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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Pokémon
Titolo Fanfic: TOGETHER FOREVER
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: crikke galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/07/2003 11:02:37

ennesima mia fic romantica comica sulla coppia ash-misty. un capitolo unico tutto da leggere e pieno di colpi di scena! leggete pleaseee :°°
 
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CAPITOLO UNICO^^ (ANCORA UNA VOLTA..)
- Capitolo 1° -

Voilà la mia ennesima fanfic di PoKémon. E' comica/romantica come mio solito. Scusate per gli errori che ci saranno ^^;;;; sapete, ma ne sfugge sempre qualcuno! Ma adesso BUONA LETTURA!!!!!!



Ash, Misty e Brock erano in viaggio. Anzi, erano appena arrivati al centro medico a Forester Town. Ash, che non sentiva da tempo la madre, la chiamò ma…
-Ash, figlio mio, ho una notizia che ti lascerà a bocca aperta! Stò per risposarmi!- esclamò la madre.
Shock
E’ incredibile come solo 3 parole possano sconvolgere l’essere umano. Ti senti improvvisamente crollare il mondo addosso e speri che tua madre stia scherzando, e che, soprattutto, smetta di fare quella faccia felice. Resti attonito, shockato al 100% e speri che qualcuno ti uccida per non essere torturato a vedere il tuo nuovo padre. Insomma, stai da cani! (O.O sembra che parli per esperienza. Semplicemente mi sono rivista “L’ultimo Bacio” e adesso sono più pazza di prima -.- N.D. Crikke)
Poi, cerchi di formulare una risposta che non ferisca tua madre, che ti ha visto per ben 10 minuti a boccheggiare come pesce lesso, così: °.° => °o° => °O° => °o° => °.° => °o° => °O° => °o° => °.°
E la prima cosa che ti viene in mente…
-Sono felice per te mamma!- esclamò Ash.
Ma è quello che pensi realmente? In verità vorresti essere davanti a tua madre gridarle che non pensa hai tuoi sentimenti, a come ti senti. Vorresti gridarle che saresti male con un uomo per casa.
Ma ti devi arrendere alla realtà, pensando che tanto te ne andrai in giro per il mondo e magari per non rivedere l’essere che ha sposato tua madre non tornerai mai più.
Però poi arriva la domanda che non vorresti mai che fosse pronunciata.
-Vorresti venire a Pallet per conoscere il tuo futuro padre?- chiese Delia.
NO è quello che vorresti gridare per poi attaccare il telefono e correre via piangendo. Invece…
-Sì mamma, arriverò il più presto possibile!- esclamò Ash mascherando il dolore.
E quando hai riattaccato il telefono dai un pugno al muro, per sfogarti. E ti chiedi perché la vita è un inferno.

I tre amici si diressero all’aeroporto per sapere quando poteva esserci un volo per Pallet Town.
-Mi dispiace,- disse l’impiegato. -Non ci sono voli diretti per Pallet Town. Ci sarebbe, il meno costoso, un volo con scalo all'isola di Trovita. Accettate?- chiese. Ash rifletté. Dove aveva già sentito l'isola di Trovita?
E’ qui che arrivano i classici momenti “Non ricordo ma mi sembra…” in cui la memoria fa cilecca.
-Credo non ci siano alternative se è il meno costoso!- esclamò Brock. Misty sospirò. Lei ricordava anche troppo bene. Ash sganciò i soldi.
-D’accordo!- esclamò. -Tre biglietti!-

E in quel momento ti chiederai: c’è un modo per sparire prima che i ricordi vengano a galla? L'isola di Trovita per Misty era un INCUBO!
Prima di andare via da lì Rudy (Yeees! Il capopalestra N.D. Crikke) le aveva detto:
<<Quando cambierai idea e preferirai me ad Ash, ritorna>>
Adesso che Misty ritornava Rudy si sarebbe illuso? In fondo la sapeva la risposta:
Sì!
Com’è che dice il detto? La fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo!
Ash invece non si ricordava proprio NULLA! Ricordava che era nell’arcipelago Orange, ma non aveva la minima idea di cosa ci potesse essere stato.
Brock, non avendo partecipato alla lega Orange, non ne sapeva nulla, e sperava che quella fosse un’isola piena di ragazze (illuso… N.D. Crikke -.-)
Arrivati i tre scesero e Misty ne approfittò per andare in bagno con questa filosofia: “Qui Rudy non mi troverà mai!”
Intanto proprio Rudy, con la sorellina Mari, era proprio al bar dove c’erano anche Brock e Ash.
-Ehi! Ash, come va?- chiese il ragazzo. L’allenatore si voltò.
Collasso.
Memorie lontane ripresero a viaggiargli in testa di quei due giorni d’inferno che aveva passato all’isola di Trovita!
Rudy che non faceva altro che il filo a Misty! Una cosa che gli aveva dato molto fastidio.
Ma pensi e ripensi questo: calma, calma, comportiamoci gentilmente!
-Ciao Rudy, quanto tempo!- esclamò Ash. E intanto pensava: “Sì, però anche se proprio non ce stavi, era meglio!”
-Scusa, ma chi è?- chiese Brock.
-Sono Rudy, il grande capopalestra dell’isola di Trovita!- esclamò il ragazzo.
“Capopalestra che IO ho sconfitto!” esclamò mentalmente Ash.
-E Misty dov’è?- chiese Mari. L’allenatore si ricordò subito di lei: la bimba che voleva Misty come sorella maggiore.
-E’ in bagno.- rispose Brock.
-Capisco…- fece la bimba.
-Eccomi raga… Rudy!- esclamò Misty, diventata improvvisamente più bianca del guscio di Togepi.
-Ciao bellezza!- esclamò il ragazzo andandola ad… abbracciare.
Rabbia
Ash Ketchum poteva capire cos’era la rabbia. E in quel momento avrebbe voluto uccidere Rudy.
-Ciao Misty!- esclamò Mari, al settimo cielo.
-Oooh! Misty non mi avevi detto che qua stava il tuo fidanzato!- scherzò Brock.
-Fidanzato?- chiesero all’unisono Ash e Misty. Solo che l’allenatore dal nome Ketchum lo chiese mentalmente. Rudy s’inginocchiò davanti a lei.
-Oh Misty… se sei tornata significa che mi ami. Vuoi… vuoi sposarmi?- chiese.
Autocontrollo.
Ash Ketchum stava perdere ciò che viene comunemente chiamato autocontrollo.
-EEEH? Ma Rudy sei impazzito?- chiese Misty, stranamente rossa. La ragazza mai aveva ricevuto una dichiarazione e quindi… le faceva uno strano effetto la proposta di matrimonio!
-Viva gli sposi!- esclamò Brock. Il povero ragazzo venne però zittito da un pugno di Ash.
-Misty, se non vuoi adesso aspetterò!- esclamò il capopalestra.
-Dai Misty! Accetta!- fece Mari.
-Aspetterai? Sai cosa significa aspettare?- sussurrò fievolmente l’allenatrice. Rudy riuscì ad intuire che forse non era tornata di sua spontanea volontà.
-Ash…- cominciò. -Perché siete venuti qui?-
-Perché dobbiamo andare a Pallet Town, da mia madre, e questo era il volo più economico.- spiegò il ragazzo, anche se… se ne era appena ricordato!
-Capisco…- il capopalestra si alzò da terra. -Comunque io aspetterò…- disse. Poi si avvicinò al viso di Misty e le baciò una guancia, mentre lei arrossiva fievolmente.
-Ciao Misty!- salutò Mari, andando via con il fratello. L’allenatrice si mise una mano sulla guancia.
…era la prima volta che un ragazzo la baciava…
-L’aereo stà per partire. Andiamo Pikachu!- esclamò Ash, impaziente e con i nervi al limite.

E dopo il volo il trio arrivò a casa Ketchum. Sì, Pallet Town.
Ash Ketchum era davanti casa. Suonò il campanello mentre una voce riecheggiava in casa:
-Arrivo!-
La porta si aprì e Delia vide suo figlio. Senza un attimo di esitazione lo abbracciò.
-Aow! Mamma mi soffochi!- si lamentò l’allenatore.
-Figliolo! Che bello vederti! Ho un’altra bella notizia da darti!- esclamò la madre, quindi si staccò da lui, con le mani sulle sue spalle.
-Di che si tratta?- chiese Brock. Il sorriso di Delia sembrava risplendere di luce propria.
-Aspetto un bambino!-
Resti ancora shockato. Più di quando hai saputo che tua madre si risposava. Vorresti gridare che la vita è uno schifo, vorresti mandare a quel paese tutto e tutti, vorresti restare solo. SOLO.
Di nuovo la tua faccia è così: °.° => °o° => °O° => °o° => °.° => °o° => °O° => °o° => °.°
-Fan… fantastico!- esclamò Ash, con la voce tremante.
Non ci credi. Speri sia un sogno. Speri sia solo un brutto sogno. Speri che sia solo un incubo e speri… speri di risvegliarti quando ancora non sapevi nulla. Ma non riesci a svegliarti perché è quella la realtà.
La realtà va affrontata. E quando è ora non si può scappare non si può scappare.
Invece…
…tutto ciò che vogliamo…
…è scappare dalla realtà.
E i tuoi amici dove sono?
Sono dietro di te, che s’illudono. S’illudono che tu sia felice.
No, non lo sei.

