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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Kingdom Hearts
Titolo Fanfic: IL TRADIMENTO
Genere: Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot, What if? (E se...), Yaoi
Autore: necropoiana galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/12/2011 16:25:08

Xemsai. Xemnas scopre di un tradimento nell’Organizzazione, e cerca una consolazione...
 
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- Capitolo 1° -

IL TRADIMENTO:
Xemsai. Xemnas scopre di un tradimento nell’Organizzazione, e cerca una consolazione…


Le due di notte erano passate da un pezzo e Xemnas era ancora seduto alla sua scrivania, circondato da pile e pile di fogli di carta, documenti importanti, lettere e rapporti. Era invaso dal lavoro, troppo lavoro, troppo, troppo lavoro. Si mise una mano sulla fronte, stanco, mentre alzava gli occhi dopo ore chino sul freddo e scomodo tavolo di marmo bianco; ma tutto quello che vedeva era altro bianco dei fogli di carta, e qua e là i colori vivaci di cartellette che sbucavano. Gli veniva quasi spontaneo chiedersi perché all’Organizzazione dovessero esserci per forza tutti quei problemi, ma si disse che probabilmente anche nella migliore delle situazioni avrebbe dovuto faticare molto per i propri obiettivi. In quel momento, tuttavia, la cosa non lo sollevava per niente: si sentiva trascinato giù da tutte quelle zavorre di carta, mentre invece i suoi pensieri e i suoi desideri volavano in alto, geniali e sfrenati.
Nel bel mezzo della sua crisi, si sentì bussare alla porta. Xemnas ne fu abbastanza sorpreso: chi, oltre a lui, lavorava fino al cuore della notte? “Avanti” disse stancamente.
Entrò Xaldin. Aveva in mano una cartelletta. Una cartelletta piuttosto voluminosa.
“Ancora in piedi? Che cosa c’è?” Niente di urgente, almeno.
“Scusi, signore, se la disturbo a quest’ora” cominciò subito Xaldin. Il fatto che avesse cominciato con prudenza e cortesia non lo tranquillizzava affatto: guai in vista. “Ho appena concluso il mio rapporto, e ho creduto opportuno venire a consegnarglielo di persona.”
Xemnas alzò le spalle. “D’accordo, grazie. Mettila pure sul tavolo.” Cercò di fare ordine sulla superficie già ingombra.
“Sì…” rispose, facendo finta di attendere con calma. “Riguarda quella questione di cui le ho accennato.” La sua voce era più dura. “Ho raccolto alcune prove, e sono sicuro che ora anche lei sarà convinto del tutto e potremo prendere seri provvedimenti.”
La sicurezza di Xaldin avrebbe dovuto trasmettergli un senso di ordine e risolutezza, ma a Xemnas uscì un solo, debole: “Oh” a metà frase e dovette appoggiare la schiena sulla sedia. Era da molto che gli frullava in testa l’idea che Marluxia stesse tramando qualcosa, e a quanto pareva doveva essere davvero seria. “Certo… Allora mettila qui” indicò un angolo del tavolo lontano da sé. L’avrebbe guardata in un altro momento; stanotte no, non poteva farcela.
Xaldin era impaziente. “D’accordo.” La poggiò e rimase in piedi, in attesa.
“Ehm… Xaldin…?”
“Sì, signore?”
“Puoi anche andare, la vedrò più tardi.”
“No, signore. Mi dispiace” si affrettò ad aggiungere, quando subito Xemnas si gonfiò di rabbia per quell’impudenza verso il suo Superiore, “ma voglio essere qui quando la aprirà.”
“Che assurdità, Xaldin! Ma figurati se ho bisogno che…”
“Ti conosco, Xehanorth.” Ribatté l’altro con semplicità.
Xemnas rimase allibito. Lo fissò per numerosi istanti, come se non si capacitasse che potesse essere accaduto: essere chiamato col suo vecchio, vero nome! Era da prendere proprio sul serio, dunque? Non si poteva rimandare? Poggiò i gomiti sul tavolo, mettendosi una mano sul volto, smarrito.
“So che hai dato tutta la tua non-vita per l’Organizzazione, e sapere che una parte del proprio lavoro va buttata non fa mai piacere.” Xaldin era stato il suo primo assistente quand’era ancora in vita, e in quel periodo erano stati dei veri compagni. Forse una sorta di amicizia era rimasta.
Xemnas sorrise. “Grazie mille, Linda, ma me la cavo anche da solo!” sogghignò, mentre l’altro soffocava la rabbia di sentire storpiato il suo vero nome. Soddisfatto, Xemnas afferrò la cartelletta e l’aprì baldanzoso. Un mare di sconforto lo accolse…

