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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Detective Conan (Meitantei Conan)
Titolo Fanfic: L'OMBRA DELL'ORGANIZZAZIONE
Genere: Sentimentale, Giallo, Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: vstefy77 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/08/2011 21:22:49 (ultimo inserimento: 11/09/11)


 
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DIMMI LA VERITà
- Capitolo 1° -

Non appena apri la finestra Ran avvertì l'odore di salsedine che risaliva dalla baia. Non c'era vento e l'aria della notte era carica di umidità: un clima piuttosto insolito, nonostante fosse oramai autunno inoltrato il cielo era terso e la temperatura piuttosto mite. La fulgida luna, si stagliava silenziosa e maestosa nell'oscurità della notte rischiarando la città con i suoi raggi argentei. Tokyo di notte era tutto uno sfavillio di luci variopinte uno spettacolo mozzafiato, visto dal balcone del cinquantesimo piano del Cocoon Tower di cui si stava festeggiando l'inaugurazione. Quello spettacolo, anche se meraviglioso, non era però sufficiente a farle dimenticare quanto si sentisse sola nonostante la presenza di almeno altre cento persone intorno a lei. Per l'ennesima volta Shinichi si era dimostrato manchevole nei suoi confronti. Durante una telefonata avvenuta qualche sera prima, Ran gli aveva parlato dell'inaugurazione del grattacielo ed era quasi riuscita a strappargli un mezzo assenso perché partecipasse alla festa visto che Sonoko. Aveva procurato un invito anche per lui. Quella seppur flebile speranza, aveva acceso l'animo della ragazza; era così felice di sapere che avrebbe rivisto il suo Shinichi che la notte prima della festa non aveva chiuso occhio. Durante il party poi, aveva continuato fiduciosamente a scrutare fra la folla sperando di poter scorgere fra gli invitati quel viso a lei tanto caro, ma invano: il giovane detective non si era presentato e ora si sentiva più sola che mai.
Shinichi dal canto suo aveva dovuto assistere alla stessa scena senza poter fare niente per alleviare le sofferenze di Ran.
Se solo il prototipo dell'antidoto all' APTX a cui Ai stava lavorando fosse stato ultimato per tempo, avrebbe potuto starle accanto come il famoso detective liceale e non come un moccioso di sette anni.
"Ran, stai bene?" Conan le si era avvicinato alle spalle così piano che la giovane non lo aveva sentito arrivare. Prima di voltarsi, verso il bambino, aveva cercato rapidamente di celare le lacrime ma gli occhi rossi e i solchi sulle guance erano un segno evidente che aveva pianto e anche tanto.
"Sì, Sto bene. Ammiravo questo magnifico panorama, non pensi anche tu che sia fantastico?" disse rivolgendo lo sguardo verso l'orizzonte
"Si è molto bello!" rispose lui senza riuscire a staccare gli occhi dal viso della ragazza.
"Quanto vorrei che Shinichi fosse qui per poterlo vedere…" concluse la giovane con tono melenso. Colto di sorpresa da quell'affermazione il piccolo detective sgranò gli occhi. Nonostante fosse mancato a quell'appuntamento, Ran non gli serbava alcun rancore non c'era traccia di astio nei suoi occhi o nell'espressione del suo viso. Conan si protese verso di lei e per un istante, sopraffatto dai suoi stessi sentimenti, si lasciò quasi trascinare dall'impulso di rivelarle chi era, ma desistette quasi subito quando si rese conto che farle una simile rivelazione avrebbe potuto infliggerle ancora più dolore di quanto lui non gliene avesse già fatto. Occorreva prima prepararla a quella notizia, affinché lei potesse comprendere fino in fondo le ragioni che l'avevano spinto per così tanto tempo a tacere chi fosse realmente.
Ne seguì un lungo istante di silenzio nel quale il piccolo detective poté ascoltare chiaramente i palpiti accelerati del suo cuore.
"Chissà, forse ha ragione Sonoko." proruppe Ran con voce melanconica. "dovrei smettere di illudermi e di sognare a occhi aperti. Troppe volte le promesse che mi ha fatto si sono rivelate senza fondamento e la cosa peggiore e che non so più, se posso davvero continuare a fidarmi di lui."
"Sono certo che desiderava davvero poter essere qui stasera, avrà sicuramente avuto un ottima ragione per mancare all'impegno."
"Si certo. La sua stupida passione di fare il detective! Disse sgarbatamente, mentre sentiva la rabbia che fino ad allora aveva tentato di reprime risalire velocemente come un fiume in piena… "Sai cosa penso?" disse sforzandosi di usare un tono conciliante. "che Shinichi sia solo uno sciocco e che non merita le mie lacrime, non merita neppure che continui a pensare a lui!"
"Io credo che non dovresti dare così tanto ascolto a Sonoko, quella ragazza a volte ci prende gusto a comportarsi come una zitella acida."