Dopo che il gruppetto fu entrato e la signora Ketchum ebbe preparato il the, il fidanzato di Delia fece la sua scomparsa. Non era nessuno di familiare. Semplicemente assomigliava, di aspetto, al primo marito della madre di Ash: alto, capelli neri, occhi marroni scuro, sguardo maturo.
-Ash, ti presento Robert… Ketchum!- fece Delia. Ash sputò metà the sul tappeto.
KETCHUM?
-Ma… com’è possibile?- chiese Brock.
-Bhe, sono un lontano parente di Andrew Ketchum, l’ex marito di Delia!- rispose l’uomo.
-Oh… chissà che bel bimbo nascerà!- esclamò Misty.
-Cosa te lo fa pensare?- chiese Ash.
-Bhe,- cominciò la ragazza posando la tazza sul tavolino. -con padre così, è una madre come Delia mi domando come possa venir brutto.- spiegò.
-Se questo è un complimento, bhe, ti ringrazio molto!- esclamò Robert. E tutti risero, con un Ash imbronciato che avrebbe voluto vomitare.

E’ incredibile come un lago sporco possa essere più interessante di una conversazione con il futuro padre. Ed è altrettanto incredibile che il tuo Pokémon si tenga a distanza –circa 30 km– di sicurezza dall’acqua. Ed è forse impossibile che qualcuno ti venga a cercare in quel posticino tanto profumato che i Muk ci soffocano e muoiono dalla puzza che c’è, mentre tu resti vivo e vegeto.
-Ash… tutto a posto?- chiese Misty.
Possibile che lei si stia davvero preoccupando per te?
E’ lei quella preoccupata che ti chiede se va tutto bene?
Gli amici si riconoscono nel momento del bisogno…
E così cerchi una risposta. Poi ti ricordi che è la tua migliore amica. E allora decidi di confessarle tutto.
-Direi di no…- sussurrò il ragazzo, mentre lei gli si sedeva vicino.
-Cosa c’è che non va?- chiese Misty.
-C’è che se potessi ucciderei quel… Robert!- confessò Ash.
E ora ti senti sollevato perché c’è qualcuno che lo sa.
-Non sei pronto ad un nuovo matrimonio di tua madre…- dedusse lei. Lui annuì.
-Naturalmente ha voluto fare tutto di testa sua, come al solito! Pensavo che la fase “cerca un nuovo marito” fosse finita! Non sai con quanti uomini è uscita!- spiegò.
Quindi ti abbandoni, ti serri le gambe al petto e metti la testa sulle ginocchia pensando e ripensando “Adesso, qualcuno mi uccida!” Ma…
-Non comprendo esattamente quello che provi, ma dovresti reagire!- esclamò Misty.
E’ la tua migliore amica che parla? Wow! Non l’avresti mai giudicata tanto… saggia?
-Senti… non mi va proprio di reagire. Cioè… stò tanto male, e se ripenso a mio padre… scommetto che avrebbe detto “Figliolo, tutto si risolverà”. Ma non ci credo! E’ impossibile che tutto si risolva!- esclamò Ash disperato.
-Perché tua madre è incinta?- tentò la ragazza.
E’ incredibile come c’azzecchi sempre, pensi.
-Esatto…- mugolò lui.
Ma quanto vorresti mandare all’aria i tuoi sogni e buttarti nel lago. Stai da cani, rivangando il passato e pensando al futuro. Ma stranamente parlarne con chi ti ascolta… ti fa bene. Poi, cerchi di sviare l’argomento. E trovi una domanda che ti frulla nel cervello da un po’.
-Cambiando argomento… perché non sei rimasta all’isola di Trovita?- chiese Ash.
Ollèè, ti dici, la domanda da un milione di dollari! Che rispondi?
-Perché t’interessa saperlo?- chiese Misty, adottando il sistema “Rispondo alla domanda con un’altra domanda”
-Perché io ti ho raccontato i fattacci miei e adesso mi racconti i fattacci tuoi!- rispose lui.
Ottima risposta: chiara e concisa! Ma naturalmente nasconde un perché che neanche Ash sa con certezza (Lo sappiamo tutti noi e non lo sa lui. Molto logico! N.D. Crikke).
-Ecco…- farfugliò lei, nel tentativo di trovare una risposta. Ma non poteva dargli QUELLA! Ovvero, non poteva dirgli la verità perché sarebbe stato l’errore più grande della sua vita! Se lui avesse saputo quello che lei provava per lui… chissà che poteva accadere! (Niente, te l’assicuro! N.D. Crikke -.-). Ma cosa si poteva inventare? -Vedi… se restavo con Rudy voleva dire che provavo qualcosa per lui, cosa assolutamente falsa. Anche perché io voglio bene ad un'altra persona…- confessò lei, senza fare nomi, facendo restare Ash così: °.°
-Vuoi bene ad un'altra persona? Vuoi dire che il resto delle persone le odi?- chiese, innocentemente.
STOINK
Caduta da parte di Misty. Naturalmente con una domanda in testa: “quando crescerà?”
-Noo! Io, per “voglio bene ad un’altra persona” intendevo che… ecco…! Oddio, come lo spiego…! Se restavo con Rudy voleva dire che l’amavo. Ma io non lo amo perché io amo un’altra persona!- farfugliò.
-Per curiosità, chi sarebbe questa persona?- chiese Ash, leggermente… indiscreto? Impiccione? O forse GELOSO?
-Nessuno che t’interessi da vicino!- esclamò lei allontanandosi e rendendosi conto che recitare non era poi così difficile, dopo averci fatto l’abitudine.
-E dai, siamo amici noiii! Dimmelo daiiiii!- supplicò lui, andandole dietro.
-Scusa ma cosa ti dovrebbe interessare?- chiese lei, infuriata, e con la seguente faccia: ò////ó
-M’interessa perché magari posso aiutarti!- fece lui. Misty scoppiò in uno grassa risata.
-No guarda, è impossibile!- esclamò tra le risate.
-E perché?- chiese Ash, indispettito. Lei si riprese dalle risate sfoggiò un grande sorriso.
Il volto di Ash =======> O///////O
-Perché non potresti aiutarmi! Non tu! In più… devi pensare ad un matrimonio e ad una futura nascita!- gli ricordò Misty.
-Hai ragione…- sussurrò imbronciato. Doveva pensare a quello che sarebbe successo: matrimonio poi lui se ne va e torna quando Robert è morto.
Ma c’era un problema, un problema che faceva saltare il suo piano: il bambino.
-Misty… mi puoi fare una promessa?- chiese, guardando il cielo che iniziava a dipingersi di rosso per l’arrivo del tramonto.
-Di cosa si tratta?- fece lei, curiosa.
-Per favore… promettimi che non te ne andrai per il periodo di tempo che dovremo restare qua. Promettimi che non andrai via e resterai qua… ora come ora, ho bisogno di un’amica…- spiegò lui. Lei lo guardò un po’ stupita, poi sorrise dolcemente.
-D’accordo!- rispose. E si strinsero la mano.

