RIGOLI ROSSI, SCENDEVANO LENTI, COME LA PIOGGIA SUL SUO VISO. - Capitolo 1° -
I tuoni, una volta toccata terra, scuotevano la mente di Martino, che cercava invano di addormentarsi nel suo letto. Aveva sempre avuto paura del temporale e quella sera mamma era in stra-ritardo. Mamma.. perchè non arrivi? Ho paura..! Un altro tuono gli invase la mente. Si precipitò sotto le coperte, cercando di nascondersi il più possibile, di proteggersi in qualche modo col piumone di Superman. Magari quel piumone lo avesse fatto diventare un supereroe, i tuoni sarebbero stati niente messi al confronto col suo coraggio. La testa pulsava, il cuore batteva frenetico, come se da un momento all'altro potesse uscire fuori dal petto del bimbo castano. Non ce la faceva più, doveva smettere di pensare al temporale, doveva svuotare la testa da ogni pensiero. era inutile. Ma perchè esiste il temporale?! Due tuoni lo scandalizzarono. Sembravano appena fuori dal balcone, come se aspettassero che Martino li inviti ad entrare. I suoi occhi lucidi e chiari, cominciavano a bagnare le guance, fino a sfiorare i lati della bocca, per poi proseguire sul mento e sul cuscino. Il temporale era come le sue lacrime in quel momento: non si poteva fermare. Strizzò le palpebre, cercando di ridurre il senso di bruciore.
*Clackok - Clackk -- Clackok*
M-ma..mamma??? In fretta e fuoria, si mise seduto a cercare le ciabatte nel buio, per poi alzarsi e vagabondare verso la fievole luce che proveniva dalla porta della sua camera aperta. <<Mamma! Mamma non sai quanto ho avuto paura! erchè hai fatto cos-->> Non era la mamma ma un omone alto, grasso e che puzzava di fritto. Sfilò dal tascone della giacca in pellicciotto e cuoio un foglio, incominciando a leggerlo sonoramente. <<Servizi Sociali, WFG Association Comprainment 020110AQK45KJ13 Comune di stato Secondario, Prende in custodia il minorenne Sfwille Martino dalla Sign.ra Budan Alexra, per mancanza di tutori secondari o rifiuto di tutela. Causa ritiro: Impossibilità di mantenimento e paralisi completa del corpo.>> Il bambino di quello che aveva detto non ci aveva capito nulla a parte il suo e il nome della mamma. <<Piccolo sei tu Martino?>> Martino annuì leggermente fissandolo tremante. <<Allora prendi una borsa o uno zaino, mettici dentro dei vestiti, se ne hai..- l'omone prese fiato e ricominciò -.. e magari un pupazzo o qualcosa di caro che vuoi tenerti, perchè di devo portare a salutare tua madre un ultima volta, poi andremo ad un orfanotrofio dalle parti di Orksville, veloce.>> Il bambino era incredulo a ciò che l'armadio d'uomo puzzolente gli disse. <<Ti vuoi sbrigare? l'Ospedale Zapotec' è vicino e ha acconsentito alla visita fuori orario perchè è un caso speciale, ma non aspetterà il sorgere del sole!!>> Più o meno aveva capito cos'era successo, mamma stava male e non poteva tornare a casa, così andava lui da lei. Prese Spatch, il suo dinosauro di cotone, 3 magliette, delle mutande, alcune paia di pantaloni e un cambio di scarpe. Prese il borsone da calcio e ficcò tutto dentro, senza stare a perder tempo nell'ordinare tutto come faceva sempre, di vizio. Prima di uscire gli venne istintivo dare un'occhiata generale della casa, voleva ricordarsi quel momento, come se fosse stato importante farlo... Sentiva già un senso di nostalgia, quasi sembrasse l'ultima volta in quella casa. E l'ultima era.
KUMA-KUN: Haaaaa questa sarà una storia complicata lo sento, delle più complesse che abbia mai scritto! Ciao Lettore sono Davide e mi sono appena iscritto per postare il primo capitolo online di "The Destroyer" che spero tu abbia potuto apprezzare nonostante sia all'inizio. In ogni caso lascia un segno del tuo passaggio e magari illuminami. Ci rivedremo col prossimo capitolo spero!
|
|