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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist Brotherhood
Titolo Fanfic: LUST&LOVE
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Avventura, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC, What if? (E se...), Lemon
Autore: omega91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/04/2011 10:32:37 (ultimo inserimento: 16/06/11)

E se Winry dovesse diventare il nuovo homunculus della Lussuria?
 
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LA LEGGE DEL PIU' FORTE
- Capitolo 1° -

Edward Elric non si stupì che Winry fosse stata lasciata fuori dalla stanza in cui l'Alchimista Scarlatto, Zolf J. Kimbly, lo aveva portato per discutere con lui di "lavoro", come lo Scarlatto stesso aveva detto. Sedutogli davanti non sminuiva neanche di poco il sorriso falsamente amichevole col quale era magistralmente riuscito a ingannare la Rockbell. Del resto la ragazza non poteva certo sapere che dietro quel sorriso e a quell'impeccabile vestito bianco si celava una persona che Edward aveva saputo essere dal tenente Hawkeye, dalla mente dubitosamente stabile.
L'Alchimista d'Acciaio iniziò a prendere la discussione.
"Lavoro? Di cosa parla?"
"Un lavoro da alchimista di stato"
"Mi rifiuto"
La risposta del ragazzo fu rapida e detta quasi con pigrizia. Si sistemò sulla sedia adagiando la schiena contro lo schienale "... anche se dicessi così non cambierebbe niente, vero?"
"Già".
Non che si aspettasse diversamente. Come aveva già avuto modo di sapere Kimbly aveva ricevuto completa libertà di movimento, pertanto la sua autorità era al momento pari a quella del Comandante Supremo. Alzò una mano sollevando il dito indice
"Gli ordini del Comandante Supremo sono tre, e per tutti e tre è richiesto che tu cooperi con me. Uno, cercare l'uomo che è fuggito al nord, Scar. Devi solo trovarlo, sistemarlo sarà compito mio. Due, cercare l'uomo che è fuggito con Scar, il dottor Marcoh. Anche in questo caso, sistemarlo spetterà a me"
Edward fu abbastanza bravo a celare la sorpresa. Sapeva della presenza di Scar nella regione settentrionale del paese, insieme alla bambina praticante dell'arte Rentan. Ignorava però che insieme a lui ci fosse anche il dottor Marcoh, come ne ignorava i motivi. Kimbly continuò sollevando il terzo dito
"Tre... incidere uno stemma di sangue qui a Briggs"
Stavolta non fu altrettanto abile a nascondere l'accenno di sgomento avuto. Che cosa volesse dire l'Alchimista Scarlatto non seppe interpretarlo con precisione ma solo il nome gli bastò a farsi un'idea, e il fatto che avesse a che fare con il sangue non lo rese per nulla tranquillo.
"Incidere uno stemma di sangue qui a Briggs?"
"Sì, è così. E con le nostre mani"
"... non riesco ad arrivarci. Cosa significa?"
"Proprio come Ishbar. Uccideremo gente e incideremo il loro odio e il loro dolore su questa terra"
Fu la conferma della peggiore delle ipotesi. E la sola idea di dover essere coinvolto in un massacro lo fece andare in bestia, al punto che si alzò in piedi battendo con veemenza i pugni sul tavolo.
"E lei crede che io farò una cosa del genere!?"
Non era tanto stupido da non capire che quello stemma di sangue serviva a completare il cerchio alchemico nazionale progettato e preparato dagli homunculus nella storia del paese, non a caso era su Briggs che doveva essere attuato, l'ultima equazione mancante. Dovette però contenersi immediatamente, ricordandosi che al di là della porta alle sue spalle c'era ancora Winry. L'avevano fatta accomodare lì a sorseggiare del caffè caldo, ma la sua rumorosa reazione la fece trasalire. Non ottenne risposta dalla corpulenta guardia quando domandò cosa stesse succedendo, se non un cenno della mano e un "no" della testa per dirle che non c'era nulla di cui preoccuparsi.