Era notte oramai e tutti dormivano. Tutti, ma NON Misty. C’era davvero un caldo pazzesco quella sera. Così la ragazza scese la letto, si mise una vestaglia e sul balconcino della casa, proprio fuori dalla porta. La luce della luna, una luna piena, la colpiva in pieno. Visto che la vestaglia era piuttosto trasparente, si riusciva a vedere la sua camicia da notte bianca. E visto che anche Ash era sveglio e affacciato alla finestra, poteva vederlo più chiaramente di tutti. Il ragazzo decise quindi di raggiungerla.
-Ehi Misty!- esclamò quando le fu dietro. Lei si voltò di scatto, trasalendo, e ricordando di avere una vestaglia trasparente e una camicia da notte non esattamente tra le più pesanti.
-A-Ash!- balbettò, arrossendo.
-Neanche tu riesci a dormire, vero?- chiese lui. Poi lei si ricordò che Ash era un idiota.
-Neanche tu, suppongo…- fece, a capo chino.
-Per ingannare il tempo… che facciamo?- chiese il ragazzo. La ragazza ci pensò su.
-Non ne ho idea… non sono dell’umore adatto per fare qualcosa…- spiegò.
-Bhe, neanche il tuo abbigliamento è adatto…- fece Ash, squadrandola da capo a piedi. Lei si sentì immediatamente a disagio e arrossì violentemente, dandogli uno schiaffo.
-E smettila di guardarmi in quel modo, maniaco!- esclamò Misty.
-E chi oserebbe guardarti col corpo infantile che ti ritrovi?- fece Ash, rialzandosi.
-A giudicare le varie lettere d’amore ricevute nelle ultime settimane, parecchie persone!- fece, indispettita.
Faccia di Ash: O.O
-Lettere d’amore? Chi ti ha spedito lettere d’amore? Dove sono queste lettere d’amore?- chiese, con una nota di gelosia che Misty riuscì bene a sentire.
-Cos’è? Geloso?- insinuò lei, con corna, coda e forcone.
-IO geloso?- si ritrasse lui. -Ma figuriamoci!- Ash fece per indietreggiare ma inciampò su una mattonella del balconcino messa male. Quindi sbatté contro la porta, chiudendola.
-Genio! Ci hai chiusi fuori!- gridò lei, infuriata.
-Non l’ho fatto apposta!- si discolpò. Misty sospirò: era una causa persa. Quindi si sedette su uno scalino.
-Adesso che facciamo, grande genio?- fece, scontrosa.
-Aspettiamo la mattina?- chiese lui. Lei si sbatté una mano in faccia.
-Non ci sono speranze…! Scemo sei e scemo resterai!- fece, disperata.
-Io non sono scemo!- esclamò lui, indispettito.
-Infatti, sei un idiota!- ribattè disperata la ragazza.
-Ooooh! Miss Lettere d’Amore si crede superiore!- fece il ragazzo, a presa di giro.
-Geloso perché non ricevi lettere?- tentò Misty
-No! Non sono affatto geloso! Penso che ricevere lettere d’amore sia una cosa stupida!- rispose Ash. Ci fu un silenzio… interminabile?
-Hai mai ricevuto una lettera d’amore?- chiese lei, con un tono molto triste. Lui gli si sedette accanto.
-No… mai!- ammise. -Ma potrei sapere chi è che te le spedisce?- chiese, moooooooooolto curioso.
-Rudy…- sussurrò.
-E ti da fastidio? Pensavo fosse lui che ti piacesse!- esclamò Ash, sorpreso.
-Te l’ho già detto che mi piace un’altra persona…! Non ti ricordi più? Ma se lui neanche si accorge di me…- cominciò a dire Misty.
-Qualcuno che non si accorge di te? E’ un povero idiota!- esclamò il ragazzo. Lei lo guardò stupita.
Possibile che…
-Con quel tuo carattere da maschiaccio che ti ritrovi sarei in grado di riconoscerti ad occhi chiusi! Nessuno non si accorgerebbe di te!- terminò.
SBOINK! CRAS! TOK!
Vai cazzotti da parte di Misty colpirono un… povero… Ash Ketchum
-Ripeto il concetto: sei un cretino!- gridò con le lacrime agl’occhi, e dandogli un cazzotto.
Però… sarebbe stato un errore piangere… Davanti a lui, poi!
DOVEVA trattenere le lacrime
Magari… poteva fargli un piccolo scherzetto…
-Sai che fai male?- fece lui, arrabbiato.
-Oh, scusami, non l’ho fatto apposta!- ribatté lei, con aria… GENTILE!
-Cosa hai detto scusa?- chiese Ash con una faccia simile a questa: O__________O
-Ti ho chiesto di scusarmi!- esclamò Misty.
-Ehiii! Rivoglio indietro l’altra Misty! Dov’è la Misty che conoscevo? Dove è scomparsa?- chiese lui, scotendola.
-Se n’è andata… mi dispiace…- rispose lei, cordialmente.
-Dai Misty, niente scherzi, torna in te! Non è divertente! Non vorrei vedere una Misty che tutt’a un tratto ci fa pure le faccende domestiche! Poi quando ritorneremo in viaggio che farai? Cucinerai? E per salvarmi la pelle voglio la Misty che non cucina niente e posso sopravvivere!- ribatté lui, sperando che si comportasse di nuovo come sempre.
A lui… Misty piaceva molto come era sempre stata!
Mai… l’avrebbe cambiata!
-No, fuori discussione! Mi hai offeso e ora vorrei farti vedere che mi posso comportare anche da brava ragazza.- spiegò
-Ma cosa devo fare? Implorarti? Essere il tuo servo? Baciarti?- chiese.
BACIARTI?

_ . - ^ ° ^ - . _NELLA MENTE DI ASH_ . - ^ ° ^ - . _
MA CHE COSA HO DETTO?
Sono diventato scemo tutt’a un tratto?
Baciarti?
Oddio, stò impazzendo!
Qualcuno mi dica che non ho detto BACIARTI!
Bleah! Che schifo! Chissà se è igienico poi!
Però… bhe, non posso certo negare che adesso Misty sia… carina….
EEEEEH? Oddio, questo è chiaro segno che sono morto!
Misty? Carina? Sono due parole contrarie!
Però… bhe, non posso non “dire” che oggi sia un tantino diversa dagli altri giorni!
Oddio, sono pazzo!
_ . - ^ ° ^ - . _FINE NELLA MENTE DI ASH_ . - ^ ° ^ - . _

_ . - ^ ° ^ - . _NELLA MENTE DI MISTY_ . - ^ ° ^ - . _
BACIARTI?
Ash ha veramente detto BACIARTI?
Che sia… innamorato di me…?
No..! Sarebbe troppo bello per essere vero!
Conoscendolo gli sarà scappato di bocca -.-"
EHEHEHEHEH! Se è così ho un bello scherzetto per lui!
^___________________^ sisì! Ash Ketchum vediamo se sei un codardo come penso!
_ . - ^ ° ^ - . _FINE NELLA MENTE DI MISTY_ . - ^ ° ^ - . _

-Nono! Guarda ritorno subito normale! Però… tanto non avresti il coraggio!- fece Misty, diabolica (XDDD Vai Miiiist! N.D. Crikke). Ash s’indispettì! Lui non era un fifone!
-Si che avrei il coraggio!- ribatté. -Di che?- chiese poi, confuso.
-Davvero avresti il coraggio di baciarmi? Sulle labbra? O sei tanto coraggioso da potermi pure dare un bacio con la lingua?- insinuò lei. (XDDDD =LOL= Misty sei grande! N.D. Crikke)
Lo stava facendo morire!
Per Ash Ketchum il problema era… GIGANTESCO!
Da una parte se rifiutava faceva la figura del codardo.
E se accettava… doveva baciare Misty!
Quale delle due alternative era peggiore?
-Devo quindi dichiararti Fifone?- concluse lei.
FIFONE?
Suonava male quella parola, almeno per Ash. No! Non era un fifone!
-No!- fece lui. -Non sono affatto un fifone! E se vuoi te lo dimostro!- esclamò, determinato.
E la frittata era fatta.
La faccia di Ash: ò////ó (Faccia alla “Sì che posso baciarti! Che credi?!”)
La faccia di Misty: °//////° (Faccia alla “Oddio, ha preso tutto sul serio!”)
Ash, con una faccia color pomodoro, si mise davanti a lei. Cercò di rilassarsi, inutile. Le mise le mani sulle spalle.
NON ERA UN FIFONE
Perse per un attimo in controllo, volendo… strafare!
Fece scivolare le mani sulle braccia di Misty, fino ad arrivare alle mani. Di scatto la fece alzare in piedi e con due mosse la prese in braccio.
Misty era esterrefatta. Stava per morire! Sentiva che il rossore sulle guance era arrivato alle stelle!
Il cuore le batteva così forte in petto che pareva scoppiare.
Ash avvicinò il suo viso a quello di lei.

Il bacio…
…era dolce.
Ash e Misty si sentivano come in paradiso…!
I loro cuori battevano all’unisono…
I loro respiri erano i medesimi…
Dopo quel bacio i loro occhi…
…si erano illuminati.
La luce della luna piena li illuminava.
E fu in quell’attimo, dopo il bacio, che Ash ebbe il coraggio di ammettere la realtà:
Quella sera Misty era bellissima…!

Delia Ketchum si era alzata, come sempre, prima di tutti. Aprì la porta, con l’intenzione di andare un giardino ma vide, sulle scale, Ash e Misty, addormentati e… abbracciati! Bhe, non proprio abbracciati. Semmai molto vicini.
La donna sorrise. Aveva sempre capito che tra Misty e suo figlio c’era un rapporto speciale. E forse era venuto il momento che anche quei due lo capissero.
-Sveglia pigroni è mattina!- gridò Delia.
La faccia di Ash: =_=
La faccia di Misty: =_=
La faccia dei due appena accorti di come avevano dormito: O///O
-Allora? Tanto che siete svegli aiutatemi per la colazione!- esclamò la madre di Ash. I due ragazzi si divincolarono e si alzarono, ancora rossi sulle guance.
-O-o-o-o-o-okey Mamma. Che c’è per colazione?- chiese Ash.
-Avevo in tensione di preparare carote e peperoni!- ammise la donna.
-Ca-carote e pe-peperoni?- balbettò Misty, facendo un passo indietro sotto lo sguardo confuso di Delia. Ash cercò di inventarsi qualcosa.
-Ehm… mammina, non per dire, ma trovo che carote e peperoni a colazione non facciano bene! Preferisco… frittelle?- chiese, speranzoso.
-Bhe… okey…- fece Delia. Misty sospirò, poi guardò Ash come per dire “Grazie”, e lui arrossì fievolmente. Poi sorrise, come per dire “di nulla”

Era arrivato. Guardò tutto il terreno circostante: sì, era Pallet Town.
-Ehi fratellone! Dov’è che alloggiamo?- chiese Mari. Rudy sorrise.
-Noi alloggiamo a Viridian City. Ma guarda, non è stupenda Pallet?- chiese. La bimba guardò il panorama.
-Sì, è stupenda! Ma io vorrei andare in albergo!- mugolò.
-Okey, ci andiamo subito!- rispose il ragazzo. Poi guardò di nuovo il panorama.
“Ash Ketchum, vedremo chi di noi avrà per sempre il cuore di Misty. A noi due!” pensò.

