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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: WHEN THE MOON SHINE OVER US
Genere: Sentimentale, Drammatico, Dark, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: glox galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/02/2011 11:08:59

"Sapete quando la luna diventa tutta rossa e sembra più grande? Ecco, un eclissi di luna. E' bellissima non è vero? L'eclissi di luna porta sventur
 
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WHEN THE MOON SHINE OVER US
- Capitolo 1° -

When The Moon Shine Over Us




Sapete quando la luna diventa tutta rossa e sembra più grande? Ecco, un eclissi di luna. E' bellissima non è vero?
L'eclissi di luna porta sventura. Non lo dico perchè sono superstiziosa, anche se lo può sembrare, lo dico perchè ne ho avuto la prova.
Se quella sera non fossi uscita di casa e avessi continuato ad ammirare la luna dalla mia finestra, non avrei mai visto uno spettacolo più bello.
Pure ora mi trovo davanti alla finestra, come quella notte, ma è troppo presto, la luna deve ancora sorgere e mostrare a tutti il suo vestito più bello, quello rosso.
Una leggera brezza entra dalla finestra, muovendo le due tendine bianche e i miei capelli rossi. Delicatamente i capelli mi solleticano le spalle e la schiena. Appoggio il braccio sinistro e il gomito destro sopra il marmo e con la testa esco fuori dalla finestra, assaporando il dolce venticello. Nel mentre chiudo gli occhi, aumentando la capacità degli altri sensi.
Con l'udito sento il fischio leggero dell'aria in movimento e il tremolio delle foglie sugli alberi, con il tatto tasto l'abbraccio del vento e con l'olfatto annuso gli odori delle terre lontane e di ciò che capiterà.

Un amaro gusto di sangue e guerra si forma in bocca.

Apro gli occhi quando sento un piccolo bruciore al palmo della mano destra. Mi sono bruciata con la sigaretta, dimentica di averla ho chiuso la mano a pugno e l'ho schiacciata tra l'indice e il medio, scottandomi. D'istinto ho aperto la mano e l'ho lasciata cadere nel davanzale per poi riprenderla tra le dita.

Sorrido. Un leggero sorriso causato dal bruciore della sigaretta e dal ricordo di quella serata. Punto gli occhi verso l'orizzonte e noto una piccola riga di luce. La luna sta iniziando a sorgere. Guardo l'ora, mezzanotte.
Bene, è ora di uscire.
Butto il mozzicone della sigaretta nel posacenere, chiudo la finestra e con tranquillità cammino verso l'uscita. Nel mentre osservo la mia stanza, il letto e l'armadio, illuminati dalla strana luce di sta notte hanno un aspetto sinistro. Pure il corridoio e il salottino con cucina sembrano più tetri del solito.

Già, è proprio una strana notte, il preludio della fine.

Prima di aprire la porta afferro il giubbotto di pelle sull'attaccapanni alla sua destra e le chiavi di casa appoggiate dentro una ciotolina sul mobiletto alla sinistra. Infilo il giubbotto senza chiuderlo, ho voglia di sentire il vento che avvolge il mio corpo ma non voglio patire freddo. Con le dita ravvivo un po' i capelli muovendoli e mettendoli dietro la schiena. Di certo sembreranno tante piccole onde rosse che si muovono in un mare nero. Per ultimo m'infilo ai piedi le dc bianche e nere con la scritta e l'interno rosa. Sono le mie preferite, ogni volta mi sembra di avere delle ciabatte ai piedi.
Finalmente sono pronta e allungando la mano verso la maniglia per poi girarla verso la mia destra, apro la porta ed esco. Accuratamente la chiudo alle mie spalle e finisco il resto con la chiave di casa. Bisogna stare attenti, ci sono molti ladri in giro quindi le porte vanno ben chiuse. Per quanto la mia sia una cittadina tranquilla non bisogna mai fidarsi di nessuno, il cattivo può esserci ovunque e sa mimetizzarsi bene in mezzo all'ombra e alla folla.
Inizio a camminare. Guardo l'orologio al polso, mezzanotte e dieci, se non mi fossi fermata ad osservare la casa adesso non sarei in ritardo. Ma lui conosce bene questo mio difetto e non si preoccupa più se non arrivo puntuale all'appuntamento.

