, un giorno... diverrai una vera Lady. Io attenderò con ansia quel giorno, ti aspetterò....”

Il bellissimo giovane dai capelli color argento e gli occhi dorati la fissava con dolcezza mentre si allontanava, e le sorrideva. Si... voleva diventare una vera lady... voleva diventarlo, per poterlo vedere di nuovo!

Il cielo cristallino e il sole al tramonto creavano dei luminosi riflessi nell’atmosfera, e una piccola falce di luna iniziava a sorgere nel cielo, che lentamente assumeva un tono più scuro...

Troppo scuro...

All’improvviso dense nubi comparvero offuscando il cielo. L’immagine del giovane sorridente iniziò a sfocarsi nell’oscurità... finché non scomparve del tutto.

Agli occhi terrorizzati di Lady Serenity comparve... il nulla. L’oscurità... e una profonda, malvagia risata cominciò a diffondersi tutt’intorno.

“Chi sei? Che cosa vuoi da me? Dov’è Helios?” la fanciulla osservò con orrore il cristallo che teneva incastonato nella sua spilla scurirsi sempre più, e le sue membra svanire...

il terrore prese il sopravvento sul dolore... sarebbe dunque stata la sua fine? Le tenebre l’avvolsero, e le impedirono perfino di urlare...//*

La bellissima fanciulla dai lunghi capelli rosa si svegliò di soprassalto, il viso e il corpo ancora madidi di sudore al ricordo dell’orrendo incubo dal quale si era appena destata.

“oh, maledizione, ancora quel sogno.....”.

Un filo di luce inondò tutta la stanza, e illuminò come un piccolo arcobaleno l'ampio letto a baldacchino sul quale riposava la Principessa. Nella dolce penombra del mattino, quella stanza sembrava quasi risplendere per i primi raggi di sole, mentre all’esterno si udiva il lieto cinguettare degli uccellini e il ritmico, rassicurante cri-cri delle cicale.

La fanciulla si alzò, frugò in un cassetto, e prese in mano un piccolo piffero

*//Peruru//* pensò *//tu promettesti che avresti protetto i miei sogni per sempre... e che avresti vegliato perché si realizzassero. Ora io...//* si guardò allo specchio: l'immagine riflessa era quella di una fanciulla di 15 anni *//sono diventata una vera Lady! Ma allora perché Helios non è ancora tornato? Il mio più grande e bel sogno era quello di divenire una vera Lady, in modo da poter essere felice con lui.... perché Helios non torna? E che cos’è quell’incubo... //*

Lady Serenity strinse tra le sue mani il piccolo piffero, e iniziò a piangere, sottovoce.

Erano passati diversi anni dal momento in cui era ritornata nel futuro, salutando Eternal Sailormoon, e rassicurandola sul fatto che anche lei fosse tornata in vita. Ora Chibiusa non era più piccola. Finalmente aveva i lunghi capelli rosati, il seno morbido, e le gambe affusolate e snelle che aveva sempre sognato. Era una bellissima principessa, e una potente guerriera: ce l'aveva messa tutta per realizzare il suo sogno di diventare un'adulta, perché voleva rivedere Helios il prima possibile. E invece... ora che finalmente era diventata grande.... Helios non si era ancora fatto vedere.

E quell’incubo... erano mesi ormai che imperversava nei suoi sogni, creandole un forte senso di oppressione. Come se qualcosa di brutto dovesse succedere... qualcosa che avrebbe potuto distruggere la sua felicità. Normalmente si risvegliava nell’udire quella risata raccapricciante. Ma da qualche notte a quella parte il sogno era continuato... fino a giungere al lento svanire delle sue membra, che l’aveva ridestata quel mattino.

Il tutto sembrava troppo strano, troppo realistico per essere solo un brutto sogno... aveva perfino provato dolore...

“Lady Serenity?” Una voce la distolse dai suoi pensieri. Come una ladra ripose in un cassetto il piffero magico, e si voltò di scatto

“Oh, buongiorno Sailor Mercury, Sailor Pallas... è già l’ora delle lezioni?”

“Si, in effetti è l'ora di studiare, vestiti, e poi andiamo” la bella guerriera dai corti capelli a caschetto blu la guardò con aria soddisfatta. Era felice di come Serenity stesse crescendo.