Saïx uscì dal bagno, splendente. Aveva scelto vanitosamente di non mettersi nessun vestito addosso, e ora avanzava calmo per ritornare nel letto di Xemnas, agitando i lunghi capelli celesti. Sembrava una sorta di danza per l’accoppiamento, una seduzione magnetica, una lussuria senza nome. Nella testa di Xemnas giravano vorticosamente queste immagini, mentre lo fissava impassibile, sdraiato nel suo enorme e comodo letto. Saïx si era appena fatto una breve doccia, e ora il suo corpo era chiaro come porcellana e rinfrescante come uno yogurt. Xemnas si strinse velocemente contro di lui, sfiorando la pelle fresca e assaporandola.
Saïx esibì uno dei suoi sorrisi felini. Che uomo tenero, il magnifico e potente Superiore! Un capo così freddo e crudele, ma in fondo non voleva altro che carezze. Lo abbracciò delicatamente e sfiorò le sue guance contro il viso dell’altro, rinfrescandolo. Xemnas era ancora caldo e appiccicaticcio.
“Sembrerebbe un brutto periodo al lavoro, eh” disse Saïx, placido.
Xemnas annuì in silenzio, con il viso ancora soffocato da quello dell’altro.
“Coraggio, è solo qualche brutta giornata, poi si rimetterà tutto come prima. E Kingdom Hearts sarà nostro” aggiunse con voce crudele.
Xemnas annuì, spostandosi per appoggiarsi sul cuscino. Lo teneva ancora stretto, però. “Meno male che l’Organizzazione mi sostiene ancora. Ho bisogno di loro, altrimenti l’obiettivo rimarrà irraggiungibile.”
“Siamo qui solo per coprirti le spalle, Xemnas.” Sibilò Saïx.
Lui rise. “Ho sentito che di solito quando sei con gli altri mi chiami lord Xemnas” lo prese in giro. “Davvero carino da parte tua!”
Saïx sembrò arrossire. “Mi sembra legittimo” mormorò, offeso.
“Certo, certo” Xemnas sorrise, toccandogli una guancia liscia. Era sempre perfetto, incredibile la vanità di quell’uomo. “E’ una vera fortuna sapere che ho ancora qualche compagno leale, nell’Organizzazione” soggiunse tristemente.
“Che cos’è successo?”
Xemnas rise sommessamente. “Niente di grave. La ricerca dei nostri obiettivi è assicurata lo stesso.”
“D’accordo.” Concluse, dopo una pausa di riflessione.
Saïx si voltò e mise il suo viso proprio sopra a quello di Xemnas. Aveva l’alito fresco, e tutta la sua espressione, il suo volto e la sua bellezza sembravano attirarlo a sé. Molti non lo consideravano particolarmente speciale, ma Xemnas conosceva quanto fosse straordinario; l’aveva visto e ne era sicuro. Afferrò ancora una volta la guancia paffuta. “Saïx, sono tempi duri per l’Organizzazione.”
“Sì, signore, e so quanto ci tiene.” Rispose lui, devoto.
“Abbiamo bisogno di persone serie, dedite alla nostra causa e disposte a fare di tutto. Tu lo sei, Saïx? Sei della partita?”
Rimase in silenzio. Non l’aveva forse già dimostrato? “Certo, signore. Cosa devo fare per dimostrarglielo, signore?”
“Mi occorre solo che me lo giuri.” Rispose Xemnas, guardandolo.
Saïx sbatté le palpebre un paio di volte. Accidenti, com’era bizzarro Xemnas stasera. E dire che aveva fatto tutto come dovuto e come al solito. La richiesta era addirittura fuori luogo: cosa poteva garantire, un giuramento? Era strano che a chiedere una cosa simile fosse proprio Xemnas, mente razionale, spietata, senza scrupoli né limiti. “Per me non c’è problema.” Gli rispose, affabile. “Ti giuro tutta la mia lealtà all’Organizzazione in vista del nostro scopo finale: il grande e potente Kingdom Hearts.”
Xemnas era rimasto a guardarlo tutto il tempo. “Molto bene. Perfetto, direi.”
“Visto?” sorrise. “Non c’è niente da dubitare su di me.”
Xemnas avrebbe voluto rispondere, ma si trovò ad affrontare un bacio. Lo ricambiò con rinnovata passione, mentre Saïx si faceva abbracciare.
“Un giuramento perfetto…” disse Xemnas languido, una volta che si furono separati. Sentiva le proprie labbra calde, umide e perfino leggermente doloranti. “Uhi…” gemette sottovoce, dolcemente.
Saïx sorrise. “Sì, Xemnas.”
“Allora, dimmi” proseguì, alzando la voce. “Ho sempre avuto un dubbio, se tu combattessi per me o per Kingdom Hearts.”
“Lo sai che io adoro Kingdom Hearts.” Sogghignò Saïx, riferendosi al berserk.
“Certo, ma a parte questo…”
“Voglio raggiungere Kingdom Hearts, Xemnas. Nessuno ci fermerà.”
“Saïx, lo sai anche tu che io la penso allo stesso modo.” Lo interruppe, osservando una scia di passione e follia negli occhi dell’altro. Era sempre così, quando si parlava di Kingdom Hearts. “Ma una volta raggiunto… Cosa farai?”