Il ragazzo tornò a guardare il suo interlocutore "... davvero furbo. Negoziare con un ostaggio proprio alle mie spalle"
"Oh, non dovresti mal interpretare le cose. Questa non è una negoziazione, è un ordine. Ti sto solo dicendo di lavorare come alchimista di stato"
Kimbly fissò il biondo con occhio parecchio critico, al quale Ed rispose con uno di sfida a faccia a faccia.
"Vorresti dirmi che sei diventato un cane dell'esercito senza esserti preparato a uccidere altri uomini?"
"Io sono preparato a non uccidere!"
Nel confronto di sguardi seguì un momentaneo silenzio. Ed trovò irritante avere la sua faccia così vicino, mentre l'altro aveva assunto un'aria perplessa.
"Preparato a non uccidere..." pensò "Uhm... anche quello che dici potrebbe essere vero"
"Signor Kimbly, non crede che sia strano? Cosa sta cercando di fare l'esercito sacrificando la vita di migliaia di persone? E lei, pur sapendolo, li sta aiutando?"
Solo all'ultima domanda ottenne una veloce risposta, data però con un sorriso sadico.
"Già"
"E allora perchè sta facendo qualcosa di così stupido?"
"Voglio vedere come sarà il mondo quando non sarà più come è adesso"
Non fu chiaro al ragazzo quello che volesse dire.
"... eh?"
"Decisione contro decisione... volontà contro volontà... vita contro vita... la collisione tra convinzioni... la parte degli esseri umani e quella degli "esseri umani evoluti", gli homunculus"
Era facile notare come lo Scarlatto parlasse di tutto questo come se lo avesse ben chiaro in mente, come se lo stesse fermamente immaginando diventare realtà.
"Voglio vedere chi sarà il vincitore. Che cosa è vero... che cosa è forte... chi sopravvivrà... che cosa sceglierà questo mondo...?
Qui a Briggs la forza è la legge, una semplice ma schiacciante verità. Il mondo si è praticamente evoluto in questo modo... alcune specie si sono estinte a causa del clima, altre specie invece per mano degli esseri umani. La gente di Ishbar distrutta da quella di Amestris... non c'è niente di diverso in tutto questo. Se, anche per esempio, gli esseri umani venissero distrutti dai "nuovi umani" significherebbe che nel flusso di questo grande mondo non hanno avuto la forza di sopravvivere. Questo è tutto quello che ho da dire"
L'uomo afferrò la tazza di caffè caldo e se la portò sulle labbra per prendere il primo sorso, mentre l'Alchimista d'Acciaio lo osservava. Poteva avere una mente contorta dall'amore per la carneficina, però a pensarci nel profondo c'era senso in quello che diceva. Anche se a lui qualcosa ancora sfuggiva
"... e allora perchè lei sta dalla parte degli homunculus?"
Prima che l'altro gli rispondesse arrivò da solo a una conclusione, il cui pensiero lo fece sobbalzare.
"Ah! Anche lei è forse uno di loro!?"
"No, ti sbagli. E' solo perchè loro sfruttano al massimo le mie capacità"
"Capacità?"
"Sì, mi fanno usare la mia alchimia per il mio piacere personale e senza alcuna restrizione. E in più mi danno tutto ciò che voglio. Pensi che ci siano altre persone in grado di offrirti tali vantaggi?"
Fu da questa sua risposta che il ragazzo iniziò ad intravedere i primi segni di insania in quell'uomo. Ciò fece sorgere in lui un altro dubbio.
"... non riesco a credere che lei sia riuscito a superare l'esame psichiatrico per diventare un alchimista di stato"
Prima di rispondergli di nuovo con intaccabile tranquillità Kimbly mandò giù un altro sorso.
"Anche se so di essere un eretico, basta far finta di essere una persona normale ed ecco che non ci sono più problemi"
"Eretico..."
"Sì, proprio così. Sono consapevole che in questo mondo io non sono altro che un eretico. Comunque, se uno come me riesce a sopravvivere, questo sta a significare che il mondo mi ha accettato. E per sopravvivere non c'è altro da fare che combattere. Direi che questa strada vale la pena di essere percorsa, Alchimista d'Acciaio"
In quel momento Ed pensò di dover probabilmente essere grato al cielo per avere una mentalità sana abbastanza da non condividere quella del collega. Per questo non comprese pienamente il suo modo di pensare.
