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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: CLAMP Detective
Titolo Fanfic: THE LOVE FOR ME...
Genere: Sentimentale, Romantico, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Avviso: CrossOver
Autore: anetta galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/04/2011 18:17:14 (ultimo inserimento: 27/04/11)

Qualcosa nella sua vita sta per cambiare. Che cos'è quello strano calore che prova ogni volta che sta con lei? Amore?
 
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FILE 1 - IL GIARDINO DI IRIS
- Capitolo 1° -

Introduzione:
L'Istituto CLAMP è una fondazione rivolta all'educazione degli studenti, dalla scuola materna al dottorato.
E' un immenso complesso a forma di pentacolo che comprende la scuola materna, elementare, media, superiore, università e corso di dottorato, ma anche convitti, istituti di ricerca, cinema, ospedali, centri commerciali, banche, ecc...
Un' importante famiglia, la famiglia Imonoyama, investì i suoi beni in questo moderno istituto volto alla formazione di giovani, ricchi o poveri che siano.
Questo complesso, completo delle attrezzature più avanzate, tra studenti, insegnanti, impiegati, commercianti e le loro famiglie, ospita in tutto circa diecimila abitanti... praticamente una vera e propria cittadina.
Ed è qui che si svolgeranno gli eventi di questa storia...

File 1 - Il Giardino di Iris

Tra le interminabili colonne di fogli e documenti vari che si innalzano dalla scrivania del Presidente del Consiglio studentesco della scuola elementare, ecco riemergere una capigliatura bionda.
«Bastaaaaa!», esclama agitando le mani tra i morbidi riccioli, scompigliandoli tutti. «Non ne posso più di leggere e firmare documenti!»
Bussano alla porta e subito dopo entra un ragazzino dai capelli e occhi castani con indosso la divisa primaverile della scuola (camicia bianca, cravatta e pantaloncini neri, calzini bianchi e mocassini sempre neri) che tiene in mano un vassoio con un bicchiere di té freddo e una fetta di torta al cioccolato.
«Buon pomeriggio, Kaichou!», afferma sorridente come al solito. «Ho pensato che ti farebbe bene fare una pausa e mangiare qualcosa», continua, posando il vassoio sulla propria scrivania non essendoci spazio sull'altra.
«A-Akira...»
«Dimmi», replica voltandosi in sua direzione.
«Non... non mi sento bene...», risponde, la voce tremolante.
Un attimo dopo il ragazzino cade a terra, privo di sensi.
«Ka-Kaichou! C'è... bisogno di Takamura-sempai!», esclama in preda al panico. «Resisti, Kaichou! Torno subito!», e corre fuori dalla stanza in cerca dell'amico.

«Veloce! Stava molto male!», dice Akira trascinando dietro di sé il sempai. «Eccoci! E'...», ma non fa in tempo a finire la frase che notano subito entrambi qualcosa che non va.
Per prima cosa il bicchiere col té è stato svuotato e anche la fetta di torta è sparita, ma soprattutto... il biondo presidente non è svenuto per terra come dovrebbe essere e la porta-finestra è spalancata.
Notandola, i due corrono verso il balconcino e vedono in lontananza una figura correre a tutta velocità.
«Nokoruuuu!!», urla furioso Suoh di fronte a questa sua ennesima fuga dai doveri.

"E loro che dicevano che una scaletta di corda appesa al balcone era un'idea stupida. E invece mi ha permesso di andarmene senza farmi beccare!", pensa il giovane Imonoyama correndo via dall'edificio, dando un morso alla torta che tiene in mano.
«Accidenti che buona! Oggi Akira ha superato sé stesso!»
L'urlo dell'amico raggiunge le sue orecchie.
«Mi sa che questa volta finisco veramente morto ammazzato! Oh, beh. Chissenefrega! Ho diritto anch'io di fare una pausa!»