Ash e Misty camminavano per Viridian City alla ricerca del nuovo Super Market. Finalmente videro una costruzione non alta ma molto larga. Aveva solo due piani ma la sua superficie era immensa. C’era una grande insegna sopra il terrazzo dell’edificio con la scritta “SUPER MARKET” a caratteri cubitali. I due cerano entrati e, dopo aver fatto la spesa, si erano diretti sulla terrazza all’ultimo piano.
La terrazza era all’aperto e Ash e Misty erano andati a sedersi in un gazebo bianco, uno solo tra i tanto che c’erano. Dopo averla presa al bar, si godevano una bella bibita fresca all’ombra. Pikachu mugolava vari “Cha!” come per dire che quel freschetto era di suo gradimento. Togepi, invece, pigolava vari “Toge” per avere un sorso della bevanda di Misty. Ai piedi dei due ragazzi segnavano sparse le tantissime borse piene.
Ash strabuzzò gli occhi alla vista di qualcosa/qualcuno e stava per soffocare.
No
No
NO!
E invece era sì! Sì!
-Che c’è Ash?- chiese Misty, vedendolo in quello stato. Ash era sbiancato così tanto che i suoi capelli erano più bianchi del gazebo. La ragazza si voltò. -Oh santo cielo…- sussurrò, sbiancando anche lei. Rudy stava venendo da loro.
-Salve ragazzi!- salutò allegro.
E ti senti svenire. Senti che crollerai tra… 5 secondi! Ma i 5 secondi passano e tu non crolli!
-Ciao Rudy!- esclamò Misty.
-Come mai da queste parti?- chiese Ash.
-Che domande!- esclamò il capopalestra. -Voglio conquistare Misty!-
-Pika!- esclamò Pikachu, strozzandosi con la bibita che stava bevendo.
-Toge?- fece Togepi. Inspiegabilmente anche Ash si era strozzato bevendo e stava tossendo come non mai: sembrava volesse sputare l’anima.
Anche se morire era cento volte meglio che vedere Rudy che corteggiata Misty!
-Cos’è, a te non va bene?- provocò Rudy.
-Cosa ti fa solo pensare che non mi vada bene a me? E’ a Misty che dovresti dirlo!- fece l’allenatore.
“Fai anche l’indifferente! No Ketchum, la partita è appena cominciata!” pensò Rudy.
“Va al diavolo!” pensò l’allenatore.
-Ehm… Rudy… è stato un grande piacere rincontrarti ma io e Ash dobbiamo proprio andare! Bye bye! Mata-ne’!- disse la ragazza prendendo Ash per un braccio e andando via con le borse di spesa.

A casa Ketchum…
-Ehm… Misty… mi sbaglio o Rudy non ti stà proprio simpatico?- chiese Ash.
-No, non ti sbagli!- fece lei, aspra.
-E diglielo chiaro e tondo!- esclamò lui. Lei lo squadrò.
-Anche a te non stà simpatico o è solo una mia impressione?- fece. Lui cominciò a sudare freddo con una faccia così: ^^;;;;
-Ma che dici!- disse. Misty scrollò le spalle
-Era una mia impressione!- si discolpò.
-Semplicemente lo voglio ammazzare!- puntualizzò Ash. La ragazza lo guardò con due occhi tipo fanali di un’auto. Così: °_°
-E come mai?- chiese. Lui scrollò le spalle.
-Mi farebbe piacere vederlo sulla tomba!- ammise, con questa faccia: *_*.
A Misty sorse un dubbio gigantesco.
-Non è che sei geloso perché mi fa la corte?- insinuò. Lui arrossì leggermente. Ma cos’era la sensazione di disagio che provava? Aveva centrato nel segno? Nhaa! Impossibile!
-No, assolutamente!- negò.
-Ragazzi! Sono qua!- esclamò Robert, varcando la soglia di casa. -Ho portato alcuni miei amici!- avvertì. E dalla porta entrarono un ragazzo e una bambina.
Ash era sopra il divano. Avendo un attacco di cuore si era praticamente spiattellato contro lo schienale. Misty era invece seduta sopra lo schienale con i piedi sopra il divano, e colpita da un attacco di cuore pure lei era caduta a terra.
-Robert! Chi sono loro due?- chiese Delia, salutando il futuro marito.
-Io sono Rudy e lei è Mari!- presentò il fratello.
-Piacere!- fece Mari.
Capito il perché dell’attacco di cuore di Ash e Misty?
-Misty! Ash! Siete voi?- chiese sorpreso il capopalestra di Trovita.
-Misty!- esclamò Mari andandola ad abbracciare.
-Restate a cena?- chiese Brock.
-Sì!- esclamò Rudy.
Mannaggia! Mannaggia! Mannaggia! Accidenti! Perché loro? Perché?
Ma non potevano starsene a casa? Dannazione!

L’indomani mattina tutto sembrava tranquillo. Ecco, sembrava!
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!- un urlo di Misty cosse tutti quanti. Tutta la casa si precipitò nella sua stanza. Ma quando aprirono lo shock fu tale che Ash stava per svenire!
La scena: Misty che si copriva con il lenzuolo, terrorizzata, e che tentava di attraversare il muro, disperatamente. Sotto il letto Rudy con un mazzo di rose in mano: rose rosse.
-Pika…- fece Pikachu, svenendo a terra.
-Ru-Rudy!- esclamò, o meglio, balbettò Delia, alquanto scandalizzata.
-Volevo solo augurare un buon giorno alla dolce Misty.- spiegò il ragazzo. Ash, stranamente, si faceva sempre più incavolato.
-PORTATELO FUORI DI QUIIIIIIIIIII!- gridò la ragazza. Non si sa come Brock e Ash lo strascinarono via dalla stanza, mentre Delia restava con Misty.
-Immagino di dia fastidio…- disse la donna. Misty sospirò.
-Non sa neanche quanto…!- rispose. La signora Ketchum si accarezzò la pancia.
-Io e mio marito siamo divorziati, sai? Colpa del suo lavoro…! Ho dovuto crescere da sola Ash. E lo conosco molto bene. E so che lui tiene molto a te. E tu… tieni a lui, vero?- chiese. La ragazza sospirò.
-Non posso negare…- disse. Delia rise.
-Ash è identico a suo padre: identico a lui! Per sapere se mi amava… ne ho dovute passare di tutti i colori. In quanto a sentimenti è tonto! Tu stuzzicalo, inizierà a capire qualcosa. E se ti dirà in faccia che ti ama, ricordati di confessarti! E’ la strategia migliore!- spiegò. La ragazza la guardò, sorridendo.
-Sì, grazie…-

Misty si era arresa a Rudy e stava facendo una passeggiata con lui. Erano proprio davanti casa: stavano tornando. Spirò del vento e Misty s’infastidì a sentire qualcosa nell’occhio sinistro.
-Aow…- mugolò.
-Ehi, mia dolce Misty, tutto bene?- chiese il ragazzo.
-Mi dev’essere entrato qualcosa nell’occhio…- spiegò, grattandosi l’occhio.
-Aspetta, fa vedere!- esclamò lui. Forse per caso, forse per sfiga, Ash vide dalla finestra Rudy che si avvicinava a Misty. Dal canto della ragazza, Rudy non le faceva nessun effetto.
-Allora?- chiese.
-Ecco fatto!- esclamò il capopalestra.
-Grazie.- disse lei, sorridendo.
-Nulla…- fece lui, con l’intento di baciarla. Lei lo fermò mettendogli due dita sulle labbra.
-Mi dispiace, ma il bacio proprio no!- esclamò.
-Non ne hai mai dato uno?- chiese Rudy. Misty arrossì violentemente.
-Bhe… un bacio dato forse no, ma ricevuto, sì!- rispose. E mentre la ragazza entrò in casa, il ragazzo si chiese se era stato Ash a darglielo.

Misty chiuse la porta di casa, sospirando tristemente. Era inutile: Rudy non le piaceva! A lei piaceva solo Ash.
-Passato un bel pomeriggio?- chiese Ash, con un tono freddo e distante. La sua voce era più fredda del ghiaccio.
Ha baciato un altro ragazzo, pensò furiosamente serrando i pugni. Ti ritrovi ribollire il sangue fino al cervello. E ti chiedi una sola cosa: perché? Perché l’ha fatto? (ma perché sei incazzato non te lo chiedi? N.D. Crikke)
-Ash…- sussurrò Misty, confusa. Era Ash quello seduto al tavolo con il viso coperto? Era Ash quello che aveva appena parlato con un tono più freddo del ghiaccio? ERA ASH?
-Credo che la risposta sia sì.- disse lui.
-Ma Ash… cos’hai?- chiese lei, preoccupata. Lui ghignò.
-Nulla, perché?- chiese.
-Sei… freddo…! Sei distante…!- rispose lei. Ci fu silenzio per una manciata di seconda.
Perché gli andava tutto storto? Perché? Prima sapeva del futuro marito della madre, poi del futuro fratellino/sorellina, e adesso scopriva il vero amore di Misty! Fantastico!! Davvero fantastico!! Non poteva andare meglio!! (da notare l’ironia N.D. Crikke)
Perché Ash si comportava così? Che ragione aveva di essere così freddo? Così distante?
-Immagino… immagino che vi sarete dati di nuovo appuntamento!- esclamò Ash, di nuovo freddo.
-No… no Ash, non potrei mai uscire con lui…!- ribatté lei, spaesata.
-Davvero?- insinuò lui, freddo. Ancora il suo volto non si vedeva. Solo il ghigno d’ironia era visibile. Ma in realtà il ragazzo serrava i pugni per non dover dire cose di cui si sarebbe pentito.
-Ma tu perché sembri così diverso? Che ti è successo? CHE TI E’ SUCCESSO?- gridò. Silenzio.
-Non lo so…- sussurrò.
-Sappi solo…- cominciò a dire Misty, con la voce spezzata dalle lacrime. Ash si voltò verso di lei, sorpreso. La vide, mentre le lacrime scendevano dal suo viso. Scendevano senza sosta. Lo sguardo del ragazzo era sorpreso. Perché piangeva? -Sappi solo che ti amo!- ammise la ragazza, scappando in camera sua.
-Misty!- gridò Ash, scattando in piedi e facendo cadere la sedia. Ma Misty era già scappata.