Per quanto sia notte, la strada è illuminata a giorno per via dei troppi lampioni. In questo modo non riuscirò a vedere la luminosità della luna. Mi fermo e girandomi di tre quarti osservo la luna ormai sorta a metà. Le faccio un sorriso e continuo per la mia strada.
Mani in tasca e passo svelto ma leggero. Strade deserte, macchine parcheggiate, serrande dei negozi che ad ogni tocco d'aria fremono e fanno sentire i loro lamenti. Ammeto che sta notte la città è abbastanza inquietante, non capisco perchè, eppure è uguale a tutte le altre sere. Ma questa notte non è uguale a tutte le altre passate, la luna che sorge non è uguale alle altre notti, il vento porta odore di morte e lascia un gusto amaro in bocca. E' l'inizio di tutto e anche la fine. D'ora in poi non sarà più niente uguale.
Pensando tiro fuori dalla tasca sinistra dei jeans larghi il pacchetto di Lucky Strike rosse. Lo apro e con la destra tiro fuori una sigaretta. L'appoggio tra le labbra e mentre con la mancina ripongo il pacchetto nella tasca con l'altra mano tiro fuori l'accendino dalla tasca opposta. Mi fermo e formando una cappa con la sinistra, in modo che il vento non mi spenga la fiamma, giro la rotella. Dopo due rutti di gas la fiamma decide di presentarsi e di accendermi la sigaretta. Ripongo l'accendino in tasca e faccio un lungo tiro profondo, assaporando per bene il gusto della cicca. Il primo è sempre il più buono, ti fa sentire tutta la sua essenza.
Ricomincio a camminare e dopo due minuti finalmente arrivo al luogo dell'appuntamento. E lui è lì, seduto nella panchina davanti alla fontana giusto in centro alla piazza. E' lì e mi osserva. Mi blocco. Le mani mi cadono sui fianchi, la sigaretta mi cade dalla bocca e gli occhi s'ingrandiscono di stupore. Dopo un mese e mezzo finalmente lo rivedo e mi sembra sempre più bello. Finalmente il mio cervello riesce a far partire le gambe. Lentamente i miei piedi avanzano, diminuendo la distanza fra noi lui.
Qui nella piazza i lampioni sono più radi per lasciare quell'atmosfera romantica, ne hanno messo qualcuno vicino alle strade e sotto i portici, lasciando però la fontana illuminata dalla luce naturale del sole di giorno e della luna di notte. Proprio come ora. E lui illuminato dalla luce rossastra della luna all'inizio del suo viaggio verso l'apice è una cosa meravigliosa.
Ci guardiamo dritti negli occhi senza fiatare mentre la distanza fra noi va diminuendo. Osservo i tuoi occhi neri come la notte fissi dentro i miei. Mi fermo a cinque centimetri da te, allungo una mano verso i tuoi capelli anch'essi neri e afferro un ciuffo.

“Sono così belli, morbidi e lisci. Ma non come i tuoi occhi, sono fantastici, due pozzi neri che mi risucchiano al suo interno.”

Sposto la mano dal ciuffo nero, lasciandolo cadere sulla spalla, ai suoi occhi. Istintivamente lui li chiude e io con l'indice seguo la loro linea, millimetro per millimetro, per poi spostarlo sul naso dritto e perfetto e infine sulle labbra rosee e carnose. Non riesco a resistere, tolgo il dito e appoggio le mani sulle sue spalle annullando del tutto la distanza fra noi quando appoggio la mia bocca sulla sua. Ci scambiamo un bacio casto, leggero per poi tornare a guardarci negli occhi.

“Mi sei mancato Micheal.”
“Pure tu Camilla.”
“Guarda, questa notte è uguale al nostro primo incontro, la piazza è deserta e dal cielo la luna ci illumina con la sua luce rossastra.”
“E' vero, mancano solo i cadaveri e il sangue.”

Ripongo la mano sinistra dentro la tasca dei pantaloni mentre Michael prende fra le sue la mia mano libera. L'accarezza delicatamente, lentamente, passando per ogni dito per poi darle un bacio leggero e chiuderla in mezzo alle sue mani.
Il cuore mi batte all'impazzata, non riesco a fermarlo, se continua così fra poco morirò d'infarto, me lo sento. Non mi sono mai sentita così tanto innamorata in vita mia. Solo lui riesce a farmi sentire così, solo lui può, sento che potrei morire per lui.