Ran sorrise anche se non voleva.
"Non dovresti parlare così di lei" lo ammonì "Sono certa che si arrabbierebbe molto se fosse qui e se ti sentisse dire certe cose sul suo conto!"
"Non mi importa." aggiunse Conan palesemente infastidito dall'argomento. "In fondo è solo la verità!"
"E allora dimmi, mio piccolo, giovane detective. Cosa dovrei fare secondo te?"
"Se davvero vuoi bene a Shinichi penso che dovresti continuare a fidarti di lui, senza preoccuparti di quello che pensano gli altri."
"Quindi anche tu credi che lui tornerà un giorno?"
"Ne sono più che sicuro! Nelle poche volte che abbiamo parlato mi ha sempre chiesto di ricordarti che la sua intenzione è quella tornare da te per restare al tuo fianco per sempre."
"Ha usato queste parole?" La voce di Ran era nuovamente tornata amabile. Il piccolo detective sentì le viscere contorcersi.
"Beh, magari non sono state proprio queste le sue parole!" farfugliò mentre Ran lo scrutava con in viso con fare indagatore "ma il senso credo fosse quello! Conan arrossì violentemente. Il rossore gli aveva colorato persino le orecchie. Ran scoppio a ridere.
Un po' risentito di quella reazione, il bambino assunse un'espressione più austera "Senti perché invece di continuare a discutere di Shinichi non rientriamo alla festa, magari tuo padre si preoccupa se non ci vede in giro per troppo tempo."
"Figurati se mio padre si preoccupa di noi." esordì con aria di sufficienza. "L'ho lasciato in sala a fare lo stupido con Yoko Okino!"
"Davvero? C'è anche lei alla festa? Non l'avevo notata!"
"Avrebbero dovuto esserci anche la Kazuka Inowe e la Azusa Yamamoto ma non sono riuscita a vedere nessuna delle due fra gli invitati."
"Ma guarda che coincidenza, l'ultima volta che le ho incontrate è stato quando sono andato con il dottor Agasa e gli altri agli studi televisivi!"
"Davvero le hai conosciute di persona?"
Conan annuì con un cenno deciso del capo.
"Che fortuna hai avuto. E dimmi come è la Inowe di persona? Ran giunse le mani e fissò il cielo con aria sognante."Io trovo che sia una donna piena di fascino e di eleganza quanto vorrei poter essere come lei! Chissà magari Shinichi mi apprezzerebbe di più." disse con un certo rammarico.
"Questo non devi nemmeno pensarlo." Proruppe il bambino con impeto. "Tu non hai bisogno di dover somigliare a nessuno…" Le guance gli si imporporarono leggermente. "Tu sei bella così come sei?" concluse il piccoletto abbassando lo sguardo.
Ran, ebbe un istante di esitazione durante il quale continuò a fissare il bambino con incredulità. Poi scosse la testa e sorrise. "A volte mi chiedo" disse chinandosi su di lui: "perché tu debba somigliargli tanto!" mormorò allungando appena la mano e sfilandogli gli occhiali. A qual punto colta da stupore si abbassò senza smettere di fissare gli occhi azzurri e un po' spaventanti di Conan. "Sei la sua copia." mormorò dolcemente sfiorandogli appena la guancia con il dorso della mano.
"Ran ma che dici?" Conan si ritrasse arrossendo.
"Lo so che è assurdo, ma come ho detto una volta anche a Shinichi c'è stato un momento in cui ho pensato che voi due… fosse la stessa persona!"
Conan soprassedette, ma cercò di nascondere il suo stupore…
"Che stupidaggine!" disse sorridendo nervosamente e riprendendosi gli occhiali "Ma come ti vengono in mente certe cose!" a quelle parole lo sguardo di Ran si rabbuiò. Il piccolo detective pensò che le sue parole potessero averla ferita e si affrettò ad aggiustare il tiro.
"Non volevo darti della stupida ma ti renderai conto anche tu che quello che dici è impossibile."
"Sì. Lo so, ma sapessi quante volte questo pensiero mi impedito di cadere nella disperazione. Mi sono aggrappata a questa speranza con tutte le mie forze. Tu non lo sai quante notti ho pianto, quante volte mi sono sentita sola. Immaginare che tu fossi Shinichi mi ha dato la forza di continuare ad andare avanti." Ran abbassò nuovamente lo sguardo mentre gli occhi le si riempirono di lacrime.
"Mi spiace. Scusami. Sono stato un'insensibile!" ma le parole gli si strozzarono in gola mentre osservava una lacrima scendere lenta sulla guancia della ragazza.
"Tu… me lo diresti… vero?" chiese all'improvviso con tono supplichevole ma nello stesso tempo risoluto, tornando a fissare il bambino negli occhi. "Se tu fossi Shinichi, non me lo nasconderesti? "
"Ma Ran che razza di domande mi fai? Come potrei essere Shinichi."