All’inizio non era stata molto d’accordo con l’idea di sua madre, di farle viaggiare il tempo. Aveva capito, la saggia Amy, che quella bambina nascondeva un lato oscuro, e che c’era qualcosa che le impediva di crescere. Avrebbe voluto proteggerla... impedirle di farsi del male rivelando quel lato tenebroso che era celato nel suo essere. Era il suo compito di guerriera, in fondo, lottare per il bene e la giustizia. Aveva speso tanti sforzi e tanta energia per poter diventare una guerriera sempre più forte... per dare il suo aiuto nelle lotte che Usagi doveva affrontare tutti i giorni.

Ma in effetti doveva ammettere che l’idea della regina non si era rivelata malvagia. Anche se, purtroppo, Small Lady aveva dovuto soffrire e rivelare il suo lato oscuro, era in qualche modo riuscita a sconfiggerlo. Ed era finalmente diventata la vera Lady che tutti loro stavano aspettando. Amy era davvero orgogliosa della sua piccola principessa...

Però...

Però aveva notato, come tutti del resto, che negli ultimi mesi la ragazza cominciava a rattristarsi. Il suo incarnato diventava sempre più pallido, non aveva più voglia di giocare. Chissà che cosa le passava per la testa... Amy decise che un giorno avrebbe dovuto scoprirlo. Forse anche grazie alla sua ‘assistente’... la piccola Pallas era entrata facilmente nel ristretto circolo delle amicizie di Lady Serenity, e il più delle volte si intratteneva in sua compagnia per un tempo ben più lungo che quello necessario a seguire le lezioni. Ma prima di tutto bisognava consentire alla principessa di prepararsi, e di fare colazione.

Lady Serenity suonò un piccolo campanello, ed entrò una cameriera nella stanza, che l'aiutò a vestirsi. In pochi e rapidi movimenti l’esperta ragazza aiutò la principessa a cambiarsi d’abito, e le ravvivò con alcuno colpi di spazzola i lunghi capelli rosati, sciogliendo e poi ricomponendo i codini da coniglietto che, da sempre, contraddistinguevano le principesse di Silver Millennium. La ragazza diede una rapida occhiata alla figura che si stagliava dinanzi a lei allo specchio: gambe longilinee, seno morbido, accentuato dalle decorazioni del candido abito che indossava. I lunghissimi capelli rosa erano acconciati con buffi codini da coniglietto, e le punte delle code erano arricciate, in modo da creare un elegante effetto di movimento. Si... poteva andare!

All’improvviso, la porta della camera si aprì, e comparve una seconda cameriera, che trasportava un vassoio ricco di cibo. La principessa mangiò con gran gusto tutto quello che riuscì a mettere sotto i denti, poi salutò con un cenno la cameriera, e poi si avviò assieme alla sua amica Sailor Pallas e a Sailor Mercury.

Nel momento in cui era divenuta una vera Lady, le quattro Sailor Amazzoni erano state risvegliate dal loro sonno, e avevano iniziato ad affiancarla.

Sailor Mercury aveva continuato a impartirle le sue lezioni quotidiane, e le sue quattro guardiane avevano cominciato a frequentarle assieme a lei, diventando in breve tempo le sue migliori amiche, assieme a Hotaru.

*//Helios.... un giorno tornerai, vero? me l'hai promesso! Avevi promesso che saresti tornato, che saresti stato il mio principe! Io ti aspetterò... qualunque cosa accada...//*

Un brivido passò per la schiena della giovane principessa, a quel pensiero. Lady Serenity entrò in un’enorme stanza, alle cui pareti si stagliavano monumentali librerie, ricolme di migliaia di libri. L’interno era decorato con gusto, e abbellito di statue e di arazzi vari, raffiguranti le gesta della guerriera Sailormoon. Un angolo della stanza, presentava l’aspetto di un’aula di vecchio stampo, con una lavagna e alcuni banchi, nonché una cattedra, destinata ovviamente ad Amy. Serenity si mise seduta, e notò con stupore che le altre tre guerriere non erano presenti quel giorno. Che cosa poteva essergli successo?

Chiese a Sailor Pallas, ma la sua amica non riuscì a darle che una risposta evasiva. Comunque se non era preoccupata Pallas non doveva essere niente di grave... quindi la principessa iniziò a prestare attenzione a Sailor Mercury: le era grata per le sue lezioni, che la distraevano ogni mattino da questi cupi pensieri. Quello strano sogno ormai catalizzava le sue energie, facendola angosciare ogni giorno di più.

Iniziava con il momento dell'incoronazione dei suoi futuri genitori, quando finalmente il suo Pink Moon Crystal si era manifestato. Da allora, Chibiusa aveva iniziato a crescere con regolarità, come se fosse stato proprio quello a mancarle: come se l'assenza di quel cristallo avesse determinato il blocco momentaneo della sua crescita.

