LA CASA DELL'EROS
- Capitolo 1° -
Non era poi tanto male il luogo dove l'avrebbero venduta, era pulito e piuttosto elegante. Il posto era una casa prestigiosa e se ne parlava educatamente come la Casa Dell'Eros: un luogo di peccato.
Akane non riusciva ancora a credere di essere lì, eppure era venuta di sua volontà. Aveva acconsentito a quella pazzia perchè sapeva che era l'unica scelta possibile per aiutare la sua famiglia che aveva bisogno di soldi, molti soldi, per non essere buttata in mezzo alla strada.
Se solo ci fosse stato più tempo per pensare.. Persino sposare uno sconosciuto sarebbe stato preferibile, ma Nabiki aveva ragione: le aveva fatto notare che nessun gentiluomo avrebbe preso in considerazione di sposarsi da un giorno all'altro. Il matrimonio era semplicemente troppo definitivo per buttarcisi senza un'attenta riflessione.
Ma quello... Bè, i gentiluomini spesso si procuravano nuove amanti senza pensarci due volte, pur sapendo che sarebbero costate loro quanto una moglie, se non di più. La grande differenza era che un'amante, pur se si comprava facilmente, poteva anche essere facilmente lasciata senza creare alcun scandalo. Akane stava per diventare l'amante di qualcuno, non la moglie.
Era successo tutto così in fretta.. La sera prima Akane era scesa in cucina perchè non riusciva ad addormentarsi, aveva deciso di bere un bicchiere di latte. Credeva che come al solito la cucina era deserta, ma quella notte aveva trovato il padre che dormiva sul tavolo con una grossa bottiglia di liquore mezza vuota davanti. Akane non l'aveva mai visto in quelle condizioni, qualcosa non andava.. All'improvviso apparì Nabiki: <Visto che sei qui aiutami ad occuparmi di lui.> <Cosa sta succedendo? perchè nostro padre è in quelle condizioni?> chiese Akane. <Sarebbe assurdo continuare a nasconderti la verità> disse Nabiki <Siamo rovinati Akane, molto presto perderemo la nostra casa e la nostra posizione sociale> <Cosa stai dicendo Nabiki..? e poi tutto così all'improvviso..> <La situazione è così già da un pò, io l'ho scoperto per caso, mentre Kasumi è a conoscenza di tutto sin dall'inizio. Papà ci ha detto di non dirti niente per non farti preoccupare.> <Ma cosa è successo esattamente?> <Papà incontrò per caso un amico di vecchia data che non vedeva da circa vent'anni, loro erano molto amici e quando gli ha chiesto dei soldi con la promessa che avrebbe restituito tutto al più presto, papà non ha potuto rifiutare. Ma una volta presi i soldi questo tizio è scomparso.>
Al termine del racconto della sorella, Akane era rimasta ammutolita per lo shock. Era molto peggio di quanto avesse potuto immaginare, la sua famiglia stava per perdere tutto. Cosa avrebbero fatto una volta perso tutto? No, non poteva permettere che accadesse. La sorella gli aveva accennato del fatto di aver già pensato di darla in moglie, ma il padre si era opposto. Non poteva permettere che per un suo errore doveva pagare la sua figlia più piccola. E così passò il tempo e ormai non c'era più tempo per un matrimonio.
Ad Akane venne in mente una conversazione con una sua amica avvenuta qualche mese prima. La sua amica gli raccontò che il ragazzo che da sempre ama, si era comprato un amante e che aveva anche pagato molto per averla. E così Akane venne a conoscenza del fatto che alcuni ricchi signori sborsassero grosse somme per una giovane e fresca amante e le somme erano più alte se la ragazza era nuova ed estranea a questo genere di affari.
Akane anche se odiava solo il pensiero, quella era l'unica soluzione per salvare tutti, così con un filo di voce chiese alla sorella: <Nabiki conosci qualcuno che sarebbe disposto a pagare abbastanza per un amante?> <Casa vuoi dire?> <Nabiki tu sai che non c'è altra soluzione, perciò devi aiutarmi!> <No, non conosco nessuno, ma c'è un posto che frequentano i ricchi dove potresti ricevere un'eccellente offerta. Ma.. sicura di questa decisione? Sei sicura che non te ne pentirai?> <Se è per la mia famiglia, non me ne pentirò.>
Akane era rimasta lì in silenzio, ancora scossa davanti ad una decisione di tale portata e assai disgustata che quella sembrasse essere in effetti l'unica soluzione. Doveva anche rinunciare al matrimonio. Per il resto della sua vita le sarebbe rimasto addosso il marchio di quello che stava per fare. Non sarebbe più stata accettata nella buona società, ma almeno la sua famiglia sarebbe stata salva.
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