"Non hai risposto alla mia domanda! Me lo nasconderesti?"
Conan ebbe una breve esitazione, forse era davvero arrivato il momento di dire a Ran la verità. Stava per parlare quando la voce sgraziata di Kogoro li richiamò entrambi.
"Siamo qui! Disse Ran alzandosi nuovamente in piedi e voltandosi verso suo padre.
"Ecco dove vi eravate cacciati! Che ci fate qui? Lo sapete che è un mucchio di tempo che vi cerco?"
"Scusaci è colpa mia papà! Mi sono voluta allontanare un po' dalla festa e Conan è voluto restare
con me per tenermi compagnia?"
"Non starai mica male?"
"No. Sto benissimo e solo che mi annoiavo e così ho preferito fare due passi."
"E tu come sempre le sei corso dietro per fargli da angelo custode!"
Conan assunse una posa più disinvolta con le mani incrociate dietro la testa.
"Avrebbe potuto capitarle qualcosa?"
"Stiamo a una festa di persone altolocate che cosa pensi le possa succedere!"
"Già forse hai ragione zietto!"
"Però papà, devi riconoscere che questo angelo custode mi ha salvato coraggiosamente la vita più di una volta!"
"Si è vero devo ammettere che si sono verificate tre o forse quattro occasioni in cui la presenza di questo moccioso si è rivelata utile!"
("tre… o quattro occasioni zietto? Se non fosse stato per me non avresti la fama che ti ritrovi!")
"La verità è che su Conan posso sempre contare al contrario di qualcun altro…"aggiunse con un lieve sorriso.
"A chi ti riferisci Ran!"
"Lascia stare papà. Non preoccuparti non era riferito certamente a te!"
"Infatti stava parlando del suo caro maritino!"Sonoko l'amica di Ran raggiunse velocemente il piccolo gruppetto.
"Maritino?" ripeté Kogoro con gli occhi fuori dalle orbite.
"Non darle retta papà, Sonoko deve aver bevuto più del dovuto stasera non sa quello che dice!"
"Non starà mica alludendo a quella specie di detective… quel ragazzino liceale, quando voi due vi sareste sposati?"
"Ma papà che vai a pensare! Figurati se sposerei un tipo stakanovista come quello e poi sono ancora minorenne non avrei potuto neanche se volessi. In più non c'è mai quando ho bisogno di lui. Quindi puoi stare più che tranquillo! Sonoko è una grande mattacchiona gli piace scherzare, vero amica mia?" Ran le rivolse uno sguardo torvo quasi fulminante che la fece rabbrividire.
"Ma si certo che scherzavo detective Mouri, le pare che sua figlia possa innamorarsi di un tipo così insignificante!"
"Shinichi non è insignificante!" replicò Ran alzando la voce.
"Io vorrei sapere che cosa ci trovi di così interessante in lui!"
"È quello che mi chiedo anche io." interloqui Goro. "Persino la Okino non fa che decantare le doti intuitive di quel ragazzino Per fortuna è oramai da tempo che non si fa più vedere qui in giro, speriamo che non torni mai!"
"Papà ma che dici!"
"Solo la verità figlia mia! Quel tipo è tutto fuorché una persona affidabile!"
"Qui do pienamente ragione a Goro e dovresti concordare con me che stasera, invece di andarsene in giro a fare lo Sherlock Holmes del terzo millennio avrebbe dovuto essere qui con te come ti aveva promesso o sbaglio!" concluse la ragazza senza mezzi termini.
"Lui… non è potuto venire… ha avuto un caso urgente da risolvere…" Le lacrime le tremarono sul bordo delle ciglia ma Ran con uno sforzo le ricacciò indietro.
"Ma possibile che tu sia davvero così tonta?" proruppe Sonoko alzando a sua volta il tono di voce.
"Shinichi è una persona leale!"
"Quando capirai che quel tipo non ti merita!"
"Siete voi che non capite! Ha promesso che tornerà. E io gli credo!"
"Io ribadisco la mia tesi, sarebbe bene che invece restasse dov'è!"
"Papà sei un mostro." esclamò Ran con lo sguardo cupo "Ora capisco perché la mamma ti ha lasciato, sei un uomo con la sensibilità di un iceberg! Ma come fai a dire certe cose, possibile che pensi solo a te stesso e non ti sforzi di comprendere i sentimenti delle persone che ti circondano." detto questo fuggì attraversando il corridoio dalla parte opposta al salone della festa inseguita dal piccolo Conan.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
babysherry - Voto: 06/09/11 11:40
Wow! è una fic fantastica, sai scrivere molto bene..
Quando l'aggiorni? spero presto non tenerci troppo sulle spine!!
Alla prossima! =D
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