Anche se attendeva con ansia il ritorno di Helios, la fanciulla provava un forte senso di oppressione, come se prima o poi dovesse succedere qualcosa che non le consentisse di realizzare i suoi sogni. Qualche cosa di terribile! Non capiva che cosa potesse essere, ma di sicuro quella risata era un segno di cattivo auspicio. E poi... quell’aggiunta così spaventosa le stava facendo temere il peggio...

Avrebbe voluto parlarne con Sailor Ceres, ma lei, oltre ad essere una potente sacerdotessa, era anche una grande pettegola, e temeva che in poco tempo, tutto il Crystal Palace avrebbe saputo dei suoi timori e dei suoi desideri.

Non sapeva come comportarsi.

Non sapeva che cosa pensare.

E intanto il dubbio l'attanagliava...

*//Forse dovrei parlarne con Sailor Vesta..... o forse con Sailor Jupiter? Lei è un'adulta, e potrebbe essermi più di consiglio in questo frangente..... che cosa devo fare? Potrei parlarne con la mamma.... ma non so quanto lei possa essermi d'aiuto! Vorrei tanto poter chiedere consiglio a Sailor Pluto... ma è da molto tempo che non la vedo, né riesco a mettermi in contatto con lei...//*

“Molto bene principessa, la lezione di oggi tratterà di geometria. Parleremo dei postulati. Ti ricordi di che si tratta?” Sailor Mercury osservò Serenity, e notò il suo sguardo fisso nel vuoto. Capì che la sua mente era altrove, e rimase ferma in attesa che la ragazza si rendesse conto di essere seduta a parlare con lei “Principessa? Principessa mi senti? C'è qualcuno qui?”

“Serenity?” Pallas cercò di riportarla nell’aula prendendola per la spalla e muovendola ritmicamente. Ottenne l’effetto voluto, e Serenity la guardò come se si fosse appena svegliata da un sogno. Pallas scosse il capo... c’era evidentemente qualcosa che non andava.

Lady Serenity si alzò

“Scusami Sailor Pallas... Sailor Mercury? Potremmo continuare la lezione domani? in questo momento non me la sento proprio, non riesco a concentrarmi!”

“Effettivamente avevo notato anche io che non mi stavi ascoltando, Principessa.” Ami le si avvicinò, notando il suo sguardo smarrito “Se non sono indiscreta, che cosa ti è successo? Come mai sei così triste? Ormai sono mesi che ti vedo sorridere raramente!”

“Beh, è un po' di tempo che non mi sento bene: la notte faccio sempre lo stesso sogno, e il mattino una grande malinconia mi avvolge.”

“Capisco... beh visto che non riesci a concentrarti sfrutterò questa pausa per andare a ricercare Ves-Ves Jun-Jun e Cere-Cere... devo capire per quale assurda ragione non sono venute a lezione oggi... “ Sailor Mercury si allontanò dalla stanza. Nell’uscire brontolò qualcosa che Serenity sembrò afferrare come “vediamo che scusa si inventeranno questa volta...” la ragazza sorrise. Amy, come al solito, prendeva molto sul serio il suo dovere.

Ma subito il suo buon umore svanì quando incontrò lo sguardo della sua amica Pallas. Sembrava preoccupata.

“Se posso permettermi, Serenity... potresti dirmi che cos’è che ti affligge? Sono mesi ormai che sorridi raramente, eri sempre così gaia e allegra prima... siamo tutte preoccupate per te, anche Hotaru.

Lady Serenity guardò la sua amica “Ti ricordi, Pala-Pala, quando voi mi rivelaste che un giorno sareste state le mio guardiane?”

“Oh, si! Quando Eternal Sailormoon e King Endymion sconfissero Neherenia e Zirchonia! E quando il tuo Pink Moon Crystal si è rivelato!” Sailor Pallas assunse un'espressione assorta “Quell’orribile mostro, Zirchonia! Si era accorta del nostro potere latente, e ci aveva risvegliato, schierandoci tra i suoi incubi! E' stato solo grazie a Sailor Saturn ed Eternal Sailormoon se siamo riuscite a salvarci!”

“Si, mi ricordo...” anche Lady Serenity assunse l'espressione assorta di chi è presa dai propri ricordi “Era incredibile la storia della maledizione di Queen Neherenia! Sembra quasi una delle favole europee che Sailor Mercury mi raccontava quando ero piccola... la Bella Addormentata...