STUPIDO!
Ash tirò un altro pugno al sacco appeso al tetto della cantina. Era stato solo uno stupido. E ripetendosi questo, continuava a tirare pugni.
Misty cosa gli aveva fatto? Nulla! E l’aveva fatta soffrire!
L’aveva fatta soffrire a forza di essere geloso! Geloso marcio!
Ma perché in quel momento lo ammetteva?
Perché sono in quel momento?
Tirò un altro pugno al sacco per poi sedersi a terra con le mani sulla testa. Le mani gli facevano un male cane.
Quando lei gli aveva detto <<Sappi solo che ti amo>> era rimasto sorpreso. Ma subito aveva voluto pensare a Misty, a dove stava scappando.
E in quel momento, in quell’esatto momento là, in cantina, con le mani esauste di dare pugni, si chiese: Perché?
Perché si era ritrovato geloso?
Perché in un certo senso la dichiarazione di Misty lo rendeva felice?
Perché era geloso del bacio –se era un bacio, poi– di Rudy?
Ma la cosa più importante: cosa provava per Misty?
E ancora: era tutto collegato?
-Oh Misty…- sussurrò.
-Ehi Ash!- esclamò Brock, entrando
-Ah… ciao Brock…- mugolò il ragazzo.
-Sai cos’ha Misty? E’ uscita dicendo che andava a pescare…!- spiegò l’allevatore.
-Pescare?- chiese Ash.
-Pika pika! Pikachu!- gli suggerì il Pokémon.
-Scusa Pikachu cosa mi dovrei ricordare?- chiese Ash. Il topo elettrico si diete uno schiaffo in fronte. Quindi cominciò a fare strani versi. -Ma cos’è? Un Beedrill?- chiese l’allenatore. Pikachu fece un doppio salto mortale, esultando.
-Pikachu!- gridò. Poi fece un’altra imitazione, sembrava che stava nuotando, anzi, affogando. Poi fece la parte di un pescatore che con la canna prendeva qualcosa di pesante. Infine fece l’imitazione di uno che va in bici. Vedendo lo sguardo dell’allenatore ricominciò da capo.
-Sembra che imiti… qualcuno che stà affogando, ripreso da qualcuno che stà pescando e poi se ne va via in bicicletta…- tentò Brock.
-PIKACHU!- esultò il topo elettrico baciando l’amico. I ricordi ritornarono alla mente di Ash, in quel giorno fatidico in cui aveva fregato la bici a Misty, e l’aveva quindi distrutta con la falsa promessa che un giorno gliel’avrebbe ripagata (povera illusa che ci contava N.D. Crikke)
-So dov’è Misty. Pikachu, andiamo!- esclamò l’allenatore chiamando il suo fedele Pokémon. Brock non aveva capito un tubo, perciò tornò in cucina.

Ash Ketchum era davanti alla cascata dove solo pochi anni prima poteva rimanerci secco. Pikachu era al suo fianco.
-Pikachu, se ci rimango secco ricorda di portarmi i fiori nella tomba.- avvertì, scherzosamente, suscitando l’irritazione di Pikachu.
-PI KA CHU!- gridò fulminandolo.
-MALEDETTO AMICO BASTARDO!- gridò cadendo, mentre il topino elettrico gli faceva “bye bye” con la mano.
-Pikaaa!- gridò poi, che voleva dire “Buona fortuna”. Ash, nel fiume, dovette stare attendo a non rimanerci secco in mezzo all’acqua. Arrivò ad un tratto dove poteva vedere l’esca di Misty. Sorrise. Quindi si avvicinò sott’acqua e agganciò l’amo al colletto della camicia. Poi compì l’atto finale: strattonò. Misty si accorse che qualcosa aveva abboccato. Essere lì era come scavare nei suoi ricordi. Prese la canna da pesca e tirò.
-Come pesa! Ma ce la farò! Ho sollevato uno come Ash una volta e adesso questo pesce non mi scapperà!- esclamò. Ma quando riuscì a far uscire dall’acqua la sua preda vide che era proprio Ash.
-Sorpresa!- esclamò atterrando su una rossa. A Misty cadde la sua canna da pesca.
-Ash…- sussurrò.
-Tu prova a scappare e giuro che ti ammazzo!- gridò lui. La ragazza sobbalzò.
-E cosa dovrei fare, sentiamo?- chiese.
-Ehm… allora… ci sarebbero due cose che potresti fare…!- rifletté lui. Lei lo guardò confusa. Si asciugò una lacrima.
-Che vorresti dire?- chiese.
-Allora. Uno, potresti perdonarmi e due…- cominciò. Li avvolse il silenzio.
-Due…?- fece Misty.
-Aspettami.- disse Ash.
-Cosa? Ma ti rendi conto di cosa mi chiedi?- urlò lei.
-Probabilmente sei stanca di aspettare. Probabilmente vorresti mandare tutto al diavolo ma, ti prego, non lo fare.- disse lui.
-Dammi…- ci fu del silenzio dopo le parole di Misty. -Dammi una sola ragione… perché io debba aspettarti- ordinò.
-Per il semplice fatto che, non sapendo nemmeno io stesso quali sono i miei sentimenti per te non so dirti se ti considero solo un’amica o qualcosa si più- spiegò. Li avvolse il silenzio. Misty si avvicinò timidamente a lui e gli diede un bacio sulla guancia.
-E sia, ti aspetterò- disse.

La mattina dopo
Rudy aveva prenotato i lettini per se e per la famiglia Ketchum.
-Ah! Eccovi!- esclamò. Misty sospirò vedendolo.
-Allora Rudy, so che dovrai partire domattina.- disse Robert.
-D’avvero?- chiese Ash, un tantino troppo entusiasta. I presenti lo guardarono con, più o meno, questa faccia: O_o. Ash cominciò a sudare freddo. -Cioè! Ma che peccato! Perché non resti un altro po’? Mi dispiace taaanto!- rimediò, con questa faccia: ^^;;;;;;;. Misty sghignazzò.
-Sai, sono i doveri di un capopalestra, anche se avrei voluto restare per la perla dei miei occhi.- ammise, dispiaciuto, guardando Misty.
-Ehm… Ash…! E’ solo una mia impressione o dalle tue orecchie esce fumo?- chiese Brock.
-Ma che dici Brock? Ehi, guarda, è l’infermiera Joy!- esclamò Ash.
-Infermiera!- esultò l’allevatore, svolazzando alla ricerca della presunta infermiera.
-Ehi Misty, vieni a fare una nuotata?- chiese Rudy alla ragazza.
-Ehm…- lei non sapeva che dire. Doveva trovare una scusa e IN FRETTA! -Ecco… no…! Sai, non mi sento molto bene…- farfugliò.
-Io invece ho proprio bisogno di nuotare!- esclamò Ash, catapultandosi in acqua.
-Attento Ash, mi raccomando!- fece sua madre, facendolo cadete proprio sulla riva. Il ragazzo si ritrovò con la sabbia in bocca.
-MAMMA!- gridò. Poi andò a nuotare. Le disavventure familiari di Ash Ketchum, c’era da farci un libro! E forse l’avrebbe fatto davvero, pensò Misty. Comunque prese un libro e cominciò a leggerlo mentre si abbronzava al solo.
-Di che parla il libro?- chiese Robert.
-Di un ragazzo con grandi problemi familiari che non ce la fa più. Scappa, trova un’amica e le racconta tutto. Quindi alla fine tutto si risolve, i due ragazzi si sposano ed avranno due figli!- esclamò Delia. -Sai, gliel’ho dato io a Misty!- aggiunse. Robert annuì.
-Capisco…- disse. Misty era assorta nella lettura. Si era accorta solo in quell’istante che quel libro parlava di un ragazzo, a quanto pare, molto simile ad Ash…!

Ash Ketchum si stava divertendo a fare il morto. Galleggiava guardando il cielo senza nessuna espressione. Quanto gli dava fastidio che Rudy girasse intorno alla SUA Misty!
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAALT!
Aveva pensato: la SUA Misty?!
Ecco, stava delirando.
Scosse la testa e si mise ad andare sott’acqua. Aprì gli occhi e vide il fondo pieno di alghe. Poi notò una bellissima conchiglia. La prese e, ritornato in superficie, la guardò bene: era affusolate e sembrava una torre di Pisa dritta. Però era azzurra. Era grande più o meno quanto una mano e finiva con un pezzo largo, in cui sembrava poterci mettere un orecchio per ascoltare. E lui lo fece, poggiò la conchiglia all’orecchio. Sentiva il suono tranquillo del mare. Il ragazzo sorrise e si avviò alla riva.

