CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -
Spero vi piaccia....ci ho messo l'anima per scriverla!
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“Hinata, tuo padre vuole vederti”, disse Neji con un’insolita aria affranta. Pain era stato sconfitto e il villaggio era in costruzione. Anche la signorina Tsunade si era ripresa dal coma e tutto, pian piano, stava ritornando alla normalità. Naruto non aveva ancora dato una risposta ad Hinata e, nonostante si fossero incrociati diverse volte, ognuno si comportava come se non fosse successo nulla.
“Di cosa, Neji?” disse la Hyuga.
“Non ne ho idea, ma temo che non sia niente di buono, dato che ha convocato l’intero clan. Andiamo ti accompagno.”
I due si recarono in un prato, dove era stata allestita una specie di assemblea, perché Villa Hyuga, come le altre abitazioni, era stata spazzata via.
Hinata si senti mancare quando incrociò lo sguardo del padre. Cercò Neji, ma lui era andato fra i membri della casata cadetta. Cercò Hanabi, sua sorella, che aveva lo sguardo basso.
“Siediti, Hinata”, tuonò la voce di suo padre.
Hinata si sedette e si sforzò di reggere lo sguardo del padre.
“Sai perché ti trovi qui?” La domanda era ovviamente retorica.
“No, padre.”
“Sei stata convocata per la tua condotta durante gli ultimi avvenimenti. Sappiamo che ti sei battuta contro l’ultimo Pain, per proteggere il Jinchuuriki del Kyubi, non pensando minimamente alle conseguenze che questo avrebbe comportato. Come erede del Clan Hyuga, avresti dovuto pensare alla tua salvezza, non a salvare la vita a un demone! Hai qualcosa da dire?”
“Niente padre. Solo che quello che fatto per Naruto Uzumaki, quel demone, come lo chiamate chiamate voi, lo rifarei in eterno, perché io non posso vivere in un mondo dove la persona che amo non esiste!”
Hinata fece per alzarsi ma la voce di suo padre la bloccò.
“Se ti alzi e te ne vai, l’intero clan non ti riconoscerà più come sua erede. A te sta bene?”
“ Benissimo.”
Hinata si alzò e corse via piangendo. A che cosa era servito dimostrare di essere diventata più forte? Nessuno le aveva fatto un complimento, un sorriso di incoraggiamento. Nella corsa non si rese conto di essere arrivata a casa di Naruto, fu come se qualcosa l’avesse attirata lì. Rimase imbambolata davanti alla porta, nonostante avesse cominciato a piovere a dirotto e la temperatura si fosse abbassata notevolmente. Poi la porta si aprì.
“ Hinata?”
Hinata non rispose. Naruto riuscì a distinguere le lacrime che scendevano dai suoi occhi gonfi e rossi, che stonavano decisamente con il colorito candido della pupilla.
“Che cosa ti è successo? Non startene lì al freddo, entra”
La ragazza si mosse meccanicamente. Entrata nel piccolo monolocale si inginocchiò per terra, singhiozzando. Fece impressione a Naruto, che non l’aveva mai vista in quello stato. L’unica cosa che poté fare fu abbracciarla.
“Ne vuoi parlare?” le chiese, ma Hinata scosse il capo, chiedendo solo di potersi cambiare.
“Certo, qui c’è una tuta che non uso da tempo, tieni. Lì c’è il bagno.”
Hinata si fece una doccia. L’acqua calda ebbe un effetto rilassante, così quando uscì dal bagno con la tuta di Naruto aveva un aspetto migliore.
Trovò una sedia e si accoccolò, abbracciandosi le ginocchia.
“Scusami, Naruto-kun."
“E di cosa?”
“Non sarei dovuta venire qui e allagarti la casa. Inoltre ho dato spettacolo. Mi dispiace.”
Hinata abbassò lo sguardo, mentre cercava di ricacciare le lacrime che stavano spuntando di nuovo.
“Tranquilla, mi fa piacere che tu sia qui. Chi ti ha ridotto in quello stato?”
“Mio padre.”
“Come?”
“Stamattina c’è stato un consiglio degli Hyuga. Lui non approva il mio comportamento contro Pain. Dice che non avrei dovuto salvarti. Dice che avrei dovuto pensare solamente a me stessa, in quanto erede del clan. Dice che sarebbe stato meglio che tu…che…tu…fossi morto…perché…per lui sei solo…un demone.”
“La pensa così, eh?”
“Mi dispiace.”
“Non è colpa tua, Hinata. Se non ci fossi stata tu, a quest’ora non sarei qui. Ti ringrazio.”
