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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Il Principe del Tennis (Tennis no Oujisama)
Titolo Fanfic: BROKEN
Genere: Sentimentale, Drammatico, Sportivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler
Autore: anetta galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/12/2011 11:41:47

"Tutto andava - più o meno - per il meglio, insomma... tranne che per loro due"
 
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UN GIORNO DA DIMENTICARE...
- Capitolo 1° -

La giornata era iniziata normalmente lì alla scuola superiore Seishun: gli allenamenti mattutini, le lezioni, poi la pausa pranzo ed infine le attività pomeridiane.
I membri del club di tennis hanno appena iniziato a lavorare diretti dal loro capitano, uno studente del terzo anno, e dal vice, il ben noto Tezuka Kunimitsu, ex-capitano e preparatore atletico della squadra di tennis delle medie, che osserva con sguardo serio e impassibile gli altri ragazzi.
I regolari sono riconoscibili dalla tuta nera e bianca con le scritte in rosso per quelli della prima squadra, rossa e bianca con le scritte blu per quelli della seconda squadra.
«Saa...», afferma una voce alle sue spalle.
«Che vuoi?», domanda lui, riconoscendone il proprietario.
«Mi chiedevo se ti andasse di giocare un doppio contro Eiji e Oishi», gli propone con il suo solito sorriso.
Il ragazzo rimane silenzioso per un momento.
«Perché no», risponde con un lieve cenno del capo. «Perfect Pair contro Golden Pair, come alle medie», continua, afferrando la racchetta che Fuji gli porge. «Dopo di te...», e lo segue al campo 2, dove la coppia sopracitata li attende riscaldandosi nel frattempo.
I quattro si avvicinano alla rete, scambiandosi una stretta di mano.
«Up o down?», domanda Tezuka a Oishi facendo roteare la racchetta per sorteggiare la prima squadra al servizio.
«Down», dice il ragazzo dalla testa a uovo.
Il primo controlla la base dell'impugnatura: una "T" rovesciata.
«Down», comunica il risultato, favorevole per gli avversari.
«Mi raccomando, non stracciateci troppo in fretta, nyah!», afferma scherzosamente Eiji, posizionandosi a cavallo della riga divisoria nella prima metà del campo.
"Formazione australiana", pensano contemporaneamente gli altri due, valutando la situazione.
L'ex-vice-capitano della Seigaku si prepara al servizio, lanciando in aria la pallina.
Quando viene colpita ha inizio il match, ben presto condotto dalla Perfect Pair.

Ma ecco che accade qualcosa: una distrazione di Oishi consente agli avversari di conquistare il set.
«Shuichiro!», lo rimprovera il rosso. «Era una palla prendibilissima! Non dormire!»
«Non sto dormendo! Sono solo partito in ritardo!», si giustifica, rispondendogli a tono.
Eiji si volta con un'esclamazione che è un misto tra un ringhio e il miagolìo di un gatto.
Come se non bastasse, al set succesivo, il brunetto prima inciampa nel tentativo di prendere lo Zero Shiki di Tezuka, poi ritarda nuovamente nel raggiungere la pallina, constringendo il compagno a compiere un salto così azzardato da farlo fa cadere appena restituito il colpo.
«Eiji, stai bene?», gli domanda Fuji avvicinandosi alla rete.
«Sì, sì...»
«Eiji», gli si avvicina Oishi porgendogli la mano in aiuto.
Il ragazzo gliela allontana con uno schiaffo.
«Stammi lontano. E' già tanto che non mi sono slogato una caviglia per riparare al tuo ennesimo errore», afferma irritato.
«Ti chiedo scusa...», rispone umilmente.
«Scusa un corno!», replica alzandosi, spolverandosi i pantaloncini. «Sei un idiota! Non ne combini una giusta!»
«Mi sono solo distratto, tuto qui. Non c'è bisogno di comportarsi come una donnina isterica!»
«Ah! Io sarei una donnina isterica? E tu cosa sei?!»
«Cosa sono? Sentiamo», ribatte in tono provocario.
«Sei... sei... Sei uno stronzo! Ecco cosa sei! Non ti sopporto più!»
«Beh, neanche tu sei il massimo della simpatia certe volte!», ribatte, ferito da quelle parole.
«Non voglio più vederti!»
«Nemmeno io!»
«TI ODIO!», gli grida furioso con le lacrime agli occhi, gettando a terra la racchetta e correndo fuori dai campi da tennis.
Fuji fa per seguirlo ma viene bloccato da una mano sulla spalla da parte del compagno di doppio.