Ash tornò alla riva e mise la conchiglia nello zaino, senza farla vedere.
-Allora, come si stà in acqua?- gli chiese Misty.
-Benone! Ma dai, vieni!- la incitò lui.
-No, proprio non mi va…- sussurrò. Ash strabuzzò gli occhi poi sospirò.
-Vado a prendere un gelato. Chi ne vuole uno o vuole unirsi a me, è il benvenuto.- avvertì.
-Vengo io, stare sempre ferma alla fine mi farà male.- disse Misty.
-Allora portatemi un cono alla nocciola e al caffè!- fece Rudy.
-A me invece un cono cappuccino e tiramisù!- avvertì Delia.
-Anche a me uguale a Delia.- disse Robert.
-Okey!- esclamò Ash, avviandosi, con dietro Misty. Arrivarono davanti al gelataio.
-Allora… due coni cappuccino e tiramisù, uno nocciola e caffè, uno fiordilatte e caffè ed un altro cioccolato con sopra la panna montata!- ordinò Misty.
-Subito!- esclamò l’uomo dietro al bancone.
-Come hai fatto ad indovinare i miei gusti preferiti?- chiese Ash.
-Intuito.- fece lei.
-E tu, presumo, ti sia scelta fiordilatte e caffè. Ne posso sapere perché?- chiese lui.
-Trovo siano dei gusti azzeccati!- esclamò la ragazza (Lo trovo anche io ^o^ N.D. Crikke)
-Hai ragione…!- fece il ragazzo. Il gelataio gli diede i cinque coni, quindi Ash pagò e se ne andarono. -Che buono!- esclamò assaggiando il suo gelato.
-Sembra squisito in effetti, mi faresti assaggiare un po’ di panna?- chiese Misty, con gli occhi luccicanti. Lui glielo porse.
-Okey! Ma tu fammi assaggiare il tuo!- esclamò. La ragazza annuì assaggiando la panna e leccandosi le labbra. Il ragazzo si fiondò sul caffè.
-Come ti sembra?- chiese lei. Lui si leccò i baffi.
-Eccezionale!- esclamò. Lei sorrise. Arrivati dagli altri gli porsero i gelati.
-Sapete che sembrate una coppia di fidanzatini?- chiese Delia.
La faccia di Ash: °///°
La faccia di Misty: °///°
-Che coosaaa?- chiesero simultaneamente. -Uno/a come lui/lei? Ma stiamo scherzando?- chiesero all’unisono. Quindi si guardarono negl’occhi e cominciarono a ridere a crepapelle.

Era sera. La giornata era passata veramente in fretta. Ash Ketchum osservava il cielo. Robert e sua madre sembravano fare sul serio. Non voleva restare lì, non voleva. Voleva fuggire, andarsene con Misty e non tornare più! Un’altra cosa voleva fare: voleva capire una volta per tutte i suoi sentimenti per Misty! Quella ragazza era sempre nei suoi pensieri. Ma era amore? Non mai era stato innamorato. Per di più a lui le ragazze non erano mai interessate! Misty sembrava fosse in qualche modo… diversa!
Ash sospirò allontanandosi dalla finestra di camera sua e scendendo sulle scale di casa. In mano aveva la conchiglia trovata in spiaggia. Si era promesso di darla a Misty quando avesse capito i sentimenti albergati dentro di lui. L’unico problema era capirli!
In quell’istante si ricordò di quando l’aveva baciata, due sere prima. E, incredibilmente, avrebbe voluto di nuovo baciarla. Che si potesse considerare veramente amore?
Non lo sapeva. Sapeva solo che questi strani sentimenti non li aveva mai provati. In un certo senso non si può definire l’amore, ed è forse per questo che è complicato sapere se è quello o no.
-Ash!- esclamò una voce dietro di lui. Ash si voltò vedendo Misty, nesso stesso abbigliamento —se tale si può chiamare— di due sere prima. Il ragazzo si sentì arrossire tutto d’un colpo. I sentimenti, per lui, erano oramai un grande mistero troppo fitto perché fosse valuta la pena di capirci qualcosa!
-Ehilà, il mondo è piccolo!- scherzò. La ragazza rise.
-Eh già.- Passarono alcuni istanti di silenzio.
-Misty…- cominciò Ash, molto rosso in viso.
-Sì?- fece Misty.
-Posso baciarti?- chiese il ragazzo color pomodoro maturo al 100%.
La faccia di Misty: °O° => °0° => °O° => °0° => °O° => °0°
-Cooooomeee?- chiese, un po’ imbarazzata, se imbarazzata fosse il termine adatto per definire una ragazza che ha raggiunto il record mondiale di salto in alto in un solo sobbalzo, e con una faccia rassomigliante ad un peperoncino.
-Scu-scusa la domanda, sono un cretino!- esclamò Ash, voltandosi verso di lei e agitando le braccia con questa faccia: °///°
-I-io volevo solo sapere perché vuoi baciarmi!- spiegò lei. Lui mugolò qualcosa d’incomprensibile per un paio di secondi.
-Non lo so il perché, semplicemente… semplicemente è così e basta! Sento… sento dentro di me qualcosa che vorrebbe sentire di nuovo le tue labbra sulle mie!- spiegò. Misty sorrise.
-E allora?- chiese. Ash si alzò e si mise vicino a Misty, appoggiato alle mura della casa.
-E allora, Misty, che cos’è l’amore?- chiese.
COMPLIMENTI! E’ arrivata la domanda da 10 milioni di dollari!
-Nessuno può dirlo con certezza, lo devi sentire. Ma certo, se è la prima volta che t’innamori allora…! Allora dovresti sentire tante cose tutte insieme. Così tante da non capire più nulla!- spiegò la ragazza. Riflettendo lui poteva anche essere innamorato, aveva tali sintomi.
-Ho… ho capito…! Ma vedi… non mi sento di chiamarlo amore. Non arrossisco, non molto, non sento qualcosa allo stomaco, non mi batte il cuore eccessivamente…! Tutte le cose standard io non le sento! Cioè… standard… quelle che di solito si dovrebbero sentire. Io sento solo, dentro di me, una voglia irrefrenabile di averti tutta per me, sento che se un ragazzo ti si avvicinasse più del dovuto io potrei perdere il controllo! E… non ci capisco più niente!- raccontò, disperato. Misty gli prese una mano.
-Non ti devi preoccupare…! Io aspetterò! Tu me l’hai chiesto, ed io lo farò.- disse, dolcemente.
-E da quando in qua saresti una poetessa?- chiese Ash.
-Sei tu, Ash Ketchum, che mi fai perdere la ragione…- sussurrò lei, stringendosi ad un braccio di lui. Lui, a sua volta sorrise. Sentiva che chiamarlo amore era troppo grosso. Tuttavia poteva anche esserlo. Non essendo mai stato innamorato forse…
-Misty.- la richiamò. Lei lo guardò negl’occhi: aveva uno sguardo molto dolce. Strano!
-Cosa c’è?- chiese.
-Posso almeno abbracciarti?- chiese lui. Bhe, il bacio gliel’aveva negato. Non poteva negargli l’abbraccio!
-Certo!- rispose. Ash le prese le spalle e l’attirò a se, stringendola forte. Anche Misty si strinse a lui. Una brezza leggera li inondò, mentre la conchiglia di Ash, sulle scale, sembrava brillare.

Era una mattina come tutte le altre. Va bhe, quasi. No, neanche quasi! Era una mattina completamente diversa dal normale.
-Allora Misty, come stò?- chiese Delia, girando su se stessa con il suo magnifico abito da sposa. Ebbene sì, era il fatidico giorno del matrimonio! Misty e Delia si stavano preparando.
-E’ bellissima signora Ketchum!- esclamò entusiasta la ragazza. La donna rise.
-E smettila di darmi del lei! Ci vedremo molto noi due, dammi nel tu e chiamami Delia!- esclamò. Misty annuì.
-D’accordo Delia!- e le due si misero a ridere. Poi qualcuno bussò alla porta.
-Chi è?- chiese Delia.
-Mamma, sono io!- fece Ash.
-Entra.- disse Misty. Il ragazzo entrò nella stanza con un abito bianco in mano. Portava uno smoking che lo faceva stare elegante.
-Questo è il vestito per la damigella d’onore.- disse. -A chi lo devo dare?- chiese.
-Lo devi dare a Misty!- esclamò Delia.
-CHE COSA?- gridarono simultaneamente Ash e Misty.
-Ma ma… Delia io…- balbettò lei.
-No, trovo che sia la scelta Giusta, Misty. Secondo me saresti perfetta.- spiegò la donna.
-Anche secondo me!- esclamò il ragazzo. Lei sospirò.
-Va bene…! Ma dovete darmi una mano!- puntualizzò.
-Certamente!- esclamarono madre e figlio all’unisono.