"Io non la capisco!"
"Oh, che peccato" Kimbly appoggiò la schiena comodamente sullo schienale "Ho sempre pensato che ogni alchimista avesse un lato egoista. E questo vale per tutto, anche per la storia di ciò che si trova al centro dell'universo"
" ... "
"Non vuoi proprio capire? In tal caso vorrà dire che parlerò al tuo lato egoista"
Perplesso, Ed lo vide mettere mano all'interno della giacca e tirar fuori qualcosa che poi poggiò sul tavolo.
"Sono certo che desiderate questa più di ogni altra cosa al mondo... tu e tuo fratello"
Fu inizialmente nascosta ai suoi occhi, finchè l'Alchimista Scarlatto non la strisciò sotto di essi e scostò la mano.
"La pietra... filosofale!"
La minuscola pietra che brillava rossa come un rubino fece cadere il più giovane alchimista di stato della storia in uno stato di abissale incertezza.
"La storia di tuo fratello minore" disse Kimbly "Sua Eccellenza il Comandante Supremo mi ha detto tutto. Se accetterai il lavoro, la pietra sarà tua"
Rimase quindi ad osservare la reazione del ragazzo e ad attenderne la risposta. Lo vedeva chiaramente in difficoltà, come aveva sempre pensato ogni persona aveva in sè una parte egoista. E in quel momento la pietra rossa stava parlando altamente tentatrice a quella dell'Alchimista d'Acciaio.
Credette di aver ormai raggiunto il successo quando la mano del giovane si allungò incerta ma bramosa verso l'oggetto della tentazione, rimanendo ferma quando fu vicinissimo a riuscire ad ottenere la chiave che disperatamente avevano cercato in quattro anni di incessante vagare. L'irripetibile opportunità di trovare rimedio al più grande sbaglio della sua vita, di ridare ad Alphonse quello che per un capriccio soprattutto suo aveva perduto.
Eppure nessuno di questi pensieri lo fermò dal colpire la pietra filosofale con un violento gesto della mano e buttarla dall'altra parte della stanza. Reazione che sorprese non poco l'Alchimista Scarlatto, che mai avrebbe creduto Edward Elric così capace di buttare al vento un'opportunità così unica.
"Come le ho già detto... mi rifiuto"
" ... "
"Mi rifiuto di sfruttare anime di persone che non c'entrano nulla col mio errore. E mi rifiuto di diventare un assassino per aderire ai vostri piani"
Kimbly rimase a fissarlo curioso, ciò che aveva visto era un comportamento che la diceva lunga su di lui. Con ciò ebbe modo di costatare che ogni alchimista aveva anche un modo di pensare che poteva anche portarlo ad agire contro il suo stesso lato egoista, Edward Elric ne era la dimostrazione vivente.
Però è indole degli umani pensare al soddisfare i propri interessi, soprattutto se sono coinvolti affetti molto legati. E il ragazzo involontariamente dovette dimostrare anche questo.
"Mpffh..."
" ...? "
"Sei un ragazzo che sa sorprendere, Edward Elric. Ma rispondi a questo: sei capace di anteporre questa logica così ferrea all'incolumità di chi ti sta intorno?"
Al che il ragazzo sussultò, pur avendo sempre avuto lo spiacevole presentimento che si sarebbe arrivati a questo punto. In quel momento come mai gli era capitato si trovava adesso a dover applicare il cosiddetto "principio dello scambio equivalente"... scegliere una cosa per rinunciare a qualcos'altro. Da una parte salvare Winry e condannare decine di milioni di anime a formare la pietra filosofale più grande che fosse mai stata creata, dall'altra rinunciare e salvare il paese a costo di perdere una delle persone più importanti e significative.
Stavolta l'Alchimista Scarlatto lo aveva messo in un grosso vincolo da cui non poteva uscirne da solo
"Vorrei parlarne prima con Al e Winry"
"Anche con Winry?" domandò Kimbly sorpreso "E per quale motivo?"
