RICORDI PAGINA 1
- Capitolo 1° -
cosa succede se l' M.S.E. crease un ultro Sasuke ma stavolta donna!
leggette!
by Kisame! ^___________________^
Si dice che quando si muore si vede tutta la vita.
Io forse non merito quest’onore.
Perché io sono Sasuke Uchiha.
È sto uccidendo Sasuke Uchiha.
Quando sono nata io?
Be mentre sto andando e vede la mia famiglia.
Il mio dolce Kiba – kun, che tiene il frutto del nostro amore, la mia grande amica Hinata e quella testa quadra di Hokage che ha come marito che risponde al nome di Naruto!
Io sono nata quando.
Io non mi ero ancora diviso.
Mio fratello me la aveva detto!
Itachi “vedrai il mondo sotto una nuova ottica!”
Tutta via trovarvi le bocce è il corpo di una donna!
Vi giuro restai di stucco, ma per avere un grande potere bisogna pagarne un prezzo.
Mentre sto morendo vedo solo lo sguardo carico d’ odio del uomo che si fa solo chiamare Sasuke Uchiha.
Carico sulle labbra la pala di fuoco è lo bacio!
Le fiamme entrano nel suo corpo e lo devastano.
Poi i ricordi mentre siamo inghiottiti dalle fiamme nere affiorano quasi a voler rendere più sereno il trapasso.
Io come individuo non mi separai subito.
Sasuke ovvero io fino a certo punto eravamo una cosa sola, ma più diventavo abile ad usare lo M.S. eterno.
Più qualcosa mi frenava.
Quella cosa ero io.
Mi ricordo che inizia a capire di non essere nell’augusto è claustrofobica quando mi sveglia in una bara.
Ero nuda.
Mi girai intorno.
E misi i piedi per terra.
Capi subito di non essere più come prima.
Avevo un corpo snello, la pelle chiara, lunghi capelli neri è lisci.
È avevo il seno, mentre mi toccai il peto anzi che il mio petto levigato, avevo due bocce!
La cosa mi fece andare in subbuglio.
Che cosa era successo Madara mi aveva dato degli ormoni femminili!
Vidi che l’ altro me stesso era di sopra.
Perciò decisi di uscire approfittando della litigata tra Madara è il suo nuovo socio Kabuto.
Tutta via non conosceva il corpo delle donne.
E come potevo fino a trenta minuti fa, ero un uomo.
Anzi le consideravano meno di bestie, oggetti da usare è da buttare se non servono più.
Questo corpo era sicuramente più veloce, meno forte ma molto più agile.
Inizia a saltellare, ma avevo due problemi: punto primo ero nuda, punto secondo a parte il fuoco, le tecniche base del fuoco non avevo niente.
Non osavo tornare indietro era pericoloso.
Il mio istinto mi diceva che dovevo allontanare da quel posto.
Trova delle divise da Shinobi.
È vidi una realtà cui avevo contributo, causa il mio eccessivo orgoglio: un orrore che si chiama GUERRA.
Mi misi quegli stracci sulla pelle.
Trovai un paio di scarpe malconce ma ancora utilizzabile, in modo da proteggere il mio piede dalle schegge che già avevano fatto visita.
Mentre mi muovevo con circospezione.
Mi venne la nausea: avevo quello che le donne chiamavano il ciclo.
Ero donna da un giorno ed ecco arrivare i primi problemi.
Che male!Era peggiore di quando Danzo m’infila il suo Kunai di fuoco nelle viscere.
Oppure di quando quel rap mi trasforma in uno spiedino.
Che dolore mi misi sulle ginocchia.
Sentivo una cosa umida uscire dalle gambe.
Mentre stavo per svenire, arrivo lei.
-tutto bene-
Mi ricordo che ero arrabbiata ma in quel momento la sua voce gentile è rassicurante era un raggio di luce in quel momento di dolore.
-mi chiamo Hinata.-
Mi ricordava di una stupida e includente Hyuga che sbavava per quella testa quadra.
-ma tu hai il ciclo!-
Lo disse come se fosse una cosa grave, era doloroso certo ma non volevo la sua compassione.
-vieni con me!- ma io la strattonai via –non fare la bambina-
È mi molo due schiaffoni senza problemi.
Proprio in quel momento notai che era uguale a mia madre: Mikoto.
-devi venire oppure farà infezione!- è mi costrinsi a seguirla –come ti chiami scusa se non te lo chiesto?-
- Mikoto - mentre no riuscivo ad oppormi alla sua gentilezza.
-bene vedrai che dopo la cura ti sentirai meglio- mentre mi faceva un sorriso di conforto.
-perché?- mentre capivo, non riuscivo a muovermi come volevo.
-poverina sei sotto shock!- è mi trattava come una sorellina.
Arrivai al campo medico.
È qui vidi ciò che aveva scatenato il pazzo di cui mi ero fidato.
Cadaveri, feriti è distruzione.
Le budella mi volevano uscire di fronte a quello spettacolo raccapricciante.
A quali pazzie mi ero reso complice per il mio egoismo.
Dopo la visita il mio primo pensiero era andarmene.
La parte egoista di me urlava che non era una faccenda che mi doveva interessare.
- Mikoto come ti senti adesso?- fece con quel sorriso timido è rassicurante.
Non riuscivo ad essere sgarbato con lei.
-ei Hinata!- fece in modo chiasso il secondo buffone della classe Kiba.
Lo guardai dal alto è lui rispose.
-ei tu sei la mezza tacca!- questa frase stava per diventare il suo testamento funebre.
Caricai un buon destro.
- Kiba –KUN- fece in modo inaspettatamente grintoso –non va bene fare cosi!-
Il suo modo di fare era concretamente unico era una specie di mediatrice.
Che cosa aveva spinto quella ragazzina timida e impacciata a non mollare?
Decisi di saperlo in fondo c’era tempo a tradirgli.
La segui, prima, però mazzuoli Kiba in modo che non riprovasse più a fare commenti del genere.
Tuttavia scoprii che era impossibile: era un vero testone.
continuo.......
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