La chiesa era piena. Robert aspettava all’altare la sua dolce Delia. Se solo pensava di averla conosciuta al supermercato! Era scattato subito un colpo di fulmine e, giorno dopo giorno, avevano preso ad uscire insieme. Ed era arrivato quel giorno fatidico, quel memorabile giorno in cui lei sarebbe stata sua per sempre. Ed ecco partire la musica. Alla porta c’erano Delia e Misty. Ash scivolò via vicino a Brock, in prima fila, che teneva Pikachu.
-Finalmente! Ma dov’eri?- chiese il ragazzo, sottovoce.
-Ho aiutato Misty a prepararsi. Se ti sembra uguale a sempre allora lucidati gli occhi!- rispose sottovoce l’altro. Brock sgranò i suoi occhi dal taglio fino e squadrò bene la ragazza identificata col nome di Misty. Aveva i capelli sciolti, e appuntati un po’ dietro per evitare che le avessero coperto il viso. Portava uno splendido abito bianco ricamato di pizzi e merletti che le scendeva fino ai piedi. Sugl’occhi aveva un po’ di trucco. Era sul giallo scuro. Ma no! Era oro! E le sue labbra luccicavano grazie al lucidalabbra. Anche i suoi piccoli orecchini luccicavano, dandole un’aria più bella. E camminava fianco a fianco con la sposa, Delia. Lei aveva i capelli sciolti intrecciati da una coroncina di rose che teneva il velo. Questo scendeva fino ai piedi, ed era lunghissimo, portato da Togepi. Anche il suo abito era con pizzi e merletti, ma era cento o più volte raffinato di quello di Misty. Sulle labbra portava del rossetto rosso. Altrimenti non aveva trucco. Il suo bouquet in mano era fantastico. Pieno e coronato di fiori bianchi. Erano anemoni.
-Ash… dimmi come hai fatto…- gli sussurrò Brock.
-Neanche io lo so, Brock. Neanche io lo so…- sussurrò Ash a sua volta. Quindi il ragazzo si voltò verso Robert. Non era ancora riuscito ad accettarlo. Misty gli si sedette accanto.
-Tutto bene?- gli sussurrò.
-No Misty… per niente!- rispose lui sottovoce, andandosene.
-Oh Ash…- sussurrò fievolmente lei.

Ash, a forza di camminare, era arrivato in una piccola radura deserta da lui scoperta vari anni prima. Ci si era sdraiato e stava guardando il cielo. Ieri avevano passato il giorno a preparare il tutto per una festa in giardino, prima che sua madre e Robert se ne andassero e tornassero quando il bambino sarebbe nato. Tanti ricordi gli riaffiorarono in mente. Uno, soprattutto. Era quando Brock aveva trovato una ragazza che si era invaghita di lui e stava progettando il matrimonio. Non poteva immaginare Brock sposato. E Misty ne era venuta fuori dicendo:
«Un giorno o l’altro anche tu ed io ci sposeremo» L’aveva guardata con una faccia che voleva significare “Ma sei rimbecillita tutto d’un colpo o cosa?” Ma probabilmente avrebbe dovuto rifletterci. Rise a quel pensiero, era una delle tante volte in cui Misty si faceva vedere come una ragazza piena di cose da dire e di consigli da dare. In realtà, solo in quell’istante aveva capito che la natura delle cose non si può cambiare. Prima o poi tutti si sposano ed hanno dei figli, è normale. Forse non avrebbe dovuto scappare in quel modo, ma oramai era fatta. Cullato dalla brezza leggera che spirava in quel momento, si addormentò, abbandonando i pensieri che forse da troppo tempo lo opprimevano.

C’era la festa in giardino. Misty, appoggiata ad un albero, sospirò. Guardò che si preparava ad un imminente tramonto. Ma dov’era Ash? Brock le si avvicinò con un piatto in mano.
-Ehi Misty, non mangi?- chiese. Lei sobbalzò, come risvegliata da un sonno, e fece di no col capo.
-Non ho fame…- ammise, rigirando tra le mani un petalo di ciliegio.
-Ash?- chiese. Lei sobbalzò ancora. Poi guardò in basso.
-Sta attraversando un periodo di grande confusione.- disse.
-E tu? Tu che periodo stai passando?- chiese Brock. Li avvolse il silenzio. Si sentivano solo le voci frizzanti degli invitati, dietro di loro.
-Un periodo… un periodo che spero vada via. Io stò semplicemente aspettando.- rispose Misty, sorridendo. Un sorriso falso, che mascherava il dolore. Poteva ingannare forse tante persone, ma di certo non poteva ingannare Brock. Infondo era più profondo di quanto lasciava intendere.
-Ricordati questa parole Misty. Se attendi tanto, alla fine la tua pazienza sarà ripagata. Pensa alla tua bicicletta. Alla fine potresti farti chiedere un’auto con quanto hai aspettato!- scherzò il ragazzo. Lei rise, mentre una lacrima le scendeva giù. Si affrettò a toglierla.
-Già. Grazie Brock, sei un vero amico!- esclamò.
-Di nulla! Senti, non è che mi daresti il numero di cellulare di Lily?- chiese Brock. Misty cadde a terra e poi rise.
-Incorreggibile! Vai a cercartelo da solo! La pazienza non è mai stata una mia gran virtù. Perciò me ne vado. Bye bye!- salutò sparendo.

Il cappello cadde dalla faccia di Ash, e l’ultimo raggio di sole lo investì in pieno. Costretto a svegliarsi sentì una voce familiare.
-AAASH! AAASH!- era Misty che lo cercava. Decise quindi di uscire allo scoperto.
-Misty, calmati, sono qui!- esclamò. La ragazza ansimava gravemente, quindi andò ad abbracciarlo.
-Credevo te ne fossi andato!- ammise, tranquilla.
-Sono venuto qui per pensare.- spiegò Ash. L’abbraccio si sciolse.
-Delia e Robert stanno per andare. Sono venuta ad avvertirti. Non li vuoi almeno salutare?- chiese lei.
-Vieni un attimo con me…- sussurrò, portandola dove prima si era addormentato. Passarono come in una buca sottoterra per riemergere in un prato pieno di soffioni (presente quei fiori che ci si soffia e i “petali” vanno via? N.D. Crikke) illuminati dalla luce del tramonto. Alcuni di questi fiori, al soffiare del vento, avevano perso i “petali” (non so come si chiamano di preciso e li chiamo così =P N.D. Crikke), che volavano nell’aria. Era uno spettacolo fantastico.
-Ash… è… è… è stupendo!- esclamò Misty, estasiata. Mai aveva visto uno spettacolo tanto bello.
-Già… quando ero triste venivo sempre in questo bel posticino e ammirare i petali di questi fiori che volteggiano sulle ali del vento.- spiegò Ash. La ragazza di fianco a lui rise.
-E da quando in qua saresti un poeta?- chiese.
-Sei tu, Misty, che mi fai perdere la ragione…- rispose lui. Li avvolse il silenzio, in cui Misty si ritrovò sorpresa. Era davvero Ash che aveva detto una frase del genere? O era la sua fervida immaginazione? Probabilmente ed incredibilmente, la prima.
-Co-come?- chiese, molto rossa in viso. Il suo cuore cominciò ad aumentare i battiti e nel suo stomaco sentiva una strana sensazione. Già ansimava di suo. Ma in quel momento la sua faccia era più simile a quella di un pesce lesso in stile Misty: °O° => °0° => °O° => °0° => °O° => °0°
-Vedi Misty… io…- cominciò a dire Ash, arrossendo. Questi erano i sentimenti cosiddetti new! Erano una sorpresa persino per lui. Eh già, era l’ora della verità. Cos’avrebbe mai fatto lui senza Misty? E doveva pronunciare solo poche piccole parole che racchiudevano una vita. Ma non uscivano… -Misty… io…- continuò a balbettare.
-Ragazzi! Robert e Delia stanno per partire!- gridò Brock, in lontananza. Misty sospirò.
-Rimandiamo a dopo il discorso.- disse. Questa volta su Ash a sospirare.
-E vorrà dire che… aspetterò!- esclamò.
-Che fai? Mi rubi le battute?- chiese ridendo lei.
-Dai, andiamo a salutarli per poi non rivederli più, MAI più e continuare il viaggio. Andiamo!- esclamò lui correndo via.
-Ash Ketchum! Mi devi pagare la bicicletta, e i diritti d’autore per quelle due frasi!- gridò la ragazza.
-Sì vedrà Misty!- rispose il ragazzo, correndo via.

I tre erano arrivati da Delia e Robert. Mentre tutti prima salutavano gli sposi ora tacevano. Ash si avvicinò alla madre e l’abbracciò.
-Ciao mamma. Ci rivedremo.- disse lui.
-Sì Ash… stammi bene…- si raccomandò. Poi i due si staccarono. Ash guardò il patrigno. Non aveva avuto occasione di conoscerlo. Forse poteva pure essere simpatico. Chi mai l’avrebbe detto.
-Bhe… anche noi suppongo ci rivedremo.- disse Robert. Il ragazzo annuì.
-Suppongo di sì.- disse. E tra saluti e gridi i due se ne andarono, nella loro bella macchina bianca. Ash guardò sparire la macchina all’orizzonte. E poté immaginare che i suoi genitori fossero innamorati.
Ma una voce dentro di te si risveglia. Una voce forse dimenticata. E rimpiangi il giorno in cui sei partito. Perché se tu non fossi mai partito avresti capito più affondo i sentimenti di tua madre. Ma lasciandoti tutto alle spalle ti sei incamminata verso una delle strade più lunghe. E quella sosta, ritornando indietro, non è prevista nei tuoi piani. Ma cosa ci puoi fare? E’ la vita questa. Quello di cui puoi essere sicuro è che la tua vita continuerà. E probabilmente sarà piena di felicità.
Ash guardò Misty che cercava di scrutare l’orizzonte alla ricerca della macchina degli sposi. Improvvisamente il ragazzo si rese conto che rivelare i suoi sentimenti non sarebbe stato semplice.