Correndo, arriva nei pressi di un giardino fiorito pieno di iris.
«Ehi! non sapevo ci fosse un giardino di iris da queste parti...», dice, guardandosi un po' intorno.
«L'ho visto andare in questa direzione! Sbrigati, Ijuuin!», è la voce del giovane ninja in lontananza.
«Oh, no! Mi hanno raggiunto! Ma come hanno fatto?», si domanda stupendosi della rapidità con cui è stato rintracciato. «E adesso dove mi nascondo?», continua voltandosi di qua e di là, ma tutto ciò che vede sono solo fiori. «E va bene! Tra i fiori!», ed entra nel giardino.
Essendo piccolo, i fiori gli arrivano fino alle ginocchia, ma non basta perchè è ancora perfettamente visibile.
Fortuna vuole, però, che inciampi in un sasso sul suo cammino, finendo lungo a terra, faccia in giù.
Si sentono dei passi e un attimo dopo appaiono i due inseguitori.
«Qui non c'è nessuno, sempai. Non è che ti sei sbagliato?»
«Eppure ero convinto di averlo visto venire da questa parte... Forse è già andato oltre. Muoviamoci! Dobbiamo trovarlo e trascinarlo di peso in ufficio!», e ricominciano a correre.
Non appena i due si sono sufficientemente allontanati, Nokoru si solleva da terreno.
«Meno male che non mi hanno visto... Eccì!», afferma, starnutendo per il polline entratogli accidentalmente nel naso.
«sniff - Meglio camminare a gattoni. Non si sa mai, potrebbero tornare...»
"Però che bello questo giardino... Quasi quasi rimango un po' qui..."
Cammina, cammina, alla fine, senza accorgersene, va a sbattere contro qualcosa.
"Uh? Un albero?", si domanda esplorando l'oggetto. "No, è... stoffa"
Allunga una mano a toccare il tessuto.
Un urlo improvviso lo fa scattare indietro, urlando a sua volta.
Una portamine e un blocco da disegno gli cadono in testa subito dopo.
Il ragazzino afferra il blocco e inizia a sfogliarlo, rimanendo incantato dalla bellezza dei disegni.
«No! Non guardarli!», esclama una voce femminile strappandoglielo di mano.
«E perchè? Sono molto belli...», replica alzando lo sguardo, incontrando quello smeraldino di lei.
La ragazza ha la pella leggermente chiara, capelli mogano lunghi fin poco sotto le spalle, con dei ciuffi che le ricadono ai lati del viso, che lo incorniciano insieme alla frangetta, e indossa la divisa femminile della scuola (un vestito nero lungo fin sotto le ginocchia, con maniche a sbuffo, colletto e fiocco bianchi e un paio di stivaletti sempre neri).
«... ma mai quanto colei che li ha disegnati...», continua, ancora intento a guardarla, le guance leggermente rosate.
Lei abbassa subito lo sguardo, arrossendo.
«Ma dai... non... non è vero...»
«E invece sì. Siete una bellissima ragazza», risponde con la sua solita sicurezza, riprendendosi dal momentaneo incantamento. «Comunque, mi dispiace per esservi venuto contro ed avervi toccato... non era mia intenzione infastidirvi mentre stavate disegnando»
«Se mi sei venuto addosso non ti ho sentito, ma mi sono spaventata qunado ho sentito una mano estranea sul fianco»
«Vi chiedo ancora scusa»
«Oh, non c'è problema», replica sorridendogli. «Comunque non c'è bisogno di darmi del Voi, dammi pure del Tu senza problemi!»
«Ah, beh. Allora ok, se lo chiedi tu», conclude sorridendole.
«Aspetta. Adesso che ti vedo meglio... Tu sei il piccolo Imonoyama. Nokoru, giusto?»
«Sì, sono proprio Nokoru Imonoyama. E qual'è il Vostro... cioè, il tuo nome?»
«Mi chiamo Ayame Fujiwara, molto lieta», risponde inchinandosi.
Il ragazzino fa lo stesso.
«Che strana coincidenza. Il tuo nome significa "iris", ed è proprio in questo campo di iris che ci siamo incontrati»
«Già, davvero una bella coincidenza. E' che, sai, mi piacciono molto i fiori, gli iris in particolare...»
«Eccolo!», esclamano poco lontano dai due.
I ragazzi si voltano, vedendo Suoh e Akira correre verso di loro.
«Oh, accidenti! Mi hanno beccato! Beh, è stato bello passare questo poco tempo con te. Spero di rincontrarti ancora, Ayame-jou. A presto!», e se la da a gambe.
«Fermati, vigliacco! Smettila di sfuggire ai tuoi doveri!» , gli urla Suoh, agitando il suo kunai.
«Kaichou! E' da immaturi comportarsi così!»
Ayame rimane stupita nel vederli rincorrersi.
«Però, che ragazzini vivaci», afferma sorridendo. Poi si mette a guardarsi intorno, tastando qua e là abiti e terreno. «E la matita?»

«Ehiii!! Non è giusto!!»
«E invece sì! Così la prossima volta ci penserai due volte prima di dartela a gambe!»
«Mi dispiace, Kaichou, ma questa volta devo dare ragione a Takamura-sempai. Non è stato carino fingere di star male per potertela svignare»
Nokoru è seduto sulla sedia, legato ben stretto con delle corde al sedile e allo schienale, con entrambe le caviglie strette l'una all'altra da un'altra corda.
Nella stanza, tutte le uscite sono state bloccate da delle travi di legno, eccezion fatta per la porta principale.
«Non hai possibilità di fuga ora, e non ti slegheremo finchè tutto questo lavoro non sarà terminato. Quindi, datti da fare!»
Detto questo, i due si allontanano dall'amico dirigendosi verso l'uscita.
«Questo è maltrattamento di minore!!», esclama il biondino protestando sonoramente.
«Falla finita e muoviti a finire! Più rompi, più tardi finirai e, di conseguenza, più tardi ti libereremo», replica fermamente Suoh.
«A presto, Kaichou», e chiudono a chiave la porta. «Sempai, non pensi di essere stato un po' troppo duro con lui?»
«Affatto, sono stato anche troppo buono. L'idea iniziale era quella di usare delle catene...»
«Takamura-sempai, mi fai paura...»
«Ha, ha, ha!»

Nel frattempo, nell'ufficio-prigione, Nokoru guarda sconsolato le montagne di documenti davanti a sè.
«E va bene...», afferma con un sospiro. «Sarà meglio mettersi al lavoro»
Subito lo sguardo gli cade sulla portamine azzurra dal tappo a forma di pesce palla rosa vicino al portapenne.
"Devo avergliela presa per sbaglio nella fretta...", pensa, prendendola e rigirandosela un po' tra le dita, il mento appoggiato all'altra mano. "Appena posso devo restituirgliela, non può disegnare senza... Ayame-jou... "

File 1 - End

Grazie per essere giunti fin qui ^^
CLAMP Gakuen Tanteidan è stato un dei miei primi manga di quelle quattro demoni e mi è piaciuto un sacco (adoro soprattutto Nokoru! Ma chi non lo adora??) e mi sembrava giusto dedicare una fanfic a capitoli anche a loro.
Per quanto riguarda gli aggiornamenti, non ve li assicuro in tempi molto brevi... Sapete com'è, la scuola e altri impegni non aiutano molto ^^
Cmq, grazie ancora per averla letta (commentate! Voglio sapere che ne pensate!) e se vi è piaciuta, spero siate pazienti nell'aspettare il seguito ^O^
 
Continua nel capitolo:


 
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