DESIDERIO.
- Capitolo 1° -
Solitamente, quei periodi di totale calma li amava come un matto. "il dolce far nulla" si diceva spesso, prima di buttarsi a peso morto sul suo letto.
Infatti, che c'era di meglio che chiudersi nella stanza del dormitorio, consumare a sbaffo la corrente per guardare e riguardare i film dell'orrore o i film ' splatter'?
Rileggere le riviste del paranormale, e trovare milioni e milioni di ipotesi per le coincidenze della vita? O andare a caccia di ragazze, anche se puntualmente lo rifiutavano, o litigare con l'amica di sempre a causa degli scherzi che le rifilava praticamente ogni giorno.
...già solitamente , quei periodi di calma , li amava come un matto.
Ma ultimamente non ne poteva più, veramente. Doveva assolutamente trovarsi nuovi intrattenimenti, distrazioni. Qualsiasi cosa gli tenesse la mente impegnata; qualsiasi cosa utile per spegnere quello smodato ed improvviso desiderio che sentiva per lei.
Ripetersi che era un errore? Inutile.
Ripetersi che erano amici? Inutile.
Non doveva e non poteva essere attratto da lei...e ripetersi che in ballo c'era il loro rapporto sul lavoro, oltre l'amicizia che durava praticamente da una vita, stava diventando pressoché inutile.
Pensava ancora a questo quando, quella mattina di inizio marzo, la vide camminare con i libri tra le braccia.
La guardò ancora, notando ancora la semplicità dell'amica. Capelli castani, lunghi sulle spalle. Gli occhi verde smeraldo, dotati di una propria 'scintilla', ed erano ancora più belli quando lo rimproverava. Le labbra rosate e ben lineate, raramente passate con un filo di lucidalabbra.
Già, Diana, non aveva bisogno di di chissà quali stratagemmi per apparire. Era semplicemente bellissima anche in jeans e maglietta sbrindellata, come lo era in un vestito di lusso.
Quel giorno era ancora più bella, se poteva dirlo, con la camicetta verdeacqua sopra dei jeans chiari.
Lui, sospirò " devo sparire prima che mi veda" chiuse lo sportello dell'armadietto.
Dio, se era bella! La guardò ancora, rimanendo estasiato nel notare come sensualmente camminasse.
" è troppo " pensò, dando poi un pugno contro il muro " devo...andare"
Il destino, però spesso si burla di noi. Dispettoso, nel vederci scervellare per cercare di evitare certe situazioni. E così fu anche per lui.
Lei lo vide, e sorridendo gli si avvicinò.
- ciao Martin -
Martin malappena riuscì a parlare. Seppur il suo corpo era lì, la mente era altrove.
Un letto morbido, lenzuola fruscianti. E lei stesa sotto di lui, che rispondeva ai suoi baci, appassionata. Gemere alle sue carezze, chiedendone di più. Di quel corpo, ne sentiva persino la consistenza.
Fece forza sulla sua volontà e tornò alla realtà. Di fronte a lei.
- Martin?!- lo guardava sorridendo - tutto ok?-
Lui tossì per schiarsi la gola - ce..certo, tutto ok. Scusa devo andare, ci vediamo. - e si allontanò in fretta.
" ma porca miseria! Perchè lei?" pensò entrando difilato nella sua stanza e chiudeva la porta con uno scatto. Ci si appoggiò contro e chiuse gli occhi.
Evidentemente fu un errore, perchè la rivide stesa sotto di lui, sensuale ed innocente.
Riaprì gli occhi di scatto, constatando che la sua mente gli giocava brutti scherzi.
L'unica opzione? Una lunga doccia ghiacciata!
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