Era finalmente venuta la sera. Ash Ketchum faceva uno strano giro tondo dentro-fuori casa. Ovvero entrava dalla porta, usciva dal finestrone, rientrava dalla porta, riusciva dal finestrone…! In pratica aveva creato per terra un grande solco. Gira, che ti rigira, che ti rigira, che ti rigira, a Brock e Misty era scesa una gocciolina di dimensioni pressoché enorme.
-Ehm… Ash…- cominciò a dire Misty. Il capo del ragazzo sbucò dalla porta.
-Sì?- chiese.
-Cosa stai facendo?- domandò la ragazza.
-Penso.- rispose lui continuando a fare il giro.
-E tu pensi camminando in tondo?- chiese lei.
-Sì.- rispose lui. La gocciolina sulle teste di Misty e Brock si fece più grande. Ash stava riflettendo su come confessarsi a Misty. Camminare facendo ragionare il cervello era un ottimo metodo per trovare una soluzione. Poteva avvicinarsi a lei, guardarla negl’occhi e sussurrarle…
-BANANE, COCOMERI, BARBABIETOLEEEEEE!- urlava a squarciagola il camion che vendeva ortaggi e frutta che girava nel vicinato. Ash inciampò e cadde con la faccia a terra.
-Ehm… Ash… tanto che devi pensare mentre cammini che ne dici di andare a comprarmi un paio di cocomeri e 5 o 6 banane?- chiese Brock, porgendo un borsellino al ragazzo. Lui sospirò e prese il borsellino.
-Torno subito.- disse, rialzandosi da terra.

Il sole splendeva alto nel cielo pieno di nuvole nere di quel giorno. Più che una giornata di sole era una giornata d’ombra! Sembrava stesse per piovere da un momento all’altro!
Dopo aver dato le chiavi di casa Ketchum al prof Oak, Ash, Misty e Brock s’incamminarono e proseguirono per il loro viaggio. Erano appena arrivati al centro medico a Forester Town. Se non vi ricorda nulla rileggete i primi righi dell’inizio di questa fic. I tre si stavano godendo un meritato riposo quando…
-C’è qualcuno che si chiama Brock?- chiese l’infermiera Joy.
-Arrivo infermiera!- esclamò gioioso lui.
-Attenta Brooke! Non cacciarti nei guai!- esclamò una scherzosa Misty. Il ragazzo cadde a terra.
-MISTYYYYYY!- gridò. La ragazza in questione si mise a ridere a crepapelle. Ad Ash importava solo di essere solo con Misty.
-Sai Misty… quel discorso di ieri non lo abbiamo finito…!- disse. La ragazza sobbalzò. Cosa doveva dirle?
-Allora… allora continualo.- sussurrò.
-Vedi Misty io…- cominciò a dire lui, arrossendo gravemente.
-Aah! Che fregatura!- esclamò Brock, tornando. -Era solo mio padre che mi doveva chiedere una cosa.- spiegò. Poi guardò attentamente i suoi due amici. -Ho interrotto qualcosa?- chiese. (Perspicace il ragazzo! N.D. Crikke) Ash e Misty scossero le mani e la testa come se fossero in qualche agitati oppure Brock avesse colpito nel segno.
-Nononono!- esclamarono all’unisono.

Era scoppiato un bel temporale. I tre oramai avevano fatto un bel po’ di strada verso la città dopo: Hoshì City. Stavano correndo a più non posso. Ma probabilmente i ragazzi non si erano accorti che Misty che la faceva a stento. Stringeva a se Togepi per farsi coraggio ma sembrava crollare da un momento all’altro. Era molto, molto pallida. All’improvviso sentì un forte giramento di testa e cadde a terra, rischiando anche di far male a Togepi.
-Pi pi pi!- esclamò Pikachu, correndo verso il Pokémon uovo.
-Misty!- esclamò Ash correndo verso Misty.
-Che è successo?- chiese Brock, voltandosi. Il giovane allenatore prese in braccio la ragazza, e sentì come la sua pelle era calda. Tanto calda. Troppo calda!
-Misty ha la febbre!- gridò. Nessun problema a sentirlo da Pallet Town tanto che il professor Oak aveva udito la frase e si girava in tondo per capire chi aveva parlato.
-Dobbiamo portarla subito in ospedale!- esclamò Brock. I due ragazzi corsero a più non posso, più di prima. E Ash aveva in mente solo di salvarla! Pregò quindi di non cadere a terra come un salame.

Era molto grave secondo i dottori ed era stata ricoverata. Aveva perso conoscenza e la febbre era molto alta. I medici avevano cercato di somministrarle qualcosa per farle abbassare la febbre, ma sembrava non funzionasse. Stavano facendo delle analisi accurate, in quel momento, e Ash Ketchum girava e rigirava in tondo molto, molto ansioso. Brock si limitava a stare seduto e a stringere i pugni. Finalmente uno dei medici li avvertì che finalmente era fuori pericolo.
-Però…- aggiunse. -Sta ancora dormendo, è meglio che andiate uno alla volta. E’ ancora molto debole.- avvertì.
-Vado prima io!- esclamò Ash. L’infermiera annuì. Il ragazzo entrò nella stanza di Misty. Lei stava dormendo. Era così dolce…! Lui le accarezzò delicatamente i capelli, ancora bagnati. Quindi si sedette su una sedia di legno. -Misty… sono io…- disse. Misty parve in qualche modo capire.
-Ash…- sussurrò.
-Sì Misty… mi senti?- chiese lui.
-Certo…- rispose lei.
-Grazie al cielo…- sospirò lui.
-Ti ho fatto preoccupare?- chiese la ragazza.
-Nooo! Mi hai solo fatto stare in pena per… non mi ricordo quanto tempo perché a me sembravano anni.- rispose il ragazzo, alquanto ironico. Misty rise.
-Oh Ash…- fece, felice. Era veramente al settimo cielo. Allora a lui importava di lei!
-Sai Misty… è un po’ che ci penso e volevo dirtelo. Io… io…- Ash prese coraggio. Erano solo tre parole! Non erano sole, cuore, amore, ma erano tre parole! Il ragazzo si ricordo tutt’a un tratto, di una poesiola sentita alla TV mentre guardava con Misty “Mitsuiro Jidai”
-Tu che cosa?- chiese Misty, in pena e col cuore che andava a mille.
-Sai… 5 sono le dita della mia mano e 5 sono le lettere per dirti…- cominciò Ash, guardandola negl’occhi per un istante senza fine. Era come se le parole fossero già state dette, già state pronunciate. Ma era solo un’impressione. Mancava l’ultimo tocco per dare alla scena qualcosa di fantastico! -Per dirti ti amo Misty. Io ti amo!- riuscì a dire.
E finalmente l’hai detto. La tua vita si è riportata sull’astro della felicità. Finalmente puoi esultare e/o ucciderti. Dipende dai casi. Quello che si aspetta, di solito, è la risposta dell’altro che, si può essere sicuri, non tarderà ad arrivare (però l’ansia ti distrugge -.- N.D. Crikke)
-Anche io Ash…- sussurrò Misty.
Suonano le campane a festa e tutti son felici! Esultate!

Erano passati 4 anni. Il piccolo Jonny Ketchum aveva 4 anni (viva la fantasia! N.D. Crikke)
Oramai Misty ed Ash erano fidanzati ufficialmente ed avevano ben 19 anni: erano adulti e responsabili. Delia e Robert incoraggiavano molto i due sui passi da fare, e le ostilità tra Ash e il secondo padre erano sparite. Brock si era scoperto ottimo aiutante dell’agente Jenny e ottimo infermiere per l’infermiera Joy. Quindi vagava in tutto il mondo alla ricerca di Joy e Jenny da aiutare e/o servire e/o farsi servire. (sorvoliamo -.- N.D. Crikke)
Quella era una giornata iniziata come tutte le altre. Ash si stava godendo l’aria fresca del mattino quando un urlo in bagno lo allarmò. Si precipitò subito in bagno e vide una Misty così:
°O° => °0° => °O° => °0° => °O° => °0°
-Misty cos’è successo?- chiese Ash, terrorizzato.
-Io…- cominciò lei.
-Sì?- fece lui.
-Io…- cominciò lei.
-Sì?- fece lui.
-Io…- cominciò lei.
-Sì?- fece lui.
-Io…- cominciò lei.
-Sì?- fece lui.
-Io…- cominciò lei.
-Sì?- fece lui.
-Aspetto un bambino.- terminò Misty. Ash svenne. -Ti prego Ash, non fare così!- pregò lei con questa faccia: :°°°°
-O-okey!- balbettò lui alzandosi da terra.
-Promettimi una cosa!- esclamò Misty.
-Che?- chiese Ash.
-Staremo per sempre insieme, non mi abbandonerai.- sussurrò lei. Lui, intenerito dalle parole della sua fidanzata sospirò, anche se aveva intenzione di fuggire.
-E fa bene! Per sempre insieme! Ma solo perché sei tu!- puntualizzò.
-Certo amore!- esclamò lei, buttandogli le braccia al collo.
Ed ecco che quando pensi di esserti liberato di un bamboccio ne arriva un altro.
Questa si potrà mai chiamare vita? Se è insieme alla persona che ami… bhe, forse sì!
Fine




Di questa fic ammetto di essere orgogliosissima! Mi è parsa la fic da me meglio scritta. Ovvero una schifezza che ha la priorità di essere decente! Finalmente l’ho finita! Che sollievo! Me ne sono liberata! W la libertà! Sapete, odio avere troppe fic incomplete! E nel mio comp di fic incomplete ne ho fino alla nausea! Bye bye ragazzi! Alla mia prossima Fanfiction! E, vi prego...

COMMENTATE!!!!!!!!!!!!!

Byebye ^_-

 
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