A me sembra incredibile che sia stato per colpa di quella maledizione che Silver Millennium è andato distrutto a causa di Metallia”

“Uhm.... non sono mai stata completamente sicura che fosse la verità.... ma le Guerriere Sailor protettrici di Neo Queen Serenity mi dissero un giorno che ricordavano l'avvenimento, e che quindi la maledizione di Queen Neherenia c'era stata realmente. Solo che poi tutti se ne erano scordati.... fino a quel giorno.....”

“Già... sembra davvero incredibile! E ti ricordi.... di He..”

“Small Lady?” si aprì la porta, e una donna alta, dai lunghi capelli biondi acconciati come i codini di un coniglietto entrò nella stanza. Indossava un abito bianco simile a quello di Serenity, solo molto più decorati, e portava una corona piuttosto elaborata sul capo. Sembrava sprizzare felicità da tutti i pori.

“Oh, mamma! Ma quante volte te lo devo ripetere che non sono più una bambina? ormai non devi più chiamarmi con quel nomignolo!” Lady Serenity guardò la madre con un velo di biasimo

“Scusami tanto cara” Neo Queen Serenity sfoggiò l'espressione più rammaricata che poté, ma si vedeva che era molto felice “Qualche volta dimentico che ormai sei cresciuta, e riprendo le mie vecchie abitudini! Potresti venire con me un momento? Tuo padre ti deve parlare! E vieni anche tu, Sailor Pallas” Le due si scambiarono l'occhiata d'intesa di coloro che la sanno lunga

“Arrivo subito, un attimo che ripongo il libro!” Lady Serenity prese il libro che aveva di fronte e lo ripose nell'enorme libreria, assieme a tutti gli altri. Perse un momento a dare un'occhiata all'altissima libreria, che copriva tutta la parete, fino al soffitto. Si era sempre chiesta a che cosa servissero tutti quei libri, e perché fossero lì: in fondo sua madre non leggeva mai, e suo padre era troppo occupato tra riunioni del Consiglio e viaggi nel Regno per mettersi a leggere.

Certo, c'era Sailor Mercury.... ma forse neppure Ami avrebbe potuto leggere tutti quei libri: erano davvero centinaia e centinaia!

Nei giardini del castello, i primi fiori iniziavano a sbocciare, e inondavano tutta Crystal Tokyo con il loro fresco profumo. Serenity amava molto osservare dalla finestra gli uccellini rincorrersi svolazzando nel cielo azzurro, e le farfalle posarsi di fiore in fiore. I giardini del palazzo reale erano molto ben curati, le aiuole formavano contrasti meravigliosi di colori, che rallegravano tutto l’ambiente. Era sempre bellissimo passeggiare tra quei viali stupendi. Serenity aveva spesso sognato di poterlo fare accompagnata da Helios...

Il suo ritrovato buonumore scomparve a quel pensiero. I ricordi dell’incubo appena avuto le tornarono in mente... Helios... che voleva dire quello che aveva visto. Quell’oscurità...

“Allora, andiamo?” Serenity sussultò nell'udire la voce della madre, e si ricordò improvvisamente che doveva seguirla da King Endymion: che cosa poteva volere suo padre a quell'ora del mattino?

La Principessa fece cenno di si con il capo, e seguì la Regina. Non capiva come mai sua madre stesse sprizzando gioia da tutti i pori. Lei non riusciva ad essere felice in quei giorni, proprio non vi riusciva. Quel potente senso di apprensione l'attanagliava, e le toglieva ogni voglia di ridere e scherzare.

Attraversarono il grande cortile di cristallo, dirigendosi verso gli appartamenti di King Endymion. Mentre camminavano, incontrarono alcuni servitori, che si fermarono a inchinarsi attendendo il loro passaggio. Serenity amava tutto di quel castello. Ma amava soprattutto un arazzo, raffigurante Pegasus. Quando ci passò davanti si fermò un attimo davanti.

L’arazzo raffigurava Super Sailormoon e lei stessa da piccola, Super ChibiMoon, in compagnia di Pegasus, la versione ‘equina’ di Helios. Serenity sospirò al ricordo... le venne in mente quel sogno, nel quale Helios l’aveva baciata, tanti anni fa... era stato il suo primo bacio consapevole. Non lo avrebbe mai dimenticato. Mai...

“Small Lady? Che ci fai lì imbambolata? Andiamo?” Queen serenità la riportò alla realtà, e Serenity si affrettò dietro la madre. Era proprio curiosa di sapere che cosa potesse volere il padre da lei a quell’ora del mattino.