Eiji non si fa vedere per tutto il resto degli allenamenti, preoccupando non poco i compagni di squadra.
Negli spogliatoi, al termine, ignora tutti e, una volta finito di cambiarsi, corre via senza neanche salutare, colpendo accidentalmente - o forse no - Oishi con il casco della sua moto.
Poco dopo, Tezuka e Oishi stanno camminando verso l'uscita del giardino antestante la scuola, parlando.
Indossano la divisa della scuola: giacca bianca con i bordi azzurri e lo stemma dell'istituto sulla parte sinistra, sopra ad una camicia bianca, cravatta azzurra e pantaloni neri.
«Devo chiedergli scusa», afferma il brunetto, sospirando.
«Veramente dovrebbe essere il contrario», replica l'altro sistemandosi gli occhiali.
«Sì, ma sono stato io a farlo arrabbiare»
«Eri semplicemente distratto. Capita a tutti. Non doveva prendersela in quel modo»
«Già, ma sai com'è fatto...»
L'ex-capitano annuisce solamente.
«Vieni a scuola guida?», gli domanda, poi, cambiando discorso.
«Mmmh... No, oggi no. Non me la sento... Magari faccio qualche quiz da casa»
«Ok, nessun problema»
«Tezuka!!», lo chiamano a gran voce.
L'interpellato si gira per ritrovarsi subito dopo assalito da Fuji, ormai quasi della sua stessa altezza.
«Ho una terribile notizia da darti...», gli comunica con sguardo triste.
«Sentiamo»
«Oggi non posso accompagnarti a scuola guida, vado al centro commerciale con Yuuta»
«Quale orrenda disgrazia», replica con finto dispiacere. «Mi toccherà rispondere correttamente a tutti i quesiti»
A questa affermazione a Oishi scappa un sorriso mentre Yuuta trattiene a fatica una risata.
«Mi dispiace tantissimo, ma vedrai che domani mi rifarò anche per oggi»
«E' una minaccia?»
«E' una promessa!», risponde, prendendo a braccetto il fratello, che ancora ridacchia. «Ci vediamo domani, ragazzi», li saluta allontanandosi dopo l'inchino.
«A domani, senpai», gli fa eco l'altro ragazzo.
«Ciao», rispondono i due.
«Vado anch'io», interviene alla fine Tezuka. «A domani», e gli da una pacca sulla spalla. «Non pensarci troppo... Ciao», e se ne va.
Il ragazzo dai capelli neri lo saluta con un gesto della mano, scansandosi poco dopo per farsi sfrecciare davanti uno scooter rosso.
Riconosce il guidatore dal modo di tenere sulle spalle il borsone da tennis e dalle orecchie da gatto rosa attaccate al casco.
«Eiji!», lo chiama, ma non fa in tempo a muovere un passo che il ragazzo è già uscito dal portone.
Oishi raggiunge di corsa l'uscita, ma l'altro era già lontano.
«Eiji...», sussurra, sospirando.
Così si incammina con calma verso casa a testa bassa.
Cammina lento, pensando un po' agli ultimi tempi.
In questi pochi anni ne erano cambiate di cosa: Echizen era cresciuto (sia fisicamente che caratterialmente) e in lui cominciava ad affiorare un po' di umiltà; Kachirou, Katsuo e Horio erano diventati degli ottimi tennisti, tra i più forti della Seigaku, guadagnandosi di diritto il posto da titolari; Kaidoh e Momo avevano iniziato ad andare inspiegabilmente d'accordo dalla scorsa estate; Yuuta aveva messo da parte tutto l'inutile risentimento e odio che provava nei confronti del fratello, ristabilendo il vecchio rapporto che intercorreva tra i due, anzi, il loro legame si era rafforzato; Fuji, per sua gioia, aveva finalmente ottenuto la sua rivincita, crescendo di colpo in una sola estate (unico lato negativo, aveva dovuto cambiare l'intero guardaroba...); Tezuka aveva temporaneamente messo da parte l'obiettivo di diventare un professionista, sostituendolo con quello di vincere il Campionato Nazionale con questa squadra (e sotto la guida del coach Yamato tutto è possibile); Taka-san continuava sì a giocare a tennis, ma dedicando sempre più tempo al suo ristorante, mentre Inui... era sempre il solito Inui, l'implacabile raccoglitore di dati ideatore di disgustosi intrugli energetici, che negli ultimi tempi si era avventurato nel campo culinario, per loro sfortuna...
Tutto andava - più o meno - per il meglio, insomma... tranne che per loro due.
Da quando erano entrati alle superiori qualcosa tra lui e Eiji stava cambiando, il loro legame si stava via via assottigliando.
Come fosse iniziato tutto, ancora non riusciva a spiegarselo.
Dal momento in cui sono stati accettati tra i titolari, al primo anno, non facevano che litigare. Vincevano, sì, ma tra loro non c'era più quell'armonia e complicità che avevano fino a poco tempo prima.
Scuote la testa per togliersi dalla mente quei pensieri.
"Sarà una crisi temporanea... Dopotutto non è la prima volta che litighiamo così pesantemente...", pensa, cercando di autoconvincersi che tutto si riassesterà e che torneranno più uniti di prima.
Il forte rumore di una sgommata e il successivo botto lo riportano alla realtà.
D'istinto corre in direzione del luogo dell'incidente, pregando che non sia rimasto coinvolto il suo caro amico...
 
Continua nel capitolo:


 
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