"Lei non sa niente di questa storia. Non posso lasciarla fuori da tutto, anche lei è coinvolta. Non importa che lavoro dovrò fare, quello che voglio è non mentirle e non fare niente che possa tradire la sua fiducia"
"... molto bene. Ti accompagnerò per essere sicuro che tu non dica niente più del necessario".

Non era stato da meno alle sue parole, lo aveva seguito dal momento in cui erano usciti dalla stanza in cui avevano parlato. Quando incitò Winry a seguirli la invitò anche a indossare di nuovo gli indumenti pesanti, dal momento che erano diretti nelle prigioni dove si trovava Al e in quel livello della fortezza il freddo si sentiva molto di più.
Rimasto dentro la cella, cominciò a prendere il discorso, Al e Winry seduti su due letti opposti mentre Kimbly era rimasto fuori ad ascoltare la loro conversazione
"Te lo dirò senza girarci tanto intorno: Winry, in questo momento sei un ostaggio"
La giovane meccanica credette di non aver capito esattamente quello che Ed aveva detto, anche se presto capì di aver sentito benissimo.
"... eh? Cosa? Ma di cosa state parlando, Al? E' uno scherzo, vero?"
Ma persino Alphonse, che non aveva mai modo di mostrare espressioni dal suo elmo, aveva tutta l'aria di essere serio e per nulla in vena di scherzi. Lo stesso valeva per Edward
"Forza, Ed... vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?"
"Non è uno scherzo. Mi è appena stato richiesto di lavorare come arma umana"
"Ma allora significa che..."
"Già. Credo che dovrò aiutare qualcuno a commettere un omicidio di massa"
Fermamente contraria ad un atto del genere Winry si alzò di scatto in piedi, volle tentare con dissolutezza a distogliere il ragazzo dall'accettare l'incarico
"Ma allora perchè non rifiu..."
Arrivò però da sola alla risposta della sua domanda, comprendendo solo in quel momento il suo ruolo in quella faccenda, il vero motivo per cui era lì.
"... ah. E quindi è per quello che io..."
Tornò a sedersi lasciandosi cadere di peso sul letto. Fra i tre amici d'infanzia regnò il silenzio per qualche momento.
"No... sto diventando un ostacolo per voi due..."
Sembrò sul punto di piangere, Ed voleva però fare a meno di vederla in quello stato.
"No-no-no-non piangere!"
"Non sto piangendo!" quasi gridò "Scusa... ce l'ho solo con me stessa per non essermi accorta di come stavano andando le cose"
Parve calmarsi ma era ancora leggermente sconvolta
"Perchè...? Tutto quello che volete è solo riavere indietro i vostri vecchi corpi, ma invece finite sempre per andare incontro a qualche pericolo..."
"Fratellone, tu che cos'hai in mente di fare?"
Come l'Alchimista d'Acciaio si aspettava non sarebbe stato facile uscirne neppure discutendone con loro due. Guardò Winry più che Al... non le piaceva sicuramente l'idea che lui dovesse trasformarsi in un falciatore di vite e l'ultima cosa che lui stesso desiderava era apparire sotto quest’aspetto davanti ai suoi occhi; non si sarebbe più sentito capace di parlarle in faccia o anche solo di starle vicino. Però era un qualcosa che andava fatto proprio perchè lei non dovesse subire le conseguenze di una sua scelta sbagliata.
"Farò tutto quello che sarà necessario. Non voglio avere rimpianti"
Alla ragazza quella potè sembrare una risposta ambigua, ma non per Al che ormai aveva imparato a conoscere le intenzioni del fratello solo con un reciproco scambio di sguardi. E ciò che vide non gli piacque per niente, poichèebbe ben chiara la sua scelta.
" ! "
Prima che potesse provare a dire qualunque cosa per fermarlo Ed fece cenno alla guardia di fuori di aprire la cella per farlo uscire, privilegio che però ad Al non venne concesso.
"Fermati, fratellone! Non farai sul serio!?"
Il fratello maggiore però li ignorò deliberatamente e si rivolse all'altro alchimista
"Allora è deciso, signor Kimbly. Quel lavoro lo farò".
 
Continua nel capitolo:


 
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