“Cosa ne farai tu di me, vorrai dire” commentò Saïx amaramente.
“No, tu non combatti per te, ma per Axel, dì la verità” non poté fare a meno di dire.
Saïx si agitò terribilmente. I suoi occhi brillarono nella penombra. “Cosa dici! Mi sto impegnando, anche per Axel… E soprattutto per me! E’ tutto qui!”
Xemnas rise. “Ma certo, Saïx! Ma dimmi la verità… Per cosa combatti?” lo strinse saldamente con una mano.
“Xemnas, cos’hai? Sei strano stasera.”
“L’Organizzazione va a rotoli. Va tutto a rotoli, amico mio” lo lasciò e si rizzò a sedere, con gli occhi vuoti.
“Sarò sempre al tuo fianco.” Si sollevò anche Saïx, fissandolo.
Xemnas rimase senza parole.
“Sei il mio leader, il capo dell’Organizzazione: sei l’Organizzazione stessa. Non ti lascerò.”
“Sono l’Organizzazione stessa…” ripeté, con una breve risata. Ci fu una piccola pausa di silenzio. “Allora direi che non valiamo molto per te, eh? Un errore considerevole, e le tue parole sono solo fumo, ma mi è bastata ed è ora di farla anche finita.”
“Xemnas, cosa stai dicendo?”
“Basta così. Sono stato avvisato di tutto. Sei solo un traditore della mia carne e un bugiardo, quindi puoi anche buttare via quella maschera pietosa.”
Saïx rimase sollevato sul letto, immobile. “Chi è stato a riferire tutto?” chiese alla fine, impassibile.
“Xaldin.” Rispose Xemnas, altrettanto indifferente, con le braccia incrociate. “Ma il suo rapporto era fin troppo particolareggiato, penso ci abbiano messo le mani più di uno.”
Saïx nascose un sorriso. Davvero ironico, quelli che aveva ordinato di far fuori uno a uno avevano trovato il modo di vendicarsi. L’acutezza di Vexen, l’astuzia di Marluxia, le chiacchierate con Zexion… Era sicuro che fosse stato necessario ogni singolo componente per riuscire a fregarlo. “Bene.” Si voltò, e poggiò una mano artigliata sul collo di Xemnas. “Sembra che tu abbia saputo tutto un po’ troppo presto.” Disse, minaccioso.
Xemnas gli rise in faccia. “Cosa credi di fare? Se non mi hai ancora sfidato apertamente, è perché non puoi vincere. Sei un tipo sveglio, sai di non avere nessuna possibilità.” Il sorriso sulla faccia di Saïx svanì in un istante, mentre Xemnas evocava quasi distrattamente nel palmo della sua mano una Lama Eterea, facendola sibilare nell’aria.
Saïx sapeva che aveva maledettamente ragione, e ritrasse la mano con delicatezza. Spostò le coperte, forse un po’ esitante, perché Xemnas rispose amaramente: “Oh, sono tranquillo, so che scappare non ti servirebbe a niente e non lo farai. Sei davvero troppo, troppo intelligente.”
Saïx non poté fare a meno di voltarsi di nuovo verso di lui, guardandolo con i duri occhi arancio. “Se lo sapevi, come mai hai voluto farlo stanotte?”
Xemnas s’irrigidì. Perché sei mio, gli veniva in mente. Perché nel momento in cui sei entrato nell’Organizzazione sei diventato di mia proprietà. Ma sapeva che ci sarebbe stata una discussione totalmente infruttuosa e che non poteva vincere, così doveva dimenticarsi anche questo. “Mio caro Saïx, perché le tue bugie sono piuttosto incantevoli e le gradisco non poco.”
Saïx fissò Xemnas e trattenne una piccola risata. Se non avesse avuto quel legame con Axel, che Axel stesso stava dimenticando, avrebbe anche potuto impegnarsi di più in questa bugia. “E’ tutto un inganno. Non abbiamo comunque un cuore.”
“Non mi serve un cuore per apprezzarti” disse ironico Xemnas. “Sei abbastanza intelligente e utile.”
“Rinuncia! Io non sono tuo, né di Axel, o qualcun altro” Si alzò ed evocò veloce la Claymore. Non era il momento di stare a badare tanto a come fosse vestito o svestito, anzi, forse la cosa poteva essere a suo vantaggio...
-Spezzerei il cuore di Axel se potessi.- pensò Xemnas, tornando a desiderare di nuovo Kingdom Hearts con tutto se stesso. –Ho riconosciuto anche il suo apporto, nell’inchiesta su Saïx.- “E’ andata e finita, Saïx” Rispose, scendendo dal letto con tranquillità. Si annodò il lenzuolo bianco sul corpo,che lo ricopriva a tratti. “Non c’è più niente da fare, per te.”
Saïx lo fissò con odio da dietro la Claymore. “Muori per noi, Xemnas, come fanno tutti i capi.”
“E tu vivi per il tuo comandante, come fanno tutti i sottoposti ubbidienti.”
“Non sono tuo!” gridò.
“Non sei di Nessuno” soffiò Xemnas, e saltò verso di lui.

 
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