“SORPREEESA!!!!!!!” Lady Serenity quasi si spaventò nel momento in cui si aprì la porta della camera del Re: tutte le Guerriere Sailor del Sistema Solare erano lì riunite. Indossavano gli eleganti abiti della loro versione ‘principessa del pianeta’, e sorridevano “Buon Compleanno, Lady Serenity!”

Vedendoli tutti allegri, la ragazza non poté fare a meno di sorridere: si erano ricordati che quel giorno compiva quelli che sarebbero stati i suoi quindici anni se non ci fosse stato il lungo periodo di blocco nella crescita di quando era stata bambina: avevano organizzato una festa a sorpresa!

Serenity notò che anche Amy era assieme alle altre, e che Cere-Cere, Ves-Ves e Jun-Jun le erano accanto. Ecco svelato il mistero della loro assenza: sicuramente stavano aiutando per i preparativi della festa. *//Che sciocca a non averlo capito//* pensò Lady Serenity scuotendo la testa.

“Avevamo notato che in questo periodo eri un po' triste, e abbiamo deciso di tirarti su il morale! Non c'è niente di meglio di una festa per far tornare il sorriso sulle labbra alle persone!” la regina era felice che la sua idea avesse avuto il risultato che voleva raggiungere. Da quando Lady Serenity si era incupita, la regina aveva iniziato a preoccuparsi: non voleva che la sua bambina fosse triste, ma lei non voleva confidarsi con sua madre! Non riusciva a capire quale fosse il suo problema!

In realtà da quando Small Lady aveva iniziato a crescere, era sempre stata allegra, e gioviale. Il suono delle sue risate argentine riempiva spesso l'atmosfera serena del Palazzo Reale, soprattutto quando la piccola principessa giocava assieme a Sailor Saturn. Poi Serenity aveva compiuto 14 anni, e i primi tempi era stata molto felice. Era come se fosse in attesa di qualche cosa. Qualche cosa che non era arrivato. Era piombata in pochissimi mesi nella tristezza più totale, e la madre avrebbe dato di tutto pur di sapere quale fosse il suo problema.

“Sai, sono stata io a cucinare la torta” sbottò Sailor Jupiter, e poi continuò sottovoce “Voleva cucinare tua madre, ma ho pensato di evitare una morte dolorosa a tutti” Strizzò l'occhio, e Lady Serenity sorrise

“Ho l'impressione che si stia parlando male di me” intervenne la Regina

“Mi pare ovvio, visto che avevi deciso di avvelenarci tutti, Usagi!” replicò Sailormars

“Come ti permetti di insultarmi, Sailor Mars?” rispose avvelenata la Regina

“Basta, Basta! Se continuate così finirete per litigare per tutta la festa, e poi la torta finirà!” Sailor Mercury sapeva bene come placare le due acerrime amiche/nemiche, e nel frattempo si tagliò una fetta di dolce.


L'attenzione di Neo Queen Serenity fu subito distolta dalla buona torta che aveva preparato Sailor Jupiter.

“Usagi, se continui ad abboffarti in questo modo diventerai una Regina cicciona!” scherzò Sailor Venus

“Oh, no, Minako! Come una regina cicciona!” Queen Serenity si fece piccola piccola, e due lacrimosi iniziarono a scorrerle sulle guance “Vuoi dire che mangio troppo? Non puoi essere così cattiva con me in uno dei pochi giorni in cui Makoto cucina le sue buonissime torte!”

Le donne scoppiarono a ridere, e anche Lady Serenity sorrideva: le sembrava di essere tornata ai bei vecchi tempi, quando si trovava nel passato assieme alla sua futura mamma e alle altre guerriere Sailor. La regina era felice di vedere il sorriso sulle sue labbra: a dire il vero tutti i litigi della festa erano stati preparati, in modo da divertire Lady Serenity. Si erano scervellate per riuscire ad essere il più buffe e naturali possibili, per rallegrarla.

“Molto bene” intervenne improvvisamente King Endymion. Il Re risplendeva nella sua elegantissima tenuta delle feste “Vorrei proporre un brindisi per il compleanno di Lady Serenity: ci auguriamo tutti che continui a crescere serena e felice” Tutti brindarono allegri. Sailor Saturn abbracciò la sua amica d'infanzia, e una dolce musica iniziò a diffondersi nell'aria.

