NESSUNO è SOLO
- Capitolo 1° -
Quei giorni erano i più tristi che il villaggio di Konoha ricordasse. La notizia della morte di Jiraiya-sama aveva fatto il giro delle cinque terre. Nessuno ci credeva davvero. Anche io faticavo a crederci. Un ninja del suo calibro, sconfitto. Morto. L’assassino era uno che si faceva chiamare Pain. Nessuno aveva la più pallida idea di chi o che cosa fosse.
Ma, in mezzo a quelle notizie, pianti e piagnistei di chi lo aveva solo sentito nominare, nessuno si era preso la briga di chiedere come stesse il suo allievo, colui che quattro anni prima era partito con lui, Naruto Uzumaki, il Jinchuriiki del Kyuubi per tutti. Il ragazzo di cui ero innamorata, per me.
Quella sera avevo voglia di uscire, di fare una passeggiata, di liberarmi dalla monotonia nella quale ormai ero imprigionata. Camminavo nel parco della periferia, assorta. A un certo punto mi bloccai. Naruto era lì, seduto su una panchina, con un ghiacciolo per metà sciolto. Stava piangendo.
Mi sarebbe piaciuto andare a consolarlo, ma non avevo il coraggio. Mi nascosi dietro un albero, ma grazie alla mia sbadataggine urtai un ramo che scricchiolò. E dovrei essere un ninja, pensai. “Chi è la?” lo sentì dire.
Timidamente uscii, con lo sguardo basso, avevo timore di incrociare i suoi occhi. “S-scusa, Na-naruto-kun. Non volevo disturbarti. Se…se vuoi, me ne vado.” Avevo alzato gli occhi, ma lui non sembrava arrabbiato. “Tranquilla, Hinata. Per favore, siediti accanto a me.” Feci come mi aveva ordinato. “Come stai, Naruto-kun?” Che domanda stupida, ma fu l’unica cosa che mi passò per la mente. “Sono contento che tu me l’abbia chiesto, Hinata. Finora nessuno si è preoccupato per me. Grazie.” “D…di…di niente.”
Poi cominciò a parlare. “Sono rimasto solo. Jiraiya per me era come uno di famiglia. Era l’unico che avesse un legame con i miei genitori, e ora l’ho perso. Io non più nessuno.” “Non è vero!” Naruto fu colpito dalla mia veemenza e io arrossii. Poi ricominciai, con un tono più pacato. “Naruto, non sei solo.” Strano, non balbettavo. “Se hai bisogno di qualsiasi cosa, io ci sarò sempre per te. Non devi mai pensare di essere solo.” Poi Naruto fece una cosa che mai mi sarei aspettata. Si stese sulle mie gambe, dandomi le spalle e mi prese una mano. Io avvampai e il mio calore si era distribuito per tutto il corpo, lo sentivo. Con la mano rimasta libera azzardai, e pian piano cominciai ad accarezzargli i capelli. Quell’oro, come era morbido. Sentii Naruto sospirare, e avvertii, sulla mano che mi aveva preso, lacrime. “Lo sai?” cominciò “Mi sento bene con te.” Ti prego, Hinata, non svenire, non ora, non rovinare tutto quanto. “Sono contenta”, risposi. “Si, mi fai sentire amato, Hinata. Ti sento come una mamma, una sorella, una vera amica.” Solo questo però. Non altro.
“Non so come fai, ma davvero, mi sento amato.” “Perché io ti amo, Naruto-Kun”. In quel momento tutto si fermò. Io di accarezzargli i capelli, lui di respirare. Volevo scappare, ma ormai il danno era fatto. E poi avere lui sulle mie ginocchia non mi aiutava. Poi iniziai a piangere io. E le mie lacrime andavano sul suo viso e sui suoi capelli. Mi coprii il viso, iniziando a singhiozzare. Non mi ero quasi accorta che lui si era alzato e mi dava le spalle. “Hinata….” “S…scusami, io non dovevo. “ “Perché? Dimmi un motivo per il quale non dovevi.” “I…I…Io….ecco…” Poi sentii il suo respiro sul mio lobo, che mi fece rabbrividire. “Non sono andato ancora a trovare Jiraiya. Mi accompagneresti?” Annuii e mi lasciai prendere, e come un automa mi diressi verso la tomba di quello che era stato il ninja leggendario. Mi tenni a distanza però. Non volevo dare fastidio.
Ma potevo sentire quello che diceva. “Ero sennin, te lo prometto, troverò una risposta per riportare la pace. Non so come, ma ci riuscirò. Non posso deluderti. E devi sapere che non sono più solo. Ora c’è Hinata con me. La piccola e tenera Hinata. Proteggerò lei come non sono riuscito a fare con te. Perdonami se puoi. Non posso più perdere le persone che amo. Non più. Disperderò l’odio da questo mondo. Grazie di tutto, Jiraiya-sama.”
Poi si avvicinò a me. Mi prese per mano e mi portò al parco dove eravamo prima. “Hinata, non mi hai risposto. Perché non dovevi dirmelo?” “Io avevo paura, Naruto-kun. Se avessi ricevuto un rifiuto da parte tua, non so se avrei sopportato.” Ecco, di nuovo le lacrime. Fu lui ad asciugarmele. Mi abbracciò, dolcemente, e dolcemente posò le sue labbra sulle mie. Era salato. Per le lacrime di entrambi. Ma in quel momento aveva il sapore più dolce del mondo. Poi si staccò. Io lo guardai un po’ delusa, ma felice. Rivolevo quel sapore. Non me ne sarei mai stancata. “ Grazie” mormorai, prima che le nostre labbra si unissero ancora e ancora. Da quel momento nessuno di noi due fu mai più solo.
****************************
Spero vi sia piaciuta! Un bacio, Minako92!
|
|
