ROBIN DI LOCXLEY - Capitolo 1° -
Le due figure incappucciate nel vespro, bussarono all'enorme portone di legno ormai tanto marcito che sarebbe bastata una spallata e sarebbe caduto completamente a terra, lasciando senza alcuna protezione gli abitanti di Locxely. Si aprì uno spioncino e videro l'occhio azzurro che una volta era stato vispo che li riconosceva quando facevano tardi e le porte erano già state chiuse, oramai stanco e triste. -chi siete?-gracchiò il guardiano. Il più basso tra i due aveva già aperto bocca per rispondere quando l'altro lo zittì con un gesto: -siamo forestieri in cerca anche soltanto di una stalla in cui dormire potreste per cortesia riuscire tanto quanto a farci entrare nella città?-l'uomo lo guardò dall'alto al basso. -entrate-disse-ma badate a non farvi notare, che tra poco arriverà lo Sceriffo di Notthingam a riscuotere le tasse giornaliere.-i due entrarono e si diressero nella piazza. -perchè lo avete fatto padrone?-domandò quello più basso. -pazienza caro amico, pazienza, tempo al tempo. e infatti subito sentirono lo scalpiccio dei cavalli e la gente che si riuniva nella piazza. Un uomo vestito di scuro li guidava e tutti sembravano temerlo e odiarlo. -sono qui-disse-per riscuotere le tasse che il vostro padrone ha lasciato da pagare.-una voce si levò dal circolo, accompagnata da un fiera figura che si fece avanti al centro della piazza, mentre un uomo si semidisperava. -Questo non è vero! Robin di Locxley, non avrebbe mai lasciato tasse non pagate, per non gravare proprio sul suo popolo. Sono certa che non ne ha mai saputo nulla!-l'uomo si appoggiò alla sella e rise maligno: -come lo sai, Dolcezza? -Non mi chiamo "Dolcezza", ma Marion figlia di William, il mugnaio. Conoscevo Robin quand'ero bambina e so per certo che non si è macchiato dai crimini che gli impiutate solo per avere maggiori somme di denaro. Nel villaggio vicino, se andiamo a chiedere avranno inventato una scusa simile quasi sicuramente! -hai sentito Finch, guarda un po' la piccola Marion, quantìè cresciuta!-esclmaò in un sussurro la figura incappucciata più alta. -signore aveva undici anni quando lasciaste Locxley, ne sono passati dieci è ovvio che sia cresciuta. -e non si è ancora sposata, interessante. -come sapete che non si è sposata signore? -ha detto "la figlia del mugnaio". -signore non mi piace quello sguardo, e tanto menno il fatto che è suo il nome che avete ripetuto in continuazione nel sonno durante la campagna in Terra Santa... -Piccola Dolcezza-disse quello-dubito che tu ne caspisca abbastanza di uomini per poter giudicare. -Non si chiama "Dolcezza"-ripetè quello più alto, facendosi avanti e affiancandola. -Non lo ripeterete mai più.-gli disse, quello rise: -e me lo impedirai tu, chi diavolo siete, e portate voi rispetto a me, toglietevi quel cappuccio.-lui obbedì mostrando i ricci scuri. -Voi dovete portare rispetto a lei. Sia ben chiaro.-poi si rivolse a lei:-ciao RaggiodiSole.-la apostrofò come quando erano bambini lei rimase a bocca aperta riconoscendolo. -chi siete, voi che osate sfidarmi. E inchinatevi in mia presenza. -mi scusi, Sir, il mio nome è Robin di Locxley signore di questa contea, e da ora in poi ritengo che tratterete con maggiore rispetto la gente dei miei feudi. Le tasse oggi non le riscuoterete anzi. Ora andate.-lo sceriffo non ne poteva nulla e dovette allontanarsi. Tutti gli si stavano congratulando, Robin si voltò verso di lei e le sorrise, lei lo schiaffeggiò con le lacrime agli occhi: -ei, prima mi difendi e poi mi picchi, cos'hai?-domandò massaggiandosi la mascella. -IDIOTA!-esclamò lei scoppiando a piangere: -sei partito senza salutare, non una lettera, avevi promesso che avresti scritto e NON UNA LETTERA!-lui sorrise, ah eccolo lì il problema. Le scoccò un bacio sul naso all'insù che tanto aveva amato quando erano bambini. -scusami RaggiodiSole.-poi la abbracciò-mi sei mancanta.-le sussurrò in un orecchio. -anche tu Testone.-solo lei aveva sempre potuto chiamarlo in quei modi, non lo aveva mai permesso a nessun altro, ma lei, lo avevano sempre saputo tutti per lui era speciale.
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