“E' stato in quel momento che mi sono follemente innamorata di te. Il sangue ti copriva dalla testa ai piedi e la luna rossa come aureola dietro di te.”
“Te mi fissavi fastidiosamente e non mostravi nemmeno un po' di paura. Quando ti sei avvicinata a me con questa mano mi hai sfiorato la guancia per sapere se ero reale.”

Con la mancina mi sfiora la guancia. Chiudo gli occhi per assaporare meglio quel momento. Il cuore mi sta per scoppiare e le gambe tremono così tanto che è un miracolo se riesco a stare in piedi. Non ce la faccio più. Appoggio tutte e due le mani al suo petto, stringendo la maglietta, seguite subito dalla mia fronte. Anche il suo cuore batte forte, ma lui è più bravo di me nel nascondere i suoi sentimenti, per quanto abbia sempre dimostrato amore nei miei confronti. Non mi ha mai abbandonata, è sempre tornato da me. Che passino uno, due, sei mesi non importa, lui comunque è sempre venuto qui. Mantiene sempre le sue promesse. L'aveva scritto pure nella sua ultima lettera:

<la notte di luna piena del prossimo mese mi troverai al solito posto alla solita ora.
Mantengo sempre le promesse, non ti abbandono.>

Ed è così, Michael c'è sempre per me. Una lacrima solitaria mi sfugge dagli occhi andando a morire sulla sua maglietta. Lentamente prende ad accarezzarmi i capelli e la schiena. Lui ha il potere di riuscire a sentire come mi sento, mi legge fin dentro l'anima. E' il mio angelo nero, il mio Lucifero, reincarnato in questa terra. Dove passa lui c'è sangue e morte, ma non questa sera. Anche se la luna è piena, questa sera lui è qui solo per me e per nessun altro.

“Tu sei mia, vero?”
“Sì, e tu sei mio, vero?”
“E di nessun'altra.”

Sì, è così, lui è mio e io sono sua, ci apparteniamo e nessuno ci potrà mai separare, nemmeno la distanza, nemmeno la morte.
Rimaniamo abbracciati per un tempo indefinito, sembra quasi che si sia bloccato per noi, ma sfortunatamente non è così. Michael è il primo a sciogliere l'abbraccio staccandomi da lui tenendomi per le spalle. Mi guarda negli occhi, di nuovo.

“Adesso devo andare, sai bene che non posso stare tanto tempo qui.”
“Lo so.”
“Vivrai?”
“Sì, vivrò. Non posso ancora morire, prima voglio vedere la tua opera d'arte completa. Ciò che hai iniziato due anni fa, la tua vendetta perfetta, voglio vedere la fine se ci sarà.”
“Ci sarà.”
“Ci vedremo ancora?”
“Forse.”

Ci baciamo. Questa volta ci scambiamo un bacio appassionato, pieno di amore e tristezza. Quando ci stacchiamo per riprendere fiato mi da un'ultima carezza sulla guancia, un ultimo sorriso e poi dandomi le spalle comincia ad allontanarsi in direzione della luna. Mi siedo sulla panchina non togliendo gli occhi dalla sua schiena che pian piano si allontana. La luna ormai è arrivata all'apice e illumina tutta la città con la sua luce argentea. Il rossore della nascita è sparito senza lasciare nessuna traccia, ma sono sicura che un giorno pure lei comparirà col suo vestito più bello, quello rosso. E quel giorno Michael tornerà da me.
La notte di due anni fa, quando l'ho conosciuto, la luna era grande e rossa e quando io gli chiesi se ci saremo rivisti lui mi rispose forse, proprio come sta notte. Due sono le risposte incentrate dentro quel forse. Sì, lo rivedrò, questo è sicuro, ma non si sa se vivo o morto, per saperlo dovrò lasciar passare il tempo. Uno, due, sei mesi, non m'importa, perchè vada come vada, io l'ho rivedrò.

Il nostro è un amore eterno che il tempo e la distanza non cambieranno mai, anzi, lo rafforzano.
La morte non ci separerà.

-The End-
Buongiorno a tutti!
Questo racconto è primo classificato al contest "3, numero perfetto" indetto da Monsieur Bordeaux nel forum ScrivartistiAppasionati.
Spero vi piaccia.

Buona lettura!

Glox <3
 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
jessica12 - Voto: 28/04/11 13:33
Bella storia!!
Ma mi colpisce più come l'hai scritta...:)
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