-PROLOGO. - Capitolo 1° -
Bene,spero che leggendo l'introduzione vi siate incuriositi abbastanza da entrare a dare un'occhiata...il protagonista è un pg a cui sono molto,molto affezionata e che ho usato e uso in un GDR "privato". Da un pò di tempo avevo voglia di scrivere qualcosa su di lui che fosse comprensibile da tutti e non solo da pochi. Il titolo è un giochetto di parole su quello che è probabilmente l'elemento centrale della storia... Questo è il prologo(cortissimo,lo so),fatto solo per introdurre alcuni dei personaggi principali. I commenti sono più che i benvenuti ^^
Il trono su cui è seduto è liscio e rigido. Si piega leggermente in avanti,chiudendo entrambe le mani sul pomello della spada la cui punta è conficcata nel pavimento di pietra ai suoi piedi,coperto da uno spesso tappeto rosso,che scorre fino al trono. Appoggia delicatamente il mento sull'elsa della spada,con aria pensierosa.La figura resta così qualche istante,poi sospira piano e si raddrizza,appoggiando il capo sullo schienale del trono,passandosi una mano tra i capelli di un colore quantomeno strano,bianchi. Con aria ancora dolorosamente concentrata,volge lo sguardo verso la finestra,dalla quale si intravede lo scorcio di una grande foresta,vicino a un lago. L'aspetto può trarre in inganno. È un ragazzo,sembra un ventenne,ma la sagoma del maestoso Pokemon bianco addormentato alle sue spalle lo tradisce subito. Non è un ragazzo. " Sono un dio".
Le ruote della moto scorrono rombando sull'asfalto liscio,affiancato a entrambi i lati della strada da alti cumuli di neve. Il ragazzo che la guida non sembra essere preoccuppato per i cumuli di neve,i rami spezzati e occasionali lastre di ghiaccio che ingombrano la strada. Sterza tranquillo,facendo zigzaggare la grossa moto tra i vari ostacoli che gli sbarrano la strada con una scioltezza invidiabile per un ragazzo dal fisico magro e affatto palestrato come il suo. Si vede però che è un esperto dal modo in cui si inclina sulla moto per aumentarne la velocità,e da come sporge leggermente le ginocchia in fuori quando sterza per mantenere l'equilibrio. Il viso è nascosto da un grosso casco,un casco da motocrosser,di quelli che coprono completamente il viso,con visiera a specchio per evitare di venire accecati dai raggi del sole.Chi l'avrebbe guardato in quel momento,quindi,avrebbe visto solo una sagoma confusa di un indistinto color nero sfrecciare a tutta velocità in direzione di Nevepoli.
<< Borsa?>> << Presa.>> << Cellulare?>> << Preso.>> << La macchina?>> << Emh....>>
Even Glacier,64 anni,eccentrici capelli biondo paglia lunghi quasi fino alla vita e glaciali occhi verdi in grado di far perdere con uno sguardo la voglia a chiunque di prenderlo in giro per i suoi capelli,borbottò qualcosa di incomprensibile che suonò come un "quel maledetto ragazzo..." e alzò gli occhi al cielo. << Cosa è successo alla macchina?>> chiese infine,riabbassando lo sguardo sul suo assistente,tale Krane. A dirla tutta,Krane non era un assistente del Professor Even da molto tempo. Due giorni,in realtà. E' in quel momento Krane fu praticamente certo che non sarebbe arrivato al terzo. << Professore,questa mattina è venuto quel ragazzo...>> iniziò,tormentandosi nervosamente il camicie. << Mio nipote...?>> indagò Even,inutilmente. Solo un "ragazzo" a Nevepoli aveva il permesso anche solo di pensare di metter piede nel laboratorio del Professor Even. O meglio,era l'unico che potesse pensarlo e farlo senza ritrovarsi due Geloraggio del Glacien e del Weawile del Professore alle calcagna,seguito da un "FUORI!" gridato a tutta forza da quest'ultimo,solitamente seguito a sua volta da qualche grande,grosso e sopratutto pesante libro lanciato con estrema precisione. Krane annuì. << Esatto...e aveva bisogno di...>> si interruppe,la voce gli si era spenta all'improvviso. La causa era l'occhiataccia rivoltagli dal Professore. Senza dire una parola,Even fece dietro front e uscì dal laboratorio a grandi passi,diretto alla macchina parcheggiata lì fuori. Aprì la portiera e provò a mettere in moto. Nulla. Corrucciato,la richiuse e svitò il tappo per il serbatoio della benzina. Il serbatoio era vuoto. Calmo e composto,Even si reinfilò le chiavi della macchina in tasca e tornò nell'ingresso del laboratorio,dove Krain attendeva,pallidissimo. << Gli serviva un pò di benzina per la moto,così ho pensato che non avrebbe fatto niente...>> << FUORI!>> Due secondi dopo,il sedicesimo assistente licenziato dal Professor Even fu visto uscire di corsa dal laboratorio,con due Geloraggio,un Glaceon e un Weawile alle calcagna mentre veniva colpito alla testa dall'Anatomia dei Pokemon Ghiaccio,volume 3.
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