“Mi ha diseredata.”
“Che cosa?”
“Va bene così, Naruto-kun. Devo assumermi le responsabilità delle mie azioni. E’ solo che non ho un posto dove stare.”
Naruto si guardò intorno. Il suo monolocale era piccolo, ma per due persone sarebbe andato più che bene.
“Puoi stare qui.”
“No, non potrei toglierti spazio, Naruto, non me lo perdonerei mai.”
“Hinata, per favore, accetta.”
“Grazie, Naruto-kun.”
Naruto guardò Hinata e notò che non era migliorata affatto rispetto a prima. Aveva il viso leggermente arrossato e gli occhi vuoti.
<Accidenti> pensò <che cosa devo fare? Sembra stare sempre peggio!> Poi gli venne in mente che tutto quello di cui aveva bisogno Hinata era solo affetto e calore umano.
“Hinata….vieni qui”.
Hinata si alzò e si diresse verso Naruto che la fece sedere su di sé e l’abbracciò. Hinata si abbandonò e pianse tanto finché, stremata, non si addormentò. Naruto la stese sul letto e uscì, intenzionato a parlare con il signor Hyuga.
Giunto dove gli Hyuga alloggiavano, incontrò Hanabi.
“Scusa” ,chiese, “il signor Hiashi è in casa?”
“Perché vuoi parlare con papà?”
“Tu sei la sorella di Hinata?”
“Si. Tu sei per caso Naruto?”
“Si, sono io. Ascolta, Hinata è venuta a casa mia, è in uno stato penoso. Devo parlare con tuo padre.”
“Vieni, ti faccio strada.”
“Padre, c’è una persona che vuole parlarvi.”
“Fallo entrare, Hanabi.”
Hanabi lasciò entrare Naruto e gli raccomandò di pesare bene le parole, dato che suo padre era un tipo alquanto irascibile, e Naruto la tranquillizzò.
“Ah, Uzumaki, sei tu!”
“Salve, signor Hyuga.”
“Dimmi, che cosa vuoi?”
“Devo parlarle di sua figlia.”
“Di Hanabi?”
“Di Hinata, sua figlia maggiore.”
“La mia unica figlia è Hanabi, Hinata non è più tale.”
“MA COME PUO’ DIRE UNA COSA DEL GENERE! HINATA STA MALE, PER COLPA SUA! L’HA FERITA E UMILIATA, E RINGRAZIO IL CIELO CHE NON ABBIA IL SUO CARATTERE, PERCHE’ SUA FIGLIA E’ STATA L’UNICA CHE MI HA SALVATO LA VITA, E SE NON L’AVESSE FATTO ADESSO NE’ LEI NE’ IL SUO ADORATO CLAN SARESTE QUI!”
“Ma come ti permetti?”
A quel punto entrò Neji che si stupì nel vedere il signor Hyuga fattosi minuscolo di fronte alla furia di Naruto.
“Neji, mandalo via!”
“Vieni Naruto!”
I due ragazzi uscirono e Neji porse una scatola a Naruto con gli effetti personali di Hinata.
“Tieni, qui ci sono le sue cose. Hanabi mi ha detto che è venuta da te. Mi raccomando, trattala come si deve, anche se credo che con te starà decisamente bene.”
“Grazie Neji.”
Tornato a casa vide che Hinata stava dormendo ancora e si sedette sul letto. Al movimento la ragazza aprì gli occhi.
“Ehi, ben svegliata, dormigliona!”
“Naruto-kun…”
“Ho parlato con tuo padre.”
“Che cosa?”
“Mi dispiace, ma non ho risolto nulla. Comunque Neji mi ha dato quello.”
Indicò il grande scatolone e ad Hinata scesero altra lacrime, di commozione. Naruto la guardò con un finto broncio.
“Che c’è?” chiese lei con i suoi grandi occhi bianchi.
“Basta piangere Hinata. D’ora in poi voglio vederti sorridere.”
“Non ci riesco.”
“Così riesco a farti tornare il sorriso?”
Naruto avvicinò il volto della ragazza al suo e la baciò. Un bacio piccolo e dolce.
“ Allora?”
Hinata sorrise e pianse allo stesso tempo.
“Visto? Ce la fai a sorridere!”
Poi la baciò ancora.
“Ti amo.”
Da quel momento Hinata, grazie al sorriso di Naruto non pianse più, e con la sua forza riuscì a trasformare ogni lacrima in un sorriso.
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Spero vi sia piaciuta!!!
Un bacio, Minako92.
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