King Endymion invitò Lady Serenity a danzare, e la ragazzina sembrava davvero molto felice: per un attimo aveva infatti dimenticato il cupo presentimento che l'attanagliava. Il padre le faceva i complimenti per la sua grazia nel danzare, e Serenity arrossì, imbarazzata. Era felice che tutta l’attenzione fosse catalizzata su di lei.

“OUCH!” King Endymion si accasciò al suolo, premendo una mano sul petto. Il volto era deformato in una maschera di dolore, e alcune gocce di sudore iniziarono a imperlargli la fronte.

Lady Serenity si chinò verso di lui, preoccupata “Papà, papà, che ti succede? Ti senti per caso male? Forse il ritmo della musica era troppo veloce, e ti sei stancato?” la ragazza era seriamente preoccupata *//Speriamo che sia così... non vorrei...//* pensò ritornando con il ricordo al sogno di quel mattino.

“No, non ti preoccupare cara, va tutto bene” King Endymion faceva finta di sentirsi bene, ma il suo volto era pallido e la sua voce sofferente “forse sei davvero troppo spericolata per me” Lady Serenity arrossì leggermente, ma sapeva benissimo che il ritmo del valzer che stavano danzando era tranquillo, e che non poteva essere stato quello a far sentir male il padre.

Neo Queen Serenity si avvicinò al Re, e cercò di aiutarlo a mettersi seduto “E' strano quest'attacco così, all'improvviso: sono anni e anni che non soffri più di dolori al petto”. La regina era vistosamente preoccupata: il malessere del Re aveva rovinato la festa, e l'atmosfera di felicità e tranquillità che erano riusciti a creare con così tanta fatica.

All'improvviso, si udirono dei passi frettolosi avvicinarsi per il Corridoio di Cristallo.

Dalla porta entrò l'unica persona che non fosse presente alla festa, Sailor Pluto, ansimante. Il bel volto della Guardiana del tempo era pieno di apprensione. Non badò alle apparenze, e non si curò di salutare i presenti.

“Vostra Maestà....” Sailor Pluto appariva davvero molto preoccupata “Ho rilevato un attimo fa una distorsione nello spazio tempo: è come se qualcosa di molto grande fosse stato distrutto!”

“Si, ho avuto anche io questa sensazione, un attimo fa, è come se qualcuno mi avesse strappato il cuore” Endymion si inginocchiò in terra e chiuse gli occhi: il suo Potere, era strettamente legato a quel pianeta, e tramite le sue mani, poteva vedere tutto quello che succedeva sulla Terra.

“.... E' come pensavo...... non lo sento più.... non avverto più la sua presenza.....” Endymion soffriva vistosamente

“Oddio, di che cosa non avverti più la presenza, Mamo-chan?” Ora anche la regina era molto preoccupata

“Illusion..... Illusion è....”

“I..... Illusion?” la flebile voce di Lady Serenity fece voltare tutti dalla sua parte: Lady Serenity aveva gli occhi dilatati dal terrore, ed era pallida come una morta “no.... è stato distrutto? Illusion?”

Le lacrime iniziarono a scorrere dai suoi occhi. Non riusciva, non voleva credere a quello che King Endymion aveva appena detto. Illusion? Distrutto?

“Beh, non ho detto distrutto, ho detto solo che non avverto più la presenza di quel santuario, o dei suoi officianti, da nessuna parte in questo pianeta. E' come se fosse scomparso dalla faccia della Terra”

“NOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! HELIOS! NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!”

L'urlo della Principessa echeggiò per tutto il Palazzo Reale.... Poi le tenebre offuscarono i suoi occhi, e Serenity svenne.

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Nota dell'Autrice:
Quindi...
che ve ne pare di quest'idea? Devo rivelarvi un segreto: la parte di Sailormoon di questo capitolo (quella dal sogno di Chibiusa in poi) l'ho leggermente modificata per inserirla nella storia, ma in realtà l'avevo già scritta fin dal 1999. Ebbene si, era la mia prima orrenda idea di fanfiction, dedicata a Sailormoon.
Poi l'avevo lasciata perdere, perché non avevo il tempo di scriverla...
e infine non l'avevo + trovata -_-'
Ma l'altro giorno sono stata folgorata da quest'idea di unire le due serie! Quindi per vostra sfortuna... mi sono messa a cercare nei CD di backup e alla fine l'ho trovata ^_^
Quindi sono spiacente per le vostre povere menti! Ma dovrete leggerla :D
E ovviamente......................
COMMENTATEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
PRETENDO di avere il fermo posta INFLAZIONATO di messaggi per questo capitolo, o non continuo